Descrizione

Centro collinare di antichissima fondazione, rinomato per la produzione di cappelli in paglia; all’artigianato si affiancano il turismo, alcune imprese industriali e le tradizionali attività rurali. Più della metà dei faleronesi, il cui un indice di vecchiaia è particolarmente elevato, si divide tra il capoluogo comunale, numerose case sparse sui fondi e un buon numero di piccolissimi aggregati urbani; il resto della comunità risiede invece nella popolosa località di Piane. L’abitato, nato dall’unione di due nuclei fortificati distinti, è posto in pendio e si allunga ai lati di un tracciato viario. Il territorio comunale abbraccia una distesa ondulata di colli, ammantati di boschi cedui, composti in prevalenza da pini e abeti, e di seminativi, vigneti e profumati frutteti.

Centro collinare di antichissima fondazione, rinomato per la produzione di cappelli in paglia; all’artigianato si affiancano il turismo, alcune imprese industriali e le tradizionali attività rurali. Più della metà dei faleronesi, il cui un indice di vecchiaia è particolarmente elevato, si divide tra il capoluogo comunale, numerose case sparse sui fondi e un buon numero di piccolissimi aggregati urbani; il resto della comunità risiede invece nella popolosa località di Piane. L’abitato, nato dall’unione di due nuclei fortificati distinti, è posto in pendio e si allunga ai lati di un tracciato viario. Il territorio comunale abbraccia una distesa ondulata di colli, ammantati di boschi cedui, composti in prevalenza da pini e abeti, e di seminativi, vigneti e profumati frutteti.

Storia

Nei pressi dell’attuale abitato sorgeva la città di FALERIA (I secolo a.C.) ma fonti documentarie e scavi archeologici hanno dimostrato la presenza di insediamenti precedenti, databili al VI secolo a.C.; nel 90 a.C., inoltre, il territorio comunale, attraversato da importanti tracciati viari che conducevano a Fermo, Urbisaglia e Ascoli, fu teatro di una significativa battaglia tra la lega italica e le truppe romane, che furono sconfitte. Dopo aver conosciuto una certa prosperità, FALERIA decadde in epoca tardo-antica e, in seguito alle invasioni barbariche, i suoi abitanti furono costretti a trasferirsi su un vicino colle. Tra il Medioevo e il Rinascimento il borgo estese notevolmente i suoi possedimenti e nel corso del Cinquecento tentò senza successo di imporre la sua signoria su Fermo; annesso in seguito ai territori pontifici, fu invaso dalle truppe francesi negli ultimi anni del Settecento. Il toponimo trae origine dal nome dell’antica città romana. La testimonianza più significativa della presenza romana nel territorio comunale è costituita da un teatro del I secolo a.C., in buono stato di conservazione. Risale al Duecento la solitaria chiesa di San Paolino, in stile romanico-gotico, mentre la piazza centrale dell’abitato è interamente in stile quattrocentesco: al centro dello slargo è posto un pozzo, su un lato la piccola loggia dei Mercanti e, di fronte a quest’ultima, la chiesa di San Fortunato (iniziata nel XIII secolo), con portale del 1440 e, all’interno, un dipinto di Vittore Crivelli.

Nei pressi dell’attuale abitato sorgeva la città di FALERIA (I secolo a.C.) ma fonti documentarie e scavi archeologici hanno dimostrato la presenza di insediamenti precedenti, databili al VI secolo a.C.; nel 90 a.C., inoltre, il territorio comunale, attraversato da importanti tracciati viari che conducevano a Fermo, Urbisaglia e Ascoli, fu teatro di una significativa battaglia tra la lega italica e le truppe romane, che furono sconfitte. Dopo aver conosciuto una certa prosperità, FALERIA decadde in epoca tardo-antica e, in seguito alle invasioni barbariche, i suoi abitanti furono costretti a trasferirsi su un vicino colle. Tra il Medioevo e il Rinascimento il borgo estese notevolmente i suoi possedimenti e nel corso del Cinquecento tentò senza successo di imporre la sua signoria su Fermo; annesso in seguito ai territori pontifici, fu invaso dalle truppe francesi negli ultimi anni del Settecento. Il toponimo trae origine dal nome dell’antica città romana. La testimonianza più significativa della presenza romana nel territorio comunale è costituita da un teatro del I secolo a.C., in buono stato di conservazione. Risale al Duecento la solitaria chiesa di San Paolino, in stile romanico-gotico, mentre la piazza centrale dell’abitato è interamente in stile quattrocentesco: al centro dello slargo è posto un pozzo, su un lato la piccola loggia dei Mercanti e, di fronte a quest’ultima, la chiesa di San Fortunato (iniziata nel XIII secolo), con portale del 1440 e, all’interno, un dipinto di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=VITTORECRIVELLI'>Vittore Crivelli</a>.

Economia

La lavorazione artigianale della paglia, fiorente già nel Settecento, è tuttora diffusa e fa del luogo la patria marchigiana del cappello; conservano inoltre un ruolo significativo nella formazione del reddito la silvicoltura e la produzione di cereali, frutta e ortaggi. Piuttosto sviluppato è il settore secondario, particolarmente dinamico nei comparti delle calzature e della lavorazione dei metalli ma vivace anche in quelli estrattivo, tessile e del legno. Vitale è il terziario, che vanta un’articolata rete di distribuzione e un buon numero di servizi privati, comprendente il credito, le assicurazioni e la consulenza informatica. Sede degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, il comune ospita una casa di riposo, le scuole dell’obbligo e un museo archeologico; un ambulatorio distrettuale e la farmacia provvedono all’assistenza sanitaria; l’apparato ricettivo include esercizi di ristoro e strutture per il soggiorno.

La lavorazione artigianale della paglia, fiorente già nel Settecento, è tuttora diffusa e fa del luogo la patria marchigiana del cappello; conservano inoltre un ruolo significativo nella formazione del reddito la silvicoltura e la produzione di cereali, frutta e ortaggi. Piuttosto sviluppato è il settore secondario, particolarmente dinamico nei comparti delle <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=CALZATURE'>calzature</a> e della lavorazione dei metalli ma vivace anche in quelli estrattivo, tessile e del legno. Vitale è il terziario, che vanta un’articolata rete di distribuzione e un buon numero di servizi privati, comprendente il credito, le assicurazioni e la consulenza informatica. Sede degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, il comune ospita una casa di riposo, le scuole dell’obbligo e un museo archeologico; un ambulatorio distrettuale e la farmacia provvedono all’assistenza sanitaria; l’apparato ricettivo include esercizi di ristoro e strutture per il soggiorno.

Relazioni

Il sito archeologico dell’antica FALERIA e il patrimonio storico-artistico custodito nelle ville e nelle chiese sparse sul territorio comunale costituiscono un forte elemento di richiamo per studiosi e amanti dell’arte. Il calendario delle feste faleronesi è particolarmente ricco e vario: l’estate offre la stagione di prosa al teatro romano, il “Festival musicale del Piceno” nonché manifestazioni e rievocazioni storiche, quali la “Contesa della ‘nzegna” e “Le veglie” (agosto) –la prima consiste in un corteo in costume per la benedizione di carri votivi e la seconda in riunioni tra contrade, volte a conservare la memoria degli usi quotidiani dei contadini, che si raccoglievano in gruppo per lavorare la paglia–; la terza domenica di ottobre si svolge inoltre un’importante fiera degli uccelli. La festa del Patrono San Fortunato si celebra il primo giugno.

Il sito archeologico dell’antica FALERIA e il patrimonio storico-artistico custodito nelle ville e nelle chiese sparse sul territorio comunale costituiscono un forte elemento di richiamo per studiosi e amanti dell’arte. Il calendario delle feste faleronesi è particolarmente ricco e vario: l’estate offre la stagione di prosa al teatro romano, il “Festival musicale del Piceno” nonché manifestazioni e rievocazioni storiche, quali la “Contesa della ‘nzegna” e “Le veglie” (agosto) –la prima consiste in un corteo in costume per la benedizione di carri votivi e la seconda in riunioni tra contrade, volte a conservare la memoria degli usi quotidiani dei contadini, che si raccoglievano in gruppo per lavorare la paglia–; la terza domenica di ottobre si svolge inoltre un’importante fiera degli uccelli. La festa del Patrono San Fortunato si celebra il primo giugno.

Località

Casa De Minicis, Castelnuovo, Madonna, Morello, Pacchiarotti, Patrignone, Piane, Salegnano, San Clemente, San Marco, Varano-Cerretino, Volpi

Casa De Minicis, Castelnuovo, Madonna, Morello, Pacchiarotti, Patrignone, Piane, Salegnano, San Clemente, San Marco, Varano-Cerretino, Volpi