Descrizione

Centro rivierasco, di origine preistorica; ha un'economia basata sulle tradizionali attività agricole, affiancate da un crescente sviluppo del turismo e sulla rivalutazione dell'artigianato locale. I castellanesi, che presentano un indice di vecchiaia inferiore alla media, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale e in località Lu Bagnu; il resto della popolazione si divide tra i nuclei urbani minori di Muiteddu, Pedra Sciolta, Punta Tramontana, San Giovanni, Terrabianca e un discreto numero di case sparse. Il territorio, classificato di collina, comprensivo delle isole marittime di Molino e Frigianu, ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate. L'abitato, interessato da forte espansione edilizia, è arroccato su un promontorio roccioso che domina il Golfo dell'Asinara e parte della costa gallurese; il suo andamento plano-altimetrico è tipico collinare. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, raffigura, su sfondo azzurro, un castello d'argento, munito di tre torri merlate alla guelfa, di cui la centrale, più alta e più larga delle laterali, è sormontata da una bandiera bifida, rossa, recante un'aquila nera. Sullo sfondo dorato del capo spiccano quattro pali rossi.

Centro rivierasco, di origine preistorica; ha un'economia basata sulle tradizionali attività agricole, affiancate da un crescente sviluppo del turismo e sulla rivalutazione dell'artigianato locale. I castellanesi, che presentano un indice di vecchiaia inferiore alla media, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale e in località Lu Bagnu; il resto della popolazione si divide tra i nuclei urbani minori di Muiteddu, Pedra Sciolta, Punta Tramontana, San Giovanni, Terrabianca e un discreto numero di case sparse. Il territorio, classificato di collina, comprensivo delle isole marittime di Molino e Frigianu, ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate. L'abitato, interessato da forte espansione edilizia, è arroccato su un promontorio roccioso che domina il Golfo dell'Asinara e parte della costa <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=GALLURESE'>gallurese</a>; il suo andamento plano-altimetrico è tipico collinare. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, raffigura, su sfondo azzurro, un castello d'argento, munito di tre torri merlate alla guelfa, di cui la centrale, più alta e più larga delle laterali, è sormontata da una bandiera bifida, rossa, recante un'aquila nera. Sullo sfondo dorato del capo spiccano quattro pali rossi.

Storia

Il toponimo è attestato, dall'anno 1283, con le forme di CASTRUM IANUENSE, “Castel Genovese”, CASTRI IANUENSIS e “Castel L'aragonese”. Detto per un breve periodo anche “Castel Franzese”, presenta un chiaro riflesso della momentanea occupazione francese. Nella dizione locale lo ritroviamo come “Castéddu”. Abitata già in età preistorica, il suo borgo nacque, su iniziativa dei Doria, nel XII secolo, con il nome di Castel Genovese. Venne costituita come comune libero, e, successivamente, venne fortificata e compresa nella curatoria dell'Anglona, di cui diventò capoluogo. Passato ai Malaspina, ritornò presto nelle mani dei Doria. In seguito alle lotte tra gli Aragonesi e i Giudici d'Arborea entrò a far parte dei domini aragonesi e assunse, quindi, l'omonimo appellativo. Dopo aver subito l'assalto di Andrea Doria e dopo aver provato la dura esperienza della peste, fu occupata dalle truppe spagnole durante la guerra di successione. L'anno 1764 fu testimone del fallito tentativo di occupazione da parte dei corsari tunisini; cinque anni più tardi, sotto Carlo Emanuele II di Savoia, acquisì l'attuale denominazione. Tra le vestigia del passato di maggiore interesse storico-architettonico sono: la cinquecentesca cattedrale di Sant'Antonio Abate, al cui interno è possibile ammirare antichissimi pannelli e, sull'altare, una quattrocentesca Madonna con Bambino e Angeli del maestro di Castelsardo; la chiesa dedicata a Nostra Signora di Tergu, eretta nel XIII secolo in blocchi di trachite rossastra.

Il toponimo è attestato, dall'anno 1283, con le forme di CASTRUM IANUENSE, “Castel Genovese”, CASTRI IANUENSIS e “Castel L'aragonese”. Detto per un breve periodo anche “Castel Franzese”, presenta un chiaro riflesso della momentanea occupazione francese. Nella dizione locale lo ritroviamo come “Castéddu”. Abitata già in età preistorica, il suo borgo nacque, su iniziativa dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=DORIA'>Doria</a>, nel XII secolo, con il nome di Castel Genovese. Venne costituita come comune libero, e, successivamente, venne fortificata e compresa nella <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=CURATORIA'>curatoria</a> dell'<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=ANGLONA'>Anglona</a>, di cui diventò capoluogo. Passato ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=MALASPINA'>Malaspina</a>, ritornò presto nelle mani dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=DORIA'>Doria</a>. In seguito alle lotte tra gli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=ARAGONESI'>Aragonesi</a> e i Giudici <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=DARBOREA'>d'Arborea</a> entrò a far parte dei domini <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=ARAGONESI'>aragonesi</a> e assunse, quindi, l'omonimo appellativo. Dopo aver subito l'assalto di Andrea <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=DORIA'>Doria</a> e dopo aver provato la dura esperienza della peste, fu occupata dalle truppe spagnole durante la guerra di successione. L'anno 1764 fu testimone del fallito tentativo di occupazione da parte dei corsari tunisini; cinque anni più tardi, sotto Carlo Emanuele II di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=SAVOIA'>Savoia</a>, acquisì l'attuale denominazione. Tra le vestigia del passato di maggiore interesse storico-architettonico sono: la cinquecentesca cattedrale di Sant'Antonio Abate, al cui interno è possibile ammirare antichissimi pannelli e, sull'altare, una quattrocentesca Madonna con Bambino e Angeli del maestro di Castelsardo; la chiesa dedicata a Nostra Signora di Tergu, eretta nel XIII secolo in blocchi di trachite rossastra.

Economia

È sede di Pro Loco, di carabinieri e di guardia di finanza. Il settore primario, pur registrando un calo degli addetti a questo settore, è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, viti, ulivi, agrumi e frutta e con l'allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. L'industria è costituita da aziende che operano nei comparti della pesca e della piscicoltura, alimentare, della lavorazione del legno, dei materiali da costruzione, dei laterizi, metallurgico, cantieristico, edile, dei mobili, della gioielleria e oreficeria. Particolarmente fiorente è l'artigianato, che produce cestelli fatti con foglie intrecciate di palme selvatiche. È presente il servizio bancario; una buona rete commerciale completa il panorama del terziario. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Le scuole presenti garantiscono l'istruzione dell'obbligo e la frequenza del liceo scientifico. Le strutture culturali sono rappresentate dalla biblioteca capitolare della cattedrale e dal museo dell'intreccio mediterraneo, dove si possono ammirare cestini, nasse per la pesca, e “fassoni” (caratteristica imbarcazione in materiale palustre, ancora oggi utilizzata). Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. È assicurato il solo servizio farmaceutico.

È sede di Pro Loco, di carabinieri e di guardia di finanza. Il settore primario, pur registrando un calo degli addetti a questo settore, è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, viti, ulivi, agrumi e frutta e con l'allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. L'industria è costituita da aziende che operano nei comparti della pesca e della piscicoltura, alimentare, della lavorazione del legno, dei materiali da costruzione, dei laterizi, metallurgico, cantieristico, edile, dei mobili, della gioielleria e oreficeria. Particolarmente fiorente è l'artigianato, che produce cestelli fatti con foglie intrecciate di palme selvatiche. È presente il servizio bancario; una buona rete commerciale completa il panorama del terziario. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Le scuole presenti garantiscono l'istruzione dell'obbligo e la frequenza del liceo scientifico. Le strutture culturali sono rappresentate dalla biblioteca capitolare della cattedrale e dal museo dell'intreccio mediterraneo, dove si possono ammirare cestini, nasse per la pesca, e “fassoni” (caratteristica imbarcazione in materiale palustre, ancora oggi utilizzata). Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. È assicurato il solo servizio farmaceutico.

Relazioni

La particolare bellezza del suo territorio, a ridosso dello splendido Golfo dell'Asinara, la rende un'ambita meta turistica. Offre a quanti vi si rechino la possibilità di trascorrervi piacevoli soggiorni e di effettuare interessanti escursioni nei dintorni. È possibile, infatti, ammirare la domus de janas “roccia dell'elefante” (così definita per la sua caratteristica forma, frutto dell'erosione degli agenti atmosferici), e i nuraghi Lu Tesoro, Elpighia e Cala Ostina. Tra le manifestazioni si segnalano: la suggestiva “Processione del Lunissanti”, che ogni lunedì Santo accende le vie del borgo con migliaia di fiaccole; la festa di Sant'Antonio da Padova e della Madonna degli Angeli, entrambe ad agosto. La festa del Patrono, Sant'Antonio Abate, si celebra il 17 gennaio.

La particolare bellezza del suo territorio, a ridosso dello splendido Golfo dell'Asinara, la rende un'ambita meta turistica. Offre a quanti vi si rechino la possibilità di trascorrervi piacevoli soggiorni e di effettuare interessanti escursioni nei dintorni. È possibile, infatti, ammirare la <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=DOMUSDEJANAS'>domus de janas</a> “roccia dell'elefante” (così definita per la sua caratteristica forma, frutto dell'erosione degli agenti atmosferici), e i <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SAR&parola=NURAGHI'>nuraghi</a> Lu Tesoro, Elpighia e Cala Ostina. Tra le manifestazioni si segnalano: la suggestiva “Processione del Lunissanti”, che ogni lunedì Santo accende le vie del borgo con migliaia di fiaccole; la festa di Sant'Antonio da Padova e della Madonna degli Angeli, entrambe ad agosto. La festa del Patrono, Sant'Antonio Abate, si celebra il 17 gennaio.

Località

Lu Bagnu, Multeddu, Pedra Sciolta, Punta Tramontana, San Giovanni, Terrabianca

Lu Bagnu, Multeddu, Pedra Sciolta, Punta Tramontana, San Giovanni, Terrabianca

Fondi europei 2021-2027

Comune di Castelsardo in "phasing-in", appartenente, cioè, a quelle aree che -già comprese nell'Obiettivo 1 nel periodo di programmazione comunitaria 2000-2006- nel nuovo ciclo di programmazione 2007-2013, grazie ai progressi economici compiuti, passano nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione" e sono oggetto di finanziamenti speciali in virtù del loro precedente status di territori Obiettivo 1. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.