Descrizione

Centro collinare di origine molto antica, la cui popolazione trae sostentamento dalle attività rurali e da alcune piccole e medie imprese industriali. I castellucciani, il cui indice di vecchiaia è inferiore alla media, risiedono per la maggior parte nel capoluogo comunale e nella piccola località di Finimondo. Il nucleo antico dell’abitato, dalla pianta quadrata, sorge su un colle mentre la parte moderna si è sviluppata lungo un’importante arteria viaria fino a saldarsi urbanisticamente alla località di Isola del Liri dell’omonimo comune. Il territorio comunale, solcato dalle acque del fiume Liri, è occupato da una serie di rilievi collinari dai contorni arrotondati; oliveti, profumati frutteti e seminativi hanno in buona parte sostituito i maestosi boschi di querce e castagni che costituivano l’originaria copertura arborea. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale campeggia un torrione d’argento, merlato “alla guelfa”, munito di cinque feritoie tonde e sormontato da un drago rosso volante, con la coda sanguinante; fuori dello scudo, su nastro bifido svolazzante, figura il motto NIL RESEDET VENENO.

Centro collinare di origine molto antica, la cui popolazione trae sostentamento dalle attività rurali e da alcune piccole e medie imprese industriali. I castellucciani, il cui indice di vecchiaia è inferiore alla media, risiedono per la maggior parte nel capoluogo comunale e nella piccola località di Finimondo. Il nucleo antico dell’abitato, dalla pianta quadrata, sorge su un colle mentre la parte moderna si è sviluppata lungo un’importante arteria viaria fino a saldarsi urbanisticamente alla località di Isola del Liri dell’omonimo comune. Il territorio comunale, solcato dalle acque del fiume Liri, è occupato da una serie di rilievi collinari dai contorni arrotondati; oliveti, profumati frutteti e seminativi hanno in buona parte sostituito i maestosi boschi di querce e castagni che costituivano l’originaria copertura arborea. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale campeggia un torrione d’argento, merlato “alla guelfa”, munito di cinque feritoie tonde e sormontato da un drago rosso volante, con la coda sanguinante; fuori dello scudo, su nastro bifido svolazzante, figura il motto NIL RESEDET VENENO.

Storia

Popolata fin dal paleolitico, come attestano numerosi ritrovamenti archeologici, fu sede di un insediamento volsco, che al termine delle guerre sannitiche divenne colonia romana, abitata con molta probabilità da membri dell’illustre GENS POMPEIANA. Nel Medioevo seguì le sorti del ducato di Sora, che per lungo tempo fu feudo della famiglia Cantelmo. Nel 1460 le truppe pontificie la cinsero d’assedio e la sottrassero a Giampaolo Cantelmo; venne quindi amministrata direttamente dalla Santa Sede e successivamente passò ai Della Rovere e ai Boncompagni, nuovi duchi di Sora (1580). Appartenne a questa illustre famiglia fino al 1796, quando entrò a far parte del regno borbonico; l’anno successivo venne devastata dalle truppe napoleoniche e nel corso dell’Ottocento subì la piaga del brigantaggio. Citata nel Catalogus Baronum (1150-1168) con il nome di Castelluccio e chiamata Castelluccio di Sora a partire dal 1862, assunse l’attuale denominazione dal 1878; quest’ultima deriva dalla fusione di “castello” con l’idronimo “Liri”. Il tragico terremoto del 1915 e i bombardamenti della seconda guerra mondiale hanno lasciato sopravvivere poche testimonianze del suo passato: si possono ammirare soltanto le rovine di una villa rustica romana e i resti della cerchia di mura difensive, costruita nel Medioevo e comprendente un tempo anche torri e porte.

Popolata fin dal paleolitico, come attestano numerosi ritrovamenti archeologici, fu sede di un insediamento <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=VOLSCO'>volsco</a>, che al termine delle guerre <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=SANNITICHE'>sannitiche</a> divenne colonia romana, abitata con molta probabilità da membri dell’illustre GENS POMPEIANA. Nel Medioevo seguì le sorti del ducato di Sora, che per lungo tempo fu feudo della famiglia <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=CANTELMO'>Cantelmo</a>. Nel 1460 le truppe pontificie la cinsero d’assedio e la sottrassero a Giampaolo <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=CANTELMO'>Cantelmo</a>; venne quindi amministrata direttamente dalla Santa Sede e successivamente passò ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=DELLAROVERE'>Della Rovere</a> e ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=BONCOMPAGNI'>Boncompagni</a>, nuovi duchi di Sora (1580). Appartenne a questa illustre famiglia fino al 1796, quando entrò a far parte del regno <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=BORBONICO'>borbonico</a>; l’anno successivo venne devastata dalle truppe napoleoniche e nel corso dell’Ottocento subì la piaga del brigantaggio. Citata nel <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=CATALOGUSBARONUM'>Catalogus Baronum</a> (1150-1168) con il nome di Castelluccio e chiamata Castelluccio di Sora a partire dal 1862, assunse l’attuale denominazione dal 1878; quest’ultima deriva dalla fusione di “castello” con l’idronimo “Liri”. Il tragico terremoto del 1915 e i bombardamenti della seconda guerra mondiale hanno lasciato sopravvivere poche testimonianze del suo passato: si possono ammirare soltanto le rovine di una villa rustica romana e i resti della cerchia di mura difensive, costruita nel Medioevo e comprendente un tempo anche torri e porte.

Economia

A una solida tradizione rurale, basata sulla produzione di cereali, ortaggi, frutta e olive, nonché sull’allevamento di bovini, si è di recente affiancato un vivace settore industriale, comprendente un discreto numero di aziende di dimensioni prevalentemente piccole: particolarmente dinamici appaiono i comparti tessile, elettronico e metallurgico. La rete di distribuzione, non particolarmente sviluppata, risulta comunque proporzionata alle esigenze della comunità; tra i servizi figura il credito. Anche il panorama delle strutture di pubblica utilità presenta qualche lacuna, soprattutto in campo culturale e sociale: il comune, sede degli ordinari uffici municipali e postali, possiede soltanto le scuole materne, elementari e medie e per l’assistenza sanitaria fa riferimento alla centrale operativa di guardia medica di Sora –sul posto è presente soltanto la farmacia–; i diversi ristoranti presenti sul posto permettono di gustare e apprezzare la tipica cucina ciociara ma la totale assenza di strutture per il soggiorno costituisce un serio ostacolo per lo sviluppo futuro del turismo.

A una solida tradizione rurale, basata sulla produzione di cereali, ortaggi, frutta e olive, nonché sull’allevamento di bovini, si è di recente affiancato un vivace settore industriale, comprendente un discreto numero di aziende di dimensioni prevalentemente piccole: particolarmente dinamici appaiono i comparti tessile, elettronico e metallurgico. La rete di distribuzione, non particolarmente sviluppata, risulta comunque proporzionata alle esigenze della comunità; tra i servizi figura il credito. Anche il panorama delle strutture di pubblica utilità presenta qualche lacuna, soprattutto in campo culturale e sociale: il comune, sede degli ordinari uffici municipali e postali, possiede soltanto le scuole materne, elementari e medie e per l’assistenza sanitaria fa riferimento alla centrale operativa di guardia medica di Sora –sul posto è presente soltanto la farmacia–; i diversi ristoranti presenti sul posto permettono di gustare e apprezzare la tipica cucina ciociara ma la totale assenza di strutture per il soggiorno costituisce un serio ostacolo per lo sviluppo futuro del turismo.

Relazioni

Situata in posizione amena, a breve distanza dall’abbazia di Casamari, meta di turismo religioso e culturale, nonché dal punto in cui il fiume Liri forma tre spettacolari cascate, è immersa in un ambiente ricco di verde: specialmente durante i caldi mesi estivi gli abitanti del posto e i villeggianti abituali amano trascorrere ore tranquille all’ombra del bosco comunale, ricco di querce, castagni e pini. Recentemente, nel sottosuolo dell’abitato sono state scoperte bellissime grotte che, opportunamente valorizzate, costituirebbero senz’altro un ulteriore, potente richiamo turistico. Un buon afflusso di visitatori si registra in occasione della fiera del Crocifisso (terza domenica di luglio). La festa della Patrona Santa Maria Salome si celebra il 22 ottobre.

Situata in posizione amena, a breve distanza dall’abbazia di Casamari, meta di turismo religioso e culturale, nonché dal punto in cui il fiume Liri forma tre spettacolari cascate, è immersa in un ambiente ricco di verde: specialmente durante i caldi mesi estivi gli abitanti del posto e i villeggianti abituali amano trascorrere ore tranquille all’ombra del bosco comunale, ricco di querce, castagni e pini. Recentemente, nel sottosuolo dell’abitato sono state scoperte bellissime grotte che, opportunamente valorizzate, costituirebbero senz’altro un ulteriore, potente richiamo turistico. Un buon afflusso di visitatori si registra in occasione della fiera del Crocifisso (terza domenica di luglio). La festa della Patrona Santa Maria Salome si celebra il 22 ottobre.

Località

Finimondo

Finimondo

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Castelliri rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.