Descrizione

Comune collinare, di origine preistorica, la sua economia si basa sull’agricoltura e su una discreta attività industriale. Gli ittireddesi, che presentano un indice di vecchiaia nella media, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce in case sparse. Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate, che vanno da un minimo di 232 a un massimo di 625 metri sul livello del mare. L’abitato, interessato da espansione edilizia, si estende dai piedi di un’altura rocciosa verso la pianura. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, sono raffigurati i monti Ruini, Zuighe e Lisiri “al naturale”; dal secondo di essi si erge un castello d’oro, munito di due torri. Il tutto è accompagnato, in punta, da un cerbiatto, fermo su una campagna argentata. Sotto lo scudo, su una lista azzurra, con le estremità bifide e svolazzanti, spicca la leggenda in caratteri maiuscoli d’oro: ITIRI FUSTI ALVOS.

Comune collinare, di origine preistorica, la sua economia si basa sull’agricoltura e su una discreta attività industriale. Gli ittireddesi, che presentano un indice di vecchiaia nella media, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce in case sparse. Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate, che vanno da un minimo di 232 a un massimo di 625 metri sul livello del mare. L’abitato, interessato da espansione edilizia, si estende dai piedi di un’altura rocciosa verso la pianura. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, sono raffigurati i monti Ruini, Zuighe e Lisiri “al naturale”; dal secondo di essi si erge un castello d’oro, munito di due torri. Il tutto è accompagnato, in punta, da un cerbiatto, fermo su una campagna argentata. Sotto lo scudo, su una lista azzurra, con le estremità bifide e svolazzanti, spicca la leggenda in caratteri maiuscoli d’oro: ITIRI FUSTI ALVOS.

Storia

La sua denominazione è ritenuta, formalmente, diminutivo di “Ittiri”; localmente è detta anche “Ittiri fustiaivu”. Abitata sin dall’età preistorica, fu, successivamente, luogo di dominio punico e romano. L’attuale insediamento è, però, di origine medievale, periodo durante il quale venne eletta a feudo del Monte Acuto. Appartenuta per lungo tempo alla diocesi di Sorres, passò sotto il governo di quella Turritana e, più tardi, a quella di Bisarcio e di Ozieri. Venne eletta a comune, acquisendo piena autonomia amministrativa, nell’anno 1861. Tra le vestigia del passato di particolare interesse storico-architettonico sono: i nuraghi Funtana; la necropoli di Partulesi, che comprende una ventina di domus de janas; resti di origine romana, quali una cisterna e il “Pont’ezzu” che attesta una deviazione verso l’interno della strada romana Calaris-Turris; la chiesa cristiano-bizantina di Santa Croce, sita nel centro storico; la chiesa dedicata a San Girolamo; la fonte sacra “Funtana ‘e baule”, esempio del culto dell’acqua professato dagli antichi sardi.

La sua denominazione è ritenuta, formalmente, diminutivo di “Ittiri”; localmente è detta anche “Ittiri fustiaivu”. Abitata sin dall’età preistorica, fu, successivamente, luogo di dominio <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=PUNICO'>punico</a> e romano. L’attuale insediamento è, però, di origine medievale, periodo durante il quale venne eletta a feudo del Monte Acuto. Appartenuta per lungo tempo alla diocesi di Sorres, passò sotto il governo di quella Turritana e, più tardi, a quella di Bisarcio e di Ozieri. Venne eletta a comune, acquisendo piena autonomia amministrativa, nell’anno 1861. Tra le vestigia del passato di particolare interesse storico-architettonico sono: i <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=NURAGHI'>nuraghi</a> Funtana; la necropoli di Partulesi, che comprende una ventina di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=DOMUSDEJANAS'>domus de janas</a>; resti di origine romana, quali una cisterna e il “Pont’ezzu” che attesta una deviazione verso l’interno della strada romana Calaris-Turris; la chiesa cristiano-<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=BIZANTINA'>bizantina</a> di Santa Croce, sita nel centro storico; la chiesa dedicata a San Girolamo; la <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=FONTESACRA'>fonte sacra</a> “Funtana ‘e baule”, esempio del culto dell’acqua professato dagli antichi sardi.

Economia

È sede di Pro Loco e di stazione dei carabinieri. L’agricoltura riveste un ruolo rilevante nell’economia locale e si basa sulla produzione di cereali, ortaggi, foraggi, viti e ulivi; è praticato anche l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. L’attività industriale, seppur limitata ai settori estrattivo e alimentare, è di discrete dimensioni. L’artigianato locale è caratterizzato dal tradizionale intreccio di diverse erbe palustri (giunco fiorito, giunco spinoso, biodo, canna, ecc.), dalla cui lavorazione nascono funi, redini, canestri, graticci, stuoie e cesti. Modesta è anche la presenza del terziario: non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario, e la rete distributiva è appena sufficiente al soddisfacimento delle esigenze primarie della popolazione. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Le strutture scolastiche assicurano la frequenza delle classi elementari e medie; quelle culturali sono rappresentate della biblioteca civica “A. Segni” e dal museo archeologico-etnografico, documento di modi di vita, tradizioni, livelli culturali e organizzazione economica tipici della civiltà agro-pastorale sarda. L’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario è assicurato il solo servizio farmaceutico.

È sede di Pro Loco e di stazione dei carabinieri. L’agricoltura riveste un ruolo rilevante nell’economia locale e si basa sulla produzione di cereali, ortaggi, foraggi, viti e ulivi; è praticato anche l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. L’attività industriale, seppur limitata ai settori estrattivo e alimentare, è di discrete dimensioni. L’artigianato locale è caratterizzato dal tradizionale intreccio di diverse erbe palustri (giunco fiorito, giunco spinoso, biodo, canna, ecc.), dalla cui lavorazione nascono funi, redini, canestri, graticci, stuoie e cesti. Modesta è anche la presenza del terziario: non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario, e la rete distributiva è appena sufficiente al soddisfacimento delle esigenze primarie della popolazione. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Le strutture scolastiche assicurano la frequenza delle classi elementari e medie; quelle culturali sono rappresentate della biblioteca civica “A. Segni” e dal museo archeologico-etnografico, documento di modi di vita, tradizioni, livelli culturali e organizzazione economica tipici della civiltà agro-pastorale sarda. L’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario è assicurato il solo servizio farmaceutico.

Relazioni

Collocata nell’ambito territoriale del monte Acuto, vicino ad attrattive di tipo archeologico e naturalistico quali i nuraghi Funtana e affascinanti monti che le regalano scorci paesaggistici incantevoli e sui quali è possibile effettuare piacevoli e rilassanti escursioni, è meta di un discreto afflusso di visitatori che possono anche degustare i tradizionali prodotti locali: i papassini (dolci tipici della festività di Ognissanti), gli amaretti, le casadinas (formaggelle), le tiriccas e la seadas pasquali, le cattas (frittelle) di Carnevale, il kàbude (dolce dell’Epifania). Tra le tradizionali ricorrenze si segnalano le celebrazioni religiose in onore di: San Giuseppe e San Giacomo, il primo maggio; Maria Vergine, l’8 settembre; Santa Rosalia, il 17 ottobre; Nostra Signora di Intermontes, l’8 dicembre. Il Patrono, San Giacomo, si festeggia il 25 luglio.

Collocata nell’ambito territoriale del monte Acuto, vicino ad attrattive di tipo archeologico e naturalistico quali i <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=NURAGHI'>nuraghi</a> Funtana e affascinanti monti che le regalano scorci paesaggistici incantevoli e sui quali è possibile effettuare piacevoli e rilassanti escursioni, è meta di un discreto afflusso di visitatori che possono anche degustare i tradizionali prodotti locali: i papassini (dolci tipici della festività di Ognissanti), gli amaretti, le casadinas (formaggelle), le tiriccas e la seadas pasquali, le cattas (frittelle) di Carnevale, il kàbude (dolce dell’Epifania). Tra le tradizionali ricorrenze si segnalano le celebrazioni religiose in onore di: San Giuseppe e San Giacomo, il primo maggio; Maria Vergine, l’8 settembre; Santa Rosalia, il 17 ottobre; Nostra Signora di Intermontes, l’8 dicembre. Il Patrono, San Giacomo, si festeggia il 25 luglio.

Località

Fondi europei 2021-2027

Comune di Ittireddu in "phasing-in", appartenente, cioè, a quelle aree che -già comprese nell'Obiettivo 1 nel periodo di programmazione comunitaria 2000-2006- nel nuovo ciclo di programmazione 2007-2013, grazie ai progressi economici compiuti, passano nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione" e sono oggetto di finanziamenti speciali in virtù del loro precedente status di territori Obiettivo 1. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.