Descrizione

Centro di pianura, di probabili origini antiche, con un’economia di tipo agricolo e industriale. I lestizzesi, che presentano un indice di vecchiaia di poco superiore alla media, sono quasi tutti distribuiti tra il capoluogo comunale e le località Galleriano, Nespoledo, Santa Maria, Sclaunicco e Villacaccia. Il territorio ha un profilo geometrico regolare, con differenze di altitudine quasi irrilevanti, che determinano nell’abitato, interessato da una forte espansione edilizia, un andamento plano-altimetrico decisamente pianeggiante. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, riproduce, su sfondo azzurro, una daga romana d’argento posta in palo e accostata, in un cantone del capo dello scudo, da un torrione rosso merlato alla guelfa.

Centro di pianura, di probabili origini antiche, con un’economia di tipo agricolo e industriale. I lestizzesi, che presentano un indice di vecchiaia di poco superiore alla media, sono quasi tutti distribuiti tra il capoluogo comunale e le località Galleriano, Nespoledo, Santa Maria, Sclaunicco e Villacaccia. Il territorio ha un profilo geometrico regolare, con differenze di altitudine quasi irrilevanti, che determinano nell’abitato, interessato da una forte espansione edilizia, un andamento plano-altimetrico decisamente pianeggiante. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, riproduce, su sfondo azzurro, una daga romana d’argento posta in palo e accostata, in un cantone del capo dello scudo, da un torrione rosso merlato alla guelfa.

Storia

Abitata forse già in tempi preistorici, al pari delle zone circostanti, nell’alto Medioevo fu devastata dalle invasioni barbariche che provocarono lo spopolamento di tutta la pianura friulana; ciò spinse il patriarca di Aquileia, nel X-XI secolo, a ridar vita alle campagne attraverso immigrazioni forzate di gente slava. Risale probabilmente a questo periodo l’origine del toponimo, fatto derivare dai vocaboli slavi “les”, ‘bosco’, e “izza”, ‘piccolo’. Citata per la prima volta, come Lastiza e Lastica, in documenti del 1100, fu a lungo possedimento patriarcale e passò, nel XIV secolo, sotto il controllo dei conti di Gorizia, che ne affidarono la reggenza ai signori di Varmo. Nella prima metà del Quattrocento entrò a far parte dei domini veneziani e registrò un periodo di grandi difficoltà economiche e sociali, a causa del coinvolgimento nelle continue guerre che interessavano la repubblica veneta. Seguendo le vicende politiche e militari di quest’ultima, sul finire del XVIII secolo fu occupata dalle truppe francesi ma, con la pace di Campoformio, del 1797, finì nelle mani degli austriaci, che ne tornarono in possesso dopo la nuova parentesi francese (quella napoleonica), incorporandola nel regno lombardo-veneto. La storia successiva all’annessione all’Italia unita, nel 1866, al termine della terza guerra di indipendenza, ha seguito quella del resto della provincia. Dal punto di vista storico-architettonico degne di nota sono: la parrocchiale di San Biagio, risalente alla prima metà del Settecento, e la chiesa di San Martino, dell’inizio del XV secolo, in località Galleriano.

Abitata forse già in tempi preistorici, al pari delle zone circostanti, nell’alto Medioevo fu devastata dalle invasioni barbariche che provocarono lo spopolamento di tutta la pianura friulana; ciò spinse il patriarca di Aquileia, nel X-XI secolo, a ridar vita alle campagne attraverso immigrazioni forzate di gente slava. Risale probabilmente a questo periodo l’origine del toponimo, fatto derivare dai vocaboli slavi “les”, ‘bosco’, e “izza”, ‘piccolo’. Citata per la prima volta, come Lastiza e Lastica, in documenti del 1100, fu a lungo possedimento patriarcale e passò, nel XIV secolo, sotto il controllo dei conti di Gorizia, che ne affidarono la reggenza ai signori di Varmo. Nella prima metà del Quattrocento entrò a far parte dei domini veneziani e registrò un periodo di grandi difficoltà economiche e sociali, a causa del coinvolgimento nelle continue guerre che interessavano la repubblica veneta. Seguendo le vicende politiche e militari di quest’ultima, sul finire del XVIII secolo fu occupata dalle truppe francesi ma, con la <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=FVG&parola=PACEDICAMPOFORMIO'>pace di Campoformio</a>, del 1797, finì nelle mani degli austriaci, che ne tornarono in possesso dopo la nuova parentesi francese (quella napoleonica), incorporandola nel <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=FVG&parola=REGNOLOMBARDOVENETO'>regno lombardo-veneto</a>. La storia successiva all’annessione all’Italia unita, nel 1866, al termine della terza guerra di indipendenza, ha seguito quella del resto della provincia. Dal punto di vista storico-architettonico degne di nota sono: la parrocchiale di San Biagio, risalente alla prima metà del Settecento, e la chiesa di San Martino, dell’inizio del XV secolo, in località Galleriano.

Economia

Come altri comuni del circondario, anche questo non vanta una rete di uffici articolata: oltre all’ufficio postale e al municipio, non ve ne sono altri di rilievo. L’agricoltura, basata sulla produzione di cereali (in particolare frumento), foraggi, ortaggi, uve e frutta, è integrata dall’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. Il settore che offre maggiori possibilità di occupazione è quello industriale, costituito da aziende che operano nei comparti alimentare (tra cui il lattiero-caseario), edile, metalmeccanico, della gioielleria e oreficeria; a queste si affiancano fabbriche di apparecchi medicali, articoli in plastica e macchine per l’agricoltura e la silvicoltura. È presente il servizio bancario; una modesta rete commerciale, sufficiente però a soddisfare le esigenze primarie della comunità, completa il panorama del terziario. Nelle scuole del posto si impartisce l’istruzione obbligatoria; si può usufruire di una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono la sola possibilità di ristorazione. A livello sanitario è assicurato il servizio farmaceutico.

Come altri comuni del circondario, anche questo non vanta una rete di uffici articolata: oltre all’ufficio postale e al municipio, non ve ne sono altri di rilievo. L’agricoltura, basata sulla produzione di cereali (in particolare frumento), foraggi, ortaggi, uve e frutta, è integrata dall’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. Il settore che offre maggiori possibilità di occupazione è quello industriale, costituito da aziende che operano nei comparti alimentare (tra cui il lattiero-caseario), edile, metalmeccanico, della gioielleria e oreficeria; a queste si affiancano fabbriche di apparecchi medicali, articoli in plastica e macchine per l’agricoltura e la silvicoltura. È presente il servizio bancario; una modesta rete commerciale, sufficiente però a soddisfare le esigenze primarie della comunità, completa il panorama del terziario. Nelle scuole del posto si impartisce l’istruzione obbligatoria; si può usufruire di una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono la sola possibilità di ristorazione. A livello sanitario è assicurato il servizio farmaceutico.

Relazioni

È abbastanza frequentata per lavoro, grazie alle sue attività produttive e soprattutto alla presenza delle industrie, che consentono un buon assorbimento di manodopera. I rapporti con il circondario non sono molto rilevanti; gli abitanti vi si rivolgono per l’istruzione secondaria di secondo grado e i servizi non forniti sul posto. Non si segnalano particolari momenti di folclore, che diano una nota di colore durante l’anno. Degna di nota è la festa dedicata al Patrono, San Biagio, che viene celebrata il 3 febbraio.

È abbastanza frequentata per lavoro, grazie alle sue attività produttive e soprattutto alla presenza delle industrie, che consentono un buon assorbimento di manodopera. I rapporti con il circondario non sono molto rilevanti; gli abitanti vi si rivolgono per l’istruzione secondaria di secondo grado e i servizi non forniti sul posto. Non si segnalano particolari momenti di folclore, che diano una nota di colore durante l’anno. Degna di nota è la festa dedicata al Patrono, San Biagio, che viene celebrata il 3 febbraio.

Località

Galleriano, Nespoledo, Santa Maria, Sclaunicco, Villacaccia

Galleriano, Nespoledo, Santa Maria, Sclaunicco, Villacaccia

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Lestizza rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.