Descrizione

Piccola comunità di montagna di antica origine, classificata “comune sparso” con sede in località Erto, la cui economia si basa sulle tradizionali attività rurali, affiancate da una modestissima presenza industriale. Gli ertani, con un indice di vecchiaia di poco superiore alla media, sono in gran parte concentrati nel capoluogo comunale; il resto della popolazione è distribuito tra alcune case sparse e i nuclei Casso e San Martino. Attraversato dal torrente Vajont, il territorio, comprendente anche il lago del Vajont e l’omonima diga, ha un profilo geometrico irregolare, con accentuate differenze di altitudine: si raggiungono i 2.668 metri del monte Duranno. L’abitato, interessato da una forte crescita edilizia, ha un andamento plano-altimetrico vario. Nello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, si rappresenta la frana del Vajont avvenuta il 9 ottobre 1963. Sullo sfondo domina il Monte Toc.

Piccola comunità di montagna di antica origine, classificata “comune sparso” con sede in località Erto, la cui economia si basa sulle tradizionali attività rurali, affiancate da una modestissima presenza industriale. Gli ertani, con un indice di vecchiaia di poco superiore alla media, sono in gran parte concentrati nel capoluogo comunale; il resto della popolazione è distribuito tra alcune case sparse e i nuclei Casso e San Martino. Attraversato dal torrente Vajont, il territorio, comprendente anche il <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=FVG&parola=LAGODELVAJONT'>lago del Vajont</a> e l’omonima diga, ha un profilo geometrico irregolare, con accentuate differenze di altitudine: si raggiungono i 2.668 metri del monte Duranno. L’abitato, interessato da una forte crescita edilizia, ha un andamento plano-altimetrico vario. Nello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, si rappresenta la frana del Vajont avvenuta il 9 ottobre 1963. Sullo sfondo domina il Monte Toc.

Storia

Le due località, divenute autonome nel 1688 e riunificate nel 1866, hanno una storia diversa, a partire dalle origini. Erto, il cui nome figura per la prima volta in un documento del XIV secolo e deriva dall’aggettivo latino ERCTUS, ‘erto, ripido’, fu abitata già in epoca romana, stando ai vari reperti archeologici rinvenuti nella zona. Nel secolo VIII fu donata dai longobardi all’abbazia benedettina di Sesto al Reghena, passando, una volta finito il potere degli abati sestesi, sotto l’arcidiocesi di Udine e, nell’Ottocento, sotto quella di Concordia. Casso, il cui toponimo deriva dal latino CAPSUM, che significa ‘cassa, gabbia’ e quindi ‘luogo chiuso’, ha origini più recenti, documentate dal Trecento. Seguendo le vicende dei territori circostanti, finiti, dopo la dominazione veneziana, nelle mani dei francesi e degli austriaci e annessi al Regno d’Italia nel 1866, entrambe le comunità hanno vissuto momenti drammatici durante la prima guerra mondiale, specie con la disfatta di Caporetto, e nell’ultimo conflitto, quando particolarmente dura fu la rappresaglia tedesca per l’attivo sostegno ai movimenti partigiani, costituitisi in Val Cellina. La storia più recente è stata segnata dalla disastrosa frana nel lago del Vajont: era la notte del 9 ottobre del 1963, quando dal monte Toc si staccò un costone, che, finendo nel sottostante lago artificiale, ne provocò la tracimazione dell’acqua. Un’ondata gigantesca, dopo essersi abbattuta sull’ertano, piombò sulle località sottostanti, distruggendo Longarone (BL) e altri paesi del Piave. In seguito a questa tragedia, parte degli abitanti si trasferirono nel territorio messo a disposizione da Maniago, dando vita poi al nuovo comune di Vajont. Tra i monumenti figurano: la parrocchiale di San Bartolomeo, del XVII secolo, e la chiesa dei Santi Gervasio e Protasio, a Casso.

Le due località, divenute autonome nel 1688 e riunificate nel 1866, hanno una storia diversa, a partire dalle origini. Erto, il cui nome figura per la prima volta in un documento del XIV secolo e deriva dall’aggettivo latino ERCTUS, ‘erto, ripido’, fu abitata già in epoca romana, stando ai vari reperti archeologici rinvenuti nella zona. Nel secolo VIII fu donata dai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=FVG&parola=LONGOBARDI'>longobardi</a> all’abbazia benedettina di Sesto al Reghena, passando, una volta finito il potere degli abati sestesi, sotto l’arcidiocesi di Udine e, nell’Ottocento, sotto quella di Concordia. Casso, il cui toponimo deriva dal latino CAPSUM, che significa ‘cassa, gabbia’ e quindi ‘luogo chiuso’, ha origini più recenti, documentate dal Trecento. Seguendo le vicende dei territori circostanti, finiti, dopo la dominazione veneziana, nelle mani dei francesi e degli austriaci e annessi al Regno d’Italia nel 1866, entrambe le comunità hanno vissuto momenti drammatici durante la prima guerra mondiale, specie con la disfatta di Caporetto, e nell’ultimo conflitto, quando particolarmente dura fu la rappresaglia tedesca per l’attivo sostegno ai movimenti partigiani, costituitisi in Val Cellina. La storia più recente è stata segnata dalla disastrosa frana nel <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=FVG&parola=LAGODELVAJONT'>lago del Vajont</a>: era la notte del 9 ottobre del 1963, quando dal monte Toc si staccò un costone, che, finendo nel sottostante lago artificiale, ne provocò la tracimazione dell’acqua. Un’ondata gigantesca, dopo essersi abbattuta sull’ertano, piombò sulle località sottostanti, distruggendo Longarone (BL) e altri paesi del Piave. In seguito a questa tragedia, parte degli abitanti si trasferirono nel territorio messo a disposizione da Maniago, dando vita poi al nuovo comune di Vajont. Tra i monumenti figurano: la parrocchiale di San Bartolomeo, del XVII secolo, e la chiesa dei Santi Gervasio e Protasio, a Casso.

Economia

L’agricoltura, basata essenzialmente sulla produzione di ortaggi, a causa delle caratteristiche del territorio, che non risulta adatto a diversi tipi di coltivazioni, è integrata dall’allevamento di bovini e caprini. Le attività industriali, limitate a qualche piccola impresa edile, sono pressoché irrilevanti. Alquanto modesta è anche la presenza del terziario: non sono garantiti servizi qualificati, come quello bancario, e la rete distributiva è appena sufficiente al soddisfacimento dei bisogni primari della popolazione. È possibile frequentare soltanto le scuole materne ed elementari; per l’approfondimento culturale si può usufruire della biblioteca. Le strutture ricettive offrono possibilità sia di ristorazione che di soggiorno. L’assenza di una farmacia rende necessario rivolgersi altrove anche per i servizi sanitari di base.

L’agricoltura, basata essenzialmente sulla produzione di ortaggi, a causa delle caratteristiche del territorio, che non risulta adatto a diversi tipi di coltivazioni, è integrata dall’allevamento di bovini e caprini. Le attività industriali, limitate a qualche piccola impresa edile, sono pressoché irrilevanti. Alquanto modesta è anche la presenza del terziario: non sono garantiti servizi qualificati, come quello bancario, e la rete distributiva è appena sufficiente al soddisfacimento dei bisogni primari della popolazione. È possibile frequentare soltanto le scuole materne ed elementari; per l’approfondimento culturale si può usufruire della biblioteca. Le strutture ricettive offrono possibilità sia di ristorazione che di soggiorno. L’assenza di una farmacia rende necessario rivolgersi altrove anche per i servizi sanitari di base.

Relazioni

I rapporti con il circondario si intensificano in occasione di alcuni appuntamenti consueti, tra cui merita di essere citata la sacra rappresentazione della passione e della morte di Cristo che, dal XVI secolo, impegna la popolazione nel giorno del venerdì Santo. La festa del Patrono, San Bartolomeo, si celebra il 24 agosto.

I rapporti con il circondario si intensificano in occasione di alcuni appuntamenti consueti, tra cui merita di essere citata la sacra rappresentazione della passione e della morte di Cristo che, dal XVI secolo, impegna la popolazione nel giorno del venerdì Santo. La festa del Patrono, San Bartolomeo, si celebra il 24 agosto.

Località

Casso, Erto, Forcai, Lago del Vajont, Monte Borgà, Monte Duranno, Monte Toc, Pineda, San Martino, Vajont, Valdapont

Casso, Erto, Forcai, Lago del Vajont, Monte Borgà, Monte Duranno, Monte Toc, Pineda, San Martino, Vajont, Valdapont

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Erto e Casso rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.