Descrizione

“Comune sparso” con sede in Roncanova. Di origine preistorica, basa la propria economia sulle attività agricole e industriali. I gazzesi, che presentano un indice di vecchiaia di poco superiore alla media, sono distribuiti tra il capoluogo comunale e le località Albaria-Villimpenta –contigua al centro Villimpenta (MN) del comune omonimo–, Brancon e Caselle –contigui al centro Nogara del comune omonimo–, Maccacari, Pradelle e San Pietro in Valle; il resto della popolazione si distribuisce in nuclei urbani minori. Il territorio, classificato di pianura, disegna un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche quasi irrilevanti: infatti, vanno da una quota minima di 13 metri ad una massima di 19 metri sul livello del mare. Di questa caratteristica orografica risente l’abitato che, interessato da espansione edilizia, ha l’andamento plano-altimetrico di pianura. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, raffigura, in campo azzurro, un uomo seduto, nell’atto di impugnare, con una mano, una fiocina e di sostenere, con l’altro braccio, un orcio dal quale sgorga un’onda perenne; la figura è accostata da un canneto verde.

“Comune sparso” con sede in Roncanova. Di origine preistorica, basa la propria economia sulle attività agricole e industriali. I gazzesi, che presentano un indice di vecchiaia di poco superiore alla media, sono distribuiti tra il capoluogo comunale e le località Albaria-Villimpenta –contigua al centro Villimpenta (MN) del comune omonimo–, Brancon e Caselle –contigui al centro Nogara del comune omonimo–, Maccacari, Pradelle e San Pietro in Valle; il resto della popolazione si distribuisce in nuclei urbani minori. Il territorio, classificato di pianura, disegna un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche quasi irrilevanti: infatti, vanno da una quota minima di 13 metri ad una massima di 19 metri sul livello del mare. Di questa caratteristica orografica risente l’abitato che, interessato da espansione edilizia, ha l’andamento plano-altimetrico di pianura. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, raffigura, in campo azzurro, un uomo seduto, nell’atto di impugnare, con una mano, una fiocina e di sostenere, con l’altro braccio, un orcio dal quale sgorga un’onda perenne; la figura è accostata da un canneto verde.

Storia

Comune di origine preistorica i cui primi abitanti furono i neolitici del VI secolo a.C.. Il toponimo è di origine medioevale e deriva dalla presenza di ampi boschi sul territorio. I vari ritrovamenti testimoniano l’epoca del bronzo, del ferro e il periodo romano. Nell’alto medioevo si ebbe lo sviluppo grazie al lavoro di disboschimento del territorio da parte dei monaci benedettini che ricevettero alcuni privilegi e la giurisdizione da parte dei re longobardi Liutprando e Ildeprando, nonchè da Ludovico nel IX secolo. Il castello, dapprima, fu oggetto di contesa tra mantovani e veronesi e, durante il XIII, il suo dominio passò agli Scaligeri insieme ai possedimenti del monastero di Santa Maria in Organo. Successivamente la famiglia Giusti ne ebbe la proprietà che comprendeva, oltre alla giurisdizione, un mulino sul fiume tartaro e i diritti di pesca. Nel XVI secolo i Conti Giusti diedero inizio alla coltura del riso su oltre seicento campi, finchè, per un accordo tra Venezia e Maria Teresa d’Austria, nel XVIII secolo, il numero dei campi coltivati fu diminuito. Sul territorio anche i monaci di Roccanova e i nobili Monatanari si dedicarono alla coltivazione del riso. Il suo patrimonio storico architettonico è dato: dalla chiesa parrocchiale di Santa Maria Maggiore, di epoca romanica; dal complesso di S. Pietro in Monastero e dall’antico edificio Cesòn, entrambi situati in località S. Pietro in Valle; dal palazzo Cappello in località Capitello e da Villa Lando situata a Levà di Sopra.

Comune di origine preistorica i cui primi abitanti furono i neolitici del VI secolo a.C.. Il toponimo è di origine medioevale e deriva dalla presenza di ampi boschi sul territorio. I vari ritrovamenti testimoniano l’epoca del bronzo, del ferro e il periodo romano. Nell’alto medioevo si ebbe lo sviluppo grazie al lavoro di disboschimento del territorio da parte dei monaci benedettini che ricevettero alcuni privilegi e la giurisdizione da parte dei re longobardi Liutprando e Ildeprando, nonchè da Ludovico nel IX secolo. Il castello, dapprima, fu oggetto di contesa tra mantovani e veronesi e, durante il XIII, il suo dominio passò agli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=VEN&parola=SCALIGERI'>Scaligeri</a> insieme ai possedimenti del monastero di Santa Maria in Organo. Successivamente la famiglia <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=VEN&parola=GIUSTI'>Giusti</a> ne ebbe la proprietà che comprendeva, oltre alla giurisdizione, un mulino sul fiume tartaro e i diritti di pesca. Nel XVI secolo i Conti <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=VEN&parola=GIUSTI'>Giusti</a> diedero inizio alla coltura del riso su oltre seicento campi, finchè, per un accordo tra Venezia e Maria Teresa d’Austria, nel XVIII secolo, il numero dei campi coltivati fu diminuito. Sul territorio anche i monaci di Roccanova e i nobili Monatanari si dedicarono alla coltivazione del riso. Il suo patrimonio storico architettonico è dato: dalla chiesa parrocchiale di Santa Maria Maggiore, di epoca romanica; dal complesso di S. Pietro in Monastero e dall’antico edificio Cesòn, entrambi situati in località S. Pietro in Valle; dal palazzo Cappello in località Capitello e da Villa Lando situata a Levà di Sopra.

Economia

Ospita unicamente i consueti uffici municipali e postali. La comunità vive della coltivazione di prodotti agricoli (cereali, frumento, foraggi, viti, frutteti, ortaggi), dell’allevamento (bovini e avicoli) e del lavoro offerto dalle industrie operanti nel settore alimentare (lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi), edile, tessile, delle costruzioni meccaniche-oleodinamiche, delle vetrerie, delle fabbriche di cucine, degli articoli in maglieria, del legno, delle macchine per l’agricoltura e la silvicoltura, dei metalli, degli articoli in materie plastiche. Il terziario si compone di una sufficiente rete commerciale e dei servizi, che soddisfano i bisogni essenziali della popolazione, tra cui vi è quello bancario e di consulenza informatica. Tra le strutture sociali si registra la presenza di un asilo nido. Nelle scuole del posto si impartisce l’istruzione obbligatoria. Si registra la presenza del museo civico. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Le strutture sanitarie assicurano il solo servizio farmaceutico; per le altre prestazioni occorre rivolgersi altrove.

Ospita unicamente i consueti uffici municipali e postali. La comunità vive della coltivazione di prodotti agricoli (cereali, frumento, foraggi, viti, frutteti, ortaggi), dell’allevamento (bovini e avicoli) e del lavoro offerto dalle industrie operanti nel settore alimentare (lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi), edile, tessile, delle costruzioni meccaniche-oleodinamiche, delle vetrerie, delle fabbriche di cucine, degli articoli in maglieria, del legno, delle macchine per l’agricoltura e la silvicoltura, dei metalli, degli articoli in materie plastiche. Il terziario si compone di una sufficiente rete commerciale e dei servizi, che soddisfano i bisogni essenziali della popolazione, tra cui vi è quello bancario e di consulenza informatica. Tra le strutture sociali si registra la presenza di un asilo nido. Nelle scuole del posto si impartisce l’istruzione obbligatoria. Si registra la presenza del museo civico. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Le strutture sanitarie assicurano il solo servizio farmaceutico; per le altre prestazioni occorre rivolgersi altrove.

Relazioni

Non è considerata meta turistica. Le relazioni con i centri del territorio circostante non sono rilevanti nonostante ad essi la popolazione debba rivolgersi per l’istruzione secondaria, per l’assistenza sanitaria o per l’espletamento di pratiche burocratiche. Inoltre il suo agglomerato industriale soddisfa le sue esigenze lavorative interne e attira manodopera dai comuni limitrofi. Tra gli eventi da segnalare nel calendario delle manifestazioni religiose tradizionali vi sono: in gennaio la festa dei Ss. Fabiano e Sebastiano martiri; il 3 maggio la ricorrenza dei Ss. apostoli Filippo e Giacomo il Minore; il 29 giugno la celebrazione dei Ss. Pietro e Giovanni Battista; il 5 agosto la festa di Santa Maria Maggiore. La festa del Patrono, San Giacomo, si celebra il 3 maggio.

Non è considerata meta turistica. Le relazioni con i centri del territorio circostante non sono rilevanti nonostante ad essi la popolazione debba rivolgersi per l’istruzione secondaria, per l’assistenza sanitaria o per l’espletamento di pratiche burocratiche. Inoltre il suo agglomerato industriale soddisfa le sue esigenze lavorative interne e attira manodopera dai comuni limitrofi. Tra gli eventi da segnalare nel calendario delle manifestazioni religiose tradizionali vi sono: in gennaio la festa dei Ss. Fabiano e Sebastiano martiri; il 3 maggio la ricorrenza dei Ss. apostoli Filippo e Giacomo il Minore; il 29 giugno la celebrazione dei Ss. Pietro e Giovanni Battista; il 5 agosto la festa di Santa Maria Maggiore. La festa del Patrono, San Giacomo, si celebra il 3 maggio.

Località

Albaria-Villimpenta, Brancon, Bresenara, Caselle, Chiesone, Levà di Sopra, Maccacari, Piacentina, Ponticelli, Porto, Pradelle, Rata, Roncanova, San Pietro in Valle, Selici

Albaria-Villimpenta, Brancon, Bresenara, Caselle, Chiesone, Levà di Sopra, Maccacari, Piacentina, Ponticelli, Porto, Pradelle, Rata, Roncanova, San Pietro in Valle, Selici

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Gazzo Veronese rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.