Descrizione

Centro collinare di antichissime origini, sostenuto prevalentemente dalle attività rurali. La comunità dei canepinesi, che fa registrare un indice di vecchiaia nella media, è concentrata quasi esclusivamente nel capoluogo comunale, raccolto in una conca boscosa alla confluenza di due piccoli corsi d’acqua e attualmente interessato da una sensibile espansione edilizia. Il territorio comunale, costituito da dolci colline che si staccano dalla cima del rilievo vulcanico più elevato del Lazio, il monte Cimino, è in parte caratterizzato da una folta copertura boschiva di cerri, roverelle, castagni, noccioli e faggi, in parte contraddistinto dalle forme regolari e dai colori luminosi dei seminativi, dei vigneti e degli oliveti. Sullo sfondo rosso dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, compaiono due rami di palma posti in “decusse”, infilati in una corona d’oro e legati da un nastro azzurro.

Centro collinare di antichissime origini, sostenuto prevalentemente dalle attività rurali. La comunità dei canepinesi, che fa registrare un indice di vecchiaia nella media, è concentrata quasi esclusivamente nel capoluogo comunale, raccolto in una conca boscosa alla confluenza di due piccoli corsi d’acqua e attualmente interessato da una sensibile espansione edilizia. Il territorio comunale, costituito da dolci colline che si staccano dalla cima del rilievo vulcanico più elevato del Lazio, il monte Cimino, è in parte caratterizzato da una folta copertura boschiva di cerri, roverelle, castagni, noccioli e faggi, in parte contraddistinto dalle forme regolari e dai colori luminosi dei seminativi, dei vigneti e degli oliveti. Sullo sfondo rosso dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, compaiono due rami di palma posti in “decusse”, infilati in una corona d’oro e legati da un nastro azzurro.

Storia

Conserva evidenti tracce di insediamenti etruschi e romani ma appare menzionata per la prima volta attorno all’XI secolo, periodo in cui presumibilmente venne costruita una rocca, successivamente ingrandita dalla famiglia Prefetti di Vico; probabilmente per un certo tempo appartenne anche all’abbazia di Farfa: nel CHRONICON FARFENSE (1093), infatti, è citata una proprietà chiamata FUNDUS CANIPINAE. Entrata a far parte dei possedimenti della Chiesa nel 1154, nel Cinquecento fu concessa da Alessandro Farnese, salito al soglio pontificio con il nome di Paolo III, al figlio Pier Luigi e nel 1554 venne incorporata nel ducato di Castro, appartenente alla stessa potente famiglia. Dopo la distruzione di Castro, avvenuta nel 1649 per volere di papa Innocenzo X, tornò sotto il dominio della Chiesa. Il toponimo deriva da “canapa”, la cui coltivazione e lavorazione fu a lungo un’importante fonte di reddito per la popolazione locale. Adornano il centro storico pregevoli edifici civili e sacri, come palazzo Farnese, costruito nel Seicento e attuale sede comunale, la chiesa di Santa Maria Assunta, eretta nel Cinquecento su una precedente costruzione medievale, e la chiesa di San Michele Arcangelo o della Madonna del Carmine.

Conserva evidenti tracce di insediamenti <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ETRUSCHI'>etruschi</a> e romani ma appare menzionata per la prima volta attorno all’XI secolo, periodo in cui presumibilmente venne costruita una rocca, successivamente ingrandita dalla famiglia Prefetti di Vico; probabilmente per un certo tempo appartenne anche all’<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ABBAZIADIFARFA'>abbazia di Farfa</a>: nel CHRONICON FARFENSE (1093), infatti, è citata una proprietà chiamata FUNDUS CANIPINAE. Entrata a far parte dei possedimenti della Chiesa nel 1154, nel Cinquecento fu concessa da <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ALESSANDROFARNESE'>Alessandro Farnese</a>, salito al soglio pontificio con il nome di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=PAOLOIII'>Paolo III</a>, al figlio Pier Luigi e nel 1554 venne incorporata nel ducato di Castro, appartenente alla stessa potente famiglia. Dopo la distruzione di Castro, avvenuta nel 1649 per volere di papa Innocenzo X, tornò sotto il dominio della Chiesa. Il toponimo deriva da “canapa”, la cui coltivazione e lavorazione fu a lungo un’importante fonte di reddito per la popolazione locale. Adornano il centro storico pregevoli edifici civili e sacri, come palazzo <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=FARNESE'>Farnese</a>, costruito nel Seicento e attuale sede comunale, la chiesa di Santa Maria Assunta, eretta nel Cinquecento su una precedente costruzione medievale, e la chiesa di San Michele Arcangelo o della Madonna del Carmine.

Economia

Notevole importanza nell’economia locale è rivestita dalle tradizionali attività rurali e in particolare dalla coltivazione del nocciolo, dalla raccolta di castagne, dalla viticoltura e dall’olivicoltura; nell’ambito del settore secondario, nel complesso poco rilevante, spicca il comparto del legno: l’abbondanza di legname è, tra l’altro, alla base della produzione artigianale di botti di castagno per la stagionatura dei vini; il commercio e il comparto dei servizi, che include il credito e le assicurazioni, appaiono commisurati alle esigenze della comunità; quest’ultima, dando prova di vivacità intellettuale e dinamismo, ha intrapreso una serie di iniziative anche nel campo della cultura e dell’informazione, fra cui un giornale comunale mensile e un gruppo teatrale dialettale. Il comune, sede degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, ospita le scuole dell’obbligo, una biblioteca comunale e il museo delle tradizioni popolari, che illustra i mestieri, la vita quotidiana e le feste tradizionali del mondo contadino; la farmacia provvede all’assistenza sanitaria; l’apparato ricettivo, privo di strutture per il soggiorno, appare da potenziare.

Notevole importanza nell’economia locale è rivestita dalle tradizionali attività rurali e in particolare dalla coltivazione del nocciolo, dalla raccolta di castagne, dalla viticoltura e dall’olivicoltura; nell’ambito del settore secondario, nel complesso poco rilevante, spicca il comparto del legno: l’abbondanza di legname è, tra l’altro, alla base della produzione artigianale di botti di castagno per la stagionatura dei vini; il commercio e il comparto dei servizi, che include il credito e le assicurazioni, appaiono commisurati alle esigenze della comunità; quest’ultima, dando prova di vivacità intellettuale e dinamismo, ha intrapreso una serie di iniziative anche nel campo della cultura e dell’informazione, fra cui un giornale comunale mensile e un gruppo teatrale dialettale. Il comune, sede degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, ospita le scuole dell’obbligo, una biblioteca comunale e il museo delle tradizioni popolari, che illustra i mestieri, la vita quotidiana e le feste tradizionali del mondo contadino; la farmacia provvede all’assistenza sanitaria; l’apparato ricettivo, privo di strutture per il soggiorno, appare da potenziare.

Relazioni

Situata nelle vicinanze del lago di Vico ma non molto conosciuta, a dispetto delle sue numerose attrattive naturalistiche, è stata di recente rivalutata dal movimento turistico: percorrendo i sentieri che si snodano tra le quercete, i castagneti e la secolare faggeta del vicino monte Cimino, si scopre un ambiente suggestivo e incontaminato, nel quale è possibile ammirare bellissimi esemplari floreali oppure imbattersi in animali selvatici. Le antiche tradizioni religiose rivivono nella festa di Sant’Antonio Abate (17 gennaio), in occasione della quale la statua del Santo, ogni anno custodita a turno da un abitante del centro, è accompagnata da un pittoresco corteo a cavallo presso il nuovo affidatario, che accoglie i compaesani con un generoso rinfresco. I mesi estivi sono animati dagli eventi che compongono il programma dell’“Estate canepinese” mentre alle castagne, tipico prodotto locale, è dedicata la frequentatissima sagra che si svolge gli ultimi tre fine settimana di ottobre; i visitatori non si lasceranno sfuggire l’occasione di assaggiare anche altre specialità della cucina locale, come i due particolari tipi di pasta chiamati “maccaroni di fieno” e “ceciliani”. La festa della Patrona Santa Corona si celebra il 14 maggio. È gemellata con Laragne (Francia) dal 18 settembre 1994.

Situata nelle vicinanze del lago di Vico ma non molto conosciuta, a dispetto delle sue numerose attrattive naturalistiche, è stata di recente rivalutata dal movimento turistico: percorrendo i sentieri che si snodano tra le quercete, i castagneti e la secolare faggeta del vicino monte Cimino, si scopre un ambiente suggestivo e incontaminato, nel quale è possibile ammirare bellissimi esemplari floreali oppure imbattersi in animali selvatici. Le antiche tradizioni religiose rivivono nella festa di Sant’Antonio Abate (17 gennaio), in occasione della quale la statua del Santo, ogni anno custodita a turno da un abitante del centro, è accompagnata da un pittoresco corteo a cavallo presso il nuovo affidatario, che accoglie i compaesani con un generoso rinfresco. I mesi estivi sono animati dagli eventi che compongono il programma dell’“Estate canepinese” mentre alle castagne, tipico prodotto locale, è dedicata la frequentatissima sagra che si svolge gli ultimi tre fine settimana di ottobre; i visitatori non si lasceranno sfuggire l’occasione di assaggiare anche altre specialità della cucina locale, come i due particolari tipi di pasta chiamati “maccaroni di fieno” e “ceciliani”. La festa della Patrona Santa Corona si celebra il 14 maggio. È gemellata con Laragne (Francia) dal 18 settembre 1994.

Località

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Canepina rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.