Descrizione

Comune collinare, probabilmente di antiche origini; le attività rurali svolgono ancora una funzione trainante, a fronte della modesta affermazione dell’industria e del terziario. I faleriani, che fanno registrare un indice di vecchiaia di poco superiore alla media, mostrano un’evidente tendenza all’accentramento: infatti, la maggior parte della comunità vive concentrata nel capoluogo comunale e solo un’esigua percentuale di essa risiede nel piccolo aggregato urbano di Banditaccia e in case sparse sui fondi. L’abitato offre uno spettacolo di grande impatto visivo, raggruppato com’è su uno sperone di tufo che precipita in una profonda gola; il nucleo medievale, oggi abbandonato, è proteso verso la punta dello sperone mentre la parte più recente si estende verso sud-est. La presenza di profondi burroni, scavati nel suolo vulcanico dai corsi d’acqua, conferisce varietà al territorio comunale, il cui profilo geometrico non evidenzia rilevanti oscillazioni altimetriche. Il paesaggio è caratterizzato dai colori delle colture e dell’eterogenea vegetazione spontanea, che trova condizioni ideali per svilupparsi nell’alternanza, tipica delle forre, di zone soleggiate e di aree umide e riparate dalla luce.

Comune collinare, probabilmente di antiche origini; le attività rurali svolgono ancora una funzione trainante, a fronte della modesta affermazione dell’industria e del terziario. I faleriani, che fanno registrare un indice di vecchiaia di poco superiore alla media, mostrano un’evidente tendenza all’accentramento: infatti, la maggior parte della comunità vive concentrata nel capoluogo comunale e solo un’esigua percentuale di essa risiede nel piccolo aggregato urbano di Banditaccia e in case sparse sui fondi. L’abitato offre uno spettacolo di grande impatto visivo, raggruppato com’è su uno sperone di tufo che precipita in una profonda gola; il nucleo medievale, oggi abbandonato, è proteso verso la punta dello sperone mentre la parte più recente si estende verso sud-est. La presenza di profondi burroni, scavati nel suolo vulcanico dai corsi d’acqua, conferisce varietà al territorio comunale, il cui profilo geometrico non evidenzia rilevanti oscillazioni altimetriche. Il paesaggio è caratterizzato dai colori delle colture e dell’eterogenea vegetazione spontanea, che trova condizioni ideali per svilupparsi nell’alternanza, tipica delle forre, di zone soleggiate e di aree umide e riparate dalla luce.

Storia

Sorta con molta probabilità dopo la conquista del territorio falisco da parte dei romani, costituì una stazione di posta lungo la via Flaminia; comunque, le prime notizie storicamente documentate risalgono solo al 998 d.C., quando pervenne al monastero dei Santi Andrea e Gregorio al Celio. Nel Trecento divenne feudo degli Anguillara, sotto il cui dominio nel Cinquecento conobbe un periodo di splendore: a quest’epoca risale l’ampliamento del castello e la costruzione di una cinta muraria munita di torri e di due porte di accesso. All’inizio del Novecento subì una nuova trasformazione urbanistica, con la distruzione della cinta muraria e la costruzione di un nuovo palazzo comunale fuori del centro storico, in un’area dove già nell’Ottocento erano sorti nuovi quartieri; dopo il 1942, anno in cui fu colpita da un violento terremoto, l’insediamento originario cominciò ad essere abbandonato. Il toponimo, che è stato Stabia fino al 1874, non sembra avere giustificazione storica, dal momento che l’abitato non occupa né il sito dell’antica FALERII NOVI né quello di FALERII VETERES. Tra le vestigia del passato figurano la parrocchiale di San Giuliano, risalente al XIII secolo, e il castello, sorto nello stesso periodo ma più volte rimaneggiato e in decadenza già nell’Ottocento.

Sorta con molta probabilità dopo la conquista del territorio falisco da parte dei romani, costituì una stazione di posta lungo la via Flaminia; comunque, le prime notizie storicamente documentate risalgono solo al 998 d.C., quando pervenne al monastero dei Santi Andrea e Gregorio al Celio. Nel Trecento divenne feudo degli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ANGUILLARA'>Anguillara</a>, sotto il cui dominio nel Cinquecento conobbe un periodo di splendore: a quest’epoca risale l’ampliamento del castello e la costruzione di una cinta muraria munita di torri e di due porte di accesso. All’inizio del Novecento subì una nuova trasformazione urbanistica, con la distruzione della cinta muraria e la costruzione di un nuovo palazzo comunale fuori del centro storico, in un’area dove già nell’Ottocento erano sorti nuovi quartieri; dopo il 1942, anno in cui fu colpita da un violento terremoto, l’insediamento originario cominciò ad essere abbandonato. Il toponimo, che è stato Stabia fino al 1874, non sembra avere giustificazione storica, dal momento che l’abitato non occupa né il sito dell’antica FALERII NOVI né quello di FALERII VETERES. Tra le vestigia del passato figurano la parrocchiale di San Giuliano, risalente al XIII secolo, e il castello, sorto nello stesso periodo ma più volte rimaneggiato e in decadenza già nell’Ottocento.

Economia

La comunità conduce una vita tranquilla e permeata dal senso della tradizione, che ne limita in parte l’apertura nei confronti delle novità. L’economia locale poggia ancora su attività di tipo tradizionale, come la coltivazione del nocciolo e della vite; l’industria è rappresentata da aziende alimentari, edili e dei materiali da costruzione ma non è in grado di assorbire tutta la manodopera presente sul posto, che pertanto è costretta a rivolgersi altrove; anche il terziario non appare particolarmente sviluppato, soprattutto per quanto riguarda il commercio; sono invece presenti servizi qualificati, come il credito e le assicurazioni. Il panorama delle strutture e dei servizi di pubblica utilità fa registrare qualche carenza: il comune è provvisto degli ordinari uffici municipali e postali, di una stazione dei carabinieri e di scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado ma è privo di rilevanti strutture culturali, come biblioteche e musei; il suo apparato ricettivo non include strutture per il soggiorno; la farmacia e un presidio di guardia medica provvedono all’assistenza sanitaria.

La comunità conduce una vita tranquilla e permeata dal senso della tradizione, che ne limita in parte l’apertura nei confronti delle novità. L’economia locale poggia ancora su attività di tipo tradizionale, come la coltivazione del nocciolo e della vite; l’industria è rappresentata da aziende alimentari, edili e dei materiali da costruzione ma non è in grado di assorbire tutta la manodopera presente sul posto, che pertanto è costretta a rivolgersi altrove; anche il terziario non appare particolarmente sviluppato, soprattutto per quanto riguarda il commercio; sono invece presenti servizi qualificati, come il credito e le assicurazioni. Il panorama delle strutture e dei servizi di pubblica utilità fa registrare qualche carenza: il comune è provvisto degli ordinari uffici municipali e postali, di una stazione dei carabinieri e di scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado ma è privo di rilevanti strutture culturali, come biblioteche e musei; il suo apparato ricettivo non include strutture per il soggiorno; la farmacia e un presidio di guardia medica provvedono all’assistenza sanitaria.

Relazioni

Anche se la penuria di strutture e servizi atti a rendere gradevoli la sosta o il soggiorno penalizzano la sua capacità di attrazione, è pur vero che la cordialità dei suoi abitanti e l’integrità dell’ambiente naturale che la circonda costituiscono un efficace motivo di richiamo. Contribuiscono a mantenere vivi i contatti con l’esterno alcune manifestazioni tradizionali, come la processione del Cristo morto (Venerdì Santo), che si snoda lungo un percorso segnato da fascine di fuoco, e i numerosi eventi all’insegna della musica e del divertimento che formano il programma dell’“Estate faleriana” (luglio); le festose cene all’aperto organizzate durante la bella stagione consentono inoltre di degustare le genuine specialità gastronomiche locali. La festa del Patrono San Giuliano si celebra il 13 gennaio, con una solenne processione, seguita da manifestazioni folcloristiche; il 19 maggio ha luogo un’altra processione, resa particolarmente suggestiva dalla tremula luce delle fiaccole disposte lungo tutto il percorso.

Anche se la penuria di strutture e servizi atti a rendere gradevoli la sosta o il soggiorno penalizzano la sua capacità di attrazione, è pur vero che la cordialità dei suoi abitanti e l’integrità dell’ambiente naturale che la circonda costituiscono un efficace motivo di richiamo. Contribuiscono a mantenere vivi i contatti con l’esterno alcune manifestazioni tradizionali, come la processione del Cristo morto (Venerdì Santo), che si snoda lungo un percorso segnato da fascine di fuoco, e i numerosi eventi all’insegna della musica e del divertimento che formano il programma dell’“Estate faleriana” (luglio); le festose cene all’aperto organizzate durante la bella stagione consentono inoltre di degustare le genuine specialità gastronomiche locali. La festa del Patrono San Giuliano si celebra il 13 gennaio, con una solenne processione, seguita da manifestazioni folcloristiche; il 19 maggio ha luogo un’altra processione, resa particolarmente suggestiva dalla tremula luce delle fiaccole disposte lungo tutto il percorso.

Località

Banditaccia

Banditaccia

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Faleria rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.