Descrizione

Comune medievale adagiato su di un colle, che presenta un ventaglio limitato di attività economiche: imprese artigiane di costruzioni, esercizi commerciali e coltivazioni tradizionali. La comunità dei lisciani, che presenta un elevato indice di vecchiaia, risiede per intero nel piccolo capoluogo comunale. Sfiorato dal medio corso del fiume Treste, quest'ultimo è inserito in un contesto naturale che racchiude una certa varietà di forme, di colori e di vita animale e vegetale: dolci ondulazioni si oppongono ad alte colline -dall'assetto orografico scaturisce l'irregolarità del profilo geometrico del territorio comunale- e, su entrambe, le aree coltivate contendono lo spazio disponibile alle verdi praterie e alla boscaglia. È una zona pedemontana e come tale sottoposta all'intemperanza del clima ma poiché dei monti dei Frentani occupa il versante marittimo è anche soggetta all'influsso mitigatore del mare. Nello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggiano le lettere L ed I, separate da un punto e accompagnate da quattro gigli, disposti in "punta", in "capo" e nei "fianchi" dello scudo.

Comune medievale adagiato su di un colle, che presenta un ventaglio limitato di attività economiche: imprese artigiane di costruzioni, esercizi commerciali e coltivazioni tradizionali. La comunità dei lisciani, che presenta un elevato indice di vecchiaia, risiede per intero nel piccolo capoluogo comunale. Sfiorato dal medio corso del fiume Treste, quest'ultimo è inserito in un contesto naturale che racchiude una certa varietà di forme, di colori e di vita animale e vegetale: dolci ondulazioni si oppongono ad alte colline -dall'assetto orografico scaturisce l'irregolarità del profilo geometrico del territorio comunale- e, su entrambe, le aree coltivate contendono lo spazio disponibile alle verdi praterie e alla boscaglia. È una zona pedemontana e come tale sottoposta all'intemperanza del clima ma poiché dei monti dei Frentani occupa il versante marittimo è anche soggetta all'influsso mitigatore del mare. Nello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggiano le lettere L ed I, separate da un punto e accompagnate da quattro gigli, disposti in "punta", in "capo" e nei "fianchi" dello scudo.

Storia

Denominato anticamente LISILE, il borgo è menzionato per la prima volta in una testimonianza documentaria del XII secolo. Dopo una seconda citazione trecentesca, il toponimo si eclissa nelle fonti e si perdono le tracce del feudo. È notizia non sufficientemente documentata che nel XVIII secolo fosse una delle tredici terre che componevano la contea di Monteodorisio, soggetta alla famiglia D'Avalos-D'Aquino di Aragona. Il centro storico conserva pregevoli esempi di edilizia minore, oltre alla splendida parrocchiale di S. Martino, adorna di stucchi; fuori dell'abitato è da visitare la cappella di San Michele Arcangelo, sita all'interno di una grotta ricca di stalattiti. Nel ventennio che separa i due conflitti mondiali la consistenza numerica della comunità era doppia di quella attuale. La fase di spopolamento ha avuto inizio negli anni Cinquanta ed è ancora in atto ai nostri giorni, come del resto accade nella maggior parte dei comuni dell'entroterra abruzzese.

Denominato anticamente LISILE, il borgo è menzionato per la prima volta in una testimonianza documentaria del XII secolo. Dopo una seconda citazione trecentesca, il toponimo si eclissa nelle fonti e si perdono le tracce del feudo. È notizia non sufficientemente documentata che nel XVIII secolo fosse una delle tredici terre che componevano la contea di Monteodorisio, soggetta alla famiglia <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=ABR&parola=DAVALOS'>D'Avalos</a>-<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=ABR&parola=DAQUINO'>D'Aquino</a> di Aragona. Il centro storico conserva pregevoli esempi di edilizia minore, oltre alla splendida parrocchiale di S. Martino, adorna di stucchi; fuori dell'abitato è da visitare la cappella di San Michele Arcangelo, sita all'interno di una grotta ricca di stalattiti. Nel ventennio che separa i due conflitti mondiali la consistenza numerica della comunità era doppia di quella attuale. La fase di spopolamento ha avuto inizio negli anni Cinquanta ed è ancora in atto ai nostri giorni, come del resto accade nella maggior parte dei comuni dell'entroterra abruzzese.

Economia

Il senso della tradizione è vivo fra questa gente e la rende per così dire immune dalle tentazioni della modernità e dai miti del progresso, non molto dinamica ed efficiente ma non per questo poco vivace. È da dire che i progressi dell'economia, di cui si è avuto sentore da qualche decennio, non sono ancora evidenti; accanto alle tradizionali coltivazioni agricole -cereali, uva e olive-, allo sfruttamento dei boschi cedui e all'allevamento di ovini e suini, si registra soltanto la presenza di imprese edili e di svariati esercizi commerciali, mentre languisce il settore dei servizi, privo di comparti qualificanti come il credito e le assicurazioni. Una delle cause dell'immobilismo economico è la disponibilità limitata di infrastrutture di servizio. Il comune è privo di importanti sedi burocratico-amministrative e di strutture culturali; dispone unicamente di scuole per l'istruzione primaria e manca di strutture per il soggiorno e di esercizi di ristoro; possiede i più tradizionali impianti sportivi (campi da tennis, di bocce e di calcio) ed è capace di un'offerta di servizi sanitari commisurata alle esigenze di base della comunità lisciana.

Il senso della tradizione è vivo fra questa gente e la rende per così dire immune dalle tentazioni della modernità e dai miti del progresso, non molto dinamica ed efficiente ma non per questo poco vivace. È da dire che i progressi dell'economia, di cui si è avuto sentore da qualche decennio, non sono ancora evidenti; accanto alle tradizionali coltivazioni agricole -cereali, uva e olive-, allo sfruttamento dei boschi cedui e all'allevamento di ovini e suini, si registra soltanto la presenza di imprese edili e di svariati esercizi commerciali, mentre languisce il settore dei servizi, privo di comparti qualificanti come il credito e le assicurazioni. Una delle cause dell'immobilismo economico è la disponibilità limitata di infrastrutture di servizio. Il comune è privo di importanti sedi burocratico-amministrative e di strutture culturali; dispone unicamente di scuole per l'istruzione primaria e manca di strutture per il soggiorno e di esercizi di ristoro; possiede i più tradizionali impianti sportivi (campi da tennis, di bocce e di calcio) ed è capace di un'offerta di servizi sanitari commisurata alle esigenze di base della comunità lisciana.

Relazioni

Malgrado le infinite risorse di cui dispone, il comune non riesce a valorizzare la sua vocazione turistica, come appare evidente dalla scarsa attenzione che gli operatori economici rivolgono al potenziamento della ricettività locale. Il turismo religioso, alimentato dalla fama della grotta-santuario di S. Michele Arcangelo, è una dei principali motivi di scambio e di contatto con l'esterno: è infatti pressoché costante l'afflusso di pellegrini a questo rinomato luogo di culto. La festa del Patrono S. Michele si celebra l'8 maggio: l'intera comunità prende parte ogni anno al rituale pellegrinaggio al santuario rupestre.

Malgrado le infinite risorse di cui dispone, il comune non riesce a valorizzare la sua vocazione turistica, come appare evidente dalla scarsa attenzione che gli operatori economici rivolgono al potenziamento della ricettività locale. Il turismo religioso, alimentato dalla fama della grotta-santuario di S. Michele Arcangelo, è una dei principali motivi di scambio e di contatto con l'esterno: è infatti pressoché costante l'afflusso di pellegrini a questo rinomato luogo di culto. La festa del Patrono S. Michele si celebra l'8 maggio: l'intera comunità prende parte ogni anno al rituale pellegrinaggio al santuario rupestre.

Località

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Liscia rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.