Descrizione

Piccola comunità di montagna, fondata nel Medioevo; le sue risorse tradizionali, a carattere prevalentemente rurale, sono integrate dalle attività turistiche. I labresi, che presentano un indice di vecchiaia molto elevato, risiedono principalmente nel capoluogo comunale e in case sparse sui fondi; una parte della comunità, tuttavia, è distribuita anche in piccoli aggregati urbani (Cancello, Colle di Mezzo, Colle Rucciolo, Le Macchie Alte, Le Macchie Basse e Madonna della Luce). L’abitato, situato su un colle dalla caratteristica forma a piramide, gode di un vasto e magnifico panorama: da un lato si domina, infatti, una porzione della fertile piana reatina e l’intero lago di Piediluco, situato in territorio umbro; dall’altro s’innalzano i contrafforti dei Monti Reatini e del massiccio montuoso del Terminillo. La parte meno accidentata del territorio comunale veste i colori dei campi coltivati, degli oliveti e dei vigneti; con l’aumentare dell’altitudine prende invece il sopravvento un folto mantello di boschi di querce, ornielli, aceri, carpini e faggi. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggia una quercia, fondata su una verde pianura e munita di quattro rami e di frutti d’oro; dietro l’albero è raffigurato un cinghiale nero.

Piccola comunità di montagna, fondata nel Medioevo; le sue risorse tradizionali, a carattere prevalentemente rurale, sono integrate dalle attività turistiche. I labresi, che presentano un indice di vecchiaia molto elevato, risiedono principalmente nel capoluogo comunale e in case sparse sui fondi; una parte della comunità, tuttavia, è distribuita anche in piccoli aggregati urbani (Cancello, Colle di Mezzo, Colle Rucciolo, Le Macchie Alte, Le Macchie Basse e Madonna della Luce). L’abitato, situato su un colle dalla caratteristica forma a piramide, gode di un vasto e magnifico panorama: da un lato si domina, infatti, una porzione della fertile piana reatina e l’intero lago di Piediluco, situato in territorio umbro; dall’altro s’innalzano i contrafforti dei Monti Reatini e del massiccio montuoso del Terminillo. La parte meno accidentata del territorio comunale veste i colori dei campi coltivati, degli oliveti e dei vigneti; con l’aumentare dell’altitudine prende invece il sopravvento un folto mantello di boschi di querce, ornielli, aceri, carpini e faggi. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggia una quercia, fondata su una verde pianura e munita di quattro rami e di frutti d’oro; dietro l’albero è raffigurato un cinghiale nero.

Storia

La sua fondazione è attribuita alla famiglia reatina dei Nobili, dei quali divenne feudo nel 956 d.C., per concessione dell’imperatore germanico Ottone I. Il periodo medievale fu contrassegnato da violente lotte con gli insediamenti vicini, in particolare con quello di Luco, per questioni territoriali; nell’ambito di queste lunghe e sanguinose dispute, i signori locali persero dapprima il possesso della rocca, di grande importanza strategica, e poi stipularono un trattato di pace (1551), reso possibile dall’intervento e dalla mediazione della vicina Rieti. In seguito appartenne ai Vitelleschi e fu incamerata dalla Santa Sede. Diverse ipotesi, alcune molto curiose, sono state elaborate nel corso degli anni per spiegare l’etimologia del toponimo: secondo alcuni potrebbe derivare dal latino LABRUM, ‘bagno’, secondo altri da GLABER, ‘nudo’, a indicare un territorio spoglio di vegetazione; la teoria più accreditata, comunque, lo fa corrispondere al latino LABRUM, ‘vasca’, in riferimento alla presenza di pozze d’acqua. Attraverso tre porte si accede al suggestivo e ben conservato centro storico, caratterizzato da vie strette e gradonate e da case di aspetto medievale, costruite con la candida pietra locale –alcune abitazioni sono impreziosite da finestre cinquecentesche e da architravi contrassegnati da motti e stemmi di famiglie aristocratiche–. L’abitato è dominato dalla quattrocentesca rocca Vitelleschi, comprendente anche caratteristici giardini terrazzati; nelle vicinanze della fortezza si trova la parrocchiale di Santa Maria, costruita su un preesistente castello distrutto sul finire del Quattrocento e contenente interessanti opere d’arte, come una splendida transenna rinascimentale in legno decorata con trifogli e rosoncini, un bel fonte battesimale del Quattrocento e un pregevole candeliere decorato ad altorilievo. Il patrimonio storico-architettonico locale annovera anche la cappella del Rosario e la quattrocentesca chiesa dedicata alla Madonna della Neve.

La sua fondazione è attribuita alla famiglia reatina dei Nobili, dei quali divenne feudo nel 956 d.C., per concessione dell’imperatore germanico Ottone I. Il periodo medievale fu contrassegnato da violente lotte con gli insediamenti vicini, in particolare con quello di Luco, per questioni territoriali; nell’ambito di queste lunghe e sanguinose dispute, i signori locali persero dapprima il possesso della rocca, di grande importanza strategica, e poi stipularono un trattato di pace (1551), reso possibile dall’intervento e dalla mediazione della vicina Rieti. In seguito appartenne ai Vitelleschi e fu incamerata dalla Santa Sede. Diverse ipotesi, alcune molto curiose, sono state elaborate nel corso degli anni per spiegare l’etimologia del toponimo: secondo alcuni potrebbe derivare dal latino LABRUM, ‘bagno’, secondo altri da GLABER, ‘nudo’, a indicare un territorio spoglio di vegetazione; la teoria più accreditata, comunque, lo fa corrispondere al latino LABRUM, ‘vasca’, in riferimento alla presenza di pozze d’acqua. Attraverso tre porte si accede al suggestivo e ben conservato centro storico, caratterizzato da vie strette e gradonate e da case di aspetto medievale, costruite con la candida pietra locale –alcune abitazioni sono impreziosite da finestre cinquecentesche e da architravi contrassegnati da motti e stemmi di famiglie aristocratiche–. L’abitato è dominato dalla quattrocentesca rocca Vitelleschi, comprendente anche caratteristici giardini terrazzati; nelle vicinanze della fortezza si trova la parrocchiale di Santa Maria, costruita su un preesistente castello distrutto sul finire del Quattrocento e contenente interessanti opere d’arte, come una splendida transenna rinascimentale in legno decorata con trifogli e rosoncini, un bel fonte battesimale del Quattrocento e un pregevole candeliere decorato ad altorilievo. Il patrimonio storico-architettonico locale annovera anche la cappella del Rosario e la quattrocentesca chiesa dedicata alla Madonna della Neve.

Economia

I labresi, pur conservando un forte legame con le proprie radici culturali, non si sono chiusi alle novità provenienti dall’esterno e si dedicano con sempre maggiore energia alla promozione del turismo; tuttavia, le tradizionali attività rurali, basate sulla produzione di cereali, patate e legumi, sulla viticoltura, sull’olivicoltura e sull’allevamento di bovini, rivestono ancora un’importanza fondamentale, sebbene appaiano in sensibile declino; il settore secondario è poco sviluppato e il terziario non include servizi qualificati, come il credito e le assicurazioni. Il comune, sede degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, dispone di scuole elementari e di una biblioteca comunale; vanta inoltre una discreta capacità ricettiva ma per quanto riguarda l’assistenza sanitaria è costretto a far riferimento ai comuni limitrofi –sul posto, infatti, manca anche la farmacia–.

I labresi, pur conservando un forte legame con le proprie radici culturali, non si sono chiusi alle novità provenienti dall’esterno e si dedicano con sempre maggiore energia alla promozione del turismo; tuttavia, le tradizionali attività rurali, basate sulla produzione di cereali, patate e legumi, sulla viticoltura, sull’olivicoltura e sull’allevamento di bovini, rivestono ancora un’importanza fondamentale, sebbene appaiano in sensibile declino; il settore secondario è poco sviluppato e il terziario non include servizi qualificati, come il credito e le assicurazioni. Il comune, sede degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, dispone di scuole elementari e di una biblioteca comunale; vanta inoltre una discreta capacità ricettiva ma per quanto riguarda l’assistenza sanitaria è costretto a far riferimento ai comuni limitrofi –sul posto, infatti, manca anche la farmacia–.

Relazioni

Grazie al suggestivo aspetto medievale dell’abitato, che la comunità ha accortamente salvaguardato dalle ingiurie del tempo e della modernità, è meta di un gran numero di visitatori, attratti dall’atmosfera d’altri tempi che vi si respira. Ulteriore elemento di richiamo è costituito dalla vicinanza del lago di Piediluco, di quelli di Ripasottile e di Ventina nonché dei numerosi specchi d’acqua che costellano la conca di Rieti, residui del vastissimo lago Velino che un tempo occupava tutta la piana. Il Patrono San Pancrazio si festeggia il 12 maggio.

Grazie al suggestivo aspetto medievale dell’abitato, che la comunità ha accortamente salvaguardato dalle ingiurie del tempo e della modernità, è meta di un gran numero di visitatori, attratti dall’atmosfera d’altri tempi che vi si respira. Ulteriore elemento di richiamo è costituito dalla vicinanza del lago di Piediluco, di quelli di Ripasottile e di Ventina nonché dei numerosi specchi d’acqua che costellano la conca di Rieti, residui del vastissimo lago Velino che un tempo occupava tutta la piana. Il Patrono San Pancrazio si festeggia il 12 maggio.

Località

Colle di Mezzo, Colle Rucciolo, La Macchie Alte, La Macchie Basse, Madonna della Luce

Colle di Mezzo, Colle Rucciolo, La Macchie Alte, La Macchie Basse, Madonna della Luce

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Labro rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.