Descrizione

Cittadina collinare di origine medievale, la cui economia poggia essenzialmente sulle attività del terziario. La maggioranza dei grottaferratesi, con un indice di vecchiaia nella media, vive concentrata nel capoluogo comunale. L’abitato, che sorge su un pianoro in declivio, è costituito da un nucleo antico di aspetto sei-settecentesco, raccolto intorno all’abbazia di San Nilo, e da quartieri moderni con pianta regolare. Il territorio comunale, che possiede un’isola amministrativa tra i comuni di Marino, Castel Gandolfo e Rocca di Papa, si arrampica in parte sulle pendici dei Colli Albani, che, ammantati di sughere, querce e lecci governati a ceduo, si aprono nei pressi dell’abitato nella verde valle Violata, frequentata dagli armenti al pascolo; a nord-ovest si estende invece una porzione dell’agro romano, che presenta un alto grado di cementificazione, con pesanti conseguenze per il paesaggio, un tempo eminentemente rurale. Lo stemma comunale ufficiale è in attesa del decreto di approvazione e concessione da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Lo stemma usato dal comune è quello riprodotto in alto: in esso è rappresentata un’inferriata a barre verticali e orizzontali, chiuse da un ovale.

Cittadina collinare di origine medievale, la cui economia poggia essenzialmente sulle attività del terziario. La maggioranza dei grottaferratesi, con un indice di vecchiaia nella media, vive concentrata nel capoluogo comunale. L’abitato, che sorge su un pianoro in declivio, è costituito da un nucleo antico di aspetto sei-settecentesco, raccolto intorno all’abbazia di San Nilo, e da quartieri moderni con pianta regolare. Il territorio comunale, che possiede un’isola amministrativa tra i comuni di Marino, Castel Gandolfo e Rocca di Papa, si arrampica in parte sulle pendici dei Colli Albani, che, ammantati di sughere, querce e lecci governati a ceduo, si aprono nei pressi dell’abitato nella verde valle Violata, frequentata dagli armenti al pascolo; a nord-ovest si estende invece una porzione dell’agro romano, che presenta un alto grado di cementificazione, con pesanti conseguenze per il paesaggio, un tempo eminentemente rurale. Lo stemma comunale ufficiale è in attesa del decreto di approvazione e concessione da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Lo stemma usato dal comune è quello riprodotto in alto: in esso è rappresentata un’inferriata a barre verticali e orizzontali, chiuse da un ovale.

Storia

Si formò intorno a un’abbazia fondata nel 1004 da San Bartolomeo e da San Nilo di Rossano, abate greco basiliano, entrambi fuggiti dalla Calabria invasa dai saraceni. Il monastero, cresciuto d’importanza nel corso dei secoli, fu affidato nel Quattrocento da papa Pio II al cardinale greco Bessarione. Fortificato in seguito dal cardinale Giuliano della Rovere (il futuro papa Giulio II), come baluardo difensivo contro i Borgia, fu al centro di aspre lotte tra le famiglie baronali della zona, passando dai Colonna ai Farnese e ai Barberini. Nel 1869 papa Pio IX ridiede l’autonomia ai monaci di rito greco che tuttora occupano l’abbazia. Il toponimo sembrerebbe far riferimento a una grotta protetta da inferriata, primo nucleo della residenza monacale, oppure a una ferriera inserita nel patrimonio del monastero. Il quattrocentesco complesso fortificato dell’abbazia di San Nilo, progettato dall’architetto Baccio Pontelli e circondato da un fossato, racchiude uno spettacolare portico rinascimentale ideato da Antonio da Sangallo. Di grande interesse è anche la basilica di Santa Maria, consacrata nel 1024, pregevole esempio d’arte bizantina: conserva all’esterno un elegante campanile romanico e un portale del XII secolo mentre all’interno è decorata da preziosi mosaici duecenteschi e da una splendida icona bizantina della Vergine, posta sull’altare maggiore; racchiude inoltre la cappella di San Nilo, affrescata dal Domenichino nel 1610. Nei pressi dell’abitato sono visibili alcune catacombe risalenti al IV secolo d.C.

Si formò intorno a un’abbazia fondata nel 1004 da San Bartolomeo e da San Nilo di Rossano, abate greco basiliano, entrambi fuggiti dalla Calabria invasa dai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=SARACENI'>saraceni</a>. Il monastero, cresciuto d’importanza nel corso dei secoli, fu affidato nel Quattrocento da papa Pio II al cardinale greco Bessarione. Fortificato in seguito dal cardinale <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=GIULIANODELLAROVERE'>Giuliano della Rovere</a> (il futuro papa <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=GIULIOII'>Giulio II</a>), come baluardo difensivo contro i <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=BORGIA'>Borgia</a>, fu al centro di aspre lotte tra le famiglie baronali della zona, passando dai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=COLONNA'>Colonna</a> ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=FARNESE'>Farnese</a> e ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=BARBERINI'>Barberini</a>. Nel 1869 papa Pio IX ridiede l’autonomia ai monaci di rito greco che tuttora occupano l’abbazia. Il toponimo sembrerebbe far riferimento a una grotta protetta da inferriata, primo nucleo della residenza monacale, oppure a una ferriera inserita nel patrimonio del monastero. Il quattrocentesco complesso fortificato dell’abbazia di San Nilo, progettato dall’architetto Baccio Pontelli e circondato da un fossato, racchiude uno spettacolare portico rinascimentale ideato da Antonio da Sangallo. Di grande interesse è anche la basilica di Santa Maria, consacrata nel 1024, pregevole esempio d’arte <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=BIZANTINA'>bizantina</a>: conserva all’esterno un elegante campanile romanico e un portale del XII secolo mentre all’interno è decorata da preziosi mosaici duecenteschi e da una splendida icona <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=BIZANTINA'>bizantina</a> della Vergine, posta sull’altare maggiore; racchiude inoltre la cappella di San Nilo, affrescata dal Domenichino nel 1610. Nei pressi dell’abitato sono visibili alcune catacombe risalenti al IV secolo d.C.

Economia

Il terziario ha assunto da tempo un ruolo di primo piano nella formazione del reddito, provocando la forte contrazione delle tradizionali attività rurali (viticoltura, pesca e allevamento di bestiame); il modesto livello di sviluppo raggiunto dal settore secondario, limitato ad alcune imprese attive nei comparti dei prodotti alimentari, delle confezioni e del legno, costringe al pendolarismo la maggior parte della forza-lavoro impiegata nell’industria. Sede degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, il comune annovera ottime strutture scolastiche (le scuole dell’obbligo e quasi tutti gli istituti d’istruzione secondaria di secondo grado) e culturali (tre biblioteche e un museo, che conserva reperti archeologici e opere d’arte di varie epoche); buono è anche il livello del servizio socio-sanitario, comprendente associazioni di volontariato attive nel tessuto sociale, alcune case di riposo, una casa di cura accreditata, poliambulatori, un consultorio e un centro di riabilitazione; l’apparato ricettivo, che offre possibilità di ristorazione e di soggiorno, ha raggiunto dimensioni considerevoli.

Il terziario ha assunto da tempo un ruolo di primo piano nella formazione del reddito, provocando la forte contrazione delle tradizionali attività rurali (viticoltura, pesca e allevamento di bestiame); il modesto livello di sviluppo raggiunto dal settore secondario, limitato ad alcune imprese attive nei comparti dei prodotti alimentari, delle confezioni e del legno, costringe al pendolarismo la maggior parte della forza-lavoro impiegata nell’industria. Sede degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, il comune annovera ottime strutture scolastiche (le scuole dell’obbligo e quasi tutti gli istituti d’istruzione secondaria di secondo grado) e culturali (tre biblioteche e un museo, che conserva reperti archeologici e opere d’arte di varie epoche); buono è anche il livello del servizio socio-sanitario, comprendente associazioni di volontariato attive nel tessuto sociale, alcune case di riposo, una casa di cura accreditata, poliambulatori, un consultorio e un centro di riabilitazione; l’apparato ricettivo, che offre possibilità di ristorazione e di soggiorno, ha raggiunto dimensioni considerevoli.

Relazioni

L’appartenenza al circuito turistico dei Castelli Romani, la preziosità del patrimonio artistico e la fama delle sue molteplici botteghe antiquarie la rendono un’ambita meta di villeggiatura, che mantiene vivi i costumi e le tradizioni locali attraverso alcune interessanti manifestazioni: spiccano tra queste la tradizionale fiera dell’Annunciazione (ultima decade di marzo), con una lunga teoria di bancarelle addossate all’antica cinta muraria, e la processione del Venerdì Santo, organizzata dai monaci secondo il rito greco-ortodosso, con la statua del Cristo morto che sfila alla luce di fiaccole e candele e al canto di antiche melodie. La festa del Patrono San Nilo si celebra il 26 settembre.

L’appartenenza al circuito turistico dei Castelli Romani, la preziosità del patrimonio artistico e la fama delle sue molteplici botteghe antiquarie la rendono un’ambita meta di villeggiatura, che mantiene vivi i costumi e le tradizioni locali attraverso alcune interessanti manifestazioni: spiccano tra queste la tradizionale fiera dell’Annunciazione (ultima decade di marzo), con una lunga teoria di bancarelle addossate all’antica cinta muraria, e la processione del Venerdì Santo, organizzata dai monaci secondo il rito greco-ortodosso, con la statua del Cristo morto che sfila alla luce di fiaccole e candele e al canto di antiche melodie. La festa del Patrono San Nilo si celebra il 26 settembre.

Località

Belvedere, Castellaccio, Pozzo Carpino, Sant'Anna

Belvedere, Castellaccio, Pozzo Carpino, Sant'Anna

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Grottaferrata rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.