Descrizione

Cittadina di antiche origini adagiata su una dorsale collinare, sostenuta prevalentemente dai proventi delle attività rurali e, in misura minore, dall'industria e dal commercio. Una piccola parte della comunità dei gragnanesi, che presenta un indice di vecchiaia inferiore alla media, risiede nelle località di Castello e San Nicola dei Miri; la maggioranza risulta invece concentrata nel capoluogo comunale, che si stende con pianta allungata lungo gli assi stradali -in fase di forte espansione edilizia, appartiene con Casola di Napoli, Castellammare di Stabia, Santa Maria La Carità e Sant'Antonio Abate alla grande conurbazione del golfo di Napoli e dell'immediato entroterra vesuviano-. Il territorio comunale, classificato collinare e confinante con un'isola amministrativa del comune di Agerola, è particolarmente fertile perché costituito da un consistente strato di lapilli di origine vulcanica; dai seminativi predominanti nelle zone meno acclivi si passa ai filari di vite e di olivo disposti sulle colline e, con il crescere dell'altitudine, ai boschi e ai pascoli di montagna. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, è "partito": nella metà superiore è raffigurato un castello accostato a un cipresso; nella metà inferiore un braccio destro che impugna cinque spighe di grano.  

Cittadina di antiche origini adagiata su una dorsale collinare, sostenuta prevalentemente dai proventi delle attività rurali e, in misura minore, dall'industria e dal commercio. Una piccola parte della comunità dei gragnanesi, che presenta un indice di vecchiaia inferiore alla media, risiede nelle località di Castello e San Nicola dei Miri; la maggioranza risulta invece concentrata nel capoluogo comunale, che si stende con pianta allungata lungo gli assi stradali -in fase di forte espansione edilizia, appartiene con Casola di Napoli, Castellammare di Stabia, Santa Maria La Carità e Sant'Antonio Abate alla grande conurbazione del golfo di Napoli e dell'immediato entroterra vesuviano-. Il territorio comunale, classificato collinare e confinante con un'isola amministrativa del comune di Agerola, è particolarmente fertile perché costituito da un consistente strato di lapilli di origine vulcanica; dai seminativi predominanti nelle zone meno acclivi si passa ai filari di vite e di olivo disposti sulle colline e, con il crescere dell'altitudine, ai boschi e ai pascoli di montagna. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, è "partito": nella metà superiore è raffigurato un castello accostato a un cipresso; nella metà inferiore un braccio destro che impugna cinque spighe di grano.  

Storia

Il toponimo, attestato nel Catalogus Baronum (1150-1168), è una formazione prediale dal personale latino Granius con l'aggiunta del suffisso -anus. Il primo popolamento del territorio comunale si ebbe nell'89 a.C., quando la vicina STABIA venne distrutta dalle truppe di Lucio Silla e i suoi abitanti si rifugiarono sulle colline gragnanesi; l'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. spinse un altro gruppo di stabiesi in queste zone. A partire dal X secolo il borgo cominciò a modificarsi politicamente ed economicamente e, fino al 1137, fu legato ad Amalfi. Nel 1647 partecipò alla rivolta di Masaniello, che provocò violente rappresaglie da parte degli spagnoli; durante l'occupazione francese del 1799 restò fedele al governo borbonico, ma presto sorsero sette segrete repubblicane sottoposte dal re ai numerosi processi del 1848. Il grave terremoto del 1805 non ha offuscato la bellezza del patrimonio architettonico, che comprende, tra l'altro, una necropoli in località Madonna delle Grazie, purtroppo non visitabile, la duecentesca chiesa dell'Antico Casale, in località Castello, e nel centro storico quella del Corpus Domini, risalente al XVI secolo, con un portale ligneo su cui campeggia l'antico stemma comunale. Di età basso-medievale sono l'ex monastero degli agostiniani scalzi, fondato, sembra, nel 1250 dalla famiglia Mariconda e attualmente sede del carcere mandamentale, e lo splendido chiostro di San Michele Arcangelo, già esistente nel 1306.  

Il toponimo, attestato nel Catalogus Baronum (1150-1168), è una formazione prediale dal personale latino Granius con l'aggiunta del suffisso -anus. Il primo popolamento del territorio comunale si ebbe nell'89 a.C., quando la vicina STABIA venne distrutta dalle truppe di Lucio Silla e i suoi abitanti si rifugiarono sulle colline gragnanesi; l'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. spinse un altro gruppo di stabiesi in queste zone. A partire dal X secolo il borgo cominciò a modificarsi politicamente ed economicamente e, fino al 1137, fu legato ad Amalfi. Nel 1647 partecipò alla rivolta di Masaniello, che provocò violente rappresaglie da parte degli spagnoli; durante l'occupazione francese del 1799 restò fedele al governo borbonico, ma presto sorsero sette segrete repubblicane sottoposte dal re ai numerosi processi del 1848. Il grave terremoto del 1805 non ha offuscato la bellezza del patrimonio architettonico, che comprende, tra l'altro, una necropoli in località Madonna delle Grazie, purtroppo non visitabile, la duecentesca chiesa dell'Antico Casale, in località Castello, e nel centro storico quella del Corpus Domini, risalente al XVI secolo, con un portale ligneo su cui campeggia l'antico stemma comunale. Di età basso-medievale sono l'ex monastero degli agostiniani scalzi, fondato, sembra, nel 1250 dalla famiglia Mariconda e attualmente sede del carcere mandamentale, e lo splendido chiostro di San Michele Arcangelo, già esistente nel 1306.  

Economia

Fedele alle tradizioni e nello stesso tempo curiosa delle novità, la comunità ha fatto dell'agricoltura, che produce cereali, ortaggi, agrumi, mele, pesche, uva e olive, il pilastro della propria economia; l'industria, sviluppata soprattutto nel settore alimentare, con una notevole produzione di pasta, e delle confezioni, trae discreti proventi anche da altri comparti legati alle attività rurali, quali la conservazione dei prodotti agricoli e la produzione di formaggi -si segnalano anche alcune imprese metallurgiche, elettroniche ed edili-. Attiva e vivace, la comunità ha dato vita ad associazioni culturali e ricreative, ad un'emittente radiofonica privata, ad un circolo culturale, una ludoteca e un museo della pasta, allestito nel mese di settembre e con cadenza biennale presso il chiostro di San Michele Arcangelo, che custodisce i macchinari indispensabili alla lavorazione dei maccheroni. Nel comune hanno sede le scuole per l'istruzione obbligatoria, un liceo scientifico, un istituto professionale per odontotecnici e uno tecnico commerciale; le strutture sanitarie comprendono la sede del distretto sanitario, un poliambulatorio, centri di salute mentale e di riabilitazione, un consultorio familiare, un Sert e un presidio di guardia medica.  

Fedele alle tradizioni e nello stesso tempo curiosa delle novità, la comunità ha fatto dell'agricoltura, che produce cereali, ortaggi, agrumi, mele, pesche, uva e olive, il pilastro della propria economia; l'industria, sviluppata soprattutto nel settore alimentare, con una notevole produzione di pasta, e delle confezioni, trae discreti proventi anche da altri comparti legati alle attività rurali, quali la conservazione dei prodotti agricoli e la produzione di formaggi -si segnalano anche alcune imprese metallurgiche, elettroniche ed edili-. Attiva e vivace, la comunità ha dato vita ad associazioni culturali e ricreative, ad un'emittente radiofonica privata, ad un circolo culturale, una ludoteca e un museo della pasta, allestito nel mese di settembre e con cadenza biennale presso il chiostro di San Michele Arcangelo, che custodisce i macchinari indispensabili alla lavorazione dei maccheroni. Nel comune hanno sede le scuole per l'istruzione obbligatoria, un liceo scientifico, un istituto professionale per odontotecnici e uno tecnico commerciale; le strutture sanitarie comprendono la sede del distretto sanitario, un poliambulatorio, centri di salute mentale e di riabilitazione, un consultorio familiare, un Sert e un presidio di guardia medica.  

Relazioni

La ricchezza di attrattive naturali, come il bosco in località Megano e la valle dei Mulini, costeggiata da mulini del XVIII secolo e perforata da grotte rimaste allo stato naturale, è motivo di notevole afflusso turistico. Nel calendario delle festività religiose e degli eventi speciali spiccano la festa dei maccheroni (settembre), molto sentita per i suoi legami con la tradizione locale, la fiera della Madonna delle Grazie (21 novembre), grande mercato di animali e piante da frutto, e la festa religiosa del Carmine (fine luglio), finanziata dalle rimesse dei gragnanesi emigrati negli Stati Uniti e culminante con una spettacolare gara di fuochi d'artificio. Il Patrono San Sebastiano si festeggia il 20 gennaio.

La ricchezza di attrattive naturali, come il bosco in località Megano e la valle dei Mulini, costeggiata da mulini del XVIII secolo e perforata da grotte rimaste allo stato naturale, è motivo di notevole afflusso turistico. Nel calendario delle festività religiose e degli eventi speciali spiccano la festa dei maccheroni (settembre), molto sentita per i suoi legami con la tradizione locale, la fiera della Madonna delle Grazie (21 novembre), grande mercato di animali e piante da frutto, e la festa religiosa del Carmine (fine luglio), finanziata dalle rimesse dei gragnanesi emigrati negli Stati Uniti e culminante con una spettacolare gara di fuochi d'artificio. Il Patrono San Sebastiano si festeggia il 20 gennaio.

Località

Aurano, Castello, San Nicola dei Miri

Aurano, Castello, San Nicola dei Miri

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Gragnano rientra nell’Obiettivo "Convergenza" (che succede al precedente Obiettivo 1 della programmazione 2000-06). A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta ad accelerare il processo di convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. I settori prioritari d'intervento sono i seguenti: qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società basata sulla conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela dell'ambiente, efficienza amministrativa. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.