Descrizione

Comune collinare di origine medievale, in cui, oltre alla tradizionale coltura dell'olivo e della vite, si tramanda di generazione in generazione la produzione artigianale di ceramiche artistiche e cotto. I castellesi, che presentano un indice di vecchiaia superiore alla media, risiedono prevalentemente nel capoluogo comunale e nelle località di Monterubiaglio, Pianlungo e Viceno, mentre solo una piccolissima fetta della comunità ha fissato la propria dimora in case sparse sui fondi. La dolcezza del profilo geometrico del territorio comunale trova riscontro nella presenza pressoché egemonica di vigneti, oliveti e seminativi, che ricoprono un ampio tavolato vulcanico; quest'ultimo, popolato da specie faunistiche rare nel territorio regionale (poiana e gheppio) e punteggiato qua e là di querceti e castagneti, s'interrompe in maniera tanto brusca quanto spettacolare in corrispondenza del fondovalle del fiume Paglia. L'abitato è raccolto sull'orlo di un ripiano tufaceo, la cui colorazione rossastra determina suggestivi contrasti cromatici con le argille e le sabbie dei rilievi circostanti. Lo stemma comunale, concesso con Regio Decreto, è "spaccato": per metà azzurro e per metà d'oro, raffigura un castello merlato "alla ghibellina", munito di due torricelle e sormontato da una stella d'argento a cinque punte; la costruzione è attraversata da una fascia d'argento con una greca rossa.

Comune collinare di origine medievale, in cui, oltre alla tradizionale coltura dell'olivo e della vite, si tramanda di generazione in generazione la produzione artigianale di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=UMB_VDO&parola=CERAMICHE'>ceramiche</a> artistiche e cotto. I castellesi, che presentano un indice di vecchiaia superiore alla media, risiedono prevalentemente nel capoluogo comunale e nelle località di Monterubiaglio, Pianlungo e Viceno, mentre solo una piccolissima fetta della comunità ha fissato la propria dimora in case sparse sui fondi. La dolcezza del profilo geometrico del territorio comunale trova riscontro nella presenza pressoché egemonica di vigneti, oliveti e seminativi, che ricoprono un ampio tavolato vulcanico; quest'ultimo, popolato da specie faunistiche rare nel territorio regionale (poiana e gheppio) e punteggiato qua e là di querceti e castagneti, s'interrompe in maniera tanto brusca quanto spettacolare in corrispondenza del fondovalle del fiume Paglia. L'abitato è raccolto sull'orlo di un ripiano tufaceo, la cui colorazione rossastra determina suggestivi contrasti cromatici con le argille e le sabbie dei rilievi circostanti. Lo stemma comunale, concesso con Regio Decreto, è "spaccato": per metà azzurro e per metà d'oro, raffigura un castello merlato "alla <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=UMB_VDO&parola=GHIBELLINA'>ghibellina</a>", munito di due torricelle e sormontato da una stella d'argento a cinque punte; la costruzione è attraversata da una fascia d'argento con una greca rossa.

Storia

Nel Trecento l'antico castello fu edificato intorno a una torre costruita dai benedettini. Fu feudo dei Monaldeschi e partecipò, disponendo di un forte esercito, alla battaglia di Lepanto (1571), riuscendo anche a strappare la bandiera dal pennone di una nave turca -questo trofeo è ancor oggi conservato nella parrocchiale-. Passata successivamente sotto il dominio degli Spada, che vi governarono fino al 1921, fu unita ad Orvieto nel periodo della Repubblica Romana e divenne autonoma nel 1860, con l'ingresso nell'Italia unita. Nel 1927 fu assegnata alla provincia di Terni. Il toponimo, di chiara etimologia, è composto da "castello" e da "Viscardo", nome personale di origine germanica. Ancora ben conservato è il castello, massiccia costruzione trecentesca di forma trapezoidale, con possenti torrioni cilindrici angolari e una porta d'ingresso risalente al Seicento. La parrocchiale (XVII secolo) è in stile neoclassico rinascimentale mentre alterne vicende ha subito la splendida cappella di Santa Caterina da Alessandria: fatta erigere dai Monaldeschi e poi caduta in rovina, fu ricostruita per volontà degli Spada con pianta a croce latina e infine restaurata dopo i bombardamenti dell'ultima guerra. Notevole è il castello di Monterubiaglio, di forma quadrangolare, con quattro torri, una sola porta d'accesso e un cortile interno.

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Economia

La comunità castellese non ha mai allentato i vincoli con la tradizione: dedita ancora con profitto alle attività rurali -la coltivazione di frumento, olive e uva da vino prospera sui dolci rilievi collinari e sul terreno fertile del fondovalle-, è nota ben oltre i confini provinciali per la produzione artigianale di ceramiche. Altre attività imprenditoriali sono concentrate soprattutto nella località di Le Prese e afferiscono ai comparti agro-alimentare, metallurgico e manifatturiero delle confezioni e del legno. Il comune ospita le scuole dell'obbligo, una casa di riposo e una biblioteca comunale; vario è l'apparato ricettivo, che annovera alberghi e ristoranti, e qualificato il servizio sanitario, assicurato da un centro di salute, un presidio di guardia medica, un poliambulatorio, un consultorio e la farmacia.

La comunità castellese non ha mai allentato i vincoli con la tradizione: dedita ancora con profitto alle attività rurali -la coltivazione di frumento, olive e uva da vino prospera sui dolci rilievi collinari e sul terreno fertile del fondovalle-, è nota ben oltre i confini provinciali per la produzione artigianale di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=UMB_VDO&parola=CERAMICHE'>ceramiche</a>. Altre attività imprenditoriali sono concentrate soprattutto nella località di Le Prese e afferiscono ai comparti agro-alimentare, metallurgico e manifatturiero delle confezioni e del legno. Il comune ospita le scuole dell'obbligo, una casa di riposo e una biblioteca comunale; vario è l'apparato ricettivo, che annovera alberghi e ristoranti, e qualificato il servizio sanitario, assicurato da un centro di salute, un presidio di guardia medica, un poliambulatorio, un consultorio e la farmacia.

Relazioni

L'attaccamento al patrimonio delle tradizioni è all'origine della vitalità del folclore locale: l'estate è animata dall'"Agosto castellese" (dal 14 al 24 agosto), con manifestazioni culturali, rassegne teatrali, tornei sportivi, mostre d'arte e serate musicali, e dal "Festival della Cannelletta" (agosto), che celebra le virtù dei rinomati vini locali. Nei mesi invernali, invece, si concentrano soprattutto le manifestazioni legate alla religiosità popolare: a dicembre, nel periodo natalizio, si rappresenta il presepe vivente e il 5 gennaio, vigilia dell'Epifania, si svolge la cosiddetta "Pasquarella", con esibizioni canore dei giovani del posto. È consuetudine, inoltre, offrire il "caffè della sposa" a quanti si trovino ad assistere anche casualmente ad uno sposalizio e distribuire il primo novembre le "fave dei morti", dolci tipici locali. Il Patrono, Sant'Antonio da Padova, si festeggia il 27 agosto.

L'attaccamento al patrimonio delle tradizioni è all'origine della vitalità del folclore locale: l'estate è animata dall'"Agosto castellese" (dal 14 al 24 agosto), con manifestazioni culturali, rassegne teatrali, tornei sportivi, mostre d'arte e serate musicali, e dal "Festival della Cannelletta" (agosto), che celebra le virtù dei rinomati vini locali. Nei mesi invernali, invece, si concentrano soprattutto le manifestazioni legate alla religiosità popolare: a dicembre, nel periodo natalizio, si rappresenta il presepe vivente e il 5 gennaio, vigilia dell'Epifania, si svolge la cosiddetta "Pasquarella", con esibizioni canore dei giovani del posto. È consuetudine, inoltre, offrire il "caffè della sposa" a quanti si trovino ad assistere anche casualmente ad uno sposalizio e distribuire il primo novembre le "fave dei morti", dolci tipici locali. Il Patrono, Sant'Antonio da Padova, si festeggia il 27 agosto.

Località

Le Prese-Zona Industriale, Monterubiaglio, Pianlungo, Viceno

Le Prese-Zona Industriale, Monterubiaglio, Pianlungo, Viceno

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Castel Viscardo rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.