Descrizione
Comune collinare, di origini medievali, che alle tradizionali attività agricole ha affiancato una modesta presenza industriale. I dolcedesi, con un indice di vecchiaia straordinariamente elevato, sono distribuiti tra il capoluogo comunale, in cui si registra la maggiore concentrazione demografica, numerose case sparse e le località Bellissimi, Costa Carnara, Isolalunga, Lecchiore e Trincheri. Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con differenze di altitudine molto accentuate: si raggiungono i 1.149 metri del monte Faudo. L’abitato, dall’andamento plano-altimetrico vario, è interessato da una forte crescita edilizia.
Storia
Il toponimo, citato in un documento della fine del XII secolo, è un derivato col suffisso -eto, che entra a comporre termini collettivi, derivanti a loro volta da nomi di piante: forse ha avuto origine dalla base “dolsa”, ‘spicchio d’aglio, baccello’, o dal greco “dolikos”, indicante una specie di legume. Possedimento dei marchesi di Clavesana, uscì dalla loro sfera di influenza, alleandosi con altre località, insieme alle quali diede vita alla comunità di Porto Maurizio, posta dapprima sotto la protezione di Genova e poi passata nel pieno potere della repubblica, nella prima metà del Duecento. Per svincolarsi dall’egemonia genovese, abbandonò l’alleanza, impegnandosi a raggiungere l’autonomia amministrativa, conseguita all’inizio del XVII secolo. La storia successiva ha seguito quella di gran parte della regione che, aggregata all’impero francese, durante la dominazione napoleonica, fu annessa al regno dei Savoia, all’indomani del congresso di Vienna. Gli elementi di maggior pregio del patrimonio storico-architettonico sono: i ponti sul torrente Prino, il più antico dei quali, detto ponte Grande, fu costruito dai cavalieri di Malta, sul finire del XIII secolo; la vecchia loggia del comune; la parrocchiale di San Tommaso Apostolo, a Piazza, riedificata, nella prima metà del Settecento, su un precedente edificio di culto tardo-medievale, di cui si conserva il portale, in pietra nera; il settecentesco oratorio di San Lorenzo; la chiesa di Santa Maria di Castellazzo, la cui abside risale ai secoli XI-XII, e la cappella di Santa Brigida, della prima metà del Quattrocento, sulle pendici del monte Faudo.
Economia
Se si escludono la stazione dei carabinieri e i consueti uffici municipali e postali, non ve ne sono altri degni di nota. L’agricoltura, basata sulla produzione di ortaggi, olivo, uve e altra frutta, è integrata dall’allevamento di bovini, ovini e caprini. L’industria, di dimensioni molto ridotte, è costituita da aziende che operano nei comparti alimentare, edile, metallurgico e della stampa. Non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario; una rete distributiva appena sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della comunità completa il panorama del terziario. Tra le strutture sociali si segnala una casa di riposo. Nelle scuole del posto si impartisce soltanto l’istruzione materna ed elementare; manca una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario è assicurato il servizio farmaceutico.
Relazioni
Sebbene non figuri tra le mete turistiche più celebrate della zona, offre a quanti vi si rechino la possibilità di godere di una suggestiva cornice paesaggistica e di gustare le specialità della cucina locale. È poco frequentata pure per lavoro, in quanto le sue attività produttive non hanno ancora raggiunto un livello tale da consentire un maggiore assorbimento di manodopera; diffuso è il pendolarismo verso il contiguo capoluogo di provincia e le altre aree più sviluppate. I rapporti con i comuni del circondario non sono molto intensi; a essi la popolazione si rivolge anche per usufruire dei servizi non disponibili sul posto, oltre che per motivi di studio. Tra gli appuntamenti consueti vanno citate: la festa di San Prospero e la fiera, che si svolgono rispettivamente la quinta domenica e il quinto lunedì dopo Pasqua; la festa del Sacro Cuore, l’ultima domenica di giugno. La festa del Patrono, San Tommaso, viene celebrata il 21 dicembre, con una fiera.
Località
Bellissimi, Costa Carnara, Isolalunga, Lecchiore, Piazza, Ripalta, Trincheri
Fondi europei 2021-2027
Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Dolcedo rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.
- Popolazione 1.415
- Lat 43° 54' 25,81'' 43.90716944
- Long 7° 56' 56,23'' 7.94895278
- CAP 18024
- Prefisso 0183
- Codice ISTAT 008030
- Codice Catasto D319
- Altitudine slm 75 mt
- zona clim./gradi giorno
Riscaldamento: dal 15/11 al 31/03 per 10 ore/giorno C/1362 - Superficie 19.32 Km2
- Densità 73,24 ab/Km2
- Sismicità Zona 3s
- Alba 08:05
- Tramonto 16:53
- Antonio Fausto Angeloni
- Piazza Doria, 35
- 18020 (IM) Liguria
- comune.dolcedo@legalmail.it
- www.comune.dolcedo.im.it
- 00246190086