Descrizione

Comune di collina, di presunte origini medievali, che accanto alle tradizionali attività agricole ha sviluppato il tessuto industriale. I lambrughesi, che presentano un indice di vecchiaia rientrante nella media, sono tutti concentrati nel capoluogo comunale. Il territorio, situato in posizione panoramica nel cuore della Brianza, gode di una splendida vista sul Piano d'Erba e sui rilievi circostanti, alle cui spalle si scorgono i profili delle Prealpi; disegna un profilo geometrico dolce e ondulato, con variazioni altimetriche accentuate, che vanno da un minimo di 238 metri sul livello del mare a un massimo di 340 metri. L'abitato, che si distende sulle pendici di una collina ai cui piedi scorre il fiume Lambro, mostra segni evidenti di espansione edilizia. Lo stemma comunale, partito, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, riproduce, su sfondo aureo, la lettera maiuscola L rossa accompagnata da due stelle a sei raggi, anch'esse rosse; in campo rosso la maiuscola L, rivoltata, e le due stelle a sei raggi che l'accompagnano sono d'oro.

Comune di collina, di presunte origini medievali, che accanto alle tradizionali attività agricole ha sviluppato il tessuto industriale. I lambrughesi, che presentano un indice di vecchiaia rientrante nella media, sono tutti concentrati nel capoluogo comunale. Il territorio, situato in posizione panoramica nel cuore della <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=BRIANZA'>Brianza</a>, gode di una splendida vista sul Piano d'Erba e sui rilievi circostanti, alle cui spalle si scorgono i profili delle Prealpi; disegna un profilo geometrico dolce e ondulato, con variazioni altimetriche accentuate, che vanno da un minimo di 238 metri sul livello del mare a un massimo di 340 metri. L'abitato, che si distende sulle pendici di una collina ai cui piedi scorre il fiume Lambro, mostra segni evidenti di espansione edilizia. Lo stemma comunale, partito, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, riproduce, su sfondo aureo, la lettera maiuscola L rossa accompagnata da due stelle a sei raggi, anch'esse rosse; in campo rosso la maiuscola L, rivoltata, e le due stelle a sei raggi che l'accompagnano sono d'oro.

Storia

Deriva il toponimo dall'idronimo Lambro riconducibile a una radice preromana *lamr-. Inserita nella pieve di Incino, fece parte del ducato di Milano, poi del feudo di Lucino, che intorno alla metà del XVII secolo fu acquistato da Claudio Giussani, conte di Mondonico. Morto il Giussani senza lasciare eredi, il feudo fu ceduto al marchese Enea Crivelli, che ebbe importanti incarichi dal governatore spagnolo: fu inviato, infatti, come ambasciatore presso i grigioni e gli svizzeri. Il primo documento che la menziona è del 1192, quando già vi esisteva un convento di benedettine attorno al quale, con ogni probabilità, si sviluppò l'antico borgo. La vita del monastero, nel corso dei secoli, non fu affatto facile: nel 1574 San Carlo, verificate dopo una visita le insufficienti risorse e il limitato numero di monache residenti, propose il trasferimento delle benedettine a Milano e la conseguente chiusura del monastero. Il progetto non venne mai attuato per il rifiuto delle benedettine di lasciare Lambrugo. Nel 1798, con l'arrivo delle truppe napoleoniche, il monastero fu devastato e spogliato di tutti gli arredi. Il monastero, più volte riedificato e ristrutturato nel corso dei secoli, fu destinato a usi diversi (filanda, residenza privata) fino a diventare, nel 1974, sede del municipio. La facciata, che ha caratteristiche tipiche dell'architettura del Sei-Settecento, dà alla costruzione l'aspetto di una residenza privata. Accanto al convento sorgeva una chiesetta cinquecentesca, dedicata prima a San Pietro e poi a San Carlo: utilizzata per un certo periodo come fienile, fu infine annessa al municipio. Agli inizi del 1900 fu costruita l'attuale parrocchiale, dedicata a San Carlo.

Deriva il toponimo dall'idronimo Lambro riconducibile a una radice preromana *lamr-. Inserita nella pieve di Incino, fece parte del <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=DUCATODIMILANO'>ducato di Milano</a>, poi del feudo di Lucino, che intorno alla metà del XVII secolo fu acquistato da Claudio Giussani, conte di Mondonico. Morto il Giussani senza lasciare eredi, il feudo fu ceduto al marchese Enea Crivelli, che ebbe importanti incarichi dal governatore spagnolo: fu inviato, infatti, come ambasciatore presso i grigioni e gli svizzeri. Il primo documento che la menziona è del 1192, quando già vi esisteva un convento di benedettine attorno al quale, con ogni probabilità, si sviluppò l'antico borgo. La vita del monastero, nel corso dei secoli, non fu affatto facile: nel 1574 San Carlo, verificate dopo una visita le insufficienti risorse e il limitato numero di monache residenti, propose il trasferimento delle benedettine a Milano e la conseguente chiusura del monastero. Il progetto non venne mai attuato per il rifiuto delle benedettine di lasciare Lambrugo. Nel 1798, con l'arrivo delle truppe napoleoniche, il monastero fu devastato e spogliato di tutti gli arredi. Il monastero, più volte riedificato e ristrutturato nel corso dei secoli, fu destinato a usi diversi (filanda, residenza privata) fino a diventare, nel 1974, sede del municipio. La facciata, che ha caratteristiche tipiche dell'architettura del Sei-Settecento, dà alla costruzione l'aspetto di una residenza privata. Accanto al convento sorgeva una chiesetta cinquecentesca, dedicata prima a San Pietro e poi a San Carlo: utilizzata per un certo periodo come fienile, fu infine annessa al municipio. Agli inizi del 1900 fu costruita l'attuale parrocchiale, dedicata a San Carlo.

Economia

All'agricoltura, specializzata nella coltivazione di cereali e foraggi, e all'allevamento (bovino), si è affiancato il settore secondario, che conta aziende e imprese operanti nei comparti tessile, metalmeccanico, edile, del mobile, del legno e della realizzazione di strumenti di precisione. La presenza del servizio bancario è indice della vivacità del tessuto economico. La rete commerciale, sufficiente al soddisfacimento dei bisogni essenziali della comunità, completa, con i servizi forniti dalla pubblica amministrazione e dalle scuole, il quadro delle attività terziarie. L'offerta dei servizi pubblici è commisurata alle sue dimensioni: non si registra, infatti, la presenza di particolari strutture sociali, quali asili nido e case di riposo, o di strutture destinate all'arricchimento culturale, quali biblioteche e musei. Le strutture scolastiche assicurano la frequenza delle classi dell'obbligo e quelle ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. Le strutture sanitarie garantiscono il solo servizio farmaceutico.

All'agricoltura, specializzata nella coltivazione di cereali e foraggi, e all'allevamento (bovino), si è affiancato il settore secondario, che conta aziende e imprese operanti nei comparti <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=TESSILE'>tessile</a>, metalmeccanico, edile, del <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=MOBILE'>mobile</a>, del legno e della realizzazione di strumenti di precisione. La presenza del servizio bancario è indice della vivacità del tessuto economico. La rete commerciale, sufficiente al soddisfacimento dei bisogni essenziali della comunità, completa, con i servizi forniti dalla pubblica amministrazione e dalle scuole, il quadro delle attività terziarie. L'offerta dei servizi pubblici è commisurata alle sue dimensioni: non si registra, infatti, la presenza di particolari strutture sociali, quali asili nido e case di riposo, o di strutture destinate all'arricchimento culturale, quali biblioteche e musei. Le strutture scolastiche assicurano la frequenza delle classi dell'obbligo e quelle ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. Le strutture sanitarie garantiscono il solo servizio farmaceutico.

Relazioni

Centro di villeggiatura rinomato, offre discrete opportunità lavorative grazie alla presenza di un tessuto industriale in costante sviluppo, specie nei comparti tessile e del mobile, la cui vivacità caratterizza da sempre l'economia brianzola. L'assenza di una rete di servizi articolata costringe la popolazione a rivolgersi ai centri limitrofi per usufruire delle strutture non disponibili sul posto: nel complesso, tuttavia, i rapporti con i comuni vicini non sono rilevanti. Il calendario degli eventi speciali non prevede, nel corso dell'anno, lo svolgimento di manifestazioni di rilievo. La festa del Patrono, San Carlo, si celebra il 4 novembre.

Centro di villeggiatura rinomato, offre discrete opportunità lavorative grazie alla presenza di un tessuto industriale in costante sviluppo, specie nei comparti <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=TESSILE'>tessile</a> e del <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=MOBILE'>mobile</a>, la cui vivacità caratterizza da sempre l'economia brianzola. L'assenza di una rete di servizi articolata costringe la popolazione a rivolgersi ai centri limitrofi per usufruire delle strutture non disponibili sul posto: nel complesso, tuttavia, i rapporti con i comuni vicini non sono rilevanti. Il calendario degli eventi speciali non prevede, nel corso dell'anno, lo svolgimento di manifestazioni di rilievo. La festa del Patrono, San Carlo, si celebra il 4 novembre.

Località

Lambruco

Lambruco

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Lambrugo rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.