Descrizione

Piccola comunità di montagna, di antiche origini, la cui economia è basata essenzialmente sulle attività agricole. I cerignalesi, che presentano un indice di vecchiaia tra i più elevati della regione, sono distribuiti tra il capoluogo comunale e le località di Carisasca, Cariseto, Ponte Organasco, Selva, Casale, Castello, Lisore, Oneto e Rovereto. Il territorio disegna un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate. L’abitato, che è interessato da un fenomeno di forte espansione edilizia, ha un andamento plano-altimetrico tipico montano. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, raffigura, su sfondo argenteo, un castello rosso, merlato alla guelfa, e un’aquila coronata in volo spiegato posata sui merli del castello.

Piccola comunità di montagna, di antiche origini, la cui economia è basata essenzialmente sulle attività agricole. I cerignalesi, che presentano un indice di vecchiaia tra i più elevati della regione, sono distribuiti tra il capoluogo comunale e le località di Carisasca, Cariseto, Ponte Organasco, Selva, Casale, Castello, Lisore, Oneto e Rovereto. Il territorio disegna un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate. L’abitato, che è interessato da un fenomeno di forte espansione edilizia, ha un andamento plano-altimetrico tipico montano. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, raffigura, su sfondo argenteo, un castello rosso, merlato alla guelfa, e un’aquila coronata in volo spiegato posata sui merli del castello.

Storia

Mancano notizie sulle sue più antiche vicende; in epoca medievale appartenne ai Malaspina, che fecero costruire un castello nei pressi della località di Cariseto. Assegnata intorno alla metà dell’undicesimo secolo dall’imperatore Enrico III al monastero di Mezzano Scotti, vicino Bobbio, Cariseto nel 1164 vide confermata la sua appartenenza ai Malaspina, nella persona di Obizzo, a opera di Federico Barbarossa, come premio per l’appoggio datogli nella guerra contro i comuni e il pontefice. Poco dopo, nel 1167, Obizzo ebbe modo di dimostrare la sua gratitudine venendo in soccorso del Barbarossa che, ritirandosi da Roma, dopo una delle sue sortite in territorio italiano, fu fermato dai pontremolesi e dovette proseguire il cammino, guidato dal Malaspina, attraverso i possedimenti malaspiniani, soggiornando nel castello di Cariseto. In quello stesso anno tuttavia il comune di Piacenza obbligò i Malaspina ad aderire alla lega lombarda e a cedere il castello che, dopo essere di nuovo passato tra le proprietà del monastero di Mezzano Scotti, ritornò, intorno alla metà del XIII secolo ai Malaspina, restando nelle loro mani fino al 1540, quando venne acquistato dai Fieschi di Genova. A questi subentrarono i Doria, che ne conservarono il possesso fino all’invasione napoleonica del 1797. La mancanza di sviluppo economico, dovuta alla natura poco redditizia del terreno, ha causato una massiccia emigrazione, che è alla base di un costante spopolamento. Oltre ai pochi ruderi del castello malaspiniano a Cariseto, in località Ponte Organasco degni di nota sono un palazzotto in pietra del XVII secolo, con annesso oratorio, e i resti di un ponte che la tradizione vuole romano; conserva una piccola chiesa e il cosiddetto “Castello”.

Mancano notizie sulle sue più antiche vicende; in epoca medievale appartenne ai Malaspina, che fecero costruire un castello nei pressi della località di Cariseto. Assegnata intorno alla metà dell’undicesimo secolo dall’imperatore Enrico III al monastero di Mezzano Scotti, vicino Bobbio, Cariseto nel 1164 vide confermata la sua appartenenza ai Malaspina, nella persona di Obizzo, a opera di Federico Barbarossa, come premio per l’appoggio datogli nella guerra contro i comuni e il pontefice. Poco dopo, nel 1167, Obizzo ebbe modo di dimostrare la sua gratitudine venendo in soccorso del Barbarossa che, ritirandosi da Roma, dopo una delle sue sortite in territorio italiano, fu fermato dai pontremolesi e dovette proseguire il cammino, guidato dal Malaspina, attraverso i possedimenti malaspiniani, soggiornando nel castello di Cariseto. In quello stesso anno tuttavia il comune di Piacenza obbligò i Malaspina ad aderire alla lega lombarda e a cedere il castello che, dopo essere di nuovo passato tra le proprietà del monastero di Mezzano Scotti, ritornò, intorno alla metà del XIII secolo ai Malaspina, restando nelle loro mani fino al 1540, quando venne acquistato dai Fieschi di Genova. A questi subentrarono i Doria, che ne conservarono il possesso fino all’invasione napoleonica del 1797. La mancanza di sviluppo economico, dovuta alla natura poco redditizia del terreno, ha causato una massiccia emigrazione, che è alla base di un costante spopolamento. Oltre ai pochi ruderi del castello malaspiniano a Cariseto, in località Ponte Organasco degni di nota sono un palazzotto in pietra del XVII secolo, con annesso oratorio, e i resti di un ponte che la tradizione vuole romano; conserva una piccola chiesa e il cosiddetto “Castello”.

Economia

Oltre che degli uffici deputati al funzionamento dei consueti servizi municipali e postali, è sede della Pro Loco. Il sindaco, all’occorrenza, svolge anche le funzioni di autorità di pubblica sicurezza, per l’assenza, sul posto, di una stazione dei carabinieri. L’unica fonte di reddito per la popolazione è rappresentata dalle attività agricole, basate su coltivazioni di cereali (in particolare frumento), foraggi e viti, cui si affianca l’allevamento di bovini. L’industria è del tutto assente mentre il terziario si compone della rete distributiva e dell’insieme dei servizi. Priva di servizi pubblici particolarmente significativi, non presenta strutture sociali di rilievo. Mancano strutture scolastiche, culturali, sanitarie, sportive e per il tempo libero mentre le strutture ricettive, che comprendono un camping, offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. Per tutte queste carenze strutturali dipende notevolmente dall’esterno.

Oltre che degli uffici deputati al funzionamento dei consueti servizi municipali e postali, è sede della Pro Loco. Il sindaco, all’occorrenza, svolge anche le funzioni di autorità di pubblica sicurezza, per l’assenza, sul posto, di una stazione dei carabinieri. L’unica fonte di reddito per la popolazione è rappresentata dalle attività agricole, basate su coltivazioni di cereali (in particolare frumento), foraggi e viti, cui si affianca l’allevamento di bovini. L’industria è del tutto assente mentre il terziario si compone della rete distributiva e dell’insieme dei servizi. Priva di servizi pubblici particolarmente significativi, non presenta strutture sociali di rilievo. Mancano strutture scolastiche, culturali, sanitarie, sportive e per il tempo libero mentre le strutture ricettive, che comprendono un camping, offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. Per tutte queste carenze strutturali dipende notevolmente dall’esterno.

Relazioni

Alla buona affluenza di turisti, che ne apprezzano le qualità sia come centro di villeggiatura estiva che di soggiorno invernale, si accompagna uno scarso numero di presenze esterne nel mondo del lavoro, per l’assenza di industrie e servizi e per il modesto livello delle attività agricole, che non consente l’assorbimento di flussi di manodopera esterna. I rapporti con i centri vicini non sono rilevanti, mancando anche quei tradizionali appuntamenti del folclore, che altrove costituiscono occasioni di richiamo per numerosi visitatori. La festa del Patrono, San Lorenzo, si celebra il 10 agosto.

Alla buona affluenza di turisti, che ne apprezzano le qualità sia come centro di villeggiatura estiva che di soggiorno invernale, si accompagna uno scarso numero di presenze esterne nel mondo del lavoro, per l’assenza di industrie e servizi e per il modesto livello delle attività agricole, che non consente l’assorbimento di flussi di manodopera esterna. I rapporti con i centri vicini non sono rilevanti, mancando anche quei tradizionali appuntamenti del folclore, che altrove costituiscono occasioni di richiamo per numerosi visitatori. La festa del Patrono, San Lorenzo, si celebra il 10 agosto.

Località

Carisasca, Cariseto, Casale, Castello, Lisore, Oneto, Ponte Organasco, Rovereto, Selva

Carisasca, Cariseto, Casale, Castello, Lisore, Oneto, Ponte Organasco, Rovereto, Selva

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Cerignale rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.