Descrizione

Comune collinare, di origine antica, la cui economia si basa sulle tradizionali attività agricole, affiancate dal turismo estivo. I gabianesi, con un indice di vecchiaia eccezionalmente elevato, vivono principalmente nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce tra le località Cantavenna, Piagera (contigua al comune di Moncestino), Sessana, Varengo, gli aggregati urbani minori di Casaletto, Chioalengo, Martinengo, Mincengo, Serra, Zoelengo, nonché poche case sparse. L'abitato, disposto sulla sommità di un colle circondato da verdi colture e affacciato sul corso del fiume Po, è dominato dalla mole del grande castello. Il territorio, ricoperto da vigneti che digradano dolcemente verso l'alveo fluviale, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate.

Comune collinare, di origine antica, la cui economia si basa sulle tradizionali attività agricole, affiancate dal turismo estivo. I gabianesi, con un indice di vecchiaia eccezionalmente elevato, vivono principalmente nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce tra le località Cantavenna, Piagera (contigua al comune di Moncestino), Sessana, Varengo, gli aggregati urbani minori di Casaletto, Chioalengo, Martinengo, Mincengo, Serra, Zoelengo, nonché poche case sparse. L'abitato, disposto sulla sommità di un colle circondato da verdi colture e affacciato sul corso del fiume <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=PO'>Po</a>, è dominato dalla mole del grande castello. Il territorio, ricoperto da vigneti che digradano dolcemente verso l'alveo fluviale, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate.

Storia

Il toponimo sembra derivare dal prediale GABIANUS o GABIUS. La pronuncia locale fa pensare ad un raddoppiamento della “b” (quindi “Gabbianus” e “Gabbius”), per cui è meno probabile la sua derivazione sia da GAVIUS che da GAVIANUS. La prima attestazione risale al 999. Le sue origini risalgono al periodo romano, come è testimoniato da una colonna miliaria riportante una duplice iscrizione di Diocleziano e Massimiano e di Valentiniano e Valente, oggi conservata al museo Leone di Vercelli. La stessa zona venne interessata anche da insediamenti di popoli germanici. Le prime notizie storiche certe si hanno, però, dal Novecento circa. Appartenne al monastero di San Pietro di Breme: in un atto di Carlomagno, risalente al 992, si parla della cessione della corte di Gabiano all'abate. Tra quest'ultimo, il vescovo di Vercelli e i marchesi del Monferrato si ebbero dei duri scontri che, terminati tra il XII e il XIII secolo videro vincitori i signori di Casale. Nel 1247 venne infeudata, dal marchese Bonifacio II, ai fratelli Rainero e Bastardino che acquisirono il titolo di Gabiano. Nel 1422 questa signoria si estingue e la comunità locale ne approfitta per modificare i suoi statuti. Nel XVI secolo Gian Giorgio Paleologo fa dono del feudo e del castello a Carlo Montiglio, governatore del castello di Casale. I Montiglio deterranno il titolo di conti di Gabiano per circa un secolo. Dopo un breve passaggio ai Gonzaga e ai Monferrato, viene ceduta alla famiglia genovese dei Durazzo che ne resta proprietaria fino al 1922. Il maniero subirà, in questi anni, numerosi attacchi e sarà ristrutturato, nei primi anni del 1900, dall'architetto Cusani, su commissione della marchesa Matilde Giustiniani. Tra i numerosi ed interessanti monumenti figurano: l'antico castello, oggi di proprietà della marchesa Carlotta Cattaneo Adorno, nipote ed erede di Matilde Giustiniani, che vi ha impiantato una fiorente attività enologica; la parrocchiale di San Pietro, abbellita da dipinti di Paolo Maggi e del Fantazzini; la parrocchiale dedicata a Sant'Eusebio, al cui interno è possibile ammirare affreschi di gusto tardo-barocco; la parrocchiale di San Carpoforo; la chiesa di Sant'Aurelio.

Il toponimo sembra derivare dal prediale GABIANUS o GABIUS. La pronuncia locale fa pensare ad un raddoppiamento della “b” (quindi “Gabbianus” e “Gabbius”), per cui è meno probabile la sua derivazione sia da GAVIUS che da GAVIANUS. La prima attestazione risale al 999. Le sue origini risalgono al periodo romano, come è testimoniato da una colonna miliaria riportante una duplice iscrizione di Diocleziano e Massimiano e di Valentiniano e Valente, oggi conservata al museo Leone di Vercelli. La stessa zona venne interessata anche da insediamenti di popoli germanici. Le prime notizie storiche certe si hanno, però, dal Novecento circa. Appartenne al monastero di San Pietro di Breme: in un atto di Carlomagno, risalente al 992, si parla della cessione della corte di Gabiano all'abate. Tra quest'ultimo, il vescovo di Vercelli e i <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=MARCHESIDELMONFERRATO'>marchesi del Monferrato</a> si ebbero dei duri scontri che, terminati tra il XII e il XIII secolo videro vincitori i signori di Casale. Nel 1247 venne infeudata, dal marchese Bonifacio II, ai fratelli Rainero e Bastardino che acquisirono il titolo di Gabiano. Nel 1422 questa signoria si estingue e la comunità locale ne approfitta per modificare i suoi statuti. Nel XVI secolo Gian Giorgio Paleologo fa dono del feudo e del castello a Carlo Montiglio, governatore del castello di Casale. I Montiglio deterranno il titolo di conti di Gabiano per circa un secolo. Dopo un breve passaggio ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=GONZAGA'>Gonzaga</a> e ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=MONFERRATO'>Monferrato</a>, viene ceduta alla famiglia genovese dei Durazzo che ne resta proprietaria fino al 1922. Il maniero subirà, in questi anni, numerosi attacchi e sarà ristrutturato, nei primi anni del 1900, dall'architetto Cusani, su commissione della marchesa Matilde Giustiniani. Tra i numerosi ed interessanti monumenti figurano: l'antico castello, oggi di proprietà della marchesa Carlotta Cattaneo Adorno, nipote ed erede di Matilde Giustiniani, che vi ha impiantato una fiorente attività enologica; la parrocchiale di San Pietro, abbellita da dipinti di Paolo Maggi e del Fantazzini; la parrocchiale dedicata a <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=SANTEUSEBIO'>Sant'Eusebio</a>, al cui interno è possibile ammirare affreschi di gusto tardo-barocco; la parrocchiale di San Carpoforo; la chiesa di Sant'Aurelio.

Economia

È sede di Pro Loco e di stazione dei carabinieri. Alla base dell'economia locale c'è la coltura della vite, dalla quale si ricava il vino Doc “Rubino di Cantavenna”; all'interno del settore primario figurano anche la coltivazione di cereali, frumento, foraggi, ortaggi (asparagi) e fragole; si pratica anche l'allevamento di avicoli, caprini, equini e bovini. L'industria, modestamente sviluppata, è costituita da aziende che operano nei comparti: alimentare (soprattutto della lavorazione e conservazione dei prodotti agricoli), edile, metallurgico, del legno, della produzione di parti e accessori per autoveicoli, dei macchinari per l'agricoltura, delle confezioni e delle calzature. Il terziario si compone di una buona rete commerciale e dell'insieme dei servizi, che comprendono quello bancario. Le strutture sociali annoverano una casa di riposo; quelle scolastiche assicurano la frequenza delle classi dell'obbligo. Non manca una biblioteca civica per l'arricchimento culturale. L'apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione e di soggiorno. Il servizio sanitario locale è garantito a livello di base.

È sede di Pro Loco e di stazione dei carabinieri. Alla base dell'economia locale c'è la coltura della vite, dalla quale si ricava il vino Doc “Rubino di Cantavenna”; all'interno del settore primario figurano anche la coltivazione di cereali, frumento, foraggi, ortaggi (asparagi) e fragole; si pratica anche l'allevamento di avicoli, caprini, equini e bovini. L'industria, modestamente sviluppata, è costituita da aziende che operano nei comparti: alimentare (soprattutto della lavorazione e conservazione dei prodotti agricoli), edile, metallurgico, del legno, della produzione di parti e accessori per autoveicoli, dei macchinari per l'agricoltura, delle confezioni e delle calzature. Il terziario si compone di una buona rete commerciale e dell'insieme dei servizi, che comprendono quello bancario. Le strutture sociali annoverano una casa di riposo; quelle scolastiche assicurano la frequenza delle classi dell'obbligo. Non manca una biblioteca civica per l'arricchimento culturale. L'apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione e di soggiorno. Il servizio sanitario locale è garantito a livello di base.

Relazioni

Costituisce meta di significativo richiamo turistico grazie soprattutto alle sue bellezze naturali e ai suoi interessanti emblemi monumentali. Di notevole richiamo è poi la strada “panoramica del Monferrato” da cui è possibile ammirare uno degli scorci più suggestivi del Piemonte: distese di verdi colli sulla sinistra e sconfinata veduta della valle del Po a destra. Tra le manifestazioni meritano di essere citate: la rassegna del “Vino a corte”, caratterizzata da degustazione di vini e intrattenimenti vari, a maggio, e la tradizionale mostra-mercato “Mak Bosk” di artigianato ligneo, a giugno. La festa patronale, in onore dei Santi Pietro e Paolo, si celebra il 29 giugno.

Costituisce meta di significativo richiamo turistico grazie soprattutto alle sue bellezze naturali e ai suoi interessanti emblemi monumentali. Di notevole richiamo è poi la strada “panoramica del <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=MONFERRATO'>Monferrato</a>” da cui è possibile ammirare uno degli scorci più suggestivi del Piemonte: distese di verdi colli sulla sinistra e sconfinata veduta della valle del <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=PO'>Po</a> a destra. Tra le manifestazioni meritano di essere citate: la rassegna del “Vino a corte”, caratterizzata da degustazione di vini e intrattenimenti vari, a maggio, e la tradizionale mostra-mercato “Mak Bosk” di artigianato ligneo, a giugno. La festa patronale, in onore dei Santi Pietro e Paolo, si celebra il 29 giugno.

Località

Cantavenna, Casaletto, Chioalengo, Martinengo, Mincengo, Piagera, Serra, Sessana, Varengo, Zoalengo

Cantavenna, Casaletto, Chioalengo, Martinengo, Mincengo, Piagera, Serra, Sessana, Varengo, Zoalengo

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Gabiano rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.