Descrizione

Comune di montagna di origine medievale, la cui economia poggia sulle attività rurali e su alcune piccole ma dinamiche imprese industriali; la comunità punta comunque a promuovere il turismo religioso, vista la presenza di rinomati luoghi di culto. I gallinaresi, che presentano un indice di vecchiaia chiaramente superiore alla media, tendono a distribuirsi in maniera uniforme sul territorio comunale, risiedendo, oltre che nel capoluogo comunale, in un buon numero di aggregati urbani minori e di case sparse. L'abitato, dalla pianta allungata, si estende su una collina tufacea ed è immerso in un paesaggio ricco di verde: sui dolci rilievi collinari che occupano il comprensorio gallinarese vaste estensioni di seminativi e regolari filari di viti si alternano alla vegetazione spontanea tipica della bassa e media collina. Sullo sfondo d'argento dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, sono raffigurate tre spighe di grano, poste su un monte “all'italiana” verde; le spighe attraversano, inoltre, una “fascia” azzurra.

Comune di montagna di origine medievale, la cui economia poggia sulle attività rurali e su alcune piccole ma dinamiche imprese industriali; la comunità punta comunque a promuovere il turismo religioso, vista la presenza di rinomati luoghi di culto. I gallinaresi, che presentano un indice di vecchiaia chiaramente superiore alla media, tendono a distribuirsi in maniera uniforme sul territorio comunale, risiedendo, oltre che nel capoluogo comunale, in un buon numero di aggregati urbani minori e di case sparse. L'abitato, dalla pianta allungata, si estende su una collina tufacea ed è immerso in un paesaggio ricco di verde: sui dolci rilievi collinari che occupano il comprensorio gallinarese vaste estensioni di seminativi e regolari filari di viti si alternano alla vegetazione spontanea tipica della bassa e media collina. Sullo sfondo d'argento dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, sono raffigurate tre spighe di grano, poste su un monte “all'italiana” verde; le spighe attraversano, inoltre, una “fascia” azzurra.

Storia

Probabilmente sorse nell'alto Medioevo su iniziativa dell'abbazia di Montecassino, alla quale fu tolta dal duca di Benevento, il longobardo Zottone; restituita all'abate da Gisulfo, tra il 1023 e il 1047 fece sicuramente parte della contea di Sora, per poi tornare fra i possedimenti cassinati. In seguito fu feudo di numerose illustri famiglie, tra cui i D'Aquino e i Cantelmo, cui seguirono, nel Quattrocento, i Borgia, i Navarro, i Cardona e, nel XVI secolo, i Gallio, duchi di Alvito. A causa della scarsa consistenza numerica della comunità, agli inizi dell'Ottocento fu aggregata al comune di San Donato Val di Comino, riacquistando l'autonomia nel 1948. Il toponimo, citato nel Catalogus Baronum (1150-1168), allude a un ‘rustico per l'allevamento di gallinacei'. La tragica peste che colpì la comunità nel 1656 e un fulmine abbattutosi nel 1733 sono ricordati in una lapide conservata nel panoramico centro storico, dominato dalla settecentesca chiesa di San Giovanni Battista, che ha interamente inglobato il preesistente castello medievale; assai rinomati sono la cappella del Bambin Gesù, nella quale è custodita un'immagine miracolosa, e il santuario di San Gerardo, rimaneggiato nel Settecento secondo il gusto barocco.

Probabilmente sorse nell'alto Medioevo su iniziativa dell'<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ABBAZIADIMONTECASSINO'>abbazia di Montecassino</a>, alla quale fu tolta dal duca di Benevento, il <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=LONGOBARDO'>longobardo</a> Zottone; restituita all'abate da Gisulfo, tra il 1023 e il 1047 fece sicuramente parte della contea di Sora, per poi tornare fra i possedimenti cassinati. In seguito fu feudo di numerose illustri famiglie, tra cui i <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=DAQUINO'>D'Aquino</a> e i <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=CANTELMO'>Cantelmo</a>, cui seguirono, nel Quattrocento, i <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=BORGIA'>Borgia</a>, i Navarro, i Cardona e, nel XVI secolo, i Gallio, duchi di Alvito. A causa della scarsa consistenza numerica della comunità, agli inizi dell'Ottocento fu aggregata al comune di San Donato Val di Comino, riacquistando l'autonomia nel 1948. Il toponimo, citato nel <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=CATALOGUSBARONUM'>Catalogus Baronum</a> (1150-1168), allude a un ‘rustico per l'allevamento di gallinacei'. La tragica peste che colpì la comunità nel 1656 e un fulmine abbattutosi nel 1733 sono ricordati in una lapide conservata nel panoramico centro storico, dominato dalla settecentesca chiesa di San Giovanni Battista, che ha interamente inglobato il preesistente castello medievale; assai rinomati sono la cappella del Bambin Gesù, nella quale è custodita un'immagine miracolosa, e il santuario di San Gerardo, rimaneggiato nel Settecento secondo il gusto barocco.

Economia

Il settore primario, tutt'altro che in declino, costituisce ancora una basilare fonte di reddito e occupazione: diffuso è l'allevamento di bovini e ovini mentre l'agricoltura produce frumento, mais, foraggi, olive e uve; da queste ultime si ottiene il pregiato vino cabernet Sammichele. Anche il settore industriale rappresenta una significativa risorsa economica, pur comprendendo imprese di piccole dimensioni attive in comparti tradizionali, in particolare in quelli delle confezioni e dell'edilizia. Per quanto riguarda il terziario, il commercio appare commisurato alle esigenze basilari della comunità mentre tra i servizi si registra l'assenza del credito. La dotazione di strutture e servizi di pubblica utilità evidenzia alcune carenze: il comune dispone soltanto degli ordinari uffici municipali e postali e di scuole materne ed elementari; è sprovvisto di rilevanti strutture culturali, come biblioteche e musei, e per quanto riguarda l'assistenza sanitaria fa riferimento alla centrale operativa di guardia medica di Sora –sul posto si trova comunque la farmacia–; l'apparato ricettivo appare invece di buon livello.

Il settore primario, tutt'altro che in declino, costituisce ancora una basilare fonte di reddito e occupazione: diffuso è l'allevamento di bovini e ovini mentre l'agricoltura produce frumento, mais, foraggi, olive e uve; da queste ultime si ottiene il pregiato vino cabernet Sammichele. Anche il settore industriale rappresenta una significativa risorsa economica, pur comprendendo imprese di piccole dimensioni attive in comparti tradizionali, in particolare in quelli delle confezioni e dell'edilizia. Per quanto riguarda il terziario, il commercio appare commisurato alle esigenze basilari della comunità mentre tra i servizi si registra l'assenza del credito. La dotazione di strutture e servizi di pubblica utilità evidenzia alcune carenze: il comune dispone soltanto degli ordinari uffici municipali e postali e di scuole materne ed elementari; è sprovvisto di rilevanti strutture culturali, come biblioteche e musei, e per quanto riguarda l'assistenza sanitaria fa riferimento alla centrale operativa di guardia medica di Sora –sul posto si trova comunque la farmacia–; l'apparato ricettivo appare invece di buon livello.

Relazioni

È la località più panoramica della valle di Comino e offre dai suoi belvedere un'ampia veduta della campagna ciociara. La sua principale attrattiva è costituita comunque dal santuario del Bambin Gesù, frequentato ogni anno da migliaia di fedeli di tutta Italia. In passato anche il santuario di San Gerardo è stato meta di pellegrinaggi, per via di alcune guarigioni miracolose di cui è stato teatro. La festa del Patrono San Gerardo, un eremita inglese morto in questa zona mentre faceva ritorno dalla Terrasanta, si celebra l'11 agosto con una solenne processione; durante la giornata si svolge anche la sagra delle “pezze e piselli” mentre la sera spettacolari fuochi d'artificio pongono fine ai festeggiamenti. Al Santo è dedicata anche la festa che si tiene il Lunedì dell'Angelo.

È la località più panoramica della valle di Comino e offre dai suoi belvedere un'ampia veduta della campagna ciociara. La sua principale attrattiva è costituita comunque dal santuario del Bambin Gesù, frequentato ogni anno da migliaia di fedeli di tutta Italia. In passato anche il santuario di San Gerardo è stato meta di pellegrinaggi, per via di alcune guarigioni miracolose di cui è stato teatro. La festa del Patrono San Gerardo, un eremita inglese morto in questa zona mentre faceva ritorno dalla Terrasanta, si celebra l'11 agosto con una solenne processione; durante la giornata si svolge anche la sagra delle “pezze e piselli” mentre la sera spettacolari fuochi d'artificio pongono fine ai festeggiamenti. Al Santo è dedicata anche la festa che si tiene il Lunedì dell'Angelo.

Località

Bivio, Colle Ippolito, Farina, Fornace, Frattone, Rosanisco, Santa Maria Cellarola, Serra di Rio Molle, Via Piana, Volante

Bivio, Colle Ippolito, Farina, Fornace, Frattone, Rosanisco, Santa Maria Cellarola, Serra di Rio Molle, Via Piana, Volante

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Gallinaro rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.