Descrizione

“Comune sparso” con sede in Bannio. Di origine antica, accanto alle tradizionali attività agricole ha sviluppato il tessuto artigianale. I banniesi, che presentano un indice di vecchiaia particolarmente elevato, sono concentrati per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce nelle località Anzino e Pontegrande nonché in aggregati urbani minori. Il territorio, classificato montano, comprensivo dell’area speciale Pizzo Tignana, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate. L’abitato consta di fitte case di pietra con i tipici tetti in piode, dominate dall’alto campanile, e sorge su un ampio sprone delimitato dal torrente Anzo e dal suo affluente Olocchia, sul versante destro della valle principale. Lo stemma comunale, partito, è stato concesso con Decreto del Presidente della Repubblica. Sullo sfondo argenteo del primo campo si rappresenta un soldato della milizia della Madonna di Bannio, vestito con la divisa tradizionale e raffigurato, in maestà, nell’atto di impugnare una spada posta in palo; la seconda sezione, aurea, riporta la chiesa di Sant’Antonio in Anzino, fondata su una verde campagna.

“Comune sparso” con sede in Bannio. Di origine antica, accanto alle tradizionali attività agricole ha sviluppato il tessuto artigianale. I banniesi, che presentano un indice di vecchiaia particolarmente elevato, sono concentrati per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce nelle località Anzino e Pontegrande nonché in aggregati urbani minori. Il territorio, classificato montano, comprensivo dell’area speciale Pizzo Tignana, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate. L’abitato consta di fitte case di pietra con i tipici tetti in piode, dominate dall’alto campanile, e sorge su un ampio sprone delimitato dal torrente Anzo e dal suo affluente Olocchia, sul versante destro della valle principale. Lo stemma comunale, partito, è stato concesso con Decreto del Presidente della Repubblica. Sullo sfondo argenteo del primo campo si rappresenta un soldato della milizia della Madonna di Bannio, vestito con la divisa tradizionale e raffigurato, in maestà, nell’atto di impugnare una spada posta in palo; la seconda sezione, aurea, riporta la chiesa di Sant’Antonio in Anzino, fondata su una verde campagna.

Storia

Il toponimo è formato dall’unione di altri due; non è possibile addurre documentazione medievale del primo termine, che qualche studioso fa tuttavia risalire al personale germanico “bana”, attraverso un derivato, originariamente aggettivale, in -EUS -IUS. Per la diffusione toponimica si ricordano “Banna”, torrente che scorre nei pressi di Villanova d’Asti, e “Banengo”, località di Montiglio. Anzino sarà invece derivato in -inus del nome personale romano ANTIA, registrato da qualche studioso nella forma del maschile ANTIUS, donde anche il nome del torrente Anza e della Valle Anzasca. Poche sono le notizie sulle sue prime vicende: nel Medioevo appartenne, insieme agli altri comuni della Valle Anzasca, al comitato dell’Ossola; passò, poi, ai conti di Biandrate alla cui famiglia rimase fino al 1291. Pervenuta al comune di Novara, entrò a far parte dei domini viscontei e, successivamente, del ducato di Milano, sotto cui rimase fino al 1743. Gli elementi di maggior rilievo del patrimonio storico-artistico sono: il santuario di Ri; il santuario della Madonna della Neve; il santuario di Soi e la chiesa parrocchiale.

Il toponimo è formato dall’unione di altri due; non è possibile addurre documentazione medievale del primo termine, che qualche studioso fa tuttavia risalire al personale germanico “bana”, attraverso un derivato, originariamente aggettivale, in -EUS -IUS. Per la diffusione toponimica si ricordano “Banna”, torrente che scorre nei pressi di Villanova d’Asti, e “Banengo”, località di Montiglio. Anzino sarà invece derivato in -inus del nome personale romano ANTIA, registrato da qualche studioso nella forma del maschile ANTIUS, donde anche il nome del torrente Anza e della Valle Anzasca. Poche sono le notizie sulle sue prime vicende: nel Medioevo appartenne, insieme agli altri comuni della Valle Anzasca, al comitato dell’Ossola; passò, poi, ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=CONTIDIBIANDRATE'>conti di Biandrate</a> alla cui famiglia rimase fino al 1291. Pervenuta al comune di Novara, entrò a far parte dei domini viscontei e, successivamente, del <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=DUCATODIMILANO'>ducato di Milano</a>, sotto cui rimase fino al 1743. Gli elementi di maggior rilievo del patrimonio storico-artistico sono: il santuario di Ri; il santuario della Madonna della Neve; il santuario di Soi e la chiesa parrocchiale.

Economia

È sede, tra l’altro, della Comunità montana e di Pro Loco. Il settore primario si basa unicamente sull’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. Il settore che offre maggiori possibilità di occupazione è quello industriale, costituito da aziende che operano nei comparti edile, meccanico, delle confezioni, dell’estrazione e lavorazione della pietra, della produzione e distribuzione di energia elettrica. È presente il servizio bancario. Sebbene non disponga di strutture sociali degne di nota, occorre segnalare l’importante servizio di soccorso alpino. È possibile frequentare soltanto le scuole materne ed elementari; non manca, però, una biblioteca civica per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono la sola possibilità di ristorazione. Il servizio sanitario sul posto è assente, mancando anche una farmacia.

È sede, tra l’altro, della Comunità montana e di Pro Loco. Il settore primario si basa unicamente sull’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. Il settore che offre maggiori possibilità di occupazione è quello industriale, costituito da aziende che operano nei comparti edile, <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=MECCANICO'>meccanico</a>, delle confezioni, dell’estrazione e lavorazione della pietra, della produzione e distribuzione di energia elettrica. È presente il servizio bancario. Sebbene non disponga di strutture sociali degne di nota, occorre segnalare l’importante servizio di soccorso alpino. È possibile frequentare soltanto le scuole materne ed elementari; non manca, però, una biblioteca civica per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono la sola possibilità di ristorazione. Il servizio sanitario sul posto è assente, mancando anche una farmacia.

Relazioni

Meta turistica, vanta molte attrattive ambientali, data la sua vicinanza ai valichi alpini di Baranca, Egua e Dorchetta, ai quali si accede solo a piedi, offrendo così molte possibilità escursionistiche (passeggiate, alpinismo, sci-alpino). Non mancano attrattive culturali legate a usanze tipiche, come la tradizione musicale curata dal “premiato corpo musicale di Bannio”, fondato nel 1896, che esegue prevalentemente musica di tipo bandistico. Suscitano vive emozioni le processioni religiose, alle quali partecipano gruppi in costume. Caratteristico è il costume delle donne: prevalentemente nero, con fascia a colori sgargianti e camicetta bianca, ricco di ricami; la pettorina è ornata con fili in oro raffiguranti i fiori di montagna. La prima domenica di agosto si celebra la festa della “milizia tradizionale” in onore della Madonna della Neve (il voto risale al 1629, quando i banniesi chiesero protezione contro la peste che avanzava nelle valli vicine). La Patrona, Madonna della Neve, si festeggia il 5 agosto con l’ascensione alla cupola del simulacro della Madonna fra una pioggia di petali bianchi.

Meta turistica, vanta molte attrattive ambientali, data la sua vicinanza ai valichi alpini di Baranca, Egua e Dorchetta, ai quali si accede solo a piedi, offrendo così molte possibilità escursionistiche (passeggiate, alpinismo, sci-alpino). Non mancano attrattive culturali legate a usanze tipiche, come la tradizione musicale curata dal “premiato corpo musicale di Bannio”, fondato nel 1896, che esegue prevalentemente musica di tipo bandistico. Suscitano vive emozioni le processioni religiose, alle quali partecipano gruppi in costume. Caratteristico è il costume delle donne: prevalentemente nero, con fascia a colori sgargianti e camicetta bianca, ricco di ricami; la pettorina è ornata con fili in oro raffiguranti i fiori di montagna. La prima domenica di agosto si celebra la festa della “milizia tradizionale” in onore della Madonna della Neve (il voto risale al 1629, quando i banniesi chiesero protezione contro la peste che avanzava nelle valli vicine). La Patrona, Madonna della Neve, si festeggia il 5 agosto con l’ascensione alla cupola del simulacro della Madonna fra una pioggia di petali bianchi.

Località

Anzino, Bannio, Case Rovazzi, Fontane, Parcineto, Pizzo Tignaga, Pontegrande

Anzino, Bannio, Case Rovazzi, Fontane, Parcineto, Pizzo Tignaga, Pontegrande

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Bannio Anzino rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.