Descrizione

Comune collinare, sorto con tutta probabilità nel Medioevo in un territorio popolato fin dalla preistoria; la sua economia è basata essenzialmente sulle attività agricole e sull’allevamento. La comunità dei farnesani, il cui indice di vecchiaia è particolarmente elevato, vive concentrata quasi tutta nel capoluogo comunale. L’abitato, situato su un dosso tufaceo, presenta pianta irregolare ed è formato da un nucleo medievale di struttura compatta e da una parte relativamente più recente, di impronta rinascimentale. Il territorio comunale comprende parte della suggestiva e selvaggia selva del Lamone, un vasto altipiano di natura vulcanica, sul quale si alternano distese di grigi massi lavici ricoperti di muschi ed edera, chiamati “murce”, e fitti boschi di querce, che offrono rifugio a numerose specie di animali selvatici, come cinghiali, tassi, volpi, istrici e gatti selvatici; in altri punti del comprensorio comunale campi coltivati e ordinati filari di viti e olivi testimoniano l’operato dell’uomo. Sullo sfondo argento dello stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, campeggia una farnia, affiancata da due gigli azzurri.

Comune collinare, sorto con tutta probabilità nel Medioevo in un territorio popolato fin dalla preistoria; la sua economia è basata essenzialmente sulle attività agricole e sull’allevamento. La comunità dei farnesani, il cui indice di vecchiaia è particolarmente elevato, vive concentrata quasi tutta nel capoluogo comunale. L’abitato, situato su un dosso tufaceo, presenta pianta irregolare ed è formato da un nucleo medievale di struttura compatta e da una parte relativamente più recente, di impronta rinascimentale. Il territorio comunale comprende parte della suggestiva e selvaggia selva del Lamone, un vasto altipiano di natura vulcanica, sul quale si alternano distese di grigi massi lavici ricoperti di muschi ed edera, chiamati “murce”, e fitti boschi di querce, che offrono rifugio a numerose specie di animali selvatici, come cinghiali, tassi, volpi, istrici e gatti selvatici; in altri punti del comprensorio comunale campi coltivati e ordinati filari di viti e olivi testimoniano l’operato dell’uomo. Sullo sfondo argento dello stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, campeggia una farnia, affiancata da due gigli azzurri.

Storia

Resti di insediamenti risalenti all’età del bronzo testimoniano la presenza dell’uomo fin dalla preistoria; tracce di un villaggio di quel periodo si trovano anche presso l’attuale capoluogo comunale, che si sviluppò con molta probabilità tra l’XI e il XII secolo d.C. Inserita tra i possedimenti di Orvieto, verso la fine del Duecento pervenne ai Farnese, che la tennero fino al 1649, inizialmente come feudo autonomo, poi come parte del ducato di Castro. Dopo la distruzione di Castro per volere di papa Innocenzo X, fu acquistata dai Chigi, che ne mantennero il possesso fino al 1825, salvo la breve parentesi napoleonica (1798-1813), durante la quale fu inclusa nella Repubblica Romana. Venduta dai Chigi alla Camera Apostolica nel 1825, durante la seconda metà dell’Ottocento fu interessata dalla piaga del brigantaggio, che si annidava nei rifugi sicuri della selva del Lamone, e nel 1867 fu teatro di uno scontro tra volontari garibaldini e soldati pontifici. Il toponimo deriva dal latino FARNEUS, ‘di frassino’, ‘di farnia’, con l’aggiunta del suffisso aggettivale -ENSIS. Il patrimonio storico-architettonico annovera la rocca, risalente al XII secolo ma più volte rimaneggiata, la parrocchiale di San Salvatore, la chiesa di San Rocco, il settecentesco palazzo Chigi, attuale sede comunale, e il rinascimentale palazzo Farnese, con un bel portale attribuito al Vignola e un giardino all’italiana raggiungibile tramite un ponte che sovrasta la strada principale.

Resti di insediamenti risalenti all’età del bronzo testimoniano la presenza dell’uomo fin dalla preistoria; tracce di un villaggio di quel periodo si trovano anche presso l’attuale capoluogo comunale, che si sviluppò con molta probabilità tra l’XI e il XII secolo d.C. Inserita tra i possedimenti di Orvieto, verso la fine del Duecento pervenne ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=FARNESE'>Farnese</a>, che la tennero fino al 1649, inizialmente come feudo autonomo, poi come parte del ducato di Castro. Dopo la distruzione di Castro per volere di papa Innocenzo X, fu acquistata dai Chigi, che ne mantennero il possesso fino al 1825, salvo la breve parentesi napoleonica (1798-1813), durante la quale fu inclusa nella Repubblica Romana. Venduta dai Chigi alla Camera Apostolica nel 1825, durante la seconda metà dell’Ottocento fu interessata dalla piaga del brigantaggio, che si annidava nei rifugi sicuri della selva del Lamone, e nel 1867 fu teatro di uno scontro tra volontari garibaldini e soldati pontifici. Il toponimo deriva dal latino FARNEUS, ‘di frassino’, ‘di farnia’, con l’aggiunta del suffisso aggettivale -ENSIS. Il patrimonio storico-architettonico annovera la rocca, risalente al XII secolo ma più volte rimaneggiata, la parrocchiale di San Salvatore, la chiesa di San Rocco, il settecentesco palazzo Chigi, attuale sede comunale, e il rinascimentale palazzo <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=FARNESE'>Farnese</a>, con un bel portale attribuito al Vignola e un giardino all’italiana raggiungibile tramite un ponte che sovrasta la strada principale.

Economia

Le attività economiche tradizionali, come la coltivazione del frumento, la viticoltura, l’olivicoltura e l’allevamento di bovini e ovini, costituiscono ancora insostituibili fonti di reddito per buona parte della comunità farnesana; il settore industriale, che annovera, tra l’altro, i comparti dell’estrazione della pietra, della lavorazione e conservazione delle carni e dell’edilizia, non è in grado di rappresentare una valida alternativa alle occupazioni legate alla terra; più vivace appare il terziario, che comprende un discreto numero di esercizi commerciali e un’adeguata dotazione di servizi, inclusi il credito e le assicurazioni. Il dinamismo della comunità farnesana è dimostrato dalla presenza di squadre e associazioni sportive nonché dall’insieme di strutture e servizi di pubblica utilità: il comune è dotato di una stazione dei carabinieri, delle scuole dell’obbligo e di un museo archeologico, che, oltre a documentare gli scavi nel sito protostorico in località Sorgenti della Nova, custodisce ceramiche rinascimentali rinvenute nei “butti”, vale a dire i pozzi domestici; usufruisce dell’assistenza sanitaria fornita dalla farmacia ma non possiede una sviluppata capacità ricettiva, considerata l’assenza di strutture per il soggiorno.

Le attività economiche tradizionali, come la coltivazione del frumento, la viticoltura, l’olivicoltura e l’allevamento di bovini e ovini, costituiscono ancora insostituibili fonti di reddito per buona parte della comunità farnesana; il settore industriale, che annovera, tra l’altro, i comparti dell’estrazione della pietra, della lavorazione e conservazione delle carni e dell’edilizia, non è in grado di rappresentare una valida alternativa alle occupazioni legate alla terra; più vivace appare il terziario, che comprende un discreto numero di esercizi commerciali e un’adeguata dotazione di servizi, inclusi il credito e le assicurazioni. Il dinamismo della comunità farnesana è dimostrato dalla presenza di squadre e associazioni sportive nonché dall’insieme di strutture e servizi di pubblica utilità: il comune è dotato di una stazione dei carabinieri, delle scuole dell’obbligo e di un museo archeologico, che, oltre a documentare gli scavi nel sito protostorico in località Sorgenti della Nova, custodisce ceramiche rinascimentali rinvenute nei “butti”, vale a dire i pozzi domestici; usufruisce dell’assistenza sanitaria fornita dalla farmacia ma non possiede una sviluppata capacità ricettiva, considerata l’assenza di strutture per il soggiorno.

Relazioni

Soprattutto nella bella stagione è meta di un consistente numero di visitatori attratti dallo splendido patrimonio naturale della selva del Lamone, luogo ideale per passeggiate ed escursioni nel verde; gli amanti della caccia e della pesca possono inoltre praticare i loro sport preferiti sulle rive del fiume Fiora. Tra le manifestazioni tradizionali figurano la “Festa della primavera” (prima domenica di maggio) e quella dedicata alla Madonna della Pietà (17 agosto), nel corso della quale è consuetudine offrire agli intervenuti biscotti e uova. Il Patrono Sant’Isidoro si festeggia il 10 maggio. È gemellata dal 1993 con Beaumont de Pertuis (Francia).

Soprattutto nella bella stagione è meta di un consistente numero di visitatori attratti dallo splendido patrimonio naturale della selva del Lamone, luogo ideale per passeggiate ed escursioni nel verde; gli amanti della caccia e della pesca possono inoltre praticare i loro sport preferiti sulle rive del fiume Fiora. Tra le manifestazioni tradizionali figurano la “Festa della primavera” (prima domenica di maggio) e quella dedicata alla Madonna della Pietà (17 agosto), nel corso della quale è consuetudine offrire agli intervenuti biscotti e uova. Il Patrono Sant’Isidoro si festeggia il 10 maggio. È gemellata dal 1993 con Beaumont de Pertuis (Francia).

Località

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Farnese rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.