Descrizione

Comune montano, sorto in età alto-medievale in un territorio popolato fin da epoca molto antica; l’agricoltura e l’allevamento di bestiame hanno cessato da tempo di rappresentare la sua principale risorsa economica, avendo ormai ceduto il passo all’indotto del turismo estivo. La comunità dei cinetesi, che presenta un indice di vecchiaia molto superiore alla media, è raccolta per intero nel capoluogo comunale, adagiato al centro di una conca montana. Le cime dei monti Aguzzo e Sant’Elia da un lato e la catena dei monti Lucretili dall’altro sovrastano l’abitato e allungano le loro ombre sui campi coltivati e sugli oliveti ordinatamente disposti sui poggi; alle quote più elevate abbondano invece le praterie erbose, alternate a estese faggete in cui vivono indisturbati volpi e gatti selvatici. Una minuta boscaglia è diffusa nel fondovalle del fiume Aniene, le cui acque scorrono impetuose tra gole e dirupi. Sullo sfondo d’argento dello stemma comunale, concesso con Decreto Ministeriale, è raffigurata una pantofola nera, foderata di rosso, sostenuta da due orsi neri posti su una verde pianura; nel capo, inoltre, compare una stella azzurra a dieci raggi.

Comune montano, sorto in età alto-medievale in un territorio popolato fin da epoca molto antica; l’agricoltura e l’allevamento di bestiame hanno cessato da tempo di rappresentare la sua principale risorsa economica, avendo ormai ceduto il passo all’indotto del turismo estivo. La comunità dei cinetesi, che presenta un indice di vecchiaia molto superiore alla media, è raccolta per intero nel capoluogo comunale, adagiato al centro di una conca montana. Le cime dei monti Aguzzo e Sant’Elia da un lato e la catena dei monti Lucretili dall’altro sovrastano l’abitato e allungano le loro ombre sui campi coltivati e sugli oliveti ordinatamente disposti sui poggi; alle quote più elevate abbondano invece le praterie erbose, alternate a estese faggete in cui vivono indisturbati volpi e gatti selvatici. Una minuta boscaglia è diffusa nel fondovalle del fiume Aniene, le cui acque scorrono impetuose tra gole e dirupi. Sullo sfondo d’argento dello stemma comunale, concesso con Decreto Ministeriale, è raffigurata una pantofola nera, foderata di rosso, sostenuta da due orsi neri posti su una verde pianura; nel capo, inoltre, compare una stella azzurra a dieci raggi.

Storia

Colonizzata originariamente dagli equi, divenne sede, nel IV secolo a.C., della tribù romana di SCAPTIA. Poco dopo l’anno mille vi furono edificati tre castelli per difendere il territorio circostante dalle invasioni di saraceni e ungari. Il nucleo originario dell’abitato, denominato per secoli Scarpa, si sviluppò intorno alla fortificazione fatta costruire da Giovanni de Marso, di proprietà degli Orsini dal Duecento al Seicento e poi dei Borghese fino al 1925. L’attuale toponimo, che risale al 1884, potrebbe derivare dal latino CICINUM, ‘ricino’, con aggiunta del suffisso fitonimico -ETUM e aferesi della prima sillaba. L’abitato è dominato dal palazzo baronale, edificato sulla preesistente struttura del castello medievale; vi si erge, inoltre, la chiesa di San Giovanni Battista, che, eretta intorno alla metà del Seicento e suddivisa in tre navate, custodisce una pregevole tela cinquecentesca. Nei dintorni dell’abitato è situata la chiesa di Santa Maria delle Grazie, a navata unica: fondata alla fine del VI secolo d.C., fu distrutta dai barbari e ricostruita per iniziativa di San Francesco, che istituì anche il convento degli “scarpanti”; l’attuale struttura, però, risale al Settecento.

Colonizzata originariamente dagli equi, divenne sede, nel IV secolo a.C., della tribù romana di SCAPTIA. Poco dopo l’anno mille vi furono edificati tre castelli per difendere il territorio circostante dalle invasioni di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=SARACENI'>saraceni</a> e <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=UNGARI'>ungari</a>. Il nucleo originario dell’abitato, denominato per secoli Scarpa, si sviluppò intorno alla fortificazione fatta costruire da Giovanni de Marso, di proprietà degli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ORSINI'>Orsini</a> dal Duecento al Seicento e poi dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=BORGHESE'>Borghese</a> fino al 1925. L’attuale toponimo, che risale al 1884, potrebbe derivare dal latino CICINUM, ‘ricino’, con aggiunta del suffisso fitonimico -ETUM e aferesi della prima sillaba. L’abitato è dominato dal palazzo baronale, edificato sulla preesistente struttura del castello medievale; vi si erge, inoltre, la chiesa di San Giovanni Battista, che, eretta intorno alla metà del Seicento e suddivisa in tre navate, custodisce una pregevole tela cinquecentesca. Nei dintorni dell’abitato è situata la chiesa di Santa Maria delle Grazie, a navata unica: fondata alla fine del VI secolo d.C., fu distrutta dai barbari e ricostruita per iniziativa di San Francesco, che istituì anche il convento degli “scarpanti”; l’attuale struttura, però, risale al Settecento.

Economia

In assenza di un apparato industriale degno di nota, la comunità si dedica alacremente alla valorizzazione turistica del comprensorio comunale mentre appaiono nettamente in declino la produzione di cereali e olive nonché la pastorizia. Il comune, sede degli ordinari uffici municipali e postali, presenta una modesta dotazione di strutture e servizi di utilità sociale: non si registra la presenza di rilevanti strutture scolastiche, culturali e sanitarie, ad eccezione delle scuole materne ed elementari –la mancanza della farmacia costringe i cinetesi a rivolgersi ai comuni limitrofi anche per l’assistenza sanitaria di base–. Un discreto numero di ristoranti e di strutture per il soggiorno compone l’apparato ricettivo a disposizione del turismo di transito e stanziale.

In assenza di un apparato industriale degno di nota, la comunità si dedica alacremente alla valorizzazione turistica del comprensorio comunale mentre appaiono nettamente in declino la produzione di cereali e olive nonché la pastorizia. Il comune, sede degli ordinari uffici municipali e postali, presenta una modesta dotazione di strutture e servizi di utilità sociale: non si registra la presenza di rilevanti strutture scolastiche, culturali e sanitarie, ad eccezione delle scuole materne ed elementari –la mancanza della farmacia costringe i cinetesi a rivolgersi ai comuni limitrofi anche per l’assistenza sanitaria di base–. Un discreto numero di ristoranti e di strutture per il soggiorno compone l’apparato ricettivo a disposizione del turismo di transito e stanziale.

Relazioni

Al turista offre una natura aspra e suggestiva, cime imponenti e repentini scoscendimenti: nei dintorni dell’abitato è possibile visitare il cosiddetto “pozzo senza fondo”, antica cavità artificiale utilizzata nel Cinquecento come carcere. Il folclore cinetese, inoltre, dà vita a una nutrita serie di manifestazioni profane e feste religiose: il 6 febbraio, in onore di Santa Dorotea, ha luogo la sagra della polenta, condita con salsicce e spuntature di maiale, mentre il carnevale è animato dalle tradizionali sfilate di gruppi mascherati e carri allegorici nonché dall’allestimento di stand gastronomici, che distribuiscono gustose frappe; una fiaccolata conclude la coinvolgente rappresentazione della Passione di Cristo (Venerdì Santo) e una colorata Infiorata abbellisce le vie dell’abitato in occasione del Corpus Domini; un grande raduno bandistico caratterizza invece la festa di Sant’Antonio da Padova (13 giugno); durano tre giorni, a partire dal 24 giugno, i festeggiamenti in onore di San Giovanni, con la caratteristica “corsa dei bigonci”, mentre in occasione della sagra dell’olio di oliva (dicembre) i convenuti sono invitati a visitare un frantoio locale. La festa del Patrono San Giovanni Battista si celebra il 25 agosto con la sagra della “ciammella”, tipica ciambella dolce.

Al turista offre una natura aspra e suggestiva, cime imponenti e repentini scoscendimenti: nei dintorni dell’abitato è possibile visitare il cosiddetto “pozzo senza fondo”, antica cavità artificiale utilizzata nel Cinquecento come carcere. Il folclore cinetese, inoltre, dà vita a una nutrita serie di manifestazioni profane e feste religiose: il 6 febbraio, in onore di Santa Dorotea, ha luogo la sagra della polenta, condita con salsicce e spuntature di maiale, mentre il carnevale è animato dalle tradizionali sfilate di gruppi mascherati e carri allegorici nonché dall’allestimento di stand gastronomici, che distribuiscono gustose frappe; una fiaccolata conclude la coinvolgente rappresentazione della Passione di Cristo (Venerdì Santo) e una colorata <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=INFIORATA'>Infiorata</a> abbellisce le vie dell’abitato in occasione del Corpus Domini; un grande raduno bandistico caratterizza invece la festa di Sant’Antonio da Padova (13 giugno); durano tre giorni, a partire dal 24 giugno, i festeggiamenti in onore di San Giovanni, con la caratteristica “corsa dei bigonci”, mentre in occasione della sagra dell’olio di oliva (dicembre) i convenuti sono invitati a visitare un frantoio locale. La festa del Patrono San Giovanni Battista si celebra il 25 agosto con la sagra della “ciammella”, tipica ciambella dolce.

Località

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Cineto Romano rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.