Descrizione

Centro di collina di origini antiche, la cui economia si basa essenzialmente sull’industria, affiancata dall’allevamento avicolo, dall’agricoltura tradizionale, dall’artigianato tipico delle ceramiche e dal turismo estivo. I fermignanesi, che presentano un indice di vecchiaia nella media, si concentrano prevalentemente nel capoluogo comunale, raccolto in un’ansa del fiume Metauro, mentre una piccolissima parte della comunità si divide tra alcuni minuscoli aggregati urbani (Ca’ l’Agostina, Ca’ la Ninetta, Ponte di Trajano, San Silvestro e Villa Furlo di Pagino) e un certo numero di case sparse sui fondi. Il territorio comunale, che possiede un’isola amministrativa fra i comuni di Urbino, Fossombrone, Cagli e Acqualagna, abbraccia una dorsale di dolci rilievi collinari, ricoperti in parte da una fitta vegetazione di roverella, acero, carpino nero, orniello e cerro e in parte da ampi appezzamenti coltivati, strappati alla vegetazione spontanea dal secolare lavoro dell’uomo. Le quote s’innalzano sensibilmente in corrispondenza delle pendici del monte Pietralata, che presenta ampie zone di nuda roccia calcarea, screziata qua e là dal giallo e dal rosso dei cespugli di scotano. I boschi costituiscono l’habitat ideale di daini, caprioli, cinghiali e di molti mammiferi di piccola taglia.

Centro di collina di origini antiche, la cui economia si basa essenzialmente sull’industria, affiancata dall’allevamento avicolo, dall’agricoltura tradizionale, dall’artigianato tipico delle ceramiche e dal turismo estivo. I fermignanesi, che presentano un indice di vecchiaia nella media, si concentrano prevalentemente nel capoluogo comunale, raccolto in un’ansa del fiume Metauro, mentre una piccolissima parte della comunità si divide tra alcuni minuscoli aggregati urbani (Ca’ l’Agostina, Ca’ la Ninetta, Ponte di Trajano, San Silvestro e Villa Furlo di Pagino) e un certo numero di case sparse sui fondi. Il territorio comunale, che possiede un’isola amministrativa fra i comuni di Urbino, Fossombrone, Cagli e Acqualagna, abbraccia una dorsale di dolci rilievi collinari, ricoperti in parte da una fitta vegetazione di roverella, acero, carpino nero, orniello e cerro e in parte da ampi appezzamenti coltivati, strappati alla vegetazione spontanea dal secolare lavoro dell’uomo. Le quote s’innalzano sensibilmente in corrispondenza delle pendici del monte Pietralata, che presenta ampie zone di nuda roccia calcarea, screziata qua e là dal giallo e dal rosso dei cespugli di scotano. I boschi costituiscono l’habitat ideale di daini, caprioli, cinghiali e di molti mammiferi di piccola taglia.

Storia

Sorta in epoca romana, fu teatro della battaglia del Metauro (207 a.C.), durante la quale l’esercito cartaginese, comandato da Asdrubale, fu sconfitto dai romani. Nel corso del Medioevo fu sottoposta alla giurisdizione di Urbino, passando alla Chiesa nell’anno 1631, con l’estinzione del casato dei Montefeltro, duchi di Urbino. Entrata a far parte del Regno Italico napoleonico in seguito all’invasione francese, tornò ben presto allo Stato Pontificio, cui rimase fino al 1818, quando ottenne l’autonomia amministrativa. Il toponimo, menzionato al femminile nelle RATIONES DECIMARUM delle Marche, deriva dal personale latino FIRMINIUS, con l’aggiunta del suffisso –ANUS. Si accede all’antico abitato attraverso un ponte romano a tre arcate, che congiunge le due sponde del Metauro ed è sovrastato a un’estremità da un possente bastione quadrangolare di epoca medievale, detto torre delle Milizie. Gli edifici religiosi di maggior pregio sono la chiesa trecentesca di San Giacomo di Compostella e quella di Santa Veneranda, che custodiva un tempo alcune preziose tele ottocentesche.

Sorta in epoca romana, fu teatro della battaglia del Metauro (207 a.C.), durante la quale l’esercito cartaginese, comandato da Asdrubale, fu sconfitto dai romani. Nel corso del Medioevo fu sottoposta alla giurisdizione di Urbino, passando alla Chiesa nell’anno 1631, con l’estinzione del casato dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=MONTEFELTRO'>Montefeltro</a>, duchi di Urbino. Entrata a far parte del Regno Italico napoleonico in seguito all’invasione francese, tornò ben presto allo Stato Pontificio, cui rimase fino al 1818, quando ottenne l’autonomia amministrativa. Il toponimo, menzionato al femminile nelle RATIONES DECIMARUM delle Marche, deriva dal personale latino FIRMINIUS, con l’aggiunta del suffisso –ANUS. Si accede all’antico abitato attraverso un ponte romano a tre arcate, che congiunge le due sponde del Metauro ed è sovrastato a un’estremità da un possente bastione quadrangolare di epoca medievale, detto torre delle Milizie. Gli edifici religiosi di maggior pregio sono la chiesa trecentesca di San Giacomo di Compostella e quella di Santa Veneranda, che custodiva un tempo alcune preziose tele ottocentesche.

Economia

L’economia fermignanese, un tempo a carattere eminentemente rurale (zootecnia e coltivazione di frumento e foraggi), è oggi proiettata con slancio verso i settori secondario e terziario: il primo si compone di un certo numero di imprese di varie dimensioni, attive soprattutto nei comparti dell’abbigliamento, del legno, dei mobili, della lavorazione dei metalli e della meccanica, mentre il secondo si articola in una ricca rete commerciale e in numerosi servizi privati qualificati. Sede degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, il comune possiede scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado e un istituto professionale per l’industria; tra le strutture preposte alla conservazione e alla divulgazione del patrimonio culturale figura invece una biblioteca comunale. L’assistenza sanitaria è fornita dalla farmacia e dalla sede del distretto sanitario; l’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione e di soggiorno.

L’economia fermignanese, un tempo a carattere eminentemente rurale (zootecnia e coltivazione di frumento e foraggi), è oggi proiettata con slancio verso i settori secondario e terziario: il primo si compone di un certo numero di imprese di varie dimensioni, attive soprattutto nei comparti dell’abbigliamento, del legno, dei mobili, della lavorazione dei metalli e della meccanica, mentre il secondo si articola in una ricca rete commerciale e in numerosi servizi privati qualificati. Sede degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, il comune possiede scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado e un istituto professionale per l’industria; tra le strutture preposte alla conservazione e alla divulgazione del patrimonio culturale figura invece una biblioteca comunale. L’assistenza sanitaria è fornita dalla farmacia e dalla sede del distretto sanitario; l’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione e di soggiorno.

Relazioni

Immersa nella quiete della collina marchigiana, costituisce una base di partenza ideale per escursioni a carattere naturalistico e culturale, dirette alla spettacolare gola del Furlo, scavata nella roccia dall’azione millenaria delle acque del fiume Candigliano, o agli abitati di Urbino e Urbania, ricchissimi di tesori artistici e architettonici. Un ulteriore elemento di richiamo è rappresentato dalle competizioni tra le contrade fermignanesi: il “Palio della rana d’oro” (domenica successiva alla Pasqua), rievocazione dello storico affrancamento da Urbino mediante un corteo in costume e una corsa di piccoli carri carichi di rane; il “Gran premio del biciclo ottocentesco” (prima domenica di settembre), disputato su bicicli antichi. La Patrona Sant’Anna si festeggia il 26 luglio.

Immersa nella quiete della collina marchigiana, costituisce una base di partenza ideale per escursioni a carattere naturalistico e culturale, dirette alla spettacolare gola del Furlo, scavata nella roccia dall’azione millenaria delle acque del fiume Candigliano, o agli abitati di Urbino e Urbania, ricchissimi di tesori artistici e architettonici. Un ulteriore elemento di richiamo è rappresentato dalle competizioni tra le contrade fermignanesi: il “Palio della rana d’oro” (domenica successiva alla Pasqua), rievocazione dello storico affrancamento da Urbino mediante un corteo in costume e una corsa di piccoli carri carichi di rane; il “Gran premio del biciclo ottocentesco” (prima domenica di settembre), disputato su bicicli antichi. La Patrona Sant’Anna si festeggia il 26 luglio.

Località

Bivio Borzaga-Santa Barbara, Ca' l'Agostina, Ponte di Trajano, San Silvestro, Villa Furlo

Bivio Borzaga-Santa Barbara, Ca' l'Agostina, Ponte di Trajano, San Silvestro, Villa Furlo