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Descrizione

Centro collinare, di antiche origini, con un’economia basata prevalentemente sull’agricoltura, affiancata da una modesta presenza dell’industria e del terziario. I casabonesi, il cui indice di vecchiaia è inferiore alla media, risiedono soprattutto nel capoluogo comunale, in cui si registra la maggiore concentrazione demografica, e nella località Zinga; il resto della popolazione si distribuisce tra alcune case sparse e i nuclei Montagnapiana, Santa Maria e Simma. Il territorio, in cui sgorgano sorgenti di acque sulfuree, ha un profilo geometrico irregolare, con accentuate variazioni altimetriche: si raggiungono i 522 metri di quota. L’abitato, costruito sul più grande insediamento rupestre del Crotonese, è interessato da una forte crescita edilizia; situato su un’altura di tufo marino, fra due vallette, ha un andamento plano-altimetrico vario. Nello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, si raffigura, su sfondo azzurro, una casa posta di tre quarti, accompagnata, in capo, da una stella d’argento.

Storia

Identificata da alcuni con l’antica Chone, fu abitata fin da epoca remota, come testimoniano i reperti rinvenuti nella zona. Il toponimo, che in documenti del XIV secolo compare nelle forme Casuboni e Casubonu, è composto di “casa” e dell’aggettivo “bona”; non manca però chi si richiama al latino CASABUNDIA, avente il significato di ‘prossima a cadere’. Possedimento dei Sangiorgio, nel Duecento, nel secolo successivo passò agli Abenate, ai quali subentrarono i Ruffo di Montalto Uffugo, i Cavaniglia, i d’Aragona, i Pisciotta, gli Spiriti, i Rossi, i Moccia e i Crispano. Ultimi feudatari furono i Capecelatro. Danneggiata dal terremoto della prima metà del Seicento, che aveva reso franoso il territorio su cui sorgeva, venne quasi del tutto abbandonata dalla popolazione e ricostruita intorno al monastero di San Bernardino. Fu gravemente colpita anche dal terremoto della seconda metà del XVIII secolo. Compresa nel cantone di Cirò, col nome Casalbuono, ai tempi della Repubblica Partenopea, con le riforme amministrative attuate dai francesi, all’inizio dell’Ottocento, fu inclusa dapprima tra le università del cosiddetto governo di Strongoli e poi tra i comuni del circondario facente capo a questo centro. La storia post-unitaria segue quella del resto della regione. Del patrimonio storico-architettonico fanno parte diversi edifici di culto, tra cui figurano: la chiesa parrocchiale, contenente, tra l’altro, un pregevole dipinto settecentesco; la chiesa delle Croci e quelle dell’Immacolata e di San Giovanni Battista, a Zinga. Interessanti sono anche: il convento di San Francesco; il palazzo Tallarico; i resti di Casalbuono; una necropoli romana, alcune grotte di cavernicoli, dell’età della pietra, e un sepolcreto indigeno di uno stanziamento protostorico, della prima età del ferro, nelle campagne circostanti.

Economia

Oltre che dei consueti uffici municipali e postali, è sede di Pro Loco e di stazione dei carabinieri. L’agricoltura, basata sulla produzione di cereali, frumento, foraggi, ortaggi, olive, uva, agrumi e altra frutta, è integrata dall’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini ed equini. L’industria, di dimensioni ridottissime, è costituita da aziende che operano nei comparti alimentare, edile, metallurgico, tessile, dell’abbigliamento, della lavorazione del legno e della fabbricazione di articoli in plastica e prodotti di cokeria. Artigiani locali si dedicano alla produzione di mobili e oggetti in ferro battuto. È presente il servizio bancario; una sufficiente rete distributiva completa il panorama del terziario. Nelle scuole del posto si impartisce l’istruzione obbligatoria; non manca una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario è assicurato il servizio farmaceutico.

Relazioni

L’aria salubre, la tranquillità del luogo, la genuinità dei suoi prodotti e le bellezze dell’ambiente naturale, arricchito dalla presenza di estesi boschi, costituiscono valide risorse, il cui sfruttamento può portare a un incremento del turismo nella zona. È poco frequentata per lavoro, in quanto le sue attività produttive non consentono di richiamare manodopera dai dintorni; intrattiene rapporti non molto intensi con i comuni vicini, ai quali la popolazione si rivolge per l’istruzione secondaria di secondo grado e i servizi non forniti localmente. Tra gli eventi ricorrenti merita di essere citata la fiera del 24 e 25 aprile. Il Patrono, San Nicola, si festeggia il 6 dicembre.

Località

Zinga

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Casabona rientra nell’Obiettivo "Convergenza" (che succede al precedente Obiettivo 1 della programmazione 2000-06). A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta ad accelerare il processo di convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. I settori prioritari d'intervento sono i seguenti: qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società basata sulla conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela dell'ambiente, efficienza amministrativa. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.

INFO
  • Popolazione 2.718
  • Lat 39° 14' 51,82'' 39.24772778
  • Long 16° 57' 28,41'' 16.95789167
  • CAP 88822
  • Prefisso 0962
  • Codice ISTAT 101004
  • Codice Catasto B857
  • Altitudine slm 287 mt
  • zona clim./gradi giorno
    Riscaldamento: dal 15/11 al 31/03 per 10 ore/giorno
    C/1362
  • Superficie 68.89 Km2
  • Densità 39,45 ab/Km2
  • Sismicità Zona 2
  • Alba 06:08
  • Tramonto 17:05
Contatti
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ELIMVIA SAN VITO SNC
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IL POTERE DELL'AMORE MISERICORDIOSO COOPERATIVA SOCIALE ONLUSVIALE DEI MINIMI
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