Descrizione

Comune montano di origine alto-medievale, la cui economia fa registrare una veloce crescita del turismo e una concomitante contrazione delle attività rurali. La comunità dei fiamignanesi, il cui indice di vecchiaia è particolarmente elevato, si distribuisce nel capoluogo comunale, in numerose altre località e in vari aggregati urbani minori. L’abitato, che attraversa una fase di significativa espansione edilizia, si affaccia su un vasto bacino lacustre. Tutt’intorno s’innalza una serie di rilievi di natura calcarea, separati da altopiani e conche, che racchiudono i piccoli laghi di Cornino e Rascino; alle quote più elevate, in assenza di insediamenti umani, si estendono alcune delle zone più solitarie dell’Appennino: nonostante la presenza del laghetto, lo stesso altipiano di Rascino appare come una vasta steppa completamente priva di alberi e cespugli. Altrove si addensano invece splendide faggete, boschi di castagni e rimboschimenti di conifere, tra i quali trovano rifugio varie specie di animali selvatici e crescono piante officinali e numerose varietà di funghi, compreso il profumato tartufo nero. Sullo sfondo argenteo dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggiano cinque torri rosse a due palchi merlate “alla guelfa” –quella centrale è sormontata da una fiamma–; nella parte inferiore dello scudo, di colore azzurro, figura uno scudetto rosso con una croce d’argento e uno d’argento con un’aquila nera.

Comune montano di origine alto-medievale, la cui economia fa registrare una veloce crescita del turismo e una concomitante contrazione delle attività rurali. La comunità dei fiamignanesi, il cui indice di vecchiaia è particolarmente elevato, si distribuisce nel capoluogo comunale, in numerose altre località e in vari aggregati urbani minori. L’abitato, che attraversa una fase di significativa espansione edilizia, si affaccia su un vasto bacino lacustre. Tutt’intorno s’innalza una serie di rilievi di natura calcarea, separati da altopiani e conche, che racchiudono i piccoli laghi di Cornino e Rascino; alle quote più elevate, in assenza di insediamenti umani, si estendono alcune delle zone più solitarie dell’Appennino: nonostante la presenza del laghetto, lo stesso altipiano di Rascino appare come una vasta steppa completamente priva di alberi e cespugli. Altrove si addensano invece splendide faggete, boschi di castagni e rimboschimenti di conifere, tra i quali trovano rifugio varie specie di animali selvatici e crescono piante officinali e numerose varietà di funghi, compreso il profumato tartufo nero. Sullo sfondo argenteo dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggiano cinque torri rosse a due palchi merlate “alla guelfa” –quella centrale è sormontata da una fiamma–; nella parte inferiore dello scudo, di colore azzurro, figura uno scudetto rosso con una croce d’argento e uno d’argento con un’aquila nera.

Storia

Fu fondata nel IX secolo d.C. dagli abitanti dell’insediamento sorto intorno al castello di Poggio Poponesco –essi dovettero spostarsi in seguito alla distruzione del loro villaggio–; tuttavia, il ritrovamento di reperti attribuibili al fiero popolo italico degli equi e ai romani attesta la presenza dell’uomo in epoche ben più remote. Dall’inizio del Trecento al XVI secolo fece parte quasi ininterrottamente dei domini della potente famiglia Mareri, alla quale apparteneva la maggior parte del Cicolano; nel 1532 fu ceduta alla nobile casata dei Colonna e in seguito passò ai Barberini, ai quali rimase fino all’eversione dei diritti feudali. Dopo l’unità d’Italia fu colpita dal fenomeno del brigantaggio e nel 1927 fu aggregata alla nuova provincia di Rieti, dopo aver fatto parte di quella di L’Aquila. Il toponimo è una formazione prediale dal personale latino FLAMINIUS, con l’aggiunta del suffisso aggettivale -ANUS. Oltre alla parrocchiale dei Santi Fabiano e Sebastiano, merita una visita la chiesetta medievale della Madonna del Poggio; a poca distanza da quest’ultima, su un’altura, s’innalza una solitaria torre quadrata, ciò che resta dell’antica rocca di Poggio Poponesco, eretta intorno all’XI secolo.

Fu fondata nel IX secolo d.C. dagli abitanti dell’insediamento sorto intorno al castello di Poggio Poponesco –essi dovettero spostarsi in seguito alla distruzione del loro villaggio–; tuttavia, il ritrovamento di reperti attribuibili al fiero popolo italico degli equi e ai romani attesta la presenza dell’uomo in epoche ben più remote. Dall’inizio del Trecento al XVI secolo fece parte quasi ininterrottamente dei domini della potente famiglia Mareri, alla quale apparteneva la maggior parte del Cicolano; nel 1532 fu ceduta alla nobile casata dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=COLONNA'>Colonna</a> e in seguito passò ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=BARBERINI'>Barberini</a>, ai quali rimase fino all’eversione dei diritti feudali. Dopo l’unità d’Italia fu colpita dal fenomeno del <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=BRIGANTAGGIO'>brigantaggio</a> e nel 1927 fu aggregata alla nuova provincia di Rieti, dopo aver fatto parte di quella di L’Aquila. Il toponimo è una formazione prediale dal personale latino FLAMINIUS, con l’aggiunta del suffisso aggettivale -ANUS. Oltre alla parrocchiale dei Santi Fabiano e Sebastiano, merita una visita la chiesetta medievale della Madonna del Poggio; a poca distanza da quest’ultima, su un’altura, s’innalza una solitaria torre quadrata, ciò che resta dell’antica rocca di Poggio Poponesco, eretta intorno all’XI secolo.

Economia

Insieme al turismo, il settore primario rappresenta il perno dell’economia locale, sebbene solo una piccola parte della comunità continui a rivolgere le proprie energie alla coltivazione di cereali, patate, legumi e uva da vino nonché alle attività zootecniche –si allevano ovini–. Ancora modeste sono le dimensioni dei settori secondario e terziario: l’industria non riesce ad assorbire tutta la manodopera disponibile sul posto, che è così costretta a riversarsi all’esterno, e la rete distributiva, pur non essendo circoscritta ai soli beni di prima necessità, appare poco articolata; tra i servizi è presente il credito. Il comune, sede degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, è provvisto delle scuole dell’obbligo e usufruisce dell’assistenza sanitaria fornita dalla farmacia e da un centro di salute mentale; difetta tuttavia di rilevanti strutture culturali e il suo apparato ricettivo non include strutture per il soggiorno.

Insieme al turismo, il settore primario rappresenta il perno dell’economia locale, sebbene solo una piccola parte della comunità continui a rivolgere le proprie energie alla coltivazione di cereali, patate, legumi e uva da vino nonché alle attività zootecniche –si allevano ovini–. Ancora modeste sono le dimensioni dei settori secondario e terziario: l’industria non riesce ad assorbire tutta la manodopera disponibile sul posto, che è così costretta a riversarsi all’esterno, e la rete distributiva, pur non essendo circoscritta ai soli beni di prima necessità, appare poco articolata; tra i servizi è presente il credito. Il comune, sede degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, è provvisto delle scuole dell’obbligo e usufruisce dell’assistenza sanitaria fornita dalla farmacia e da un centro di salute mentale; difetta tuttavia di rilevanti strutture culturali e il suo apparato ricettivo non include strutture per il soggiorno.

Relazioni

Le notevoli attrattive naturalistiche di cui è dotata ne fanno una meta turistica piuttosto apprezzata: durante la stagione invernale, sui rilievi del comprensorio si può praticare lo sci di fondo mentre, nel periodo estivo, sull’altopiano di Rascino è possibile effettuare escursioni a cavallo e a piedi seguendo vari itinerari. Nell’ambito del calendario delle manifestazioni organizzate dalla comunità nell’arco dell’anno figurano le fiere che si svolgono il 15 marzo e il 2 agosto, le sagre del pecorino (ultimo sabato di luglio, in località Santa Lucia) e delle lenticchie (dal 6 al 15 agosto), le mostre di ovini che hanno luogo durante il mese di luglio nel capoluogo comunale e in località Rascino, il “Festival tra le serre”, detto “Turrin sacco d’oro” (ultima domenica di agosto), e il “Natale insieme” (25 dicembre). La festa dei Patroni Fabiano e Sebastiano si celebra il 20 gennaio.

Le notevoli attrattive naturalistiche di cui è dotata ne fanno una meta turistica piuttosto apprezzata: durante la stagione invernale, sui rilievi del comprensorio si può praticare lo sci di fondo mentre, nel periodo estivo, sull’altopiano di Rascino è possibile effettuare escursioni a cavallo e a piedi seguendo vari itinerari. Nell’ambito del calendario delle manifestazioni organizzate dalla comunità nell’arco dell’anno figurano le fiere che si svolgono il 15 marzo e il 2 agosto, le sagre del pecorino (ultimo sabato di luglio, in località Santa Lucia) e delle lenticchie (dal 6 al 15 agosto), le mostre di ovini che hanno luogo durante il mese di luglio nel capoluogo comunale e in località Rascino, il “Festival tra le serre”, detto “Turrin sacco d’oro” (ultima domenica di agosto), e il “Natale insieme” (25 dicembre). La festa dei Patroni Fabiano e Sebastiano si celebra il 20 gennaio.

Località

Arapetrianni, Aringo, Bacino del Salto, Brusciano, Campo di Trevi, Carriafuni, Case Federico, Collaralli, Colle Mazzolino, Collegiudeo, Collesambuco, Corso, Fagge, Gamagna, Marmosedio, Mercato, Monte Nuria, Peschieta, San Pietro, Sant'Agapito-San Salvatore, Sant'Ippolito, Santa Lucia, Santa Maria, Santo Stefano, Valle Incoronata

Arapetrianni, Aringo, Bacino del Salto, Brusciano, Campo di Trevi, Carriafuni, Case Federico, Collaralli, Colle Mazzolino, Collegiudeo, Collesambuco, Corso, Fagge, Gamagna, Marmosedio, Mercato, Monte Nuria, Peschieta, San Pietro, Sant'Agapito-San Salvatore, Sant'Ippolito, Santa Lucia, Santa Maria, Santo Stefano, Valle Incoronata

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Fiamignano rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.