Descrizione

Centro collinare, di origini antiche, che accanto alle tradizionali attività agricole e all’industria ha incrementato i servizi. I chiaravallesi, con un indice di vecchiaia inferiore alla media, sono distribuiti tra il capoluogo comunale, in cui si registra la maggiore concentrazione demografica, numerose case sparse e le località Acquamammone, Case Incenso, Clemenze, Difesa, Felicetta, Fraguso, Gatto, Pellegrino, Piano Pietra, Piano Serre, Pirivoglia, Santa Lucia, Serra Rizza, Servagno, Spirito Santo e Tripomelingi. Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con differenze di altitudine molto accentuate: si raggiungono i 925 metri sul livello del mare; l’area San Pietro è in contestazione con il comune di Argusto. L’abitato, con pregevoli testimonianze del passato, è interessato da una forte crescita edilizia, giustificata anche dall’esiguità del numero di stanze non occupate; disposto ad anfiteatro su un’altura, ha un andamento plano-altimetrico vario.

Centro collinare, di origini antiche, che accanto alle tradizionali attività agricole e all’industria ha incrementato i servizi. I chiaravallesi, con un indice di vecchiaia inferiore alla media, sono distribuiti tra il capoluogo comunale, in cui si registra la maggiore concentrazione demografica, numerose case sparse e le località Acquamammone, Case Incenso, Clemenze, Difesa, Felicetta, Fraguso, Gatto, Pellegrino, Piano Pietra, Piano Serre, Pirivoglia, Santa Lucia, Serra Rizza, Servagno, Spirito Santo e Tripomelingi. Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con differenze di altitudine molto accentuate: si raggiungono i 925 metri sul livello del mare; l’area San Pietro è in contestazione con il comune di Argusto. L’abitato, con pregevoli testimonianze del passato, è interessato da una forte crescita edilizia, giustificata anche dall’esiguità del numero di stanze non occupate; disposto ad anfiteatro su un’altura, ha un andamento plano-altimetrico vario.

Storia

Chiamata Claravallis nel XV secolo, prese il nome dall’amenità del colle, su cui era stata costruita, e della valle sottostante. Va notata la composizione della parola, con l’aggettivo che precede il sostantivo, secondo un schema di tipo normanno. A tale periodo risale forse la designazione del luogo. Il toponimo attuale fu assunto nel 1863, quando un regio decreto aggiunse la specificazione, riferita probabilmente alla posizione geografica del centro. Inclusa nel principato di Squillace, fece parte dei beni donati, verso la fine del Quattrocento, dal re Alfonso II d’Aragona al nobile Goffredo Borgia, sposo della figlia Sancia. Munita di un castello, nel XVI secolo passò nella contea di Soriano, posta sotto la signoria dei Carafa, duchi di Nocera. All’inizio del Seicento, pervenne ai Capece-Piscitelli di Napoli. In seguito alla morte di Baldassarre Capece, fu oggetto di una lunga lite fra gli eredi del feudatario, conclusasi con l’assegnazione del territorio ad Antonio Drago. Questi, nella prima metà del XVIII secolo, l’alienò ai Castiglioni-Morelli di Cosenza, ai quali rimase fino all’abolizione del feudalesimo. Distrutta dal terremoto della seconda metà del Settecento, venne riedificata non lontano dal precedente sito. Capoluogo di circondario, durante la dominazione francese e il restaurato governo borbonico, partecipò ai moti risorgimentali, seguendo poi le vicende del resto della provincia. Colpita anche dal sisma dell’inizio del Novecento, subì altri danni da un nubifragio, che si abbatté sulla zona, negli anni Cinquanta del Novecento. Tra i monumenti figurano: la chiesa parrocchiale di Santa Maria della Pietra, con due campanili incorporati nella facciata; il convento dei padri cappuccini, con l’annessa chiesa di San Francesco; il palazzo Staglioni, col portale bugnato, in granito.

Chiamata Claravallis nel XV secolo, prese il nome dall’amenità del colle, su cui era stata costruita, e della valle sottostante. Va notata la composizione della parola, con l’aggettivo che precede il sostantivo, secondo un schema di tipo <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=BAS_CAL&parola=NORMANNO'>normanno</a>. A tale periodo risale forse la designazione del luogo. Il toponimo attuale fu assunto nel 1863, quando un regio decreto aggiunse la specificazione, riferita probabilmente alla posizione geografica del centro. Inclusa nel principato di Squillace, fece parte dei beni donati, verso la fine del Quattrocento, dal re Alfonso II d’Aragona al nobile Goffredo Borgia, sposo della figlia Sancia. Munita di un castello, nel XVI secolo passò nella contea di Soriano, posta sotto la signoria dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=BAS_CAL&parola=CARAFA'>Carafa</a>, duchi di Nocera. All’inizio del Seicento, pervenne ai Capece-Piscitelli di Napoli. In seguito alla morte di Baldassarre Capece, fu oggetto di una lunga lite fra gli eredi del feudatario, conclusasi con l’assegnazione del territorio ad Antonio Drago. Questi, nella prima metà del XVIII secolo, l’alienò ai Castiglioni-<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=BAS_CAL&parola=MORELLI'>Morelli</a> di Cosenza, ai quali rimase fino all’abolizione del feudalesimo. Distrutta dal <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=BAS_CAL&parola=TERREMOTO'>terremoto</a> della seconda metà del Settecento, venne riedificata non lontano dal precedente sito. Capoluogo di circondario, durante la dominazione francese e il restaurato governo borbonico, partecipò ai moti risorgimentali, seguendo poi le vicende del resto della provincia. Colpita anche dal sisma dell’inizio del Novecento, subì altri danni da un nubifragio, che si abbatté sulla zona, negli anni Cinquanta del Novecento. Tra i monumenti figurano: la chiesa parrocchiale di Santa Maria della Pietra, con due campanili incorporati nella facciata; il convento dei padri cappuccini, con l’annessa chiesa di San Francesco; il palazzo Staglioni, col portale bugnato, in granito.

Economia

È sede del distretto scolastico n. 2, della Comunità montana e di Pro Loco. L’agricoltura, basata su tutti i tipi di colture, è integrata dall’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini e avicoli. L’industria è costituita da aziende che operano nei comparti: alimentare (tra cui il lattiero-caseario), edile, metalmeccanico, della lavorazione del legno e della stampa. Il terziario si compone di una buona rete commerciale e dell’insieme dei servizi, che comprendono quello bancario. Tra le strutture sociali si registra la presenza di un asilo nido e di una casa di riposo. È possibile frequentare le scuole dell’obbligo, un istituto professionale agrario, un istituto tecnico industriale e un liceo scientifico; per l’arricchimento culturale si può usufruire della biblioteca dei cappuccini. Le strutture ricettive offrono possibilità sia di ristorazione che di soggiorno; quelle sanitarie sono assicurate dal locale ospedale.

È sede del distretto scolastico n. 2, della Comunità montana e di Pro Loco. L’agricoltura, basata su tutti i tipi di colture, è integrata dall’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini e avicoli. L’industria è costituita da aziende che operano nei comparti: alimentare (tra cui il lattiero-caseario), edile, metalmeccanico, della lavorazione del legno e della stampa. Il terziario si compone di una buona rete commerciale e dell’insieme dei servizi, che comprendono quello bancario. Tra le strutture sociali si registra la presenza di un asilo nido e di una casa di riposo. È possibile frequentare le scuole dell’obbligo, un istituto professionale agrario, un istituto tecnico industriale e un liceo scientifico; per l’arricchimento culturale si può usufruire della biblioteca dei cappuccini. Le strutture ricettive offrono possibilità sia di ristorazione che di soggiorno; quelle sanitarie sono assicurate dal locale ospedale.

Relazioni

Offre a quanti vi si rechino la possibilità di trascorrervi piacevoli soggiorni, gustando i piatti tipici della cucina locale e godendo delle bellezze dell’ambiente naturale, arricchito dalla presenza di estesi boschi di castagni. Abbastanza frequentata per lavoro, in quanto le sue attività produttive consentono un buon assorbimento di manodopera, è al centro di rapporti particolarmente intensi con i comuni vicini, grazie anche agli istituti d’istruzione secondaria di secondo grado e al presidio ospedaliero. Tra gli eventi ricorrenti vanno citate: le fiere della Candelora e di Sant’Antonio, il primo e il 2 febbraio e il 13 giugno; la fiera del 28 e del 29 giugno; quelle della Madonna della Pietra e dei Santi Medici, rispettivamente ad agosto e il 25 e il 26 settembre. Il Patrono, San Biagio, si festeggia il 3 febbraio.

Offre a quanti vi si rechino la possibilità di trascorrervi piacevoli soggiorni, gustando i piatti tipici della cucina locale e godendo delle bellezze dell’ambiente naturale, arricchito dalla presenza di estesi boschi di castagni. Abbastanza frequentata per lavoro, in quanto le sue attività produttive consentono un buon assorbimento di manodopera, è al centro di rapporti particolarmente intensi con i comuni vicini, grazie anche agli istituti d’istruzione secondaria di secondo grado e al presidio ospedaliero. Tra gli eventi ricorrenti vanno citate: le fiere della Candelora e di Sant’Antonio, il primo e il 2 febbraio e il 13 giugno; la fiera del 28 e del 29 giugno; quelle della Madonna della Pietra e dei Santi Medici, rispettivamente ad agosto e il 25 e il 26 settembre. Il Patrono, San Biagio, si festeggia il 3 febbraio.

Località

Acquamammone, Clemenze, Diana, Felicetta, Fraguso, Incenso, Madonna, Marcello, Paparaci, Pellegrino, Piano della Pietra, Piano Serra, Pirivoglia, San Pietro, Santa Lucia, Serra Rizza, Servagno, Spirito Santo, Tripomelingi

Acquamammone, Clemenze, Diana, Felicetta, Fraguso, Incenso, Madonna, Marcello, Paparaci, Pellegrino, Piano della Pietra, Piano Serra, Pirivoglia, San Pietro, Santa Lucia, Serra Rizza, Servagno, Spirito Santo, Tripomelingi

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Chiaravalle Centrale rientra nell’Obiettivo "Convergenza" (che succede al precedente Obiettivo 1 della programmazione 2000-06). A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta ad accelerare il processo di convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. I settori prioritari d'intervento sono i seguenti: qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società basata sulla conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela dell'ambiente, efficienza amministrativa. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.