Descrizione

Comune di pianura, dalle antiche origini, che fa registrare i segni di un modesto sviluppo industriale accanto alle tradizionali attività agricole. I cavernaghesi, con un indice di vecchiaia inferiore alla media, sono quasi tutti concentrati nel capoluogo comunale, fatta eccezione per le poche decine di abitanti delle località Malpaga e delle poche case sparse. Il suo territorio è sede di una notevole crescita edilizia e presenta un profilo regolare, con variazioni altimetriche appena accennate. L'andamento plano-altimetrico del capoluogo risulta pianeggiante. Lo stemma comunale, concesso con decreto del 1953, è uno scudo diviso in quattro parti: nella prima, a sfondo argentato, spicca un'aquila rossa, simbolo della famiglia Martinego (aquila Ghisalbertina); nella seconda parte, a sfondo azzurro, si raffigurano otto gigli dorati, stemma del principe di Borgogna (di cui Bartolomeo Colleoni ebbe l'onore di fregiarsi, per servizi resi); sullo sfondo rosso del terzo riquadro si rappresentano due teste di leone che racchiudono, nelle fauci, le due bande bianche concesse al Colleoni dalla regina Giovanna di Napoli dopo la battaglia dell'Aquila (1424); nell'ultima parte, a sfondo argenteo, campeggiano tre "segni virili", emblemi distintivi dei Colleoni.

Comune di pianura, dalle antiche origini, che fa registrare i segni di un modesto sviluppo industriale accanto alle tradizionali attività agricole. I cavernaghesi, con un indice di vecchiaia inferiore alla media, sono quasi tutti concentrati nel capoluogo comunale, fatta eccezione per le poche decine di abitanti delle località Malpaga e delle poche case sparse. Il suo territorio è sede di una notevole crescita edilizia e presenta un profilo regolare, con variazioni altimetriche appena accennate. L'andamento plano-altimetrico del capoluogo risulta pianeggiante. Lo stemma comunale, concesso con decreto del 1953, è uno scudo diviso in quattro parti: nella prima, a sfondo argentato, spicca un'aquila rossa, simbolo della famiglia Martinego (aquila Ghisalbertina); nella seconda parte, a sfondo azzurro, si raffigurano otto gigli dorati, stemma del principe di Borgogna (di cui <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=BARTOLOMEOCOLLEONI'>Bartolomeo Colleoni</a> ebbe l'onore di fregiarsi, per servizi resi); sullo sfondo rosso del terzo riquadro si rappresentano due teste di leone che racchiudono, nelle fauci, le due bande bianche concesse al <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=COLLEONI'>Colleoni</a> dalla regina Giovanna di Napoli dopo la battaglia dell'Aquila (1424); nell'ultima parte, a sfondo argenteo, campeggiano tre "segni virili", emblemi distintivi dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=COLLEONI'>Colleoni</a>.

Storia

Sebbene venga citata per la prima volta in un documento dell'anno 977, le sue origini sono più antiche e con ogni probabilità risalgono ad epoca romana. Ai romani sembra vadano riportate anche le origini del toponimo, derivante da CAVERNAGUS, nome con cui, dopo vari aggiustamenti, furono designate le proprietà di un possidente romano residente nel Bergamasco. La crescita della zona nel corso del medioevo fu opera dei Colleoni, una nobile famiglia bergamasca, e dei conti Martinengo, che unendo al proprio cognome quello dei Colleoni, diedero vita alla dinastia dei Martinengo Colleoni, protrattasi fino alla fine del secolo XIX. Ad un esponente di questa dinastia, Francesco Martinengo Colleoni, si deve la realizzazione del castello di Cavernago che, abbandonati i tratti tipici dei castelli-fortezza medioevali, anticipa le caratteristiche delle più moderne dimore signorili. La sua esistenza come comune risale alla metà del XIX secolo. Tra i monumenti, oltre al già citato castello, merita di essere ricordato quello di Malpaga. Nell'architettura sacra spiccano la piccola chiesa di Santa Maria e le due parrocchiali di San Marco Evangelista e di San Giovanni Battista costruite, tra la fine del XVI e gli inizi del XVII secolo, come cappelle rispettivamente del castello di Cavernago e del castello di Malpaga. Alquanto caratteristico, nella località Bettole, un gruppo di case del XVIII secolo.

Sebbene venga citata per la prima volta in un documento dell'anno 977, le sue origini sono più antiche e con ogni probabilità risalgono ad epoca romana. Ai romani sembra vadano riportate anche le origini del toponimo, derivante da CAVERNAGUS, nome con cui, dopo vari aggiustamenti, furono designate le proprietà di un possidente romano residente nel Bergamasco. La crescita della zona nel corso del medioevo fu opera dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=COLLEONI'>Colleoni</a>, una nobile famiglia bergamasca, e dei conti Martinengo, che unendo al proprio cognome quello dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=COLLEONI'>Colleoni</a>, diedero vita alla dinastia dei Martinengo <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=COLLEONI'>Colleoni</a>, protrattasi fino alla fine del secolo XIX. Ad un esponente di questa dinastia, Francesco Martinengo <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=COLLEONI'>Colleoni</a>, si deve la realizzazione del castello di Cavernago che, abbandonati i tratti tipici dei castelli-fortezza medioevali, anticipa le caratteristiche delle più moderne dimore signorili. La sua esistenza come comune risale alla metà del XIX secolo. Tra i monumenti, oltre al già citato castello, merita di essere ricordato quello di Malpaga. Nell'architettura sacra spiccano la piccola chiesa di Santa Maria e le due parrocchiali di San Marco Evangelista e di San Giovanni Battista costruite, tra la fine del XVI e gli inizi del XVII secolo, come cappelle rispettivamente del castello di Cavernago e del castello di Malpaga. Alquanto caratteristico, nella località Bettole, un gruppo di case del XVIII secolo.

Economia

L'economia locale non ha abbandonato l'agricoltura, praticata con successo grazie alle favorevoli condizioni del terreno: si coltivano fondamentalmente cereali e foraggi; poco praticato è l'allevamento dei bovini. L'industria è rappresentata da fabbriche metalmeccaniche, da mobilifici e da imprese edili; a queste si affiancano un laboratorio di industria tessile e una falegnameria. Il terziario si compone della rete distributiva (di dimensioni non rilevanti ma sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della popolazione) e dell'insieme dei servizi; tra questi ultimi, accanto a quelli forniti dalla pubblica amministrazione e a quelli relativi all'istruzione primaria, è presente l'esercizio del credito e dell'intermediazione monetaria. Le strutture scolastiche esistenti permettono di frequentare soltanto le scuole materne ed elementari, ma non manca una biblioteca per l'arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di soggiorno, mentre mancano quelle sanitarie. Tra le strutture sportive e per il tempo libero sono presenti quelle legate all'agriturismo.

L'economia locale non ha abbandonato l'agricoltura, praticata con successo grazie alle favorevoli condizioni del terreno: si coltivano fondamentalmente cereali e foraggi; poco praticato è l'allevamento dei bovini. L'industria è rappresentata da fabbriche metalmeccaniche, da mobilifici e da imprese edili; a queste si affiancano un laboratorio di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=INDUSTRIATESSILE'>industria tessile</a> e una falegnameria. Il terziario si compone della rete distributiva (di dimensioni non rilevanti ma sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della popolazione) e dell'insieme dei servizi; tra questi ultimi, accanto a quelli forniti dalla pubblica amministrazione e a quelli relativi all'istruzione primaria, è presente l'esercizio del credito e dell'intermediazione monetaria. Le strutture scolastiche esistenti permettono di frequentare soltanto le scuole materne ed elementari, ma non manca una biblioteca per l'arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di soggiorno, mentre mancano quelle sanitarie. Tra le strutture sportive e per il tempo libero sono presenti quelle legate all'agriturismo.

Relazioni

Sebbene inserita negli itinerari dell'agriturismo lombardo, registra una scarsa affluenza turistica. Ai pochi visitatori, ai quali offre anche la possibilità di recarsi presso il Parco Naturale Regionale del Serio, fanno riscontro le poche presenze di manodopera non locale, in quanto il suo sviluppo economico non è tale da consentire particolari afflussi di manodopera. I suoi rapporti con i centri vicini, solitamente non rilevanti, si intensificano in occasione di alcuni appuntamenti folcloristici tradizionali; tra questi vanno citati la mostra di prodotti agricoli che ha luogo a maggio, il "giugno cavernaghese", nonché la sagra popolare e la corsa dei cavalli che si svolgono ad agosto. La festa del Patrono, S. Marco, ricorre il 25 aprile.

Sebbene inserita negli itinerari dell'agriturismo lombardo, registra una scarsa affluenza turistica. Ai pochi visitatori, ai quali offre anche la possibilità di recarsi presso il Parco Naturale Regionale del Serio, fanno riscontro le poche presenze di manodopera non locale, in quanto il suo sviluppo economico non è tale da consentire particolari afflussi di manodopera. I suoi rapporti con i centri vicini, solitamente non rilevanti, si intensificano in occasione di alcuni appuntamenti folcloristici tradizionali; tra questi vanno citati la mostra di prodotti agricoli che ha luogo a maggio, il "giugno cavernaghese", nonché la sagra popolare e la corsa dei cavalli che si svolgono ad agosto. La festa del Patrono, S. Marco, ricorre il 25 aprile.

Località

Malpaga

Malpaga

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Cavernago rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.