Descrizione

Piccola comunità di montagna nata nel Medioevo in una zona intensamente popolata fin dall'antichità, le cui modeste risorse sono prevalentemente di origine rurale. La comunità dei caporcianesi, il cui indice di vecchiaia è particolarmente elevato, è distribuita nella località di Bominaco e nel capoluogo comunale, tipico insediamento di crinale proteso su un ampio avvallamento. Il territorio comunale ha una conformazione orografica varia e in più punti un profilo geometrico piuttosto frastagliato: vi si distinguono nettamente una zona pianeggiante o lievemente ondulata corrispondente all'altopiano di Navelli e una fascia di rilievi che prolunga i contrafforti meridionali del Gran Sasso fino al solco del medio fiume Aterno.

Piccola comunità di montagna nata nel Medioevo in una zona intensamente popolata fin dall'antichità, le cui modeste risorse sono prevalentemente di origine rurale. La comunità dei caporcianesi, il cui indice di vecchiaia è particolarmente elevato, è distribuita nella località di Bominaco e nel capoluogo comunale, tipico insediamento di crinale proteso su un ampio avvallamento. Il territorio comunale ha una conformazione orografica varia e in più punti un profilo geometrico piuttosto frastagliato: vi si distinguono nettamente una zona pianeggiante o lievemente ondulata corrispondente all'altopiano di Navelli e una fascia di rilievi che prolunga i contrafforti meridionali del Gran Sasso fino al solco del medio fiume Aterno.

Storia

I numerosi reperti archeologici affiorati soprattutto in località Monteboria testimoniano l'esistenza di VICI italico-romani. È probabile che la fondazione del monastero di Bominaco, intorno a cui si raccolse in epoca medievale l'omonimo abitato, si debba ad Odorisio di Bernardo, vescovo di Valva. La potente abbazia, che si sa già florida intorno al Mille, esercitò a lungo la propria giurisdizione sui luoghi; nel 1424 fu distrutta dal condottiero Braccio da Montone e nel XVIII secolo fu privata dei privilegi feudali e sottoposta alla diocesi di L'Aquila. Del complesso monastico sopravvive la chiesa di tipo basilicale, intitolata a Santa Maria Assunta, che rappresenta uno dei più interessanti esempi di romanico abruzzese -l'interno, diviso in tre navate, termina con tre absidi semicircolari e custodisce uno splendido ambone di scuola valvense, un candelabro per il cero pasquale sorretto da un leone stiloforo e un ciborio con altare maggiore -. Degne di menzione sono anche la chiesa di S. Pellegrino, ricostruita nel 1263, e quella intitolata a S. Pietro, che conserva un importantissimo ciclo di affreschi del Cinquecento. Oltre a questi luoghi di cultohanno vinto la sfida del tempo anche le opere medievali di fortificazione, munite di una torre cilindrica ben conservata.

I numerosi reperti archeologici affiorati soprattutto in località Monteboria testimoniano l'esistenza di VICI italico-romani. È probabile che la fondazione del monastero di Bominaco, intorno a cui si raccolse in epoca medievale l'omonimo abitato, si debba ad Odorisio di Bernardo, vescovo di Valva. La potente abbazia, che si sa già florida intorno al Mille, esercitò a lungo la propria giurisdizione sui luoghi; nel 1424 fu distrutta dal condottiero <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=ABR&parola=BRACCIODAMONTONE'>Braccio da Montone</a> e nel XVIII secolo fu privata dei privilegi feudali e sottoposta alla diocesi di L'Aquila. Del complesso monastico sopravvive la chiesa di tipo basilicale, intitolata a Santa Maria Assunta, che rappresenta uno dei più interessanti esempi di romanico abruzzese -l'interno, diviso in tre navate, termina con tre absidi semicircolari e custodisce uno splendido ambone di scuola valvense, un candelabro per il cero pasquale sorretto da un leone stiloforo e un ciborio con altare maggiore -. Degne di menzione sono anche la chiesa di S. Pellegrino, ricostruita nel 1263, e quella intitolata a S. Pietro, che conserva un importantissimo ciclo di affreschi del Cinquecento. Oltre a questi luoghi di cultohanno vinto la sfida del tempo anche le opere medievali di fortificazione, munite di una torre cilindrica ben conservata.

Economia

La comunità dei caporcianesi vive un'esistenza tranquilla, improntata alla gelosa salvaguardia del patrimonio delle tradizioni. Come la maggior parte del montuoso entroterra abruzzese, il comune risulta economicamente depresso. L'agricoltura, specializzata nella coltivazione di cereali, frutta e zafferano -prodotto tipico dell'Aquilano fin da tempi immemorabili-, l'allevamento di bestiame e la produzione di latticini e insaccati rappresentano ancora un'importante fonte di reddito, benché minate dalla crisi. Se si considera la scarsa consistenza degli altri settori produttivi, si intuiscono facilmente le motivazioni del progressivo calo demografico. Il panorama delle infrastrutture è lo specchio fedele della carenza di stimoli che ostacola l'iniziativa locale. Il comune presenta un quadro fondamentalmente piatto di servizi amministrativi, non possiede strutture scolastiche e con l'apparato ricettivo di cui dispone si limita ad offrire servizi di ristorazione; il complesso degli impianti sportivi include campi da tennis e di bocce; alla domanda interna di servizi sanitari, inoltre, corrisponde un'offerta poco diversificata.

La comunità dei caporcianesi vive un'esistenza tranquilla, improntata alla gelosa salvaguardia del patrimonio delle tradizioni. Come la maggior parte del montuoso entroterra abruzzese, il comune risulta economicamente depresso. L'agricoltura, specializzata nella coltivazione di cereali, frutta e zafferano -prodotto tipico dell'Aquilano fin da tempi immemorabili-, l'allevamento di bestiame e la produzione di latticini e insaccati rappresentano ancora un'importante fonte di reddito, benché minate dalla crisi. Se si considera la scarsa consistenza degli altri settori produttivi, si intuiscono facilmente le motivazioni del progressivo calo demografico. Il panorama delle infrastrutture è lo specchio fedele della carenza di stimoli che ostacola l'iniziativa locale. Il comune presenta un quadro fondamentalmente piatto di servizi amministrativi, non possiede strutture scolastiche e con l'apparato ricettivo di cui dispone si limita ad offrire servizi di ristorazione; il complesso degli impianti sportivi include campi da tennis e di bocce; alla domanda interna di servizi sanitari, inoltre, corrisponde un'offerta poco diversificata.

Relazioni

Un sistema più adeguato di strutture di servizio permetterebbe al movimento turistico di fruire delle molte attrattive di questo comune, dove è possibile estraniarsi dai ritmi frenetici della vita moderna e godere dei benefici di un clima particolarmente salubre. Il calore e il profondo sentimento religioso dei caporcianesi si esprimono soprattutto in occasione dei festeggiamenti in onore di Santa Maria Assunta (15 agosto) e di San Pellegrino (18 settembre) con solenni processioni, concerti bandistici e fuochi d'artificio. Gli stessi ingredienti sono alla base della festa del Patrono S. Benedetto, che si celebra l'11 luglio.

Un sistema più adeguato di strutture di servizio permetterebbe al movimento turistico di fruire delle molte attrattive di questo comune, dove è possibile estraniarsi dai ritmi frenetici della vita moderna e godere dei benefici di un clima particolarmente salubre. Il calore e il profondo sentimento religioso dei caporcianesi si esprimono soprattutto in occasione dei festeggiamenti in onore di Santa Maria Assunta (15 agosto) e di San Pellegrino (18 settembre) con solenni processioni, concerti bandistici e fuochi d'artificio. Gli stessi ingredienti sono alla base della festa del Patrono S. Benedetto, che si celebra l'11 luglio.

Località

Bominaco

Bominaco

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Caporciano rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.