Descrizione

Città costiera di antica origine, la cui economia poggia sulle attività portuali, su un florido apparato industriale e sul terziario. La grande maggioranza dei civitavecchiesi, con un indice di vecchiaia nella media, vive concentrata nel capoluogo comunale, che presenta un aspetto urbanistico moderno, con vie ampie e rettilinee sviluppatesi parallelamente alla linea di costa e con la parte più recente estesa nell’immediato entroterra; il resto della comunità è suddiviso tra le località di Aurelia e Scaglia, il minuscolo aggregato urbano di Santa Lucia e numerose case sparse. Il comprensorio comunale, classificato collinare, comprende un ampio tratto di litorale sabbioso, cui si contrappone l’incantevole scenario dei monti della Tolfa, che, malgrado le quote modeste, presentano una vegetazione varia e abbondante: la fitta macchia mediterranea, che ricopre i versanti più soleggiati di arbusti sempreverdi (corbezzolo, lentisco, leccio, erica, mirto, ginepro e rosmarino), convive con una flora tipicamente appenninica (ornielli, carpini, frassini e faggi), diffusa sulle pendici più ombrose; caratteristico della zona è inoltre il cosiddetto albero di Giuda, le cui foglie si fanno vermiglie durante il periodo pasquale. Sullo sfondo azzurro dello stemma, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggia una quercia sradicata, accompagnata dalle lettere O e C; fuori dello scudo, su nastro bifido azzurro svolazzante, figurano le lettere S, P, Q e C dorate.

Città costiera di antica origine, la cui economia poggia sulle attività portuali, su un florido apparato industriale e sul terziario. La grande maggioranza dei civitavecchiesi, con un indice di vecchiaia nella media, vive concentrata nel capoluogo comunale, che presenta un aspetto urbanistico moderno, con vie ampie e rettilinee sviluppatesi parallelamente alla linea di costa e con la parte più recente estesa nell’immediato entroterra; il resto della comunità è suddiviso tra le località di Aurelia e Scaglia, il minuscolo aggregato urbano di Santa Lucia e numerose case sparse. Il comprensorio comunale, classificato collinare, comprende un ampio tratto di litorale sabbioso, cui si contrappone l’incantevole scenario dei monti della Tolfa, che, malgrado le quote modeste, presentano una vegetazione varia e abbondante: la fitta macchia mediterranea, che ricopre i versanti più soleggiati di arbusti sempreverdi (corbezzolo, lentisco, leccio, erica, mirto, ginepro e rosmarino), convive con una flora tipicamente appenninica (ornielli, carpini, frassini e faggi), diffusa sulle pendici più ombrose; caratteristico della zona è inoltre il cosiddetto albero di Giuda, le cui foglie si fanno vermiglie durante il periodo pasquale. Sullo sfondo azzurro dello stemma, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggia una quercia sradicata, accompagnata dalle lettere O e C; fuori dello scudo, su nastro bifido azzurro svolazzante, figurano le lettere S, P, Q e C dorate.

Storia

Sorge nel sito dell’antica CENTUM CELLAE, sviluppatasi intorno al grandioso porto fatto costruire dall’imperatore Traiano nel 106 d.C. Occupata in seguito da goti e bizantini, fu rasa al suolo dai saraceni; i superstiti fondarono dapprima un nuovo nucleo abitato (Leopoli), poi, terminate le incursioni saracene, tornarono al vecchio e lo chiamarono CIVITAS VETULA, fortificandolo con possenti bastioni. Appartenne ai conti Ranieri, ai monaci farfensi e, tra il XIII e il XV secolo, ai Prefetti di Vico. Conquistata dall’esercito papalino nel 1431, rimase in seno allo Stato Pontificio fino all’invasione francese, cedendo alle milizie napoleoniche dopo cento giorni di assedio. Dopo aver aderito, nel 1849, alla Repubblica Romana di Mazzini e Garibaldi, nel 1870 accolse trionfalmente le truppe al seguito di Nino Bixio. Durante la seconda guerra mondiale fu quasi interamente distrutta. Nel 1508, sui ruderi dell’antico porto, fu iniziata da Bramante la costruzione della fortezza rinascimentale, detta forte Michelangelo perché fu il celeberrimo scultore a progettarne il maschio ottagonale. Sul molo romano si trovano, inoltre, i resti del lazzaretto, una fontana del Vanvitelli e i bastioni edificati da Antonio da Sangallo il Giovane. In buono stato di conservazione sono i ruderi del complesso romano delle Terme Taurine, comprendenti spogliatoi, ambienti riscaldati a diverse temperature, cisterne, vasche marmoree e una biblioteca. Tra gli edifici religiosi spiccano la chiesa di Santa Maria Maris Stella, la seicentesca cattedrale di San Francesco, la coeva parrocchiale di Santa Maria dell’Orazione e della Morte nonché la chiesa dei Santissimi Martiri giapponesi, decorata da affreschi e mosaici del pittore contemporaneo Lucas Ha Segawa.

Sorge nel sito dell’antica CENTUM CELLAE, sviluppatasi intorno al grandioso porto fatto costruire dall’imperatore Traiano nel 106 d.C. Occupata in seguito da <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=GOTI'>goti</a> e <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=BIZANTINI'>bizantini</a>, fu rasa al suolo dai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=SARACENI'>saraceni</a>; i superstiti fondarono dapprima un nuovo nucleo abitato (Leopoli), poi, terminate le incursioni <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=SARACENE'>saracene</a>, tornarono al vecchio e lo chiamarono CIVITAS VETULA, fortificandolo con possenti bastioni. Appartenne ai conti Ranieri, ai monaci <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=FARFENSI'>farfensi</a> e, tra il XIII e il XV secolo, ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=PREFETTIDIVICO'>Prefetti di Vico</a>. Conquistata dall’esercito papalino nel 1431, rimase in seno allo <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=STATOPONTIFICIO'>Stato Pontificio</a> fino all’invasione francese, cedendo alle milizie napoleoniche dopo cento giorni di assedio. Dopo aver aderito, nel 1849, alla Repubblica Romana di Mazzini e Garibaldi, nel 1870 accolse trionfalmente le truppe al seguito di Nino Bixio. Durante la seconda guerra mondiale fu quasi interamente distrutta. Nel 1508, sui ruderi dell’antico porto, fu iniziata da Bramante la costruzione della fortezza rinascimentale, detta forte Michelangelo perché fu il celeberrimo scultore a progettarne il maschio ottagonale. Sul molo romano si trovano, inoltre, i resti del lazzaretto, una fontana del Vanvitelli e i bastioni edificati da Antonio da Sangallo il Giovane. In buono stato di conservazione sono i ruderi del complesso romano delle Terme Taurine, comprendenti spogliatoi, ambienti riscaldati a diverse temperature, cisterne, vasche marmoree e una biblioteca. Tra gli edifici religiosi spiccano la chiesa di Santa Maria Maris Stella, la seicentesca cattedrale di San Francesco, la coeva parrocchiale di Santa Maria dell’Orazione e della Morte nonché la chiesa dei Santissimi Martiri giapponesi, decorata da affreschi e mosaici del pittore contemporaneo Lucas Ha Segawa.

Economia

Il quadro economico locale si presenta complesso e articolato: le sue componenti di maggior spicco sono rappresentate dalle attività portuali, dalla pesca, dall’allevamento ittico e dal settore secondario, all’interno del quale hanno particolare risalto i comparti chimico e metallurgico nonché quelli della produzione di materiali da costruzione, di armi e di munizioni; il terziario, alimentato dai traffici commerciali che si svolgono nel porto, annovera un ricco ventaglio di servizi privati. Il comune, sede della Usl di Roma F e di pubblici uffici giudiziari e finanziari, possiede quasi tutti gli istituti di istruzione secondaria di secondo grado, strutture culturali di rilievo (svariate biblioteche, un museo nazionale archeologico, periodici locali ed emittenti radiotelevisive) e un rilevante apparato ricettivo; qualificata è l’assistenza sanitaria assicurata, tra l’altro, da un ospedale, case di cura accreditate, un consultorio, un centro di salute mentale e un Sert (Servizio Tossicodipendenze).

Il quadro economico locale si presenta complesso e articolato: le sue componenti di maggior spicco sono rappresentate dalle attività portuali, dalla pesca, dall’allevamento ittico e dal settore secondario, all’interno del quale hanno particolare risalto i comparti chimico e metallurgico nonché quelli della produzione di materiali da costruzione, di armi e di munizioni; il terziario, alimentato dai traffici commerciali che si svolgono nel porto, annovera un ricco ventaglio di servizi privati. Il comune, sede della Usl di Roma F e di pubblici uffici giudiziari e finanziari, possiede quasi tutti gli istituti di istruzione secondaria di secondo grado, strutture culturali di rilievo (svariate biblioteche, un museo nazionale archeologico, periodici locali ed emittenti radiotelevisive) e un rilevante apparato ricettivo; qualificata è l’assistenza sanitaria assicurata, tra l’altro, da un ospedale, case di cura accreditate, un consultorio, un centro di salute mentale e un Sert (Servizio Tossicodipendenze).

Relazioni

Resa particolarmente viva dal movimento di merci e passeggeri che ferve nel porto, è meta durante tutto l’anno di consistenti flussi turistici, attratti anche dalle molte testimonianze archeologiche nonché dalle salutari fonti termali della Ficoncella. È giustamente rinomata la tradizionale processione del Venerdì Santo, detta “dei misteri”: il corteo è formato da circa trecento penitenti, che procedono scalzi, incatenati e incappucciati, con croci sulle spalle, al seguito della statua di Cristo. Il 15 agosto si svolgono il palio marinaro e la sagra della gastronomia, con una competizione nautica preceduta da un corteo storico; seguono la rievocazione della cacciata dei saraceni e la distribuzione ai visitatori di un’ottima frittura di pesce. Il 23 dicembre i giovani civitavecchiesi portano di casa in casa la “pastorella”, tradizionale nenia locale, ricevendo in cambio dolci e denaro. La Patrona Santa Firmina, protettrice dei naviganti, si festeggia il 28 aprile con una processione in mare aperto, cui segue la benedizione delle acque.

Resa particolarmente viva dal movimento di merci e passeggeri che ferve nel porto, è meta durante tutto l’anno di consistenti flussi turistici, attratti anche dalle molte testimonianze archeologiche nonché dalle salutari fonti termali della Ficoncella. È giustamente rinomata la tradizionale processione del Venerdì Santo, detta “dei misteri”: il corteo è formato da circa trecento penitenti, che procedono scalzi, incatenati e incappucciati, con croci sulle spalle, al seguito della statua di Cristo. Il 15 agosto si svolgono il palio marinaro e la sagra della gastronomia, con una competizione nautica preceduta da un corteo storico; seguono la rievocazione della cacciata dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=SARACENI'>saraceni</a> e la distribuzione ai visitatori di un’ottima frittura di pesce. Il 23 dicembre i giovani civitavecchiesi portano di casa in casa la “pastorella”, tradizionale nenia locale, ricevendo in cambio dolci e denaro. La Patrona Santa Firmina, protettrice dei naviganti, si festeggia il 28 aprile con una processione in mare aperto, cui segue la benedizione delle acque.

Località

Aurelia, Marangone, San Liborio, Santa Lucia, Scaglia

Aurelia, Marangone, San Liborio, Santa Lucia, Scaglia

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Civitavecchia rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.