Descrizione

Comune collinare di origine medievale, per il quale le attività rurali costituiscono ancora una significativa fonte di reddito e di occupazione. La maggioranza dei castelnovesi, il cui indice di vecchiaia è di poco superiore ai valori medi, vive concentrata nel capoluogo comunale, raccolto sul crinale di un gruppo di basse colline e interessato da un sensibile processo di espansione edilizia; il resto della comunità si distribuisce invece nel piccolo aggregato urbano di Granica e in un discreto numero di case sparse sui fondi. La struttura geomorfologica del territorio comunale, caratterizzato da un profilo geometrico lievemente ondulato, la mitezza del clima e l’abbondanza di acqua favoriscono le attività agricole: l’agro castelnovese presenta quindi un aspetto tipicamente rurale, caratterizzato dall’alternanza di argentei oliveti, frutteti, filari di viti, distese erbose adibite al pascolo del bestiame e campi coltivati prevalentemente a cereali, che si tingono in primavera di un verde brillante e in estate di calde sfumature dorate. Sullo sfondo rosso dello stemma, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, compare un castello turrito d’oro, merlato “alla ghibellina” e fondato su una pianura d’argento.

Comune collinare di origine medievale, per il quale le attività rurali costituiscono ancora una significativa fonte di reddito e di occupazione. La maggioranza dei castelnovesi, il cui indice di vecchiaia è di poco superiore ai valori medi, vive concentrata nel capoluogo comunale, raccolto sul crinale di un gruppo di basse colline e interessato da un sensibile processo di espansione edilizia; il resto della comunità si distribuisce invece nel piccolo aggregato urbano di Granica e in un discreto numero di case sparse sui fondi. La struttura geomorfologica del territorio comunale, caratterizzato da un profilo geometrico lievemente ondulato, la mitezza del clima e l’abbondanza di acqua favoriscono le attività agricole: l’agro castelnovese presenta quindi un aspetto tipicamente rurale, caratterizzato dall’alternanza di argentei oliveti, frutteti, filari di viti, distese erbose adibite al pascolo del bestiame e campi coltivati prevalentemente a cereali, che si tingono in primavera di un verde brillante e in estate di calde sfumature dorate. Sullo sfondo rosso dello stemma, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, compare un castello turrito d’oro, merlato “alla ghibellina” e fondato su una pianura d’argento.

Storia

Menzionata in documenti del IX e dell’XI secolo d.C. con il nome di CASTELLUM SANCTI DONATI, vanta secondo alcuni studiosi un’origine più antica: l’insediamento originario si sarebbe sviluppato intorno a una chiesa dedicata a San Donato, eretta da San Lorenzo di Siria, vale a dire colui che, secondo la leggenda, fondò la vicina abbazia di Farfa. Inserita nei possedimenti di quest’ultima, ne seguì le sorti fino al XVIII secolo –la prestigiosa abbazia, insignita dagli imperatori carolingi del privilegio dell’autonomia da ogni autorità civile e religiosa, raggiunse il massimo splendore politico, economico e culturale nel corso dell’XI secolo, quando estese la propria influenza su buona parte dell’Italia centrale–. Il toponimo è stato semplicemente Castelnuovo fino al 1863; l’attuale specificazione fa riferimento contemporaneamente alla vicina abbazia e alla geografia del luogo: deriva, infatti, dal nome del corso d’acqua che scorre nei pressi dell’abitato, gettandosi più in là nel fiume Tevere. Nel centro storico, caratterizzato da un aspetto tipicamente medievale, con strade strette e lastricate, si trovano la chiesa dedicata a San Nicola di Bari e una bella fontana del Seicento. Dell’antica chiesa di San Donato, originario polo di aggregazione dell’abitato, rimangono invece soltanto alcuni ruderi.

Menzionata in documenti del IX e dell’XI secolo d.C. con il nome di CASTELLUM SANCTI DONATI, vanta secondo alcuni studiosi un’origine più antica: l’insediamento originario si sarebbe sviluppato intorno a una chiesa dedicata a San Donato, eretta da San Lorenzo di Siria, vale a dire colui che, secondo la leggenda, fondò la vicina <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ABBAZIADIFARFA'>abbazia di Farfa</a>. Inserita nei possedimenti di quest’ultima, ne seguì le sorti fino al XVIII secolo –la prestigiosa abbazia, insignita dagli imperatori carolingi del privilegio dell’autonomia da ogni autorità civile e religiosa, raggiunse il massimo splendore politico, economico e culturale nel corso dell’XI secolo, quando estese la propria influenza su buona parte dell’Italia centrale–. Il toponimo è stato semplicemente Castelnuovo fino al 1863; l’attuale specificazione fa riferimento contemporaneamente alla vicina abbazia e alla geografia del luogo: deriva, infatti, dal nome del corso d’acqua che scorre nei pressi dell’abitato, gettandosi più in là nel fiume Tevere. Nel centro storico, caratterizzato da un aspetto tipicamente medievale, con strade strette e lastricate, si trovano la chiesa dedicata a San Nicola di Bari e una bella fontana del Seicento. Dell’antica chiesa di San Donato, originario polo di aggregazione dell’abitato, rimangono invece soltanto alcuni ruderi.

Economia

La comunità castelnovese conduce un’esistenza tranquilla, all’insegna del rispetto delle antiche usanze, senza tuttavia mostrarsi completamente chiusa alle opportunità offerte dal progresso e dalla modernità. Nel quadro dell’economia locale si evidenzia il ruolo fondamentale svolto tuttora dal settore primario; d’altra parte le caratteristiche del comprensorio comunale favoriscono le attività rurali, in particolare l’olivicoltura e la viticoltura; si coltivano inoltre cereali e frutta e si allevano bovini e suini. Sebbene diverse iniziative imprenditoriali siano maturate in campo industriale, soprattutto nei comparti alimentare ed edile, il settore secondario appare ancora poco rilevante; la rete distributiva, invece, è piuttosto articolata e il comparto dei servizi include le assicurazioni ma non il credito. Nel comune sono presenti gli ordinari uffici municipali e postali, una stazione dei carabinieri, le scuole dell’obbligo e una biblioteca comunale; un’adeguata assistenza sanitaria è garantita dalla farmacia e dal presidio distrettuale; ancora da potenziare è invece l’apparato ricettivo, privo di strutture per il soggiorno.

La comunità castelnovese conduce un’esistenza tranquilla, all’insegna del rispetto delle antiche usanze, senza tuttavia mostrarsi completamente chiusa alle opportunità offerte dal progresso e dalla modernità. Nel quadro dell’economia locale si evidenzia il ruolo fondamentale svolto tuttora dal settore primario; d’altra parte le caratteristiche del comprensorio comunale favoriscono le attività rurali, in particolare l’olivicoltura e la viticoltura; si coltivano inoltre cereali e frutta e si allevano bovini e suini. Sebbene diverse iniziative imprenditoriali siano maturate in campo industriale, soprattutto nei comparti alimentare ed edile, il settore secondario appare ancora poco rilevante; la rete distributiva, invece, è piuttosto articolata e il comparto dei servizi include le assicurazioni ma non il credito. Nel comune sono presenti gli ordinari uffici municipali e postali, una stazione dei carabinieri, le scuole dell’obbligo e una biblioteca comunale; un’adeguata assistenza sanitaria è garantita dalla farmacia e dal presidio distrettuale; ancora da potenziare è invece l’apparato ricettivo, privo di strutture per il soggiorno.

Relazioni

Immersa in una rilassante e suggestiva cornice agreste, costituisce un luogo ideale per ritemprarsi dallo stress e dal frastuono che caratterizzano la vita moderna. Un ulteriore motivo di richiamo è costituito dalla vicinanza della celebre abbazia di Farfa, con la sua ricchissima biblioteca e la sua fornita erboristeria. Tra le principali manifestazioni organizzate dalla comunità castelnovese nel corso dell’anno si segnalano la rievocazione della trebbiatura secondo gli antichi costumi (ultima domenica di giugno), con degustazione di ricette tipiche, il tradizionale palio delle contrade, fiore all’occhiello dell’“Agosto castelnovese”, e i festeggiamenti in onore della Madonna del Rosario (terzo fine settimana di ottobre), che comprendono, tra l’altro, la sagra della bruschetta e della salsiccia. La festa del Patrono San Nicola di Bari si celebra il 6 dicembre.

Immersa in una rilassante e suggestiva cornice agreste, costituisce un luogo ideale per ritemprarsi dallo stress e dal frastuono che caratterizzano la vita moderna. Un ulteriore motivo di richiamo è costituito dalla vicinanza della celebre <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ABBAZIADIFARFA'>abbazia di Farfa</a>, con la sua ricchissima biblioteca e la sua fornita erboristeria. Tra le principali manifestazioni organizzate dalla comunità castelnovese nel corso dell’anno si segnalano la rievocazione della trebbiatura secondo gli antichi costumi (ultima domenica di giugno), con degustazione di ricette tipiche, il tradizionale palio delle contrade, fiore all’occhiello dell’“Agosto castelnovese”, e i festeggiamenti in onore della Madonna del Rosario (terzo fine settimana di ottobre), che comprendono, tra l’altro, la sagra della bruschetta e della salsiccia. La festa del Patrono San Nicola di Bari si celebra il 6 dicembre.

Località

Granica

Granica

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Castelnuovo di Farfa rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.