Descrizione

Comune collinare, sorto nel Medioevo; tra le attività economiche che lo sostengono prevalgono l’agricoltura e l’allevamento di bestiame. I celleresi, il cui indice di vecchiaia è particolarmente elevato, vivono concentrati nel capoluogo comunale; solo una piccolissima parte della comunità risiede nel minuscolo aggregato urbano di Pianiano e nelle poche case sparse che costellano lo spazio rurale del comprensorio comunale. L’abitato, dalla struttura allungata, è posto su un altopiano tufaceo stretto tra due piccole valli; la parte antica, cui si accede attraverso una porta sormontata da una torre, si dispone ai lati della strada principale che porta all’antico castello, trasformato in dimora nobiliare. Distese coltivate prevalentemente a cereali, ampie superfici adibite al pascolo e regolari filari di viti e olivi conferiscono un aspetto tipicamente agreste a buona parte dell’ondulata campagna cellerese; in diversi punti del territorio comunale si stendono comunque folte macchie boschive che testimoniano il rigoglio della vegetazione originaria. Sullo sfondo d’argento dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggia un cervo sormontato da tre gigli dorati. Lo scudo, inoltre, è contornato da un bordo d’oro.

Comune collinare, sorto nel Medioevo; tra le attività economiche che lo sostengono prevalgono l’agricoltura e l’allevamento di bestiame. I celleresi, il cui indice di vecchiaia è particolarmente elevato, vivono concentrati nel capoluogo comunale; solo una piccolissima parte della comunità risiede nel minuscolo aggregato urbano di Pianiano e nelle poche case sparse che costellano lo spazio rurale del comprensorio comunale. L’abitato, dalla struttura allungata, è posto su un altopiano tufaceo stretto tra due piccole valli; la parte antica, cui si accede attraverso una porta sormontata da una torre, si dispone ai lati della strada principale che porta all’antico castello, trasformato in dimora nobiliare. Distese coltivate prevalentemente a cereali, ampie superfici adibite al pascolo e regolari filari di viti e olivi conferiscono un aspetto tipicamente agreste a buona parte dell’ondulata campagna cellerese; in diversi punti del territorio comunale si stendono comunque folte macchie boschive che testimoniano il rigoglio della vegetazione originaria. Sullo sfondo d’argento dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggia un cervo sormontato da tre gigli dorati. Lo scudo, inoltre, è contornato da un bordo d’oro.

Storia

Le prime notizie documentarie sulla sua esistenza risalgono all’VIII secolo d.C. ma sicuramente la zona fu frequentata dagli etruschi e dai romani: infatti, gli abitanti dell’importante e vicino insediamento etrusco di Vulci scavarono nel territorio comunale alcuni pozzi per la conservazione dei prodotti agricoli. Durante il Medioevo probabilmente appartenne per un certo periodo a Viterbo, poi nel 1254 passò alla vicina Toscanella (l’odierna Tuscania), dal cui dominio tentò più volte di liberarsi, e intorno alla metà del Trecento pervenne all’illustre famiglia Farnese. Inclusa da papa Paolo III nel ducato di Castro nel 1537, tornò alla Santa Sede nel 1649; nel 1788 venne concessa in enfiteusi al marchese Casali Patriarca. Il toponimo deriva da “cella”, che significa ‘grotta’ oppure ‘dispensa’, in riferimento probabilmente ai magazzini per la conservazione dei prodotti agricoli che si suppone esistessero nella zona durante il periodo etrusco. Fulcro del patrimonio storico-architettonico cellerese è la chiesa di Sant’Egidio, fatta costruire nel XVI secolo dai Farnese su progetto di Antonio da Sangallo il Giovane: a croce greca, sormontata da una bassa cupola, conserva all’interno affreschi cinquecenteschi. Tra le altre testimonianze storico-architettoniche si ricordano la settecentesca parrocchiale e la chiesa del Carmine, entrambe ricostruite nel Novecento.

Le prime notizie documentarie sulla sua esistenza risalgono all’VIII secolo d.C. ma sicuramente la zona fu frequentata dagli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ETRUSCHI'>etruschi</a> e dai romani: infatti, gli abitanti dell’importante e vicino insediamento <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ETRUSCO'>etrusco</a> di Vulci scavarono nel territorio comunale alcuni pozzi per la conservazione dei prodotti agricoli. Durante il Medioevo probabilmente appartenne per un certo periodo a Viterbo, poi nel 1254 passò alla vicina Toscanella (l’odierna Tuscania), dal cui dominio tentò più volte di liberarsi, e intorno alla metà del Trecento pervenne all’illustre famiglia <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=FARNESE'>Farnese</a>. Inclusa da papa <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=PAOLOIII'>Paolo III</a> nel ducato di Castro nel 1537, tornò alla Santa Sede nel 1649; nel 1788 venne concessa in enfiteusi al marchese Casali Patriarca. Il toponimo deriva da “cella”, che significa ‘grotta’ oppure ‘dispensa’, in riferimento probabilmente ai magazzini per la conservazione dei prodotti agricoli che si suppone esistessero nella zona durante il periodo <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ETRUSCO'>etrusco</a>. Fulcro del patrimonio storico-architettonico cellerese è la chiesa di Sant’Egidio, fatta costruire nel XVI secolo dai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=FARNESE'>Farnese</a> su progetto di Antonio da Sangallo il Giovane: a croce greca, sormontata da una bassa cupola, conserva all’interno affreschi cinquecenteschi. Tra le altre testimonianze storico-architettoniche si ricordano la settecentesca parrocchiale e la chiesa del Carmine, entrambe ricostruite nel Novecento.

Economia

Il senso della tradizione è particolarmente vivo all’interno della comunità cellerese, che conduce un’esistenza calma, aliena dai ritmi frenetici che caratterizzano la vita moderna. Le attività rurali, praticate su buona parte del comprensorio comunale e specializzate nella produzione di frumento, uva e olive, costituiscono ancora una fonte di reddito e occupazione significativa; è largamente praticato anche l’allevamento di bovini e suini. L’industria, presente a livello artigianale, fa fatica ad imporsi e ad assumere quel ruolo centrale che potrebbe portare al rinnovamento del quadro economico locale; il commercio appare in grado di soddisfare le esigenze basilari della comunità. Dotato degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, il comune fa registrare qualche carenza anche nella dotazione di strutture e servizi di pubblica utilità: dispone, infatti, unicamente di scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado e, per quanto riguarda l’assistenza sanitaria, può contare solo sulla farmacia; sono del tutto assenti sia strutture culturali di rilievo sia strutture ricettive.

Il senso della tradizione è particolarmente vivo all’interno della comunità cellerese, che conduce un’esistenza calma, aliena dai ritmi frenetici che caratterizzano la vita moderna. Le attività rurali, praticate su buona parte del comprensorio comunale e specializzate nella produzione di frumento, uva e olive, costituiscono ancora una fonte di reddito e occupazione significativa; è largamente praticato anche l’allevamento di bovini e suini. L’industria, presente a livello artigianale, fa fatica ad imporsi e ad assumere quel ruolo centrale che potrebbe portare al rinnovamento del quadro economico locale; il commercio appare in grado di soddisfare le esigenze basilari della comunità. Dotato degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, il comune fa registrare qualche carenza anche nella dotazione di strutture e servizi di pubblica utilità: dispone, infatti, unicamente di scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado e, per quanto riguarda l’assistenza sanitaria, può contare solo sulla farmacia; sono del tutto assenti sia strutture culturali di rilievo sia strutture ricettive.

Relazioni

Tranquilla e appartata, non è priva di attrattive, a cominciare dal pittoresco centro storico medievale; gli amanti della natura, inoltre, possono trovare nelle sorgenti del fosso Timone, immerse in un verdeggiante bosco di querce, un meta ideale per passeggiate ed escursioni. Il periodo estivo è animato dai numerosi eventi che compongono il calendario dell’“Agosto cellerese”, che si conclude con un’allegra cena all’aperto l’ultimo sabato del mese; un altro momento di festosa aggregazione è costituito dal “Pranzo all’aperto” che si svolge il primo maggio nel parco Timone. Il Patrono Sant’Egidio viene festeggiato la prima domenica di settembre, con una solenne processione, seguita da giochi popolari e balli; la festa prosegue anche il giorno successivo con corse di cavalli e fuochi d’artificio.

Tranquilla e appartata, non è priva di attrattive, a cominciare dal pittoresco centro storico medievale; gli amanti della natura, inoltre, possono trovare nelle sorgenti del fosso Timone, immerse in un verdeggiante bosco di querce, un meta ideale per passeggiate ed escursioni. Il periodo estivo è animato dai numerosi eventi che compongono il calendario dell’“Agosto cellerese”, che si conclude con un’allegra cena all’aperto l’ultimo sabato del mese; un altro momento di festosa aggregazione è costituito dal “Pranzo all’aperto” che si svolge il primo maggio nel parco Timone. Il Patrono Sant’Egidio viene festeggiato la prima domenica di settembre, con una solenne processione, seguita da giochi popolari e balli; la festa prosegue anche il giorno successivo con corse di cavalli e fuochi d’artificio.

Località

Pianiano

Pianiano

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Cellere rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.