Descrizione

Comune collinare, sorto in epoca rinascimentale in un sito popolato fin dalla remota antichità; le sue principali fonti di reddito sono costituite dalle attività rurali, dal turismo e da alcune piccole imprese industriali. La comunità dei canalesi, con un indice di vecchiaia nella media, è divisa tra il capoluogo comunale, la località di Montevirginio, alcuni piccolissimi aggregati urbani e un certo numero di case sparse sui fondi. Il comprensorio comunale, attraversato dalle anse sinuose del fiume Mignone, è caratterizzato da una grande varietà di ambienti naturali, il cui aspetto più tipico è rappresentato dall’abbondanza di forre, prodotte dall’azione erosiva delle acque sulla morbida roccia tufacea: vecchie cave di tufo abbandonate hanno originato lo straordinario ambiente della Mercareccia, che riveste un notevole interesse naturalistico. Il clima umido e fresco permette la sopravvivenza di faggete a quote insolitamente basse mentre sulle rive del fiume prospera una fitta vegetazione ripariale, formata da pioppi tremuli, ontani, salici e una rarissima felce, l’osmunda regale, tra le cui fronde trovano rifugio numerosi uccelli acquatici. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, campeggia un monte a tre cime; su queste ultime sono poste tre spighe di grano d’oro.

Comune collinare, sorto in epoca rinascimentale in un sito popolato fin dalla remota antichità; le sue principali fonti di reddito sono costituite dalle attività rurali, dal turismo e da alcune piccole imprese industriali. La comunità dei canalesi, con un indice di vecchiaia nella media, è divisa tra il capoluogo comunale, la località di Montevirginio, alcuni piccolissimi aggregati urbani e un certo numero di case sparse sui fondi. Il comprensorio comunale, attraversato dalle anse sinuose del fiume Mignone, è caratterizzato da una grande varietà di ambienti naturali, il cui aspetto più tipico è rappresentato dall’abbondanza di forre, prodotte dall’azione erosiva delle acque sulla morbida roccia tufacea: vecchie cave di tufo abbandonate hanno originato lo straordinario ambiente della Mercareccia, che riveste un notevole interesse naturalistico. Il clima umido e fresco permette la sopravvivenza di faggete a quote insolitamente basse mentre sulle rive del fiume prospera una fitta vegetazione ripariale, formata da pioppi tremuli, ontani, salici e una rarissima felce, l’osmunda regale, tra le cui fronde trovano rifugio numerosi uccelli acquatici. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, campeggia un monte a tre cime; su queste ultime sono poste tre spighe di grano d’oro.

Storia

Frammenti di punte di selce di età neolitica, portati alla luce in alcuni punti del territorio comunale, testimoniano l’estrema antichità del popolamento della zona, successivamente abitata dagli etruschi e dai romani. Nel VI secolo d.C. divenne sede vescovile, ritrovandosi cinque secoli dopo al centro di lotte accanite tra i Prefetti di Vico, gli Anguillara, i Colonna, gli Orsini e gli Altieri, che se ne contendevano il possesso. Nel 1799 l’odierno abitato, sorto nel Cinquecento accanto a quello medievale per opera di un gruppo di agricoltori toscani e umbri, fu devastato e distrutto dai francesi. La prima parte del toponimo, che fino al 1873 è stato Canale e Monte Virginio, si riferisce a un alveo scavato artificialmente per irreggimentare le acque fluviali; la seconda, invece, riprende la denominazione che l’abitato aveva durante il Medioevo. Al periodo etrusco risale la suggestiva necropoli della Greppa dei Falchi, scavata su uno strapiombo tufaceo intorno al 1000 a.C.; sono ancora visibili, inoltre, alcuni sepolcreti databili tra l’VIII e il III secolo a.C. nonché il cosiddetto Cavone, tratto di strada tagliata nel tufo che conduceva a CAERE, l’antica Cerveteri. Di epoca romana sono invece le terme di Stigliano e il ponte del Diavolo. Tra i resti dell’antica Monterano figurano le arcate di un tratto di acquedotto medievale, la diroccata chiesa seicentesca di San Bonaventura e il palazzo feudale, che conteneva la fontana del Leone, costruita intorno alla metà del Seicento su progetto del Bernini e trasportata in seguito nel nuovo abitato; allo stesso architetto si deve probabilmente anche la progettazione della chiesa dell’Assunta, edificata da Mattia de’ Rossi.

Frammenti di punte di selce di età neolitica, portati alla luce in alcuni punti del territorio comunale, testimoniano l’estrema antichità del popolamento della zona, successivamente abitata dagli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ETRUSCHI'>etruschi</a> e dai romani. Nel VI secolo d.C. divenne sede vescovile, ritrovandosi cinque secoli dopo al centro di lotte accanite tra i <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=PREFETTIDIVICO'>Prefetti di Vico</a>, gli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ANGUILLARA'>Anguillara</a>, i <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=COLONNA'>Colonna</a>, gli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ORSINI'>Orsini</a> e gli Altieri, che se ne contendevano il possesso. Nel 1799 l’odierno abitato, sorto nel Cinquecento accanto a quello medievale per opera di un gruppo di agricoltori toscani e umbri, fu devastato e distrutto dai francesi. La prima parte del toponimo, che fino al 1873 è stato Canale e Monte Virginio, si riferisce a un alveo scavato artificialmente per irreggimentare le acque fluviali; la seconda, invece, riprende la denominazione che l’abitato aveva durante il Medioevo. Al periodo <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ETRUSCO'>etrusco</a> risale la suggestiva necropoli della Greppa dei Falchi, scavata su uno strapiombo tufaceo intorno al 1000 a.C.; sono ancora visibili, inoltre, alcuni sepolcreti databili tra l’VIII e il III secolo a.C. nonché il cosiddetto Cavone, tratto di strada tagliata nel tufo che conduceva a CAERE, l’antica Cerveteri. Di epoca romana sono invece le terme di Stigliano e il ponte del Diavolo. Tra i resti dell’antica Monterano figurano le arcate di un tratto di acquedotto medievale, la diroccata chiesa seicentesca di San Bonaventura e il palazzo feudale, che conteneva la fontana del Leone, costruita intorno alla metà del Seicento su progetto del Bernini e trasportata in seguito nel nuovo abitato; allo stesso architetto si deve probabilmente anche la progettazione della chiesa dell’Assunta, edificata da Mattia de’ Rossi.

Economia

Oltre che dalle tradizionali attività rurali, incentrate sulla produzione di cereali, uva e olive, sulla silvicoltura e sull’allevamento ovino e bovino, l’economia locale è sostenuta dalla piccola industria, attiva in particolare nei comparti del legno e della lavorazione dei metalli. Da qualche decennio, inoltre, il turismo incide in misura sempre più significativa sulla formazione del reddito, benché il livello di sviluppo dell’apparato ricettivo non sia ancora del tutto soddisfacente. Tra le strutture e i servizi di utilità sociale, oltre agli ordinari uffici municipali e postali, sono presenti le scuole dell’obbligo, la biblioteca carmelitana e la farmacia.

Oltre che dalle tradizionali attività rurali, incentrate sulla produzione di cereali, uva e olive, sulla silvicoltura e sull’allevamento ovino e bovino, l’economia locale è sostenuta dalla piccola industria, attiva in particolare nei comparti del legno e della lavorazione dei metalli. Da qualche decennio, inoltre, il turismo incide in misura sempre più significativa sulla formazione del reddito, benché il livello di sviluppo dell’apparato ricettivo non sia ancora del tutto soddisfacente. Tra le strutture e i servizi di utilità sociale, oltre agli ordinari uffici municipali e postali, sono presenti le scuole dell’obbligo, la biblioteca carmelitana e la farmacia.

Relazioni

La grande varietà di paesaggi che caratterizza la zona protetta del comprensorio comunale e la presenza delle terme di Stigliano ne fanno una meta di turismo estivo abbastanza ricercata. Anche la tradizione e il folclore locali contribuiscono a richiamare visitatori: la quarta domenica di gennaio si festeggia Sant’Antonio Abate, con la tradizionale benedizione degli animali e l’apertura del carnevale, mentre il primo fine settimana dopo Pasqua ricorre la festa dei butteri, che lanciano al galoppo i loro cavalli maremmani per catturare i vitelli e offrono il “riarto”, pranzo a base della gustosa minestra campagnola detta “acquacotta”. La prima domenica di agosto si svolge il “Palio delle contrade”: la competizione è preceduta da una scenografica rievocazione storica in costume medievale e, per ognuna delle quattro contrade, vede la partecipazione di un atleta e di un ragazzo –quest’ultimo viene portato a spalla in un grande contenitore di legno–. La festa del Patrono San Bartolomeo si celebra il 24 agosto.

La grande varietà di paesaggi che caratterizza la zona protetta del comprensorio comunale e la presenza delle terme di Stigliano ne fanno una meta di turismo estivo abbastanza ricercata. Anche la tradizione e il folclore locali contribuiscono a richiamare visitatori: la quarta domenica di gennaio si festeggia Sant’Antonio Abate, con la tradizionale benedizione degli animali e l’apertura del carnevale, mentre il primo fine settimana dopo Pasqua ricorre la festa dei butteri, che lanciano al galoppo i loro cavalli maremmani per catturare i vitelli e offrono il “riarto”, pranzo a base della gustosa minestra campagnola detta “acquacotta”. La prima domenica di agosto si svolge il “Palio delle contrade”: la competizione è preceduta da una scenografica rievocazione storica in costume medievale e, per ognuna delle quattro contrade, vede la partecipazione di un atleta e di un ragazzo –quest’ultimo viene portato a spalla in un grande contenitore di legno–. La festa del Patrono San Bartolomeo si celebra il 24 agosto.

Località

Bagni d Stigliano, Case Olmata, Castel Donato, Eremo, Montevirginio, Piana

Bagni d Stigliano, Case Olmata, Castel Donato, Eremo, Montevirginio, Piana

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Canale Monterano rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.