Descrizione
Piccola comunità collinare, di origine medievale, ha un’economia fondata quasi esclusivamente sull’attività agricola. I dernicesi, aventi un indice di vecchiaia tra i più alti della regione, vivono oltre che nel capoluogo comunale, anche nella località Vigoponzo, negli aggregati urbani minori Bregni, Fontanelle e Vigana, in numerose case sparse, nonché nella località Molino Roverassa, isola amministrativa tra i comuni di Cortandone (AT), Monale (AT), Cinaglio (AT) e Berzano di Tortona. Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate, che vanno da un minimo di 349 a un massimo di 804 metri sul livello del mare. L’abitato sorge su una dorsale collinare che funge da spartiacque tra i bacini dei corsi d’acqua.
Storia
La sua denominazione è attestata sin dal Medioevo attraverso le forme di CASTELLUM DERNISIUM, “Dernixius”, “Darnixius”, nonché quelle in cui si ha alternanza tra “a” ed “e” atona, tra “x” e “s”, e quella ablativa di DERNICE. Tutte sembrano derivare dall’aggettivo che termina in -ICEUS, proveniente, a sua volta, dal gentilizio ATERNIUS. Le sue origini risalgono al periodo medievale. Le sue prime notizie sono documentate nell’anno 869, quando l’imperatore Lamberto, su istanza di Everardo conte di Tortona, la donò ad un uomo suo vassallo, anch’egli battezzato Everardo. Nel 1157 si trovò sotto la giurisdizione della diocesi di Tortona, a cui venne confermata da una bolla di papa Adriano IV. Contro questa decisione Federico Barbarossa si ribellò togliendogli, anche se solo momentaneamente, la giurisdizione. Secondo gli usi del tempo il vescovado poteva cedere in feudo i paesi che amministrava: i feudatari della zona divennero dapprima Guglielmo Pavese e sua moglie, e poi i fratelli Oberto e Ubaldo di Dernice, dopo aver giurato fedeltà al comune di Tortona. Nel 1295 l’amministrazione locale venne affidata a soldati mercenari guidati da Perotto Gamallero. Con l’arrivo dei Malaspina, che si schierarono contro i Visconti, nacquero dei contrasti che sfociarono nell’occupazione del forte-castello da parte di Antonio Sanazzaro (1382). Le successive signorie che si posero a capo del borgo furono prima gli Spinola e poi gli Sfrondati. Durante la guerra di successione spagnola, nel 1703, si ebbe un duro scontro tra un corpo di cavalleria imperiale, capeggiato dal generale Visconti, e i gallo-ispanici comandati dal conte di Vendone. Tra i monumenti figurano: i resti delle mura e di una torre facenti parti di un antico castello ormai distrutto; la parrocchiale risalente al 1620; i resti di un ulteriore castello appartenuto ai Malaspina.
Economia
Ospita unicamente i consueti uffici municipali e postali. Il settore primario, la principale fonte di reddito della comunità, è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, uva e altra frutta e con l’allevamento di bovini, avicoli e caprini. Il settore economico secondario è costituito da piccole aziende che operano nei comparti edile e della lavorazione del legno. Il terziario non assume dimensioni rilevanti: la rete distributiva, di cui si compone, assicura il soddisfacimento delle esigenze primarie della popolazione ma non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario. Per il sociale mancano strutture di una certa rilevanza. Mancano scuole di ogni ordine e grado, compresa una biblioteca per l’arricchimento culturale. L’apparato ricettivo offre la sola possibilità di ristorazione. A livello sanitario non è assicurato nemmeno il servizio farmaceutico. Per lo sport e il tempo libero si segnala la presenza di un campo da bocce.
Relazioni
Le sue bellezze naturali e la sua appartenenza alla comunità montana la rendono meta di un turismo di tipo escursionistico. È base di partenza di un itinerario attraverso il cui percorso di 12 km, percorribile in circa quattro ore, si raggiunge il monte Giarolo (1473 m). È poco frequentata per lavoro, in quanto le sue attività produttive non consentono di assorbire neppure tutta la manodopera del posto; diffuso è il pendolarismo verso le aree più sviluppate. I rapporti con i comuni vicini non sono molto intensi: gli abitanti vi si rivolgono, oltre che per motivi di studio, anche per l’espletamento di pratiche burocratiche. Non vi si svolgono significative manifestazioni culturali o ricreative che potrebbero allietare il borgo e richiamare visitatori dai dintorni. La festa del Patrono, San Donnino Martire, si celebra la domenica successiva al 9 ottobre.
Località
Bregni, Fontanelle, Molino Roverassa, Roverassa, Vigana, Vigoponzo
Fondi europei 2021-2027
Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Dernice rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.
- Popolazione 185
- Lat 44° 45' 57,24'' 44.76590000
- Long 9° 2' 58,63'' 9.04961944
- CAP 15056
- Prefisso 0131
- Codice ISTAT 006066
- Codice Catasto D277
- Altitudine slm 600 mt
- zona clim./gradi giorno
Riscaldamento: dal 15/10 al 15/04 per 14 ore/giorno E/2986 - Superficie 18.31 Km2
- Densità 10,10 ab/Km2
- Sismicità Zona 3
- Alba 07:34
- Tramonto 16:45
- Carlo Buscaglia
- Via Roma N.17
- 15056 (AL) Piemonte
- protocollo@pec.comune.dernice.al.it
- info@comune.dernice.al.it
- www.comune.dernice.al.it
- 85000870064
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