Descrizione

Centro collinare di origini assai antiche, con un’economia basata principalmente sul turismo e sul suo indotto nonché sulle attività rurali. I bolsenesi, che presentano un indice di vecchiaia molto elevato, si concentrano prevalentemente nel capoluogo comunale; solo una piccola parte della comunità risiede nell’aggregato urbano minore di Sant’Antonio mentre un altro aggregato urbano, Val di Lago, si popola solo in occasione delle vacanze. Il nucleo antico dell’abitato è situato in posizione panoramica sul pendio di un colle mentre la zona moderna si sta espandendo ai piedi dell’altura. Il territorio comunale, che comprende le isole amministrative dei comuni di Capodimonte e Marta, è caratterizzato dai colori dei seminativi, dei vigneti, degli oliveti e dei boschi nonché dalle linee dolci delle colline che incorniciano l’ampio lago di Bolsena. Nello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, sono raffigurati tre “pali” rossi su fondo dorato; al di sotto dello scudo, su un nastro azzurro, compaiono una croce d’oro e le lettere maiuscole S, P, Q e V, anch’esse dorate.

Centro collinare di origini assai antiche, con un’economia basata principalmente sul turismo e sul suo indotto nonché sulle attività rurali. I bolsenesi, che presentano un indice di vecchiaia molto elevato, si concentrano prevalentemente nel capoluogo comunale; solo una piccola parte della comunità risiede nell’aggregato urbano minore di Sant’Antonio mentre un altro aggregato urbano, Val di Lago, si popola solo in occasione delle vacanze. Il nucleo antico dell’abitato è situato in posizione panoramica sul pendio di un colle mentre la zona moderna si sta espandendo ai piedi dell’altura. Il territorio comunale, che comprende le isole amministrative dei comuni di Capodimonte e Marta, è caratterizzato dai colori dei seminativi, dei vigneti, degli oliveti e dei boschi nonché dalle linee dolci delle colline che incorniciano l’ampio lago di Bolsena. Nello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, sono raffigurati tre “pali” rossi su fondo dorato; al di sotto dello scudo, su un nastro azzurro, compaiono una croce d’oro e le lettere maiuscole S, P, Q e V, anch’esse dorate.

Storia

Di origine etrusca, è stata identificata da alcuni studiosi con l’importante VELZNA o VELZENA, che secondo altri si troverebbe presso l’odierna Orvieto, in Umbria; i ritrovamenti archeologici attestano inoltre la presenza dell’uomo fin dall’inizio del neolitico. Conquistata nel 265 a.C. dai romani, che la innalzarono al rango di municipio con il nome di VOLSINII, conobbe un lungo periodo di prosperità grazie alla vicinanza del lago e del tracciato della via Cassia. Finita in mano ai longobardi dopo la caduta dell’impero romano, entrò successivamente a far parte dei possedimenti della Chiesa, passando poi nel 1186 tra i domini di Orvieto. Ritornata al Papato nel 1354 e assegnata alla famiglia Monaldeschi della Cervara, si ribellò su incitamento degli stessi signori al pontefice, che la fece attaccare e saccheggiare dalle milizie bretoni. Riaffidata ai Monaldeschi, nel 1451 tornò definitivamente alla Chiesa e da allora ne seguì le sorti fino all’unità d’Italia. Nel 1264 nella grotta di Santa Cristina, martirizzata probabilmente sotto l’imperatore Diocleziano, si verificò un evento straordinario: in occasione della celebrazione di una messa da parte di un sacerdote boemo poco convinto del valore dell’eucarestia, dall’ostia spezzata sgorgò del sangue, che macchiò l’altare e il pavimento; il miracolo fu riconosciuto da papa Urbano IV, che istituì la festa del Corpus Domini. Ricca di pregevoli testimonianze artistiche è la collegiata di Santa Cristina, risalente all’XI-XII secolo ma rimaneggiata nel Quattrocento e inserita in un grande complesso religioso che comprende anche le catacombe di Santa Cristina e la cappella del miracolo. Tra le altre testimonianze storico-architettoniche vale la pena di ricordare la chiesa di San Francesco, dal portale gotico, e il castello Monaldeschi, possente maniero con pianta quadrilatera e torri angolari che sovrasta l’abitato.

Di origine <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ETRUSCA'>etrusca</a>, è stata identificata da alcuni studiosi con l’importante VELZNA o VELZENA, che secondo altri si troverebbe presso l’odierna Orvieto, in Umbria; i ritrovamenti archeologici attestano inoltre la presenza dell’uomo fin dall’inizio del neolitico. Conquistata nel 265 a.C. dai romani, che la innalzarono al rango di municipio con il nome di VOLSINII, conobbe un lungo periodo di prosperità grazie alla vicinanza del lago e del tracciato della via Cassia. Finita in mano ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=LONGOBARDI'>longobardi</a> dopo la caduta dell’impero romano, entrò successivamente a far parte dei possedimenti della Chiesa, passando poi nel 1186 tra i domini di Orvieto. Ritornata al Papato nel 1354 e assegnata alla famiglia Monaldeschi della Cervara, si ribellò su incitamento degli stessi signori al pontefice, che la fece attaccare e saccheggiare dalle milizie bretoni. Riaffidata ai Monaldeschi, nel 1451 tornò definitivamente alla Chiesa e da allora ne seguì le sorti fino all’unità d’Italia. Nel 1264 nella grotta di Santa Cristina, martirizzata probabilmente sotto l’imperatore Diocleziano, si verificò un evento straordinario: in occasione della celebrazione di una messa da parte di un sacerdote boemo poco convinto del valore dell’eucarestia, dall’ostia spezzata sgorgò del sangue, che macchiò l’altare e il pavimento; il miracolo fu riconosciuto da papa Urbano IV, che istituì la festa del Corpus Domini. Ricca di pregevoli testimonianze artistiche è la collegiata di Santa Cristina, risalente all’XI-XII secolo ma rimaneggiata nel Quattrocento e inserita in un grande complesso religioso che comprende anche le catacombe di Santa Cristina e la cappella del miracolo. Tra le altre testimonianze storico-architettoniche vale la pena di ricordare la chiesa di San Francesco, dal portale gotico, e il castello Monaldeschi, possente maniero con pianta quadrilatera e torri angolari che sovrasta l’abitato.

Economia

È ancora significativa la percentuale di bolsenesi che, sulle orme di una secolare tradizione, si dedica alla pesca, alla viticoltura, all’olivicoltura e alla coltivazione di cereali e ortaggi; la comunità, comunque, è riuscita a promuovere lo sviluppo del terziario mentre l’industria, pur apparendo vivace, rimane legata a dimensioni aziendali artigianali e a comparti tradizionali, come quelli alimentare ed edile. Il dinamismo dei bolsenesi si manifesta anche in una serie di iniziative volte a diffondere cultura e informazione, quali un periodico e un’emittente radiofonica locali. Il comune possiede stazione dei carabinieri, le scuole dell’obbligo, una biblioteca comunale e un museo, contenente un’ampia documentazione sugli aspetti naturalistici e storico-archeologici del territorio comunale; vanta un rilevante apparato ricettivo e usufruisce dell’assistenza sanitaria garantita dalla farmacia.

È ancora significativa la percentuale di bolsenesi che, sulle orme di una secolare tradizione, si dedica alla pesca, alla viticoltura, all’olivicoltura e alla coltivazione di cereali e ortaggi; la comunità, comunque, è riuscita a promuovere lo sviluppo del terziario mentre l’industria, pur apparendo vivace, rimane legata a dimensioni aziendali artigianali e a comparti tradizionali, come quelli alimentare ed edile. Il dinamismo dei bolsenesi si manifesta anche in una serie di iniziative volte a diffondere cultura e informazione, quali un periodico e un’emittente radiofonica locali. Il comune possiede stazione dei carabinieri, le scuole dell’obbligo, una biblioteca comunale e un museo, contenente un’ampia documentazione sugli aspetti naturalistici e storico-archeologici del territorio comunale; vanta un rilevante apparato ricettivo e usufruisce dell’assistenza sanitaria garantita dalla farmacia.

Relazioni

La presenza del lago vulcanico più esteso d’Italia la rende una meta turistica assai frequentata. Tra le manifestazioni che vi si svolgono nel corso dell’anno si ricordano l’Infiorata del Corpus Domini (settima domenica dopo Pasqua), con le sue variopinte scenografie, e la sagra del pesce (prima domenica di luglio), in occasione della quale si ha l’occasione di gustare specialità tipiche della gastronomia locale, come le anguille alla bisentina e il coregone arrosto. La festa della Patrona Santa Cristina si celebra il 24 luglio.

La presenza del lago vulcanico più esteso d’Italia la rende una meta turistica assai frequentata. Tra le manifestazioni che vi si svolgono nel corso dell’anno si ricordano l’Infiorata del Corpus Domini (settima domenica dopo Pasqua), con le sue variopinte scenografie, e la sagra del pesce (prima domenica di luglio), in occasione della quale si ha l’occasione di gustare specialità tipiche della gastronomia locale, come le anguille alla bisentina e il coregone arrosto. La festa della Patrona Santa Cristina si celebra il 24 luglio.

Località

Lago, Sant'Antonio, Val di Lago

Lago, Sant'Antonio, Val di Lago

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Bolsena rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.