Descrizione

Comune montano di origine medievale; trae sostentamento dalle attività rurali della tradizione e dal turismo. Gli jennesi, con un indice di vecchiaia particolarmente superiore alla media, risiedono quasi esclusivamente nel capoluogo comunale, allungato su uno sperone roccioso, mentre solo una piccolissima fetta della comunità popola l’aggregato urbano elementare di Serroni. Il comprensorio comunale è dominato dalle vette dei monti Simbruini e si sviluppa in direzione opposta verso la catena dei monti Affilani. Ricco di acque superficiali, è di natura calcarea e presenta un po’ ovunque fenomeni carsici, quali doline e grotte sotterranee. La vegetazione è davvero ricca e lussureggiante: il paesaggio d’alta quota è screziato di primule, crochi, soldanelle e genziane, affioranti tra le nude rocce; poco più in basso si distende, invece, una coltre di faggi alternati a verdi radure, cui si sostituiscono, a quote inferiori, boschi misti di roverella, olmo, acero, carpino bianco, nocciolo, rosa selvatica e sorbo, ravvivati da eccezionali fioriture stagionali di narcisi, giaggioli, orchidee e gigli. Molto varia è anche la fauna, che annovera numerose specie di piccoli mammiferi, uccelli e pesci d’acqua dolce. Sullo sfondo argentato dello stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, compare un monte, dalla cui sommità si origina una fiamma rossa.

Comune montano di origine medievale; trae sostentamento dalle attività rurali della tradizione e dal turismo. Gli jennesi, con un indice di vecchiaia particolarmente superiore alla media, risiedono quasi esclusivamente nel capoluogo comunale, allungato su uno sperone roccioso, mentre solo una piccolissima fetta della comunità popola l’aggregato urbano elementare di Serroni. Il comprensorio comunale è dominato dalle vette dei monti Simbruini e si sviluppa in direzione opposta verso la catena dei monti Affilani. Ricco di acque superficiali, è di natura calcarea e presenta un po’ ovunque fenomeni carsici, quali doline e grotte sotterranee. La vegetazione è davvero ricca e lussureggiante: il paesaggio d’alta quota è screziato di primule, crochi, soldanelle e genziane, affioranti tra le nude rocce; poco più in basso si distende, invece, una coltre di faggi alternati a verdi radure, cui si sostituiscono, a quote inferiori, boschi misti di roverella, olmo, acero, carpino bianco, nocciolo, rosa selvatica e sorbo, ravvivati da eccezionali fioriture stagionali di narcisi, giaggioli, orchidee e gigli. Molto varia è anche la fauna, che annovera numerose specie di piccoli mammiferi, uccelli e pesci d’acqua dolce. Sullo sfondo argentato dello stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, compare un monte, dalla cui sommità si origina una fiamma rossa.

Storia

È citata nell’XI secolo d.C. tra i possedimenti dell’abbazia di Subiaco con il nome di FUNDUS GEHENNA o CASTRUM JENNARORUM. A causa della sua posizione strategica fu spesso oggetto di contesa tra papi e baroni: passò dai Marano ai papi Gregorio IX e Alessandro VI, per poi essere ceduta nel XIV secolo alla famiglia Caetani e nuovamente, dal XVII secolo, al monastero sublacense, cui si sostituì in seguito la congregazione del Buon Governo. Il toponimo deriva dal latino IANUA, ‘porta’, attraverso la variante IENUA, che ha dato origine anche alla forma toponimica Genna, piuttosto diffusa in alcune regioni d’Italia. La maggior parte del patrimonio monumentale è andata purtroppo distrutta nel corso dei secoli. Sono però tuttora visibili: la cappella di Santa Maria in Arce (o della Madonna della Rocca), impreziosita da affreschi del XII secolo; la parrocchiale di Sant’Andrea Apostolo, a croce latina, in cui si conservano una statua di San Rocco e un crocifisso ligneo; la chiesa della Madonna delle Grazie (XIV-XVII secolo), a due navate, adorna di un venerato affresco su roccia raffigurante la Vergine col Bambino.

È citata nell’XI secolo d.C. tra i possedimenti dell’<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ABBAZIADISUBIACO'>abbazia di Subiaco</a> con il nome di FUNDUS GEHENNA o CASTRUM JENNARORUM. A causa della sua posizione strategica fu spesso oggetto di contesa tra papi e baroni: passò dai Marano ai papi Gregorio IX e <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ALESSANDROVI'>Alessandro VI</a>, per poi essere ceduta nel XIV secolo alla famiglia <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=CAETANI'>Caetani</a> e nuovamente, dal XVII secolo, al monastero sublacense, cui si sostituì in seguito la congregazione del Buon Governo. Il toponimo deriva dal latino IANUA, ‘porta’, attraverso la variante IENUA, che ha dato origine anche alla forma toponimica Genna, piuttosto diffusa in alcune regioni d’Italia. La maggior parte del patrimonio monumentale è andata purtroppo distrutta nel corso dei secoli. Sono però tuttora visibili: la cappella di Santa Maria in Arce (o della Madonna della Rocca), impreziosita da affreschi del XII secolo; la parrocchiale di Sant’Andrea Apostolo, a croce latina, in cui si conservano una statua di San Rocco e un crocifisso ligneo; la chiesa della Madonna delle Grazie (XIV-XVII secolo), a due navate, adorna di un venerato affresco su roccia raffigurante la Vergine col Bambino.

Economia

L’economia locale, un tempo monopolizzata dalle tradizionali attività rurali, quali la silvicoltura, la zootecnia e la produzione agricola di frumento, mais e legumi, è ferma a uno stadio embrionale di sviluppo: mancano infatti realtà imprenditoriali di un qualche rilievo nell’ambito dei settori secondario e terziario. La pur consistente affluenza turistica del periodo estivo non ha ancora determinato una svolta nei tradizionali equilibri economici ma ha dato impulso alla creazione di strutture ricettive. Il comune, dotato degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, ospita le scuole dell’obbligo ma non dispone di strutture culturali di rilievo; l’assistenza sanitaria ha come punto di riferimento la farmacia.

L’economia locale, un tempo monopolizzata dalle tradizionali attività rurali, quali la silvicoltura, la zootecnia e la produzione agricola di frumento, mais e legumi, è ferma a uno stadio embrionale di sviluppo: mancano infatti realtà imprenditoriali di un qualche rilievo nell’ambito dei settori secondario e terziario. La pur consistente affluenza turistica del periodo estivo non ha ancora determinato una svolta nei tradizionali equilibri economici ma ha dato impulso alla creazione di strutture ricettive. Il comune, dotato degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, ospita le scuole dell’obbligo ma non dispone di strutture culturali di rilievo; l’assistenza sanitaria ha come punto di riferimento la farmacia.

Relazioni

Immersa in uno splendido scenario montano, rappresenta un’apprezzata località di villeggiatura, da cui è inoltre possibile recarsi a visitare la vicina abbazia di Subiaco. Oltre alla festa di Sant’Antonio Abate (17 gennaio) e al presepe vivente del periodo natalizio, il calendario delle manifestazioni jennesi si ravviva soprattutto nel periodo estivo. Dal 14 al 16 agosto si svolge, infatti, la lunga marcia della transumanza, che parte da Anzio e rievoca le peregrinazioni dei pastori jennesi: la sera del 16, tra canti popolari e balli, viene distribuita ai presenti la tipica “giuncata”, formaggio misto di caciotta e ricotta. Il secondo sabato di settembre si tiene la festa della Madonna della Rocca, con una suggestiva fiaccolata notturna seguita dalla sagra degli “ndremmappi” (pasta di farina integrale) e della “pizza alla padella”; il sabato successivo ha invece luogo il ballo della “pantasema”, pupazzo di carta e legno alto ben sei metri, che al termine della serata viene bruciato nella piazza principale. La festa del Patrono San Rocco si celebra il 16 agosto.

Immersa in uno splendido scenario montano, rappresenta un’apprezzata località di villeggiatura, da cui è inoltre possibile recarsi a visitare la vicina <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ABBAZIADISUBIACO'>abbazia di Subiaco</a>. Oltre alla festa di Sant’Antonio Abate (17 gennaio) e al presepe vivente del periodo natalizio, il calendario delle manifestazioni jennesi si ravviva soprattutto nel periodo estivo. Dal 14 al 16 agosto si svolge, infatti, la lunga marcia della transumanza, che parte da Anzio e rievoca le peregrinazioni dei pastori jennesi: la sera del 16, tra canti popolari e balli, viene distribuita ai presenti la tipica “giuncata”, formaggio misto di caciotta e ricotta. Il secondo sabato di settembre si tiene la festa della Madonna della Rocca, con una suggestiva fiaccolata notturna seguita dalla sagra degli “ndremmappi” (pasta di farina integrale) e della “pizza alla padella”; il sabato successivo ha invece luogo il ballo della “pantasema”, pupazzo di carta e legno alto ben sei metri, che al termine della serata viene bruciato nella piazza principale. La festa del Patrono San Rocco si celebra il 16 agosto.

Località

Morra Affilana-Porcheccese

Morra Affilana-Porcheccese

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Jenne rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.