Descrizione

Comune di pianura, di antiche origini, la cui economia si basa soprattutto sull'agricoltura anche se non mancano alcune attività industriali di modeste dimensioni. I gudesi, che presentano un indice di vecchiaia inferiore alla media, sono concentrati quasi esclusivamente in un unico abitato, che fa registrare un fenomeno di forte crescita edilizia. Il territorio, pianeggiante, presenta un profilo geometrico estremamente regolare, con variazioni altimetriche irrilevanti. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, riproduce, nella prima e quarta parte, l'emblema visconteo: una biscia coronata e ondeggiante, posta in palo nell'atto di ingoiare un putto. La seconda e terza sezione sono troncate: la luna crescente e la stella d'argento spiccano su fondo azzurro, il destrocherio armato risalta su fondo verde.

Comune di pianura, di antiche origini, la cui economia si basa soprattutto sull'agricoltura anche se non mancano alcune attività industriali di modeste dimensioni. I gudesi, che presentano un indice di vecchiaia inferiore alla media, sono concentrati quasi esclusivamente in un unico abitato, che fa registrare un fenomeno di forte crescita edilizia. Il territorio, pianeggiante, presenta un profilo geometrico estremamente regolare, con variazioni altimetriche irrilevanti. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, riproduce, nella prima e quarta parte, l'emblema visconteo: una biscia coronata e ondeggiante, posta in palo nell'atto di ingoiare un putto. La seconda e terza sezione sono troncate: la luna crescente e la stella d'argento spiccano su fondo azzurro, il destrocherio armato risalta su fondo verde.

Storia

L'origine del nome è strettamente legata alle vicende storiche del comune, sorto in una zona bonificata dai monaci benedettini. Gudi, infatti, parola probabilmente derivata dal germanico Gut, 'possesso', era il nome del territorio in cui l'abate del monastero di Sant'Ambrogio di Milano aveva alcune proprietà, che furono poi cedute al monastero di San Vittore di Meda, in cambio di altri possedimenti situati a Gnignano Tagibergo. Successivamente, nel 1093, Ingenzone, detto Facciatagliata, vendette a Punone il feudo, che allora si chiamava Antibiago. Nel 1098 lo stesso possedimento fu venduto da Bernardo di Besate alla famiglia degli Avogadri; quindi, per eredità, divenne dominio della famiglia Visconti. Questo passaggio di proprietà determinò il mutamento dell'antico toponimo di Antibiago nell'attuale. Morto Bartolomeo Visconti, una parte del feudo fu ereditata dai fratelli Rusca e un'altra fu offerta in beneficenza al capitolo metropolitano di Milano. Poiché Franco Rusca non aveva lasciato eredi, nel 1626 il feudo ritornò alla regia camera, rimanendo in suo possesso fino al 1650, quando fu assegnato al marchese Giulio Lucini, la cui famiglia ne conservò la proprietà fino al 1768. Povera la presenza di monumenti: non vi sono, infatti, costruzioni di particolare rilievo architettonico, fatta eccezione per la chiesa parrocchiale, dedicata ai Santi Quirico e Giulitta. Anticamente esistevano altre due chiese, una dedicata a San Pietro e un'altra dedicata a San Michele e, fino agli anni Sessanta del XIX secolo, vi si conservavano anche i resti del trecentesco castello dei signori di Besate.

L'origine del nome è strettamente legata alle vicende storiche del comune, sorto in una zona bonificata dai monaci benedettini. Gudi, infatti, parola probabilmente derivata dal germanico Gut, 'possesso', era il nome del territorio in cui l'abate del monastero di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=SANTAMBROGIO'>Sant'Ambrogio</a> di Milano aveva alcune proprietà, che furono poi cedute al monastero di San Vittore di Meda, in cambio di altri possedimenti situati a Gnignano Tagibergo. Successivamente, nel 1093, Ingenzone, detto Facciatagliata, vendette a Punone il feudo, che allora si chiamava Antibiago. Nel 1098 lo stesso possedimento fu venduto da Bernardo di Besate alla famiglia degli Avogadri; quindi, per eredità, divenne dominio della famiglia <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=VISCONTI'>Visconti</a>. Questo passaggio di proprietà determinò il mutamento dell'antico toponimo di Antibiago nell'attuale. Morto Bartolomeo <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=VISCONTI'>Visconti</a>, una parte del feudo fu ereditata dai fratelli Rusca e un'altra fu offerta in beneficenza al capitolo metropolitano di Milano. Poiché Franco Rusca non aveva lasciato eredi, nel 1626 il feudo ritornò alla regia camera, rimanendo in suo possesso fino al 1650, quando fu assegnato al marchese Giulio Lucini, la cui famiglia ne conservò la proprietà fino al 1768. Povera la presenza di monumenti: non vi sono, infatti, costruzioni di particolare rilievo architettonico, fatta eccezione per la chiesa parrocchiale, dedicata ai Santi Quirico e Giulitta. Anticamente esistevano altre due chiese, una dedicata a San Pietro e un'altra dedicata a San Michele e, fino agli anni Sessanta del XIX secolo, vi si conservavano anche i resti del trecentesco castello dei signori di Besate.

Economia

Se si escludono gli uffici deputati al funzionamento dei consueti servizi municipali e postali, non ve ne sono altri di rilievo e, per l'assenza sul posto di una stazione dei carabinieri, le funzioni di autorità di pubblica sicurezza sono, all'occorrenza, svolte dal sindaco. La principale fonte di reddito per la popolazione continua ad essere costituita dalle tradizionali attività agricole, praticate con successo grazie alle favorevoli caratteristiche del terreno e basate essenzialmente sulla coltivazione di cereali e foraggi; è praticato anche l'allevamento di suini e bovini. L'industria è rappresentata da modeste aziende operanti nei comparti edile e meccanico e alquanto limitata è pure la presenza del terziario, che si compone di una piccola rete distributiva (appena sufficiente al soddisfacimento dei bisogni essenziali della comunità) e dei servizi amministrativi e scolastici. Non dispone di strutture sociali di rilievo e nelle scuole del posto si impartisce la sola istruzione primaria; vi è, tuttavia, una biblioteca per l'arricchimento culturale. Le strutture ricettive, pur comprendendo qualche esercizio di ristorazione, non offrono possibilità di soggiorno e l'assenza di una farmacia rende necessario rivolgersi altrove anche per i servizi sanitari di base.

Se si escludono gli uffici deputati al funzionamento dei consueti servizi municipali e postali, non ve ne sono altri di rilievo e, per l'assenza sul posto di una stazione dei carabinieri, le funzioni di autorità di pubblica sicurezza sono, all'occorrenza, svolte dal sindaco. La principale fonte di reddito per la popolazione continua ad essere costituita dalle tradizionali attività agricole, praticate con successo grazie alle favorevoli caratteristiche del terreno e basate essenzialmente sulla coltivazione di cereali e foraggi; è praticato anche l'allevamento di suini e bovini. L'industria è rappresentata da modeste aziende operanti nei comparti edile e meccanico e alquanto limitata è pure la presenza del terziario, che si compone di una piccola rete distributiva (appena sufficiente al soddisfacimento dei bisogni essenziali della comunità) e dei servizi amministrativi e scolastici. Non dispone di strutture sociali di rilievo e nelle scuole del posto si impartisce la sola istruzione primaria; vi è, tuttavia, una biblioteca per l'arricchimento culturale. Le strutture ricettive, pur comprendendo qualche esercizio di ristorazione, non offrono possibilità di soggiorno e l'assenza di una farmacia rende necessario rivolgersi altrove anche per i servizi sanitari di base.

Relazioni

Priva di attrattive significative in grado di farne una meta turistica almeno in ambito provinciale, è poco frequentata anche per motivi di lavoro, dal momento che né l'agricoltura né l'industria né tanto meno il terziario hanno raggiunto livelli tali da consentire un buon assorbimento di manodopera. Alquanto intensi sono i suoi rapporti con i comuni vicini, ai quali la popolazione fa riferimento per l'istruzione secondaria di secondo grado, il commercio, il lavoro e l'espletamento di pratiche burocratiche, facilitata in ciò da un agevole sistema di collegamenti viari e ferroviari. La festa del Patrono, San Costantino, si festeggia la quarta domenica di agosto con una processione, la banda e una gara all'albero della cuccagna. Le reliquie del Santo furono donate alla comunità da Carlo Passerini nel XVII secolo.

Priva di attrattive significative in grado di farne una meta turistica almeno in ambito provinciale, è poco frequentata anche per motivi di lavoro, dal momento che né l'agricoltura né l'industria né tanto meno il terziario hanno raggiunto livelli tali da consentire un buon assorbimento di manodopera. Alquanto intensi sono i suoi rapporti con i comuni vicini, ai quali la popolazione fa riferimento per l'istruzione secondaria di secondo grado, il commercio, il lavoro e l'espletamento di pratiche burocratiche, facilitata in ciò da un agevole sistema di collegamenti viari e ferroviari. La festa del Patrono, San Costantino, si festeggia la quarta domenica di agosto con una processione, la banda e una gara all'albero della cuccagna. Le reliquie del Santo furono donate alla comunità da Carlo Passerini nel XVII secolo.

Località

Lucina

Lucina

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Gudo Visconti rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.