Descrizione

Piccola comunità di montagna, classificata "comune sparso" con sede in località Ghisalerio. Di probabile origine medioevale, ha un'economia basata essenzialmente sulle tradizionali attività rurali. È tra le più piccole d'Italia non solo per numero di abitanti ma anche per superficie. I blellesi, che presentano un indice di vecchiaia inferiore alla media, sono quasi tutti distribuiti tra la località sede municipale e Brevieno. Il territorio, comprendente anche l'omonimo insediamento residenziale con popolazione non stabile, ha un profilo geometrico irregolare, con accentuate variazioni altimetriche. L'abitato, interessato da una forte espansione edilizia, è immerso in una suggestiva cornice paesaggistica; il suo andamento plano-altimetrico è vario. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, è attraversato da una fascia rossa caricata da una stella dorata a sei raggi; nella parte superiore dello scudo, a sfondo dorato, è rappresentata l'effigie della SS. Annunziata; nel secondo campo, bande dorate si alternano a bande azzurre.

Piccola comunità di montagna, classificata "comune sparso" con sede in località Ghisalerio. Di probabile origine medioevale, ha un'economia basata essenzialmente sulle tradizionali attività rurali. È tra le più piccole d'Italia non solo per numero di abitanti ma anche per superficie. I blellesi, che presentano un indice di vecchiaia inferiore alla media, sono quasi tutti distribuiti tra la località sede municipale e Brevieno. Il territorio, comprendente anche l'omonimo insediamento residenziale con popolazione non stabile, ha un profilo geometrico irregolare, con accentuate variazioni altimetriche. L'abitato, interessato da una forte espansione edilizia, è immerso in una suggestiva cornice paesaggistica; il suo andamento plano-altimetrico è vario. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, è attraversato da una fascia rossa caricata da una stella dorata a sei raggi; nella parte superiore dello scudo, a sfondo dorato, è rappresentata l'effigie della SS. Annunziata; nel secondo campo, bande dorate si alternano a bande azzurre.

Storia

Sull'etimologia del toponimo sono state formulate varie ipotesi: la più accreditata sembra quella che fa derivare il nome del borgo dal personale latino BELLELLO; meno seguita è un'altra che si richiama al termine "betulla". Le notizie storiche che la riguardano, peraltro scarse, risalgono al basso Medioevo. La sua storia, nella quale mancano eventi di particolare rilievo, non si discosta da quella del resto del Bergamasco che, dopo le devastazioni causate dalle invasioni barbariche, fu a lungo travagliato dalle lotte fra sostenitori degli interessi imperiali e fautori della supremazia del papato. Fu solo con l'avvento della signoria veneziana, nella prima metà del XV secolo, che si ristabilì un clima di relativa tranquillità politica e sociale. Rimasta sotto la Repubblica Veneta fino al trattato di Campoformio, del 1797, registrò in seguito le dominazioni napoleonica e austriaca, partecipando agli avvenimenti nazionali e internazionali successivi all'an nessione al territorio italiano. Non vi sono edifici di grande rilievo architettonico, fatta eccezione per la chiesa parrocchiale, dedicata alla Santissima Annunziata e a San Bartolomeo. Scarna e rustica nell'aspetto, è ricca di suggestione, con gli evidenti richiami alle linee tipiche delle costruzioni rurali di montagna; costruita nel Cinquecento su un'altura isolata, al posto di una cappella preesistente, conserva al suo interno alcuni pregevoli dipinti e arredi sacri, tra cui figurano una croce processionale dorata, del XVI secolo, e un confessionale del Settecento.

Sull'etimologia del toponimo sono state formulate varie ipotesi: la più accreditata sembra quella che fa derivare il nome del borgo dal personale latino BELLELLO; meno seguita è un'altra che si richiama al termine "betulla". Le notizie storiche che la riguardano, peraltro scarse, risalgono al basso Medioevo. La sua storia, nella quale mancano eventi di particolare rilievo, non si discosta da quella del resto del Bergamasco che, dopo le devastazioni causate dalle invasioni barbariche, fu a lungo travagliato dalle lotte fra sostenitori degli interessi imperiali e fautori della supremazia del papato. Fu solo con l'avvento della signoria veneziana, nella prima metà del XV secolo, che si ristabilì un clima di relativa tranquillità politica e sociale. Rimasta sotto la Repubblica Veneta fino al <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=TRATTATODICAMPOFORMIO'>trattato di Campoformio</a>, del 1797, registrò in seguito le dominazioni napoleonica e austriaca, partecipando agli avvenimenti nazionali e internazionali successivi all'an nessione al territorio italiano. Non vi sono edifici di grande rilievo architettonico, fatta eccezione per la chiesa parrocchiale, dedicata alla Santissima Annunziata e a San Bartolomeo. Scarna e rustica nell'aspetto, è ricca di suggestione, con gli evidenti richiami alle linee tipiche delle costruzioni rurali di montagna; costruita nel Cinquecento su un'altura isolata, al posto di una cappella preesistente, conserva al suo interno alcuni pregevoli dipinti e arredi sacri, tra cui figurano una croce processionale dorata, del XVI secolo, e un confessionale del Settecento.

Economia

Sul posto non vi è la stazione dei carabinieri, per cui il sindaco esercita, all'occorrenza, anche le funzioni di autorità di pubblica sicurezza. L'economia locale conserva lo stretto legame con il settore primario che l'ha sempre connotata. L'occupazione principale dei residenti e la loro primaria fonte di reddito è costituita dall'allevamento, in particolare bovino, equino e avicolo, affiancato da modesta produzione casearia, a carattere familiare. È praticata anche la silvicoltura. L'industria è totalmente assente. Se si eccettua la presenza di qualche esercizio commerciale, gli unici servizi garantiti sono quelli amministrativi. Non si segnalano strutture sociali, sportive e per il tempo libero di una certa rilevanza. Mancano scuole di ogni ordine e grado nonché strutture destinate all'arricchimento culturale, come biblioteche o musei. Non vi sono strutture ricettive e l'assenza di una farmacia rende necessario rivolgersi altrove anche per i servizi sanitari di base.

Sul posto non vi è la stazione dei carabinieri, per cui il sindaco esercita, all'occorrenza, anche le funzioni di autorità di pubblica sicurezza. L'economia locale conserva lo stretto legame con il settore primario che l'ha sempre connotata. L'occupazione principale dei residenti e la loro primaria fonte di reddito è costituita dall'allevamento, in particolare bovino, equino e avicolo, affiancato da modesta produzione casearia, a carattere familiare. È praticata anche la silvicoltura. L'industria è totalmente assente. Se si eccettua la presenza di qualche esercizio commerciale, gli unici servizi garantiti sono quelli amministrativi. Non si segnalano strutture sociali, sportive e per il tempo libero di una certa rilevanza. Mancano scuole di ogni ordine e grado nonché strutture destinate all'arricchimento culturale, come biblioteche o musei. Non vi sono strutture ricettive e l'assenza di una farmacia rende necessario rivolgersi altrove anche per i servizi sanitari di base.

Relazioni

Forse è proprio la circostanza di essere uno dei più piccoli comuni d'Italia a rappresentare la sua principale attrattiva; tuttavia, non registra un significativo movimento di turisti: vi giungono soprattutto visitatori desiderosi di trascorrere qualche ora in un ambiente calmo e rigenerante, arricchito dal paesaggio delle Alpi Orobie. Poco frequentata anche per lavoro, in quanto le sue attività produttive non sono in grado di assorbire neppure tutta la manodopera locale, intrattiene scarsi rapporti con i comuni vicini, ai quali gli abitanti si rivolgono anche per motivi di studio e per usufruire dei servizi non forniti sul posto. Non si segnalano particolari manifestazioni legate a tradizioni folcloristiche, che potrebbero richiamare visitatori dai dintorni. La festa della Patrona, la Madonna Annunziata, si celebra il 25 marzo.

Forse è proprio la circostanza di essere uno dei più piccoli comuni d'Italia a rappresentare la sua principale attrattiva; tuttavia, non registra un significativo movimento di turisti: vi giungono soprattutto visitatori desiderosi di trascorrere qualche ora in un ambiente calmo e rigenerante, arricchito dal paesaggio delle Alpi Orobie. Poco frequentata anche per lavoro, in quanto le sue attività produttive non sono in grado di assorbire neppure tutta la manodopera locale, intrattiene scarsi rapporti con i comuni vicini, ai quali gli abitanti si rivolgono anche per motivi di studio e per usufruire dei servizi non forniti sul posto. Non si segnalano particolari manifestazioni legate a tradizioni folcloristiche, che potrebbero richiamare visitatori dai dintorni. La festa della Patrona, la Madonna Annunziata, si celebra il 25 marzo.

Località

Brevieno, Ghisalerio

Brevieno, Ghisalerio

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Blello rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.