Descrizione

Comune collinare, di origine antica, la cui economia è di tipo prevalentemente agricolo. I cavalliresi, che presentano un indice di vecchiaia elevato, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale; la restante parte si distribuisce nel nucleo urbano minore di Stoccada e in case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico ondulato, con differenze di altitudine non molto accentuate. L’abitato, interessato da una fase di forte espansione edilizia, ha un andamento plano-altimetrico tipico delle zone collinari. Nello stemma comunale, partito di rosso e di azzurro, campeggia un cavallo spaventato, d’argento. La sua concessione ufficiale è avvenuta con Decreto del Presidente della Repubblica.

Comune collinare, di origine antica, la cui economia è di tipo prevalentemente agricolo. I cavalliresi, che presentano un indice di vecchiaia elevato, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale; la restante parte si distribuisce nel nucleo urbano minore di Stoccada e in case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico ondulato, con differenze di altitudine non molto accentuate. L’abitato, interessato da una fase di forte espansione edilizia, ha un andamento plano-altimetrico tipico delle zone collinari. Nello stemma comunale, partito di rosso e di azzurro, campeggia un cavallo spaventato, d’argento. La sua concessione ufficiale è avvenuta con Decreto del Presidente della Repubblica.

Storia

Secondo alcuni studiosi il toponimo sarebbe attestato in forma corrispondente a quella moderna già nel 1014, ma l’ipotesi non sembrerebbe del tutto convincente. Qualcun altro vede in esso un derivato di caballus, attraverso il suffisso -IRIUS: il suo significato, pertanto, sarebbe quello di ‘parco di cavalli’. Alcuni ritrovamenti archeologici rinvenuti testimoniano l’origine romana dell’insediamento. Appartenne al comitato di Pombia. Ildeprando la cedette al prete Teuperto che a sua volta la donò al Capitolo di Santa Maria di Novara. Tuttavia l’avvento della supremazia militare e giurisdizionale dei Visconti determinò successivi passaggi di proprietà. Gian Galeazzo Visconti la concesse a Francesco Barbavara; con l’avvento di Filippo Maria Visconti ne fu investito Isnardo Guarco il cui dominio fu, però, di breve durata. Passò, quindi, al marchese di Romagnano, Antonio conte di Pollenzo. Successivamente Francesco II Sforza, nell’intento di riorganizzare i propri possessi nel novarese, ne investì Anchise Visconti. Con l’avvento degli spagnoli la infeudò al cardinale Arborio Mercurino di Gattinara, alla cui morte venne ceduta al nipote Giorgio. Nel 1566 il cardinale Carlo Borromeo vendette il territorio a Federico Ferrero, signore di Casalvolone. In seguito il feudo fu devoluto alla corona di Spagna che lo diede in vendita a Giovanni Battista Serbelloni. Ai nobili restò fino al 1802. Interessante sotto il profilo storico-architettonico sono: l’oratorio di San Germano, situato in posizione isolata in aperta campagna, a navata unica con l’abside originale del XI secolo; la parrocchiale di San Gaudenzio, costruita tra il 1714 e il 1735; l’oratorio dell’Assunta, eretto nel 1616, che conserva un’ancona in legno dorato e un pregevole altare marmoreo; la chiesa di san Rocco, costruita nel 1770 a ringraziamento in seguito a una grave epidemia; le tre cappelle dette “Le Madonnine”, disposte in linea orizzontale nella parte alta delle colline che dominano l’abitato; Villa Calderini Crespi, situata al centro del borgo, con pianta a “L”, dalle linee semplici; infine, la torre, risalente all’epoca longobarda, posta nella parte più alta per avvistamento.

Secondo alcuni studiosi il toponimo sarebbe attestato in forma corrispondente a quella moderna già nel 1014, ma l’ipotesi non sembrerebbe del tutto convincente. Qualcun altro vede in esso un derivato di caballus, attraverso il suffisso -IRIUS: il suo significato, pertanto, sarebbe quello di ‘parco di cavalli’. Alcuni ritrovamenti archeologici rinvenuti testimoniano l’origine romana dell’insediamento. Appartenne al comitato di Pombia. Ildeprando la cedette al prete Teuperto che a sua volta la donò al Capitolo di Santa Maria di Novara. Tuttavia l’avvento della supremazia militare e giurisdizionale dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=VISCONTI'>Visconti</a> determinò successivi passaggi di proprietà. <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=GIANGALEAZZOVISCONTI'>Gian Galeazzo Visconti</a> la concesse a <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=FRANCESCOBARBAVARA'>Francesco Barbavara</a>; con l’avvento di Filippo Maria <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=VISCONTI'>Visconti</a> ne fu investito Isnardo Guarco il cui dominio fu, però, di breve durata. Passò, quindi, al marchese di Romagnano, Antonio conte di Pollenzo. Successivamente Francesco II <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=SFORZA'>Sforza</a>, nell’intento di riorganizzare i propri possessi nel novarese, ne investì Anchise <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=VISCONTI'>Visconti</a>. Con l’avvento degli spagnoli la infeudò al cardinale Arborio Mercurino di Gattinara, alla cui morte venne ceduta al nipote Giorgio. Nel 1566 il cardinale Carlo <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=BORROMEO'>Borromeo</a> vendette il territorio a Federico <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=FERRERO'>Ferrero</a>, signore di Casalvolone. In seguito il feudo fu devoluto alla corona di Spagna che lo diede in vendita a Giovanni Battista Serbelloni. Ai nobili restò fino al 1802. Interessante sotto il profilo storico-architettonico sono: l’oratorio di San Germano, situato in posizione isolata in aperta campagna, a navata unica con l’abside originale del XI secolo; la parrocchiale di San Gaudenzio, costruita tra il 1714 e il 1735; l’oratorio dell’Assunta, eretto nel 1616, che conserva un’ancona in legno dorato e un pregevole altare marmoreo; la chiesa di san Rocco, costruita nel 1770 a ringraziamento in seguito a una grave epidemia; le tre cappelle dette “Le Madonnine”, disposte in linea orizzontale nella parte alta delle colline che dominano l’abitato; Villa Calderini Crespi, situata al centro del borgo, con pianta a “L”, dalle linee semplici; infine, la torre, risalente all’epoca <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=LONGOBARDA'>longobarda</a>, posta nella parte più alta per avvistamento.

Economia

È sede di Pro Loco. L’agricoltura produce uva, mais, patate e frutta; si allevano bovini e avicoli. L’industria è costituita da aziende che operano nei comparti lattiero-caseario, tessile, delle confezioni, chimico, metallurgico, meccanico ed edile. Modesta è anche la presenza del terziario: non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario, e la rete distributiva è appena sufficiente al soddisfacimento delle esigenze primarie della comunità. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Le scuole assicurano la frequenza delle sole classi materne ed elementari. Manca una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono la sola possibilità di ristorazione. A livello sanitario, localmente, è garantito il solo servizio farmaceutico.

È sede di Pro Loco. L’agricoltura produce uva, mais, patate e frutta; si allevano bovini e avicoli. L’industria è costituita da aziende che operano nei comparti lattiero-caseario, <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=TESSILE'>tessile</a>, delle confezioni, chimico, metallurgico, <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=MECCANICO'>meccanico</a> ed edile. Modesta è anche la presenza del terziario: non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario, e la rete distributiva è appena sufficiente al soddisfacimento delle esigenze primarie della comunità. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Le scuole assicurano la frequenza delle sole classi materne ed elementari. Manca una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono la sola possibilità di ristorazione. A livello sanitario, localmente, è garantito il solo servizio farmaceutico.

Relazioni

Inserita in un contesto naturalistico di notevole interesse, richiama visitatori anche grazie al ricco patrimonio artistico. Il Parco naturale del Monte Fenera, è meta ormai frequentatissima da quanti amano inoltrarsi lungo i sentieri che lo attraversano, ripercorrendo le tracce di un passato lontanissimo. Caratteristiche sono le grotte, dove stalattiti e stalagmiti hanno dato origine a paesaggi carichi di suggestione; qui sono state scoperte alcune fra le più antiche testimonianze di insediamenti preistorici sin d’ora apparse lungo tutto l’arco alpino nord-occidentale. Inoltre, immersi tra felci e castagni, è possibile vedere i segni di una storia più recente: i “taragn”, ossia le tipiche case con il tetto di paglia, nonché gli alpeggi, le concerie e i vecchi mulini lungo i corsi d’acqua. Tra le manifestazioni si segnala la festa di San Germano, il 31 luglio. Il mercato settimanale si tiene il lunedì. Il Patrono, San Gaudenzio, si festeggia il 22 gennaio.

Inserita in un contesto naturalistico di notevole interesse, richiama visitatori anche grazie al ricco patrimonio artistico. Il <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=PARCONATURALEDELMONTEFENERA'>Parco naturale del Monte Fenera</a>, è meta ormai frequentatissima da quanti amano inoltrarsi lungo i sentieri che lo attraversano, ripercorrendo le tracce di un passato lontanissimo. Caratteristiche sono le grotte, dove stalattiti e stalagmiti hanno dato origine a paesaggi carichi di suggestione; qui sono state scoperte alcune fra le più antiche testimonianze di insediamenti preistorici sin d’ora apparse lungo tutto l’arco alpino nord-occidentale. Inoltre, immersi tra felci e castagni, è possibile vedere i segni di una storia più recente: i “taragn”, ossia le tipiche case con il tetto di paglia, nonché gli alpeggi, le concerie e i vecchi mulini lungo i corsi d’acqua. Tra le manifestazioni si segnala la festa di San Germano, il 31 luglio. Il mercato settimanale si tiene il lunedì. Il Patrono, San Gaudenzio, si festeggia il 22 gennaio.

Località

Stoccada

Stoccada

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Cavallirio rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.