Descrizione

Comune collinare, di origine antica, la cui economia si basa sull’agricoltura e sull’industria. I cavassini, che presentano un indice di vecchiaia particolarmente elevato, sono distribuiti soprattutto tra il capoluogo comunale, in cui si registra la maggiore concentrazione demografica, e la località Orgnese. Il territorio, comprendente anche i nuclei Dreon-Runcis, Mas e Petrucco, ha un profilo geometrico alquanto ondulato, con variazioni altimetriche più accentuate nella parte settentrionale. L’abitato, interessato da una forte crescita edilizia, ha un andamento plano-altimetrico vario. Sullo sfondo dorato dello stemma comunale, concesso con Regio Decreto, si rappresenta un monte verde a tre cime che sorge da una riviera d’argento.

Comune collinare, di origine antica, la cui economia si basa sull’agricoltura e sull’industria. I cavassini, che presentano un indice di vecchiaia particolarmente elevato, sono distribuiti soprattutto tra il capoluogo comunale, in cui si registra la maggiore concentrazione demografica, e la località Orgnese. Il territorio, comprendente anche i nuclei Dreon-Runcis, Mas e Petrucco, ha un profilo geometrico alquanto ondulato, con variazioni altimetriche più accentuate nella parte settentrionale. L’abitato, interessato da una forte crescita edilizia, ha un andamento plano-altimetrico vario. Sullo sfondo dorato dello stemma comunale, concesso con Regio Decreto, si rappresenta un monte verde a tre cime che sorge da una riviera d’argento.

Storia

Citata, come Cauaso e Cavassio, in documenti del XII secolo, deriva il toponimo dal latino CAVUS, usato nel senso di ‘avvallamento, conca in cui si raccolgono le acque’, in riferimento alla presenza nel territorio di piccole valli formate da corsi d’acqua minori. La specificazione “Nuovo” fu aggiunta con un Regio Decreto del 1867. I primi insediamenti nella zona risalgono probabilmente ai celti, cui subentrarono i romani. Fino alla seconda metà del XVI secolo si è chiamata Fanna di Sopra, per distinguerla da Fanna di Sotto (oggi Fanna), con cui costituiva un’unica entità amministrativa. Feudo dei Polcenigo, che, nel Duecento, vi costruirono un castello, restò sotto questa nobile famiglia fino alla seconda metà del XIX secolo, epoca di estinzione del casato. Il fortilizio, situato sulle vie di collegamento fra Sacile e Gemona del Friuli, che per la sua posizione costituì un punto strategico per il controllo del percorso pedemontano, forse fu distrutto durante l’invasione dei turchi, sul finire del Quattrocento. La storia successiva al declino della repubblica veneta, sotto il cui dominio era passata nel 1420, seguì quella dei territori circostanti, tornati stabilmente nelle mani degli austriaci dopo la parentesi napoleonica del Regno Italico. Annessa all’Italia unita nel 1866, è stata tra le zone friulane maggiormente colpite dai terremoti del 1976. Dal punto di vista architettonico, oltre a due torri del castello medievale, spiccano: il palazzo Ardit, la cui costruzione, iniziata nel XV secolo, fu completata nell’Ottocento, e il cosiddetto Palazzàt, nuovo castello dei Polcenigo, edificato nella seconda metà del Cinquecento. Tra gli edifici di culto va citata la pieve di San Remigio, consacrata nel XVI secolo e più volte restaurata.

Citata, come Cauaso e Cavassio, in documenti del XII secolo, deriva il toponimo dal latino CAVUS, usato nel senso di ‘avvallamento, conca in cui si raccolgono le acque’, in riferimento alla presenza nel territorio di piccole valli formate da corsi d’acqua minori. La specificazione “Nuovo” fu aggiunta con un Regio Decreto del 1867. I primi insediamenti nella zona risalgono probabilmente ai celti, cui subentrarono i romani. Fino alla seconda metà del XVI secolo si è chiamata Fanna di Sopra, per distinguerla da Fanna di Sotto (oggi Fanna), con cui costituiva un’unica entità amministrativa. Feudo dei Polcenigo, che, nel Duecento, vi costruirono un castello, restò sotto questa nobile famiglia fino alla seconda metà del XIX secolo, epoca di estinzione del casato. Il fortilizio, situato sulle vie di collegamento fra Sacile e Gemona del Friuli, che per la sua posizione costituì un punto strategico per il controllo del percorso pedemontano, forse fu distrutto durante l’invasione dei turchi, sul finire del Quattrocento. La storia successiva al declino della repubblica veneta, sotto il cui dominio era passata nel 1420, seguì quella dei territori circostanti, tornati stabilmente nelle mani degli austriaci dopo la parentesi napoleonica del Regno Italico. Annessa all’Italia unita nel 1866, è stata tra le zone friulane maggiormente colpite dai terremoti del 1976. Dal punto di vista architettonico, oltre a due torri del castello medievale, spiccano: il palazzo Ardit, la cui costruzione, iniziata nel XV secolo, fu completata nell’Ottocento, e il cosiddetto Palazzàt, nuovo castello dei Polcenigo, edificato nella seconda metà del Cinquecento. Tra gli edifici di culto va citata la pieve di San Remigio, consacrata nel XVI secolo e più volte restaurata.

Economia

Come altri comuni del circondario, anche questo non vanta una rete di uffici articolata: oltre all’ufficio postale e al municipio, non ve ne sono altri degni di nota e, mancando sul posto la stazione dei carabinieri, le funzioni di autorità di pubblica sicurezza sono, all’occorrenza, svolte dal sindaco. L’economia locale si avvale, tra l’altro, della produzione di cereali, foraggi, frutta e uve; parte della popolazione si dedica anche alla zootecnia, prediligendo l’allevamento di bovini, suini e caprini. L’altra fonte di reddito, l’industria, è costituita da aziende che operano nei comparti edile, tessile e della lavorazione del legno. Il terziario non assume dimensioni rilevanti: mancano servizi più qualificati, come quello bancario, e la rete commerciale è appena sufficiente al soddisfacimento delle esigenze primarie della popolazione. Tra le strutture sociali si registra la presenza di una casa di riposo. Nelle scuole del posto si impartisce soltanto l’istruzione materna ed elementare; per l’approfondimento culturale si può usufruire di una biblioteca. Le strutture ricettive offrono possibilità sia di ristorazione che di soggiorno. Quelle sanitarie sono del tutto assenti.

Come altri comuni del circondario, anche questo non vanta una rete di uffici articolata: oltre all’ufficio postale e al municipio, non ve ne sono altri degni di nota e, mancando sul posto la stazione dei carabinieri, le funzioni di autorità di pubblica sicurezza sono, all’occorrenza, svolte dal sindaco. L’economia locale si avvale, tra l’altro, della produzione di cereali, foraggi, frutta e uve; parte della popolazione si dedica anche alla zootecnia, prediligendo l’allevamento di bovini, suini e caprini. L’altra fonte di reddito, l’industria, è costituita da aziende che operano nei comparti edile, tessile e della lavorazione del legno. Il terziario non assume dimensioni rilevanti: mancano servizi più qualificati, come quello bancario, e la rete commerciale è appena sufficiente al soddisfacimento delle esigenze primarie della popolazione. Tra le strutture sociali si registra la presenza di una casa di riposo. Nelle scuole del posto si impartisce soltanto l’istruzione materna ed elementare; per l’approfondimento culturale si può usufruire di una biblioteca. Le strutture ricettive offrono possibilità sia di ristorazione che di soggiorno. Quelle sanitarie sono del tutto assenti.

Relazioni

I rapporti con il circondario, cui gli abitanti si rivolgono pure per esigenze scolastiche e per usufruire dei servizi non disponibili sul posto, non sono molto intensi. Non si segnalano particolari momenti di folclore, che diano una nota di colore durante l’anno. L’unica festa, che vi si svolge, quella del Patrono, San Remigio, si celebra il 1º ottobre.

I rapporti con il circondario, cui gli abitanti si rivolgono pure per esigenze scolastiche e per usufruire dei servizi non disponibili sul posto, non sono molto intensi. Non si segnalano particolari momenti di folclore, che diano una nota di colore durante l’anno. L’unica festa, che vi si svolge, quella del Patrono, San Remigio, si celebra il 1º ottobre.

Località

Dreon-Runcis, Mas, Orgnese, Petrucco

Dreon-Runcis, Mas, Orgnese, Petrucco

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Cavasso Nuovo rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.