Descrizione

Comune di montagna di fondazione medievale, sorretto essenzialmente dall'agricoltura tradizionale, da sempre affiancata dalla silvicoltura e dall'allevamento di bestiame. La comunità dei castellani, con un indice di vecchiaia particolarmente superiore alla media, si distribuisce uniformemente su tutto il comprensorio comunale, risiedendo nel capoluogo comunale, nelle località di Giardiniera e Schigno nonché in alcuni aggregati urbani elementari. L'abitato è posto sulla sommità di un poggio, da cui domina il corso del torrente Senatello. Il profilo geometrico del territorio comunale, che confina con un'isola amministrativa del comune di Badia Tedalda (AR), in Toscana, è particolarmente aspro e irregolare; composito e variegato è anche il paesaggio: il fitto manto boschivo di faggi e cerri che riveste le zone più elevate, alternandosi alla nuda roccia e agli ampi pascoli, fa spazio, più in basso, a formazioni di roverella, orniello, carpino nero e leccio mentre nelle valli e sulle colline più dolci dilagano le coltivazioni arboree e arbustive.

Comune di montagna di fondazione medievale, sorretto essenzialmente dall'agricoltura tradizionale, da sempre affiancata dalla silvicoltura e dall'allevamento di bestiame. La comunità dei castellani, con un indice di vecchiaia particolarmente superiore alla media, si distribuisce uniformemente su tutto il comprensorio comunale, risiedendo nel capoluogo comunale, nelle località di Giardiniera e Schigno nonché in alcuni aggregati urbani elementari. L'abitato è posto sulla sommità di un poggio, da cui domina il corso del torrente Senatello. Il profilo geometrico del territorio comunale, che confina con un'isola amministrativa del comune di Badia Tedalda (AR), in Toscana, è particolarmente aspro e irregolare; composito e variegato è anche il paesaggio: il fitto manto boschivo di faggi e cerri che riveste le zone più elevate, alternandosi alla nuda roccia e agli ampi pascoli, fa spazio, più in basso, a formazioni di roverella, orniello, carpino nero e leccio mentre nelle valli e sulle colline più dolci dilagano le coltivazioni arboree e arbustive.

Storia

Citata nelle fonti documentarie, con il nome di Casale d'Ilice, a partire dal XII secolo, appartenne dapprima ai vescovi di Montefeltro e poi, dal 1290, al rettore della Massa Trabaria. Fu acquisita in seguito dalla famiglia ghibellina dei Della Faggiola, che l'amministrò fino ai primi anni del Quattrocento. Nello stesso secolo passò al nobile urbinate Nicolò dei Prefetti di Vico e a Guidantonio da Montefeltro ma non prese parte alle lotte tra Malatesta e Montefeltro, che interessarono pressoché l'intera provincia; fu invece assoggettata da Cesare Borgia, da Lorenzo de' Medici e dal comune di Firenze, prima di tornare nelle mani dei duchi di Urbino. Con la devoluzione del ducato di Urbino alla Chiesa, entrò a far parte dello Stato Pontificio, dal quale si affrancò solo in seguito alla costituzione del regno d'Italia. Il toponimo, menzionato nelle RATIONES DECIMARUM delle Marche (anni 1290-1292), è un composto di “castello” e del termine latino ILEX, ILICIS, ‘elce, leccio'. Un'intatta e solida torre civica, cui si accede attraverso una scalinata esterna, domina il centro storico, composto da un caratteristico insieme di piccole case in pietra chiara, addossate le une alle altre. Degni di nota sono inoltre il ponte romanico detto Pontevecchio e le chiese gotiche di Santa Maria in Sasseto e San Nicolò.

Citata nelle fonti documentarie, con il nome di Casale d'Ilice, a partire dal XII secolo, appartenne dapprima ai vescovi di Montefeltro e poi, dal 1290, al rettore della Massa Trabaria. Fu acquisita in seguito dalla famiglia <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=GHIBELLINA'>ghibellina</a> dei Della Faggiola, che l'amministrò fino ai primi anni del Quattrocento. Nello stesso secolo passò al nobile urbinate Nicolò dei Prefetti di Vico e a Guidantonio <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=DAMONTEFELTRO'>da Montefeltro</a> ma non prese parte alle lotte tra <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=MALATESTA'>Malatesta</a> e <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=MONTEFELTRO'>Montefeltro</a>, che interessarono pressoché l'intera provincia; fu invece assoggettata da <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=CESAREBORGIA'>Cesare Borgia</a>, da Lorenzo <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=DEMEDICI'>de' Medici</a> e dal comune di Firenze, prima di tornare nelle mani dei duchi di Urbino. Con la devoluzione del <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=DUCATODIURBINO'>ducato di Urbino</a> alla Chiesa, entrò a far parte dello Stato Pontificio, dal quale si affrancò solo in seguito alla costituzione del regno d'Italia. Il toponimo, menzionato nelle RATIONES DECIMARUM delle Marche (anni 1290-1292), è un composto di “castello” e del termine latino ILEX, ILICIS, ‘elce, leccio'. Un'intatta e solida torre civica, cui si accede attraverso una scalinata esterna, domina il centro storico, composto da un caratteristico insieme di piccole case in pietra chiara, addossate le une alle altre. Degni di nota sono inoltre il ponte romanico detto Pontevecchio e le chiese gotiche di Santa Maria in Sasseto e San Nicolò.

Economia

Saldamente ancorata alle tradizioni, la comunità dei castellani è tuttora dedita alle attività rurali del passato (coltivazione di cereali e foraggi, zootecnia e silvicoltura); queste, lungi dall'acquisire tecniche all'avanguardia e nuovi macchinari, sono state la causa principale di un consistente spopolamento del territorio comunale. Il settore secondario, rappresentato dai soli comparti delle confezioni e della lavorazione dei metalli, è fermo a uno stadio embrionale di sviluppo; la rete commerciale è circoscritta ai beni di prima necessità e il ventaglio dei servizi privati non include il credito. Sede degli ordinari uffici municipali e postali, il comune non dispone di rilevanti strutture culturali e scolastiche, a eccezione delle scuole per l'istruzione primaria, mentre l'assistenza sanitaria è assicurata localmente dalla farmacia; sebbene l'apparato ricettivo non offra possibilità di soggiorno, il discreto afflusso turistico gravita su un cospicuo numero di seconde case per vacanza.

Saldamente ancorata alle tradizioni, la comunità dei castellani è tuttora dedita alle attività rurali del passato (coltivazione di cereali e foraggi, zootecnia e silvicoltura); queste, lungi dall'acquisire tecniche all'avanguardia e nuovi macchinari, sono state la causa principale di un consistente spopolamento del territorio comunale. Il settore secondario, rappresentato dai soli comparti delle confezioni e della lavorazione dei metalli, è fermo a uno stadio embrionale di sviluppo; la rete commerciale è circoscritta ai beni di prima necessità e il ventaglio dei servizi privati non include il credito. Sede degli ordinari uffici municipali e postali, il comune non dispone di rilevanti strutture culturali e scolastiche, a eccezione delle scuole per l'istruzione primaria, mentre l'assistenza sanitaria è assicurata localmente dalla farmacia; sebbene l'apparato ricettivo non offra possibilità di soggiorno, il discreto afflusso turistico gravita su un cospicuo numero di seconde case per vacanza.

Relazioni

Rappresenta una stazione di soggiorno ideale per gli amanti della quiete e della natura incontaminata: gli escursionisti possono usufruire di numerosi sentieri segnalati, che conducono al cuore dell'Appennino centrale, spingendosi fino al poggio dei Tre Vescovi (1.127 metri di quota) e, ancora oltre, al passo di Pratieghi, lungo il confine tra Marche, Emilia-Romagna e Toscana; le limpide acque del torrente Senatello permettono inoltre la pratica della pesca sportiva. L'abitato si anima soprattutto in occasione della fiera dei prodotti tipici che si tiene il primo maggio. Il Patrono San Martino si festeggia l'11 novembre. Ha dato i natali a Uguccione della Faggiola (1250-1319), condottiero ghibellino che fu anche signore di Arezzo, Pisa e Lucca.

Rappresenta una stazione di soggiorno ideale per gli amanti della quiete e della natura incontaminata: gli escursionisti possono usufruire di numerosi sentieri segnalati, che conducono al cuore dell'Appennino centrale, spingendosi fino al poggio dei Tre Vescovi (1.127 metri di quota) e, ancora oltre, al passo di Pratieghi, lungo il confine tra Marche, Emilia-Romagna e Toscana; le limpide acque del torrente Senatello permettono inoltre la pratica della pesca sportiva. L'abitato si anima soprattutto in occasione della fiera dei prodotti tipici che si tiene il primo maggio. Il Patrono San Martino si festeggia l'11 novembre. Ha dato i natali a Uguccione della Faggiola (1250-1319), condottiero <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=GHIBELLINO'>ghibellino</a> che fu anche signore di Arezzo, Pisa e Lucca.

Località

Cabatarcio, Casantino, Fragheto, Gattara, Giardiniera, Mercato, Poggio Ancisa, Schigno, Senatello, Viapiana, Villa di Fragheto

Cabatarcio, Casantino, Fragheto, Gattara, Giardiniera, Mercato, Poggio Ancisa, Schigno, Senatello, Viapiana, Villa di Fragheto

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Casteldelci rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.