Descrizione

Comune montano, di origini antiche, che accanto alle tradizionali attività agricole ha sviluppato il turismo. È noto per la produzione de formaggio Dop “Raschera”. I frabosani, con un indice di vecchiaia eccezionalmente elevato, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale. Il territorio, ricco di boschi di faggi, castagneti, pini e sorgenti di acqua, ha un profilo geometrico irregolare, con differenze di altitudine molto accentuate: si raggiungono i 2.369 metri della punta del Zucco. L’abitato è interessato da una forte crescita edilizia; situato su un ampio ripiano a forma di sella; il suo andamento plano-altimetrico è vario. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Regio Decreto, si raffigura una torre saracena rossa, fondata su una pianura erbosa. In capo allo scudo spicca un’aquila nera in campo dorato.

Comune montano, di origini antiche, che accanto alle tradizionali attività agricole ha sviluppato il turismo. È noto per la produzione de formaggio Dop “<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=RASCHERA'>Raschera</a>”. I frabosani, con un indice di vecchiaia eccezionalmente elevato, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale. Il territorio, ricco di boschi di faggi, castagneti, pini e sorgenti di acqua, ha un profilo geometrico irregolare, con differenze di altitudine molto accentuate: si raggiungono i 2.369 metri della punta del Zucco. L’abitato è interessato da una forte crescita edilizia; situato su un ampio ripiano a forma di sella; il suo andamento plano-altimetrico è vario. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Regio Decreto, si raffigura una torre <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=SARACENA'>saracena</a> rossa, fondata su una pianura erbosa. In capo allo scudo spicca un’aquila nera in campo dorato.

Storia

In un documento della prima metà del XII secolo è citata col nome “Ferraria”, riferito alle fonderie di ferro che un tempo resero famosa la zona. Chiamata, nel Duecento, “Freabulza”, “Freabusia” e “Freabucia”, in seguito è attestata come “Freabocia”, “Fregabogia”, “Frabotia” e “Frabusia”. Il toponimo viene riportato al latino FABER, ‘fabbro’, con l’aggiunta del suffisso -OSUS, o FRECA BAUGIA, plurale di FRECUM (corrispondente ad AGER INCULTUS ET EREMUS), ‘campo incolto e sperduto’, e BAUGIUM (corrispondente a SILVA CAEDUA), ‘bosco ceduo’. In alternanza a FRECA si usa anche FRETA, da FRACTA, FRANGERE, ‘tagliare’. Il nome può pertanto indicare ‘campi incolti e sperduti, uniti a boschi adatti al taglio’ oppure ‘boschi cedui tagliati’. La specificazione si riferisce alla posizione dell’insediamento, situato più in altro rispetto a Frabosa Sottana. Primi insediamenti si ebbero intorno al III-IV secolo dopo Cristo. Nel Duecento entrò a far parte del distretto del libero comune di Mondovì; per quasi cinque secoli la sua storia fu strettamente legata a quest’ultimo, fino al 1596 quando si scisse in due, dando vita alla comunità di Frabosa Soprana e Frabosa Sottana, caratterizzate da due distinte etnie: la prima con popolazione a maggioranza di lingua Kyé, la seconda di matrice piemontese. Sotto il profilo storico-architettonico interessanti sono: la chiesa parrocchiale, dedicata a San Giovanni Battista; la chiesetta di San Carlo, eretta sul ciglio di una scoscesa valletta; la chiesa confraternita dei Santi Pietro e Paolo, con struttura ellittica; la cappella della Visitazione, costruita nel 1717; la parrocchiale di San Bartolomeo e quella di Santa Maria della Neve, a pianta longitudinale su tre navate.

In un documento della prima metà del XII secolo è citata col nome “Ferraria”, riferito alle fonderie di ferro che un tempo resero famosa la zona. Chiamata, nel Duecento, “Freabulza”, “Freabusia” e “Freabucia”, in seguito è attestata come “Freabocia”, “Fregabogia”, “Frabotia” e “Frabusia”. Il toponimo viene riportato al latino FABER, ‘fabbro’, con l’aggiunta del suffisso -OSUS, o FRECA BAUGIA, plurale di FRECUM (corrispondente ad AGER INCULTUS ET EREMUS), ‘campo incolto e sperduto’, e BAUGIUM (corrispondente a SILVA CAEDUA), ‘bosco ceduo’. In alternanza a FRECA si usa anche FRETA, da FRACTA, FRANGERE, ‘tagliare’. Il nome può pertanto indicare ‘campi incolti e sperduti, uniti a boschi adatti al taglio’ oppure ‘boschi cedui tagliati’. La specificazione si riferisce alla posizione dell’insediamento, situato più in altro rispetto a Frabosa Sottana. Primi insediamenti si ebbero intorno al III-IV secolo dopo Cristo. Nel Duecento entrò a far parte del distretto del libero comune di Mondovì; per quasi cinque secoli la sua storia fu strettamente legata a quest’ultimo, fino al 1596 quando si scisse in due, dando vita alla comunità di Frabosa Soprana e Frabosa Sottana, caratterizzate da due distinte etnie: la prima con popolazione a maggioranza di lingua Kyé, la seconda di matrice piemontese. Sotto il profilo storico-architettonico interessanti sono: la chiesa parrocchiale, dedicata a San Giovanni Battista; la chiesetta di San Carlo, eretta sul ciglio di una scoscesa valletta; la chiesa confraternita dei Santi Pietro e Paolo, con struttura ellittica; la cappella della Visitazione, costruita nel 1717; la parrocchiale di San Bartolomeo e quella di Santa Maria della Neve, a pianta longitudinale su tre navate.

Economia

È sede di Pro Loco, di stazione dei carabinieri e dell’ufficio informazioni e accoglienza turistica. Il settore primario è presente con la modesta produzione di cereali e frutta e con l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli; parte della popolazione si dedica anche alla silvicoltura (castagne). Il settore economico secondario è rappresentato da piccole aziende che operano nei comparti alimentare, edile, della lavorazione del legno e dell’estrazione della pietra. Il terziario si compone della rete commerciale (di dimensioni non rilevanti ma sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della comunità) e dell’insieme dei servizi, che comprendono quello bancario. Tra le strutture sociali si segnala una casa di riposo. Le scuole del posto assicurano soltanto l’istruzione materna ed elementare; per l’arricchimento culturale si può usufruire del museo etnografico “Cesare Vinaj”. Le strutture ricettive comprendono un’azienda agrituristica e offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. A livello sanitario sul posto è assicurato il servizio farmaceutico.

È sede di Pro Loco, di stazione dei carabinieri e dell’ufficio informazioni e accoglienza turistica. Il settore primario è presente con la modesta produzione di cereali e frutta e con l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli; parte della popolazione si dedica anche alla silvicoltura (castagne). Il settore economico secondario è rappresentato da piccole aziende che operano nei comparti alimentare, edile, della lavorazione del legno e dell’estrazione della pietra. Il terziario si compone della rete commerciale (di dimensioni non rilevanti ma sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della comunità) e dell’insieme dei servizi, che comprendono quello bancario. Tra le strutture sociali si segnala una casa di riposo. Le scuole del posto assicurano soltanto l’istruzione materna ed elementare; per l’arricchimento culturale si può usufruire del museo etnografico “Cesare Vinaj”. Le strutture ricettive comprendono un’azienda agrituristica e offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. A livello sanitario sul posto è assicurato il servizio farmaceutico.

Relazioni

Località di villeggiatura, grazie alla sua pregiata produzione casearia fa parte anche del progetto “Le strade dei formaggi” teso a far conoscere, attraverso percorsi turistici, culturali e gastronomici, il ricco mondo dei formaggi piemontesi Dop. Registra un consistente movimento di turisti, soprattutto di appassionati di sci e alpinismo, oltre che di amanti della natura: interessante è la grotta di Bossea, ricca di splendide concrezioni calcaree; ospita, tra l’altro, un importante laboratorio sotterraneo per lo studio dei fenomeni idrogeologici. La specialità gastronomica locale è il formaggio “Raschera”. Tra le manifestazioni si segnala: il premio “Simpatia”, in estate, assegnato a personaggi del mondo giornalistico e letterario vicini alla realtà cuneese; il concerto di San Lorenzo, il 10 agosto; la sagra dei formaggi “raschera e bruss”, ad agosto; la castagnata, a ottobre. La Patrona, Beata Vergine Addolorata, viene festeggiata la seconda domenica di settembre.

Località di villeggiatura, grazie alla sua pregiata produzione casearia fa parte anche del progetto “Le strade dei formaggi” teso a far conoscere, attraverso percorsi turistici, culturali e gastronomici, il ricco mondo dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=FORMAGGIPIEMONTESI'>formaggi piemontesi</a> Dop. Registra un consistente movimento di turisti, soprattutto di appassionati di sci e alpinismo, oltre che di amanti della natura: interessante è la grotta di Bossea, ricca di splendide concrezioni calcaree; ospita, tra l’altro, un importante laboratorio sotterraneo per lo studio dei fenomeni idrogeologici. La specialità gastronomica locale è il formaggio “<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=RASCHERA'>Raschera</a>”. Tra le manifestazioni si segnala: il premio “Simpatia”, in estate, assegnato a personaggi del mondo giornalistico e letterario vicini alla realtà cuneese; il concerto di San Lorenzo, il 10 agosto; la sagra dei formaggi “<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=RASCHERA'>raschera</a> e bruss”, ad agosto; la castagnata, a ottobre. La Patrona, Beata Vergine Addolorata, viene festeggiata la seconda domenica di settembre.

Località

Bassi, Bossea, Camperi, Corsaglia, Filippi, Fontane, Forneri, Lanza Serra, Mondagnola, Peirani, Piano Bottera, Punta del Zucco, Revelli, Riano, Roattini, Seccata, Straluzzo, Vinè

Bassi, Bossea, Camperi, Corsaglia, Filippi, Fontane, Forneri, Lanza Serra, Mondagnola, Peirani, Piano Bottera, Punta del Zucco, Revelli, Riano, Roattini, Seccata, Straluzzo, Vinè

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Frabosa Soprana rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.