Descrizione

Comune montano classificato "comune sparso" con sede in località Regoledo, ha origini medievali e presenta un'economia diversificata, con la presenza di varie piccole e medie imprese e di attività rurali. La comunità dei cosiesi, con un indice di vecchiaia inferiore alla media, oltre che nel capoluogo comunale, si ripartisce in varie altre località, tra le quali si ricordano: Mellarolo, Piagno e Sacco. Il territorio comunale mostra forti variazioni altimetriche, che determinano un profilo geometrico decisamente diversificato, come dimostra l'ubicazione dei vari nuclei abitati. Essi si distribuiscono, infatti, in parte nel fondovalle, in parte sul versante della Val Gerola e ancora su un'estesa superficie pianeggiante, che ospita tra l'altro la maggior parte degli insediamento industriali. L'aspetto urbanistico dei vari aggregati non risente del fenomeno dell'espansione edilizia ma al contrario, soprattutto nella località di Regoledo, si può ancora godere di un ambiente incontaminato, tipicamente alpestre.  Nello stemma municipale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, si raffigura, su fondo giallo, un castello rosso merlato alla ghibellina e munito di due torri.  

Comune montano classificato "comune sparso" con sede in località Regoledo, ha origini medievali e presenta un'economia diversificata, con la presenza di varie piccole e medie imprese e di attività rurali. La comunità dei cosiesi, con un indice di vecchiaia inferiore alla media, oltre che nel capoluogo comunale, si ripartisce in varie altre località, tra le quali si ricordano: Mellarolo, Piagno e Sacco. Il territorio comunale mostra forti variazioni altimetriche, che determinano un profilo geometrico decisamente diversificato, come dimostra l'ubicazione dei vari nuclei abitati. Essi si distribuiscono, infatti, in parte nel fondovalle, in parte sul versante della Val Gerola e ancora su un'estesa superficie pianeggiante, che ospita tra l'altro la maggior parte degli insediamento industriali. L'aspetto urbanistico dei vari aggregati non risente del fenomeno dell'espansione edilizia ma al contrario, soprattutto nella località di Regoledo, si può ancora godere di un ambiente incontaminato, tipicamente alpestre.  Nello stemma municipale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, si raffigura, su fondo giallo, un castello rosso merlato alla ghibellina e munito di due torri.  

Storia

Da testimonianze storiche risulta essere uno dei centri più antichi della regione. Verso la fine dell'anno 1000 il territorio apparteneva ai monaci cluniacensi che vi edificarono l'abbazia di San Pietro in Vallate. Dal XII al XIV secolo fece parte del feudo di proprietà della famiglia Visdomini, di credo ghibellino e fedele a Federico Barbarossa. I Visdomini erano proprietari di un castello che fu distrutto quando furono sconfitti dai guelfi Vittani. A questi si succedettero i Visconti quindi il paese cadde sotto la dominazione delle Leghe Grigie nel XVI secolo. Cominciò per il paese un inesorabile declino e infatti alla fine del 1500 era abitato solo da 200 abitanti. La dominazione dei grigioni, terminata nel 1789, seguì le sorti della regione. Migliore fortuna ebbe Sacco di Cosio, che fino al secolo XVIII fu un centro economico e culturale di una certa importanza. Nel '400 il borgo diede i natali ad una eroina leggendaria : Bona Lombarda, una pastorella  rapita da Pietro Brunoro, condottiero dei Visconti, e trasformata in una compagna d'armi e di vita, morta poi  in Grecia nel 1468. L'espressione artistica  storicamente più importante è  senza dubbio l'antica abbazia di S. Pietro in Vallate di stile romanico,  che risale all' XI secolo. Fra gli edifici religiosi, degna di menzione è la monumentale chiesa di S. Lorenzo a Sacco di Cosio, che conserva al suo interno dipinti di scuola napoletana. Anche all'interno e all'esterno di molte abitazioni  del centro storico vi sono affreschi databili tra '400 e il '500.  

Da testimonianze storiche risulta essere uno dei centri più antichi della regione. Verso la fine dell'anno 1000 il territorio apparteneva ai monaci cluniacensi che vi edificarono l'abbazia di San Pietro in Vallate. Dal XII al XIV secolo fece parte del feudo di proprietà della famiglia Visdomini, di credo ghibellino e fedele a <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=FEDERICOBARBAROSSA'>Federico Barbarossa</a>. I Visdomini erano proprietari di un castello che fu distrutto quando furono sconfitti dai guelfi Vittani. A questi si succedettero i <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=VISCONTI'>Visconti</a> quindi il paese cadde sotto la dominazione delle Leghe Grigie nel XVI secolo. Cominciò per il paese un inesorabile declino e infatti alla fine del 1500 era abitato solo da 200 abitanti. La dominazione dei grigioni, terminata nel 1789, seguì le sorti della regione. Migliore fortuna ebbe Sacco di Cosio, che fino al secolo XVIII fu un centro economico e culturale di una certa importanza. Nel '400 il borgo diede i natali ad una eroina leggendaria : Bona Lombarda, una pastorella  rapita da Pietro Brunoro, condottiero dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=VISCONTI'>Visconti</a>, e trasformata in una compagna d'armi e di vita, morta poi  in Grecia nel 1468. L'espressione artistica  storicamente più importante è  senza dubbio l'antica abbazia di S. Pietro in Vallate di stile romanico,  che risale all' XI secolo. Fra gli edifici religiosi, degna di menzione è la monumentale chiesa di S. Lorenzo a Sacco di Cosio, che conserva al suo interno dipinti di scuola napoletana. Anche all'interno e all'esterno di molte abitazioni  del centro storico vi sono affreschi databili tra '400 e il '500.  

Economia

Molto vasto ed articolato, il panorama economico presenta un tessuto industriale con imprese grandi, medie e piccole, coadiuvato da un buon comparto agricolo.  Quest'ultimo presenta una buona produzione di cereali, frutta e vite alla quale si unisce la coltivazione di foraggi destinati alla zootecnia, con allevamenti avicoli, caprini, ovini e bovini principalmente da latte. Il settore industriale si incentra su imprese manifatturiere che sfruttano le risorse locali. Aziende lattiero-casearie, per la conservazione della frutta e per la produzione di articoli alimentari convertono la produzione agricola; falegnamerie produttrici di articoli per l'edilizia e mobilifici sfruttano le  risorse boschive; imprese artigiane impegnate nel taglio e nella lavorazione della pietra commercializzano i prodotti delle cave locali. A queste si uniscono industrie tessili e fabbriche di calcestruzzo, cemento ed altri prodotti per costruzioni, di coltelleria, articoli di metallo e nastri di alluminio, fabbriche di giochi e giocattoli e di articoli in vetro. Presenti alcune imprese edili. Le ditte produttrici di servizi completano il panorama. Tutto questo fervore imprenditoriale è supportato da una vasta rete per la commercializzazione e l'esportazione della produzione locale. Non compaiono i servizi sociali e culturali ma in compenso c'è da segnalare la presenza di una radio locale. Anche le strutture ricettive concorrono alla produzione di reddito con la presenza di alberghi e ristoranti. Lacunosi sono invece il servizio scolastico, limitato alla scuola dell'obbligo, e quello sanitario, che consta della farmacia.  

Molto vasto ed articolato, il panorama economico presenta un tessuto industriale con imprese grandi, medie e piccole, coadiuvato da un buon comparto agricolo.  Quest'ultimo presenta una buona produzione di cereali, frutta e vite alla quale si unisce la coltivazione di foraggi destinati alla zootecnia, con allevamenti avicoli, caprini, ovini e bovini principalmente da latte. Il settore industriale si incentra su imprese manifatturiere che sfruttano le risorse locali. Aziende <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=LATTIEROCASEARIE'>lattiero-casearie</a>, per la conservazione della frutta e per la produzione di articoli alimentari convertono la produzione agricola; falegnamerie produttrici di articoli per l'edilizia e <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=MOBILIFICI'>mobilifici</a> sfruttano le  risorse boschive; imprese artigiane impegnate nel taglio e nella lavorazione della pietra commercializzano i prodotti delle cave locali. A queste si uniscono industrie tessili e fabbriche di calcestruzzo, cemento ed altri prodotti per costruzioni, di coltelleria, articoli di metallo e nastri di alluminio, fabbriche di giochi e giocattoli e di articoli in vetro. Presenti alcune imprese edili. Le ditte produttrici di servizi completano il panorama. Tutto questo fervore imprenditoriale è supportato da una vasta rete per la commercializzazione e l'esportazione della produzione locale. Non compaiono i servizi sociali e culturali ma in compenso c'è da segnalare la presenza di una radio locale. Anche le strutture ricettive concorrono alla produzione di reddito con la presenza di alberghi e ristoranti. Lacunosi sono invece il servizio scolastico, limitato alla scuola dell'obbligo, e quello sanitario, che consta della farmacia.  

Relazioni

L'articolata economia produce notevoli opportunità di lavoro, dalle quali nasce un consistente flusso pendolare verso le molteplici imprese del territorio comunale. Poco sviluppato il turismo nonostante la presenza di attrezzate strutture alberghiere. La festa patronale si tiene il 7 dicembre, in onore di Sant'Ambrogio.

L'articolata economia produce notevoli opportunità di lavoro, dalle quali nasce un consistente flusso pendolare verso le molteplici imprese del territorio comunale. Poco sviluppato il turismo nonostante la presenza di attrezzate strutture alberghiere. La festa patronale si tiene il 7 dicembre, in onore di Sant'Ambrogio.

Località

Cosio, Dosso, Mellarolo, Piagno, Pizzo Olano, Regoledo, Sacco, Vallata

Cosio, Dosso, Mellarolo, Piagno, Pizzo Olano, Regoledo, Sacco, Vallata

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Cosio Valtellino rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.