Descrizione

Piccola comunità di montagna risalente al Medioevo, che, in assenza di importanti iniziative imprenditoriali, continua a fare affidamento sulle tradizionali risorse rurali, in forte contrazione. La comunità dei lettopalenesi presenta un indice di vecchiaia molto superiore alla media e non mostra alcuna propensione per l'insediamento sparso: risiede per intero nel piccolo capoluogo comunale, edificato nell'immediato dopoguerra e quindi caratterizzato da un impianto urbanistico poco rigoroso e da un patrimonio abitativo per lo più di recente costruzione. Il borgo è adagiato nella parte mediana del comprensorio lettopalenese, solcata dal fiume Aventino, dove le quote più modeste determinano un clima abbastanza mite e favoriscono le coltivazioni. Ai margini di quest'oasi c'è una natura selvaggia, formata da un groviglio di colli piuttosto pronunciati, che scompaiono sotto il manto della vegetazione -predominano i querceti-, e dalle pendici scabre del massiccio della Maiella, che incombe a settentrione sull'abitato, aggiungendo con i suoi contrafforti una componente di asprezza alla varietà del profilo geometrico del territorio comunale. Nello stemma, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggia l'immagine della Madonna con il Bambino compresa fra due torri.

Piccola comunità di montagna risalente al Medioevo, che, in assenza di importanti iniziative imprenditoriali, continua a fare affidamento sulle tradizionali risorse rurali, in forte contrazione. La comunità dei lettopalenesi presenta un indice di vecchiaia molto superiore alla media e non mostra alcuna propensione per l'insediamento sparso: risiede per intero nel piccolo capoluogo comunale, edificato nell'immediato dopoguerra e quindi caratterizzato da un impianto urbanistico poco rigoroso e da un patrimonio abitativo per lo più di recente costruzione. Il borgo è adagiato nella parte mediana del comprensorio lettopalenese, solcata dal fiume Aventino, dove le quote più modeste determinano un clima abbastanza mite e favoriscono le coltivazioni. Ai margini di quest'oasi c'è una natura selvaggia, formata da un groviglio di colli piuttosto pronunciati, che scompaiono sotto il manto della vegetazione -predominano i querceti-, e dalle pendici scabre del massiccio della Maiella, che incombe a settentrione sull'abitato, aggiungendo con i suoi contrafforti una componente di asprezza alla varietà del profilo geometrico del territorio comunale. Nello stemma, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggia l'immagine della Madonna con il Bambino compresa fra due torri.

Storia

Il borgo è noto dall'XI secolo attraverso alcune fonti documentarie che lo citano come CASTELLUM DE LO LECTO. Si ignorano purtroppo le vicende successive alla sua assegnazione ad Enrico di Casalanguida, avvenuta nel XII secolo, e bisogna giungere al Quattrocento per poter ricostruire altri frammenti della sua storia: nella prima metà del XV secolo il feudo risulta soggetto ad Antonio Caldora, da cui passò in seguito ai Di Capua e dal 1556 ai D'Aquino, signori di Caramanico. Il comune conquistò l'autonomia amministrativa nel 1947, quando si distaccòda Palena, a cui era stato aggregato nel 1927. Nella moderna parrocchiale di S. Nicola è custodita una croce processionale quattrocentesca di fattura sulmonese. Conserva un'impronta arcaica l'abbazia di Monteplanizio, dalle semplici forme e dai preziosi ornamenti medievali e rinascimentali -da notare i capitelli che fiancheggiano il portale-. In seguito ai bombardamenti dell'ultimo conflitto mondiale l'antico abitato andò completamente distrutto e fu ricostruito nel dopoguerra sul versante opposto dell'Aventino.

Il borgo è noto dall'XI secolo attraverso alcune fonti documentarie che lo citano come CASTELLUM DE LO LECTO. Si ignorano purtroppo le vicende successive alla sua assegnazione ad Enrico di Casalanguida, avvenuta nel XII secolo, e bisogna giungere al Quattrocento per poter ricostruire altri frammenti della sua storia: nella prima metà del XV secolo il feudo risulta soggetto ad Antonio <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=ABR&parola=CALDORA'>Caldora</a>, da cui passò in seguito ai Di Capua e dal 1556 ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=ABR&parola=DAQUINO'>D'Aquino</a>, signori di Caramanico. Il comune conquistò l'autonomia amministrativa nel 1947, quando si distaccòda Palena, a cui era stato aggregato nel 1927. Nella moderna parrocchiale di S. Nicola è custodita una croce processionale quattrocentesca di fattura sulmonese. Conserva un'impronta arcaica l'abbazia di Monteplanizio, dalle semplici forme e dai preziosi ornamenti medievali e rinascimentali -da notare i capitelli che fiancheggiano il portale-. In seguito ai bombardamenti dell'ultimo conflitto mondiale l'antico abitato andò completamente distrutto e fu ricostruito nel dopoguerra sul versante opposto dell'Aventino.

Economia

La comunità evidenzia uno scarso spirito di intraprendenza economica, che sembra per altro mancare a buona parte dei centri più o meno popolosi dell'entroterra montuoso abruzzese. L'economia locale, di stampo tradizionale, si impernia sulla produzione di cereali, legumi, patate e uva, sull'utilizzo dei boschi e sull'allevamento di bestiame. Languiscono l'industria, il commercio e il settore dei servizi. Alla staticità dell'economia corrisponde una debole crescita del sistema delle infrastrutture. Il comune è dotato esclusivamente degli ordinari uffici municipali e postali; lascia quasi del tutto insoddisfatta la domanda interna di istruzione -una scuola elementare è l'unica struttura scolastica disponibile- e lamenta l'assenza di strutture culturali; è sprovvisto di alberghi e ristoranti ma non difetta di impianti sportivi (un campo di calcio e uno da tennis); piuttosto carente l'offerta di servizi sanitari.

La comunità evidenzia uno scarso spirito di intraprendenza economica, che sembra per altro mancare a buona parte dei centri più o meno popolosi dell'entroterra montuoso abruzzese. L'economia locale, di stampo tradizionale, si impernia sulla produzione di cereali, legumi, patate e uva, sull'utilizzo dei boschi e sull'allevamento di bestiame. Languiscono l'industria, il commercio e il settore dei servizi. Alla staticità dell'economia corrisponde una debole crescita del sistema delle infrastrutture. Il comune è dotato esclusivamente degli ordinari uffici municipali e postali; lascia quasi del tutto insoddisfatta la domanda interna di istruzione -una scuola elementare è l'unica struttura scolastica disponibile- e lamenta l'assenza di strutture culturali; è sprovvisto di alberghi e ristoranti ma non difetta di impianti sportivi (un campo di calcio e uno da tennis); piuttosto carente l'offerta di servizi sanitari.

Relazioni

La bontà del clima, la tranquillità dei luoghi e la loro bellezza fanno di questo comune una stazione di soggiorno adatta al turismo familiare e della terza età; si auspica che la recente istituzione del Parco nazionale della Maiella dirotti nella zona una parte del movimento turistico che gravita sulle località più rinomate. A questo proposito è opportuno segnalare, nelle vicinanze dell'abitato, il parco attrezzato Fonte della Noce, con aree picnic. La festa del Patrono S. Vincenzo Ferreri si celebra il 5 aprile ma i festeggiamenti popolari hanno luogo nella prima decade di agosto: il rituale fissato dalla tradizione prevede una solenne processione scortata dalla banda e conclusa dall'esplosione di batterie di fuochi artificiali.

La bontà del clima, la tranquillità dei luoghi e la loro bellezza fanno di questo comune una stazione di soggiorno adatta al turismo familiare e della terza età; si auspica che la recente istituzione del Parco nazionale della Maiella dirotti nella zona una parte del movimento turistico che gravita sulle località più rinomate. A questo proposito è opportuno segnalare, nelle vicinanze dell'abitato, il parco attrezzato Fonte della Noce, con aree picnic. La festa del Patrono S. Vincenzo Ferreri si celebra il 5 aprile ma i festeggiamenti popolari hanno luogo nella prima decade di agosto: il rituale fissato dalla tradizione prevede una solenne processione scortata dalla banda e conclusa dall'esplosione di batterie di fuochi artificiali.

Località

Maiella

Maiella

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Lettopalena rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.