Descrizione

Comune collinare, di origine preistorica, la sua economia si basa essenzialmente sull’agricoltura. I laerresi, che presentano un indice di vecchiaia nella media, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce in case sparse. Il territorio, ricco di pietra calcarea, ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate, che vanno da un minimo di 57 a un massimo di 455 metri sul livello del mare. L’abitato, interessato da espansione edilizia, si allunga ai lati di una strada statale; il suo andamento plano-altimetrico è tipico collinare.

Comune collinare, di origine preistorica, la sua economia si basa essenzialmente sull’agricoltura. I laerresi, che presentano un indice di vecchiaia nella media, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce in case sparse. Il territorio, ricco di pietra calcarea, ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate, che vanno da un minimo di 57 a un massimo di 455 metri sul livello del mare. L’abitato, interessato da espansione edilizia, si allunga ai lati di una strada statale; il suo andamento plano-altimetrico è tipico collinare.

Storia

Il toponimo deriverebbe, secondo alcuni studiosi, dalle voci fenicie “Laha”, ‘lavoro, terra di lavoro’ e RAH, ‘che frutta’, da cui ‘sito fruttifero’. Maggiormente veritiera è la derivazione dagli esiti sardi fitonimo latino ALATERNUS, ‘fillirea’, quali “Alatérru”, “Alavérru” e “Laderru”. Abitata sin dal periodo neolitico, venne, in seguito, dominata dal popolo romano. Durante il Medioevo venne inglobata nella curatoria dell’Anglona, nel Giudicato di Logudoro, e, con la morte di Adelasia Torres, passò ai Doria. Con il crollo di questa signoria, il governo locale passò nelle mani dei Malaspina e, nel corso del XV secolo, in quelle degli Aragonesi. Il XVIII secolo fu testimone dell’entrata in scena dei Pimentel, principi dell’Anglona, che la governarono fino all’anno dell’abolizione del feudalesimo. Tra le testimonianze storico-architettoniche meritano di essere citate: la chiesa del Rosario, in stile rustico sardo-aragonese, caratterizzata da un campanile a vela e da un portale a timpano su colonne; la chiesa dedicata a Santa Margherita, eretta nel Settecento, che conserva, nonostante i rimaneggiamenti subiti, numerosi elementi barocchi; i resti di un castrum romano, affiancato da tombe; i resti nuragici e di domus de janas.

Il toponimo deriverebbe, secondo alcuni studiosi, dalle voci <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=FENICIE'>fenicie</a> “Laha”, ‘lavoro, terra di lavoro’ e RAH, ‘che frutta’, da cui ‘sito fruttifero’. Maggiormente veritiera è la derivazione dagli esiti sardi fitonimo latino ALATERNUS, ‘fillirea’, quali “Alatérru”, “Alavérru” e “Laderru”. Abitata sin dal periodo <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=NEOLITICO'>neolitico</a>, venne, in seguito, dominata dal popolo romano. Durante il Medioevo venne inglobata nella <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=CURATORIA'>curatoria</a> dell’<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=ANGLONA'>Anglona</a>, nel <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=GIUDICATODILOGUDORO'>Giudicato di Logudoro</a>, e, con la morte di Adelasia Torres, passò ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=DORIA'>Doria</a>. Con il crollo di questa signoria, il governo locale passò nelle mani dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=MALASPINA'>Malaspina</a> e, nel corso del XV secolo, in quelle degli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=ARAGONESI'>Aragonesi</a>. Il XVIII secolo fu testimone dell’entrata in scena dei Pimentel, principi dell’<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=ANGLONA'>Anglona</a>, che la governarono fino all’anno dell’abolizione del feudalesimo. Tra le testimonianze storico-architettoniche meritano di essere citate: la chiesa del Rosario, in stile rustico sardo-<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=ARAGONESE'>aragonese</a>, caratterizzata da un campanile a vela e da un portale a timpano su colonne; la chiesa dedicata a Santa Margherita, eretta nel Settecento, che conserva, nonostante i rimaneggiamenti subiti, numerosi elementi barocchi; i resti di un castrum romano, affiancato da tombe; i resti <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=NURAGICI'>nuragici</a> e di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=DOMUSDEJANAS'>domus de janas</a>.

Economia

È sede di Pro Loco. Sul posto manca la stazione dei carabinieri, per cui le funzioni di autorità di pubblica sicurezza sono, all’occorrenza, esercitate dal sindaco. L’agricoltura riveste un ruolo preminente nell’economia locale e si basa sulla produzione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, viti, ulivi, agrumi e frutta; è praticato anche l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. L’industria, di modeste dimensioni, è costituita da aziende che operano nei comparti alimentare ed edile. A livello artigianale si lavora la radica sarda, da cui si producono pregiatissime pipe che vengono esportate anche all’estero. Modesta è anche la presenza del terziario: non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario, e la rete distributiva è appena sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della popolazione. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Le strutture scolastiche garantiscono la frequenza delle classi materne, elementari e medie; manca una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario è assicurato il solo servizio farmaceutico.

È sede di Pro Loco. Sul posto manca la stazione dei carabinieri, per cui le funzioni di autorità di pubblica sicurezza sono, all’occorrenza, esercitate dal sindaco. L’agricoltura riveste un ruolo preminente nell’economia locale e si basa sulla produzione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, viti, ulivi, agrumi e frutta; è praticato anche l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. L’industria, di modeste dimensioni, è costituita da aziende che operano nei comparti alimentare ed edile. A livello artigianale si lavora la radica sarda, da cui si producono pregiatissime pipe che vengono esportate anche all’estero. Modesta è anche la presenza del terziario: non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario, e la rete distributiva è appena sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della popolazione. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Le strutture scolastiche garantiscono la frequenza delle classi materne, elementari e medie; manca una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario è assicurato il solo servizio farmaceutico.

Relazioni

Sebbene non figuri tra le mete turistiche più frequentate della zona, la breve distanza dalla zona costiera che si affaccia sul Golfo dell’Asinara e le diverse testimonianze del suo passato preistorico rappresentano delle ragioni sufficienti ad attirare un discreto flusso di visitatori. Interessante è, dal punto di vista naturalistico, la vasta area della foresta pietrificata. È poco frequentata per lavoro essendo le sue attività insufficienti ad assorbire anche la sola manodopera locale. I rapporti con i comuni limitrofi non sono molto intensi: ad essi la popolazione si rivolge per motivi di studio e per altre esigenze che non possono essere soddisfatte sul posto. Diversi sono gli appuntamenti che vedono le celebrazioni religiose in onore di: San Giuseppe, il 15 marzo; la Madonna, il 31 maggio; Sant’Antonio da Padova, il 13 giugno; Santa Lucia, ad agosto; Sant’Isidoro, la prima domenica di settembre; le Anime del Purgatorio, la prima domenica di novembre. La festa della Patrona, Santa Margherita, si celebra il 20 luglio.

Sebbene non figuri tra le mete turistiche più frequentate della zona, la breve distanza dalla zona costiera che si affaccia sul Golfo dell’Asinara e le diverse testimonianze del suo passato preistorico rappresentano delle ragioni sufficienti ad attirare un discreto flusso di visitatori. Interessante è, dal punto di vista naturalistico, la vasta area della foresta pietrificata. È poco frequentata per lavoro essendo le sue attività insufficienti ad assorbire anche la sola manodopera locale. I rapporti con i comuni limitrofi non sono molto intensi: ad essi la popolazione si rivolge per motivi di studio e per altre esigenze che non possono essere soddisfatte sul posto. Diversi sono gli appuntamenti che vedono le celebrazioni religiose in onore di: San Giuseppe, il 15 marzo; la Madonna, il 31 maggio; Sant’Antonio da Padova, il 13 giugno; Santa Lucia, ad agosto; Sant’Isidoro, la prima domenica di settembre; le Anime del Purgatorio, la prima domenica di novembre. La festa della Patrona, Santa Margherita, si celebra il 20 luglio.

Località

Fondi europei 2021-2027

Comune di Laerru in "phasing-in", appartenente, cioè, a quelle aree che -già comprese nell'Obiettivo 1 nel periodo di programmazione comunitaria 2000-2006- nel nuovo ciclo di programmazione 2007-2013, grazie ai progressi economici compiuti, passano nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione" e sono oggetto di finanziamenti speciali in virtù del loro precedente status di territori Obiettivo 1. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.