Descrizione

Comune di montagna, classificato “comune sparso” con sede in località Clodig, di origine antica, la cui economia si basa essenzialmente sull’agricoltura. I garmicani, che presentano un indice di vecchiaia straordinariamente alto, si distribuiscono tra l’omonima località (divisa in due nuclei, inferiore e superiore), Liessa, Lombai, Plataz, Topolò, Brida di Sopra, Brida di Sotto, Costne, Rucchin, Seuza e Sverinaz e alcune case sparse. Attraversato dal fiume Cosizza, il territorio, comprendente anche l’isola amministrativa di Scale, ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate: si raggiungono i 987 metri di quota. L’abitato non fa registrare segni di espansione edilizia, conservando un aspetto rurale; il suo andamento plano-altimetrico è vario. Sullo sfondo argenteo dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, si rappresenta una banda ondata d’azzurro davanti alla quale è posto un monte verde all’italiana, accompagnato, in un cantone del capo dello scudo, da un grappolo d’uva nera.

Comune di montagna, classificato “comune sparso” con sede in località Clodig, di origine antica, la cui economia si basa essenzialmente sull’agricoltura. I garmicani, che presentano un indice di vecchiaia straordinariamente alto, si distribuiscono tra l’omonima località (divisa in due nuclei, inferiore e superiore), Liessa, Lombai, Plataz, Topolò, Brida di Sopra, Brida di Sotto, Costne, Rucchin, Seuza e Sverinaz e alcune case sparse. Attraversato dal fiume Cosizza, il territorio, comprendente anche l’isola amministrativa di Scale, ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate: si raggiungono i 987 metri di quota. L’abitato non fa registrare segni di espansione edilizia, conservando un aspetto rurale; il suo andamento plano-altimetrico è vario. Sullo sfondo argenteo dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, si rappresenta una banda ondata d’azzurro davanti alla quale è posto un monte verde all’italiana, accompagnato, in un cantone del capo dello scudo, da un grappolo d’uva nera.

Storia

Dotata di una certa rilevanza in epoca romana, in quanto attraversata da due strade consolari, l’Appia nuova e l’Appia vecchia, ha un toponimo di origini incerte: attestato dalla seconda metà del XIV secolo, potrebbe derivare dal nome latino di persona CRIMIUS, CREMIUS o GRIMIUS, con l’aggiunta del suffisso –ACUS, o dallo sloveno “grm”, ‘cespuglio’, col suffisso –ak, con probabile riferimento alla rigogliosa vegetazione presente sul territorio. Possedimento patriarcale, fino al Duecento seguì le vicende del vicino feudo di Cividale del Friuli, ed entrò a far parte, nella prima metà del XV secolo, dei domini veneziani. Col declino della Serenissima, sancito dalla pace di Campoformio, del 1797, passò sotto la giurisdizione del Consiglio o Banca di Merso, un organismo autonomo e democratico, in cui erano rappresentate le comunità delle valli circostanti, che teneva le sue riunioni all’aperto, nei pressi della chiesa di Sant’Antonio di Merso di Sopra (località di San Leonardo). Tornata all’Austria dopo la parentesi napoleonica, si distinse per la partecipazione ai moti risorgimentali del 1848, quando i suoi abitanti, con armi occasionali, rallentarono presso il monte San Martino l’avanzata delle truppe austriache dirette a Udine, per sedare una rivolta. La storia successiva non si discosta da quella del resto della provincia. Povera è la presenza di monumenti; non vi sono infatti edifici di particolare rilievo architettonico, fatta eccezione per la cinquecentesca chiesa di San Martino, sull’omonimo monte.

Dotata di una certa rilevanza in epoca romana, in quanto attraversata da due strade consolari, l’Appia nuova e l’Appia vecchia, ha un toponimo di origini incerte: attestato dalla seconda metà del XIV secolo, potrebbe derivare dal nome latino di persona CRIMIUS, CREMIUS o GRIMIUS, con l’aggiunta del suffisso –ACUS, o dallo sloveno “grm”, ‘cespuglio’, col suffisso –ak, con probabile riferimento alla rigogliosa vegetazione presente sul territorio. Possedimento patriarcale, fino al Duecento seguì le vicende del vicino feudo di Cividale del Friuli, ed entrò a far parte, nella prima metà del XV secolo, dei domini veneziani. Col declino della Serenissima, sancito dalla <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=FVG&parola=PACEDICAMPOFORMIO'>pace di Campoformio</a>, del 1797, passò sotto la giurisdizione del Consiglio o Banca di Merso, un organismo autonomo e democratico, in cui erano rappresentate le comunità delle valli circostanti, che teneva le sue riunioni all’aperto, nei pressi della chiesa di Sant’Antonio di Merso di Sopra (località di San Leonardo). Tornata all’Austria dopo la parentesi napoleonica, si distinse per la partecipazione ai moti risorgimentali del 1848, quando i suoi abitanti, con armi occasionali, rallentarono presso il monte San Martino l’avanzata delle truppe austriache dirette a Udine, per sedare una rivolta. La storia successiva non si discosta da quella del resto della provincia. Povera è la presenza di monumenti; non vi sono infatti edifici di particolare rilievo architettonico, fatta eccezione per la cinquecentesca chiesa di San Martino, sull’omonimo monte.

Economia

Oltre gli uffici municipali e postali vi si trova una stazione dei carabinieri. Il quadro economico non risulta molto fiorente: esso risente dell’impronta tipicamente rurale della zona, con un’agricoltura basata essenzialmente sulla coltivazione di foraggi e integrata dall’allevamento di bovini, caprini e avicoli. Le attività industriali, limitate a qualche piccola impresa edile, sono pressoché insignificanti. Alquanto modesta è anche la presenza del terziario: la rete distributiva è appena sufficiente al soddisfacimento delle esigenze primarie della popolazione locale. Nelle scuole del posto si impartisce soltanto l’istruzione materna ed elementare; si può usufruire di una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono la sola possibilità di ristorazione; quelle sanitarie assicurano il servizio farmaceutico; per le altre prestazioni è necessario rivolgersi altrove.

Oltre gli uffici municipali e postali vi si trova una stazione dei carabinieri. Il quadro economico non risulta molto fiorente: esso risente dell’impronta tipicamente rurale della zona, con un’agricoltura basata essenzialmente sulla coltivazione di foraggi e integrata dall’allevamento di bovini, caprini e avicoli. Le attività industriali, limitate a qualche piccola impresa edile, sono pressoché insignificanti. Alquanto modesta è anche la presenza del terziario: la rete distributiva è appena sufficiente al soddisfacimento delle esigenze primarie della popolazione locale. Nelle scuole del posto si impartisce soltanto l’istruzione materna ed elementare; si può usufruire di una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono la sola possibilità di ristorazione; quelle sanitarie assicurano il servizio farmaceutico; per le altre prestazioni è necessario rivolgersi altrove.

Relazioni

L’aria salubre, le bellezze dell’ambiente naturale, in gran parte ancora incontaminato, e la tranquillità dei luoghi costituiscono valide risorse per la valorizzazione in senso turistico della zona. I rapporti con il circondario non sono rilevanti; gli abitanti vi si rivolgono anche per motivi di studio e per usufruire dei servizi non disponibili sul posto. Non si registrano particolari manifestazioni culturali o ricreative, che potrebbero richiamare visitatori dai dintorni. Degna di nota è la festa del Patrono, San Valentino, che si celebra il 14 febbraio.

L’aria salubre, le bellezze dell’ambiente naturale, in gran parte ancora incontaminato, e la tranquillità dei luoghi costituiscono valide risorse per la valorizzazione in senso turistico della zona. I rapporti con il circondario non sono rilevanti; gli abitanti vi si rivolgono anche per motivi di studio e per usufruire dei servizi non disponibili sul posto. Non si registrano particolari manifestazioni culturali o ricreative, che potrebbero richiamare visitatori dai dintorni. Degna di nota è la festa del Patrono, San Valentino, che si celebra il 14 febbraio.

Località

Brida di Sopra, Brida di Sotto, Canalaz, Clodig, Costne, Grimacco Inferiore, Grimacco Superiore, Liessa, Lombai, Plataz, Podlach, Rucchin, Scale, Seuza, Sverinaz, Topolò, Ville di Mezzo

Brida di Sopra, Brida di Sotto, Canalaz, Clodig, Costne, Grimacco Inferiore, Grimacco Superiore, Liessa, Lombai, Plataz, Podlach, Rucchin, Scale, Seuza, Sverinaz, Topolò, Ville di Mezzo

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Grimacco rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.