Descrizione

Comune di montagna sorto in epoca imprecisata; secondo antiche ricette, dalle erbe aromatiche dei pascoli appenninici vi si distillano artigianalmente il rinomato "punch d'Abruzzo" e l'aromatico "amaro della Maiella"; le sue principali risorse economiche sono le attività rurali e una modesta vocazione turistica. La comunità dei borrellani, che presenta un indice di vecchiaia raramente riscontrabile, è concentrata nel capoluogo comunale, che si sviluppa per lo più lungo la linea di crinale di uno sperone roccioso proteso sulla media valle del fiume Sangro. Dalla parte più alta dell'abitato si domina una suggestiva veduta dei monti Lupari, che con il loro profilo smussato conferiscono al paesaggio varietà e movimento; senza soluzione di continuità lo spazio urbano si confonde con quello rurale e intorno alla zona plasmata dall'uomo, posta quasi al centro del comprensorio comunale, prosperano i boschi cedui, scroscia la cascata del Rio Verde e dilagano i pascoli aridi e le aree incolte.

Comune di montagna sorto in epoca imprecisata; secondo antiche ricette, dalle erbe aromatiche dei pascoli appenninici vi si distillano artigianalmente il rinomato "punch d'Abruzzo" e l'aromatico "amaro della Maiella"; le sue principali risorse economiche sono le attività rurali e una modesta vocazione turistica. La comunità dei borrellani, che presenta un indice di vecchiaia raramente riscontrabile, è concentrata nel capoluogo comunale, che si sviluppa per lo più lungo la linea di crinale di uno sperone roccioso proteso sulla media valle del fiume Sangro. Dalla parte più alta dell'abitato si domina una suggestiva veduta dei monti Lupari, che con il loro profilo smussato conferiscono al paesaggio varietà e movimento; senza soluzione di continuità lo spazio urbano si confonde con quello rurale e intorno alla zona plasmata dall'uomo, posta quasi al centro del comprensorio comunale, prosperano i boschi cedui, scroscia la cascata del Rio Verde e dilagano i pascoli aridi e le aree incolte.

Storia

Come si deduce dai numerosi ritrovamenti archeologici, l'attuale abitato dovette costituire un importante centro fortificato fin da epoca preromana. Si ignora la sua data di nascita ma si è potuta ricostruire l'origine del suo nome, lo stesso del capostipite della dinastia comitale che per diversi secoli esercitò il proprio controllo sul territorio compreso fra la media valle del Sangro e l'alto corso del Trigno. Ricordato per la prima volta nelle fonti documentarie dell'XI secolo, assegnato dagli Angioini ai Courtenay nel XIII, il borgo medievale passò di mano in mano e conobbe la signoria dei Caldora, quindi degli Arcamone, dei Carafa e dei Mascitelli di Atessa. A causa dei devastanti bombardamenti dell'ultima guerra il patrimonio architettonico del centro storico è esiguo e versa in cattivo stato di conservazione: del castello medievale sono appena visibili le rovine mentre conserva l'antico splendore il palazzo baronale, adibito a sede municipale e notevolmente rimaneggiato. Il lento ma inarrestabile spopolamento di questo comune ebbe inizio nei primi anni del XX secolo ed è tuttora in atto.

Come si deduce dai numerosi ritrovamenti archeologici, l'attuale abitato dovette costituire un importante centro fortificato fin da epoca preromana. Si ignora la sua data di nascita ma si è potuta ricostruire l'origine del suo nome, lo stesso del capostipite della dinastia comitale che per diversi secoli esercitò il proprio controllo sul territorio compreso fra la media valle del Sangro e l'alto corso del Trigno. Ricordato per la prima volta nelle fonti documentarie dell'XI secolo, assegnato dagli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=ABR&parola=ANGIOINI'>Angioini</a> ai Courtenay nel XIII, il borgo medievale passò di mano in mano e conobbe la signoria dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=ABR&parola=CALDORA'>Caldora</a>, quindi degli Arcamone, dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=ABR&parola=CARAFA'>Carafa</a> e dei Mascitelli di Atessa. A causa dei devastanti bombardamenti dell'ultima guerra il patrimonio architettonico del centro storico è esiguo e versa in cattivo stato di conservazione: del castello medievale sono appena visibili le rovine mentre conserva l'antico splendore il palazzo baronale, adibito a sede municipale e notevolmente rimaneggiato. Il lento ma inarrestabile spopolamento di questo comune ebbe inizio nei primi anni del XX secolo ed è tuttora in atto.

Economia

Il rispetto degli antichi valori caratterizza l'indole degli abitanti di questo comune tranquillo e appartato. I borrellani, infatti, si dedicano principalmente all'allevamento di bestiame e alla coltivazione di cereali, patate, vite e olivo nelle aree favorevoli all'intervento dell'uomo; il tasso di attività nell'industria e nel terziario è piuttosto basso: la prima è pressoché assente, il secondo non contempla, accanto ai pochi esercizi commerciali, i servizi più qualificati, come l'intermediazione finanziaria. La fragilità del sistema produttivo è solo una delle molteplici cause dell'immobilismo socio-economico che spinge all'esodo le nuove generazioni. Nel comune non sono presenti che gli ordinari uffici municipali e postali; una scuola elementare e una biblioteca sono gli strumenti disponibili per la formazione delle nuove leve; l'apparato ricettivo è modesto, tradizionale ma ricco il complesso degli impianti sportivi (campi da tennis, di calcio, di bocce e di pallacanestro); la penuria di strutture sanitarie costringe i borrellani a far riferimento ai comuni limitrofi per i servizi più qualificati.

Il rispetto degli antichi valori caratterizza l'indole degli abitanti di questo comune tranquillo e appartato. I borrellani, infatti, si dedicano principalmente all'allevamento di bestiame e alla coltivazione di cereali, patate, vite e olivo nelle aree favorevoli all'intervento dell'uomo; il tasso di attività nell'industria e nel terziario è piuttosto basso: la prima è pressoché assente, il secondo non contempla, accanto ai pochi esercizi commerciali, i servizi più qualificati, come l'intermediazione finanziaria. La fragilità del sistema produttivo è solo una delle molteplici cause dell'immobilismo socio-economico che spinge all'esodo le nuove generazioni. Nel comune non sono presenti che gli ordinari uffici municipali e postali; una scuola elementare e una biblioteca sono gli strumenti disponibili per la formazione delle nuove leve; l'apparato ricettivo è modesto, tradizionale ma ricco il complesso degli impianti sportivi (campi da tennis, di calcio, di bocce e di pallacanestro); la penuria di strutture sanitarie costringe i borrellani a far riferimento ai comuni limitrofi per i servizi più qualificati.

Relazioni

Al turista desideroso di sottrarsi ai ritmi accelerati della vita moderna il comune offre ideali condizioni di soggiorno, un contatto rigenerante con la natura e un clima fresco anche nei mesi estivi. La varietà della gastronomia locale -caratteristico il "fiadone", specialità pasquale- riflette la fantasia e l'esuberanza dei borrellani, che per tutto il mese di agosto sono al tempo stesso spettatori e protagonisti di una rassegna di manifestazioni culturali e folcloristiche nota come "Bellestate". La festa del Patrono Sant'Antonio si celebra il 13 giugno, con concerti bandistici, una solenne processione e scoppiettanti batterie di fuochi artificiali.

Al turista desideroso di sottrarsi ai ritmi accelerati della vita moderna il comune offre ideali condizioni di soggiorno, un contatto rigenerante con la natura e un clima fresco anche nei mesi estivi. La varietà della gastronomia locale -caratteristico il "fiadone", specialità pasquale- riflette la fantasia e l'esuberanza dei borrellani, che per tutto il mese di agosto sono al tempo stesso spettatori e protagonisti di una rassegna di manifestazioni culturali e folcloristiche nota come "Bellestate". La festa del Patrono Sant'Antonio si celebra il 13 giugno, con concerti bandistici, una solenne processione e scoppiettanti batterie di fuochi artificiali.

Località

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Borrello rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.