Descrizione

Centro di pianura, di origini antiche, che accanto alle tradizionali attività agricole ha sviluppato l’industria. I fontevivesi, con un indice di vecchiaia superiore alla media, sono distribuiti tra il capoluogo comunale, numerose case sparse e le località Bianconese, Ponte Taro, Bellena, Case Cantarana, Case Gaiffa, Case Massi, Fienilnuovo, Fondo Fontana, Fontane, Molinetto, Ponte Recchio, Recchio di Sotto, Romitaggio, Stazione di Castelguelfo, Tarona e Torchio. Il territorio, attraversato da più corsi d’acqua e canali che, irrigando abbondantemente il terreno, ne accrescono la produttività, ha un profilo geometrico regolare, con lievi differenze di altitudine. L’abitato, interessato da una forte crescita edilizia, ha un andamento plano-altimetrico del tutto pianeggiante. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, raffigura, in campo argenteo, un monte roccioso da cui sgorgano tre sorgenti, in evidente assonanza con il toponimo; in un cantone del capo spicca una croce azzurra, quale richiamo all’ordine dei monaci cistercensi, grazie alla cui opera, nel 1100, il territorio fu bonificato e coltivato.

Centro di pianura, di origini antiche, che accanto alle tradizionali attività agricole ha sviluppato l’industria. I fontevivesi, con un indice di vecchiaia superiore alla media, sono distribuiti tra il capoluogo comunale, numerose case sparse e le località Bianconese, Ponte Taro, Bellena, Case Cantarana, Case Gaiffa, Case Massi, Fienilnuovo, Fondo Fontana, Fontane, Molinetto, Ponte Recchio, Recchio di Sotto, Romitaggio, Stazione di Castelguelfo, Tarona e Torchio. Il territorio, attraversato da più corsi d’acqua e canali che, irrigando abbondantemente il terreno, ne accrescono la produttività, ha un profilo geometrico regolare, con lievi differenze di altitudine. L’abitato, interessato da una forte crescita edilizia, ha un andamento plano-altimetrico del tutto pianeggiante. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, raffigura, in campo argenteo, un monte roccioso da cui sgorgano tre sorgenti, in evidente assonanza con il toponimo; in un cantone del capo spicca una croce azzurra, quale richiamo all’ordine dei monaci cistercensi, grazie alla cui opera, nel 1100, il territorio fu bonificato e coltivato.

Storia

Anticamente zona paludosa, deriva il toponimo dai numerosi fontanili che, un tempo, scaturivano nei dintorni. La sua storia, priva di avvenimenti significativi, non si discosta da quella della locale abbazia cistercense, fondata, verso la metà del XII secolo, dal vescovo di Parma, Lanfranco, e dal figlio di Oberto Pallavicino, Delfino. La conduzione del cenobio, gravemente danneggiato dalle truppe dell’imperatore Federico II di Svevia, nel corso del Duecento, fu assegnata ai monaci dell’ordine di San Bernardo, ai quali rimase fino alla metà del XVI secolo, quando passò ai benedettini di San Paolo di Roma, cui subentrarono la congregazione di Santa Giustina di Padova e i cassinesi. Questi ultimi, all’inizio del Seicento, cedettero i diritti temporali sul territorio al duca Ranuccio I Farnese, che affidò la tenuta del convento ai frati cappuccini, ospitati fino all’occupazione napoleonica in una nuova abbazia, costruita nelle vicinanze della precedente. Entrò a far parte del regno d’Italia nel 1860. Dell’antico complesso abbaziale rimangono: la chiesa di San Bernardo, della metà del XIII secolo, e la cosiddetta “Villeggiatura del collegio dei Nobili”, edificata, nella prima metà del Settecento, sul primitivo convento cistercense, per le vacanze dei convittori del collegio dei Nobili di Parma. Tra gli altri monumenti figurano: la seicentesca chiesa dei cappuccini, oggi chiusa al culto; la villa Mandelli-Montanari, della fine del XVIII secolo, a Bellena; la chiesa di Santa Maria Maddalena, del Duecento, a Castelguelfo, e, a Ponte Taro, l’ottocentesco ponte sul fiume omonimo.

Anticamente zona paludosa, deriva il toponimo dai numerosi fontanili che, un tempo, scaturivano nei dintorni. La sua storia, priva di avvenimenti significativi, non si discosta da quella della locale abbazia cistercense, fondata, verso la metà del XII secolo, dal vescovo di Parma, Lanfranco, e dal figlio di Oberto Pallavicino, Delfino. La conduzione del cenobio, gravemente danneggiato dalle truppe dell’imperatore Federico II di Svevia, nel corso del Duecento, fu assegnata ai monaci dell’ordine di San Bernardo, ai quali rimase fino alla metà del XVI secolo, quando passò ai benedettini di San Paolo di Roma, cui subentrarono la congregazione di Santa Giustina di Padova e i cassinesi. Questi ultimi, all’inizio del Seicento, cedettero i diritti temporali sul territorio al duca Ranuccio I <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=EMI&parola=FARNESE'>Farnese</a>, che affidò la tenuta del convento ai frati cappuccini, ospitati fino all’occupazione napoleonica in una nuova abbazia, costruita nelle vicinanze della precedente. Entrò a far parte del regno d’Italia nel 1860. Dell’antico complesso abbaziale rimangono: la chiesa di San Bernardo, della metà del XIII secolo, e la cosiddetta “Villeggiatura del collegio dei Nobili”, edificata, nella prima metà del Settecento, sul primitivo convento cistercense, per le vacanze dei convittori del collegio dei Nobili di Parma. Tra gli altri monumenti figurano: la seicentesca chiesa dei cappuccini, oggi chiusa al culto; la villa Mandelli-Montanari, della fine del XVIII secolo, a Bellena; la chiesa di Santa Maria Maddalena, del Duecento, a Castelguelfo, e, a Ponte Taro, l’ottocentesco ponte sul fiume omonimo.

Economia

L’agricoltura, praticata con successo grazie alle favorevoli caratteristiche del terreno, si basa sulla produzione di cereali, frumento, foraggi, ortaggi e uve; è praticato anche l’allevamento di bovini, suini e avicoli. Il settore che offre maggiori possibilità di occupazione è quello industriale, costituito da aziende operanti nei comparti alimentare, edile, manifatturiero, meccanico, metallurgico, dei materiali da costruzione, dell’abbigliamento e della fabbricazione di calzature, oltre che di articoli in plastica e in gomma. È presente il servizio bancario; una buona rete distributiva e attività di consulenza informatica arricchiscono il panorama del terziario. Non si registrano strutture sociali di rilievo. Nelle scuole locali si impartisce l’istruzione obbligatoria; si può usufruire di una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno; quelle sanitarie assicurano il solo servizio farmaceutico; per le altre prestazioni occorre rivolgersi altrove.

L’agricoltura, praticata con successo grazie alle favorevoli caratteristiche del terreno, si basa sulla produzione di cereali, frumento, foraggi, ortaggi e uve; è praticato anche l’allevamento di bovini, suini e avicoli. Il settore che offre maggiori possibilità di occupazione è quello industriale, costituito da aziende operanti nei comparti alimentare, edile, manifatturiero, meccanico, metallurgico, dei materiali da costruzione, dell’abbigliamento e della fabbricazione di calzature, oltre che di articoli in plastica e in gomma. È presente il servizio bancario; una buona rete distributiva e attività di consulenza informatica arricchiscono il panorama del terziario. Non si registrano strutture sociali di rilievo. Nelle scuole locali si impartisce l’istruzione obbligatoria; si può usufruire di una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno; quelle sanitarie assicurano il solo servizio farmaceutico; per le altre prestazioni occorre rivolgersi altrove.

Relazioni

Sebbene non figuri tra le mete turistiche più celebrate della zona, offre a quanti vi si rechino la possibilità di ammirare pregevoli testimonianze storico-architettoniche. È molto frequentata per lavoro, in quanto gli insediamenti industriali consentono un notevole assorbimento di manodopera. A Bianconese si trova il “Centro Padano Interscambio Merci”, uno dei luoghi più moderni e funzionali di raccolta e smistamento delle merci, inserito in un sistema europeo di trasporti. I rapporti con il contiguo capoluogo provinciale e gli altri comuni del circondario sono molto intensi, grazie proprio allo sviluppo delle sue attività produttive. Tuttavia, i movimenti pendolari si verificano anche in senso contrario, a causa dell’assenza sul posto di vari servizi. Non si segnalano particolari manifestazioni culturali o ricreative, che potrebbero richiamare, periodicamente, flussi di visitatori dai centri vicini. Il Patrono, San Bernardo, si festeggia il 20 agosto.

Sebbene non figuri tra le mete turistiche più celebrate della zona, offre a quanti vi si rechino la possibilità di ammirare pregevoli testimonianze storico-architettoniche. È molto frequentata per lavoro, in quanto gli insediamenti industriali consentono un notevole assorbimento di manodopera. A Bianconese si trova il “Centro Padano Interscambio Merci”, uno dei luoghi più moderni e funzionali di raccolta e smistamento delle merci, inserito in un sistema europeo di trasporti. I rapporti con il contiguo capoluogo provinciale e gli altri comuni del circondario sono molto intensi, grazie proprio allo sviluppo delle sue attività produttive. Tuttavia, i movimenti pendolari si verificano anche in senso contrario, a causa dell’assenza sul posto di vari servizi. Non si segnalano particolari manifestazioni culturali o ricreative, che potrebbero richiamare, periodicamente, flussi di visitatori dai centri vicini. Il Patrono, San Bernardo, si festeggia il 20 agosto.

Località

Bellena, Bianconese, Case Andina, Case Cantarana, Case Massi, Fondo Fontana, Fontane, Molinetto, Ponte Recchio, Ponte Taro, Recchio di Sotto, Stazione Castelguelfo, Tarona

Bellena, Bianconese, Case Andina, Case Cantarana, Case Massi, Fondo Fontana, Fontane, Molinetto, Ponte Recchio, Ponte Taro, Recchio di Sotto, Stazione Castelguelfo, Tarona

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Fontevivo rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.