Descrizione

Comune agricolo di pianura, di origine medievale. I bertonichesi, che presentano un indice di vecchiaia superiore alla media, si distribuiscono nel capoluogo comunale e nelle località di Cascina Brusada, Cascina Ceradello-Colombina, Cascina Gora, Cascina Monticelli, Cascina Piva e Cascina Taccagna. Il territorio comunale presenta un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche appena pronunciate. Il centro abitato ha un andamento plano-altimetrico pianeggiante e omogeneo. Anche qui l'Adda, che con larghe anse segna gran parte dei confini del comprensorio bertonichese, mostra il carattere di fiume di pianura; il paesaggio e il clima rispecchiano le caratteristiche tipiche della pianura lombarda. Nello stemma comunale, partito, concesso con Regio Decreto, si raffigura, in campo rosso, un biscione d'argento che ingoia un bambino posto in fascia con le braccia aperte. In campo azzurro, un ponte di pietra con cinque archi, sotto i quali scorre un fiume fluttuoso d'argento, è sormontato da una colomba d'argento recante nel becco un ramo verde d'ulivo.

Comune agricolo di pianura, di origine medievale. I bertonichesi, che presentano un indice di vecchiaia superiore alla media, si distribuiscono nel capoluogo comunale e nelle località di Cascina Brusada, Cascina Ceradello-Colombina, Cascina Gora, Cascina Monticelli, Cascina Piva e Cascina Taccagna. Il territorio comunale presenta un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche appena pronunciate. Il centro abitato ha un andamento plano-altimetrico pianeggiante e omogeneo. Anche qui l'Adda, che con larghe anse segna gran parte dei confini del comprensorio bertonichese, mostra il carattere di fiume di pianura; il paesaggio e il clima rispecchiano le caratteristiche tipiche della pianura lombarda. Nello stemma comunale, partito, concesso con Regio Decreto, si raffigura, in campo rosso, un biscione d'argento che ingoia un bambino posto in fascia con le braccia aperte. In campo azzurro, un ponte di pietra con cinque archi, sotto i quali scorre un fiume fluttuoso d'argento, è sormontato da una colomba d'argento recante nel becco un ramo verde d'ulivo.

Storia

L'origine del toponimo è incerta: secondo alcuni deriverebbe dal nome proprio Brettone; di certo si sa che l'abitato è stato indicato nel tempo come Bretonico, evolutosi poi in Breconigo e finalmente nell'attuale denominazione. Si trova citata per la prima volta in documenti dell'undicesimo secolo, secondo i quali alla composizione della lite insorta tra il vescovo locale ed un certo Rogerio di Bariano avrebbero partecipato i fratelli Gezo e Amizo de Bretonico. Nell'undicesimo secolo fa nuovamente la sua comparsa nelle cronache, che riportano la donazione di Vico Sancti Petri Breconigo all'ospedale milanese di San Dionigi, ad opera del vescovo di Milano, Ariberto d'Intimiano. Nello stesso atto si afferma la soggezione dei territori alla diocesi di Lodi, cui spettava il diritto di decima. La donazione di Ariberto sarebbe stata confermata dall'imperato re Arrigo nel 1045 e dal Barbarossa nella Dieta di Roncaglia (1158). Nel XIV secolo le terre passano agli ospedali del Broglio e di Santa Caterina, con i relativi diritti di decima e di pesca nelle acque locali; un secolo più tardi saranno attribuite all'Ospedale Maggiore di Milano, che vi eserciterà la propria giurisdizione fino al tardo Settecento. Le cronache locali ricordano come evento eccezionale una visita di Giuseppe Garibaldi, all'indomani della proclamazione del Regno d'Italia. Gli elementi di maggiore interesse nel patrimonio architettonico locale sono rappresentati dalla parrocchiale di S. Clemente, del XVI secolo, e dal settecentesco palazzo eretto per opera dell'Ospedale Maggiore.

L'origine del toponimo è incerta: secondo alcuni deriverebbe dal nome proprio Brettone; di certo si sa che l'abitato è stato indicato nel tempo come Bretonico, evolutosi poi in Breconigo e finalmente nell'attuale denominazione. Si trova citata per la prima volta in documenti dell'undicesimo secolo, secondo i quali alla composizione della lite insorta tra il vescovo locale ed un certo Rogerio di Bariano avrebbero partecipato i fratelli Gezo e Amizo de Bretonico. Nell'undicesimo secolo fa nuovamente la sua comparsa nelle cronache, che riportano la donazione di Vico Sancti Petri Breconigo all'ospedale milanese di San Dionigi, ad opera del vescovo di Milano, Ariberto d'Intimiano. Nello stesso atto si afferma la soggezione dei territori alla diocesi di Lodi, cui spettava il diritto di decima. La donazione di Ariberto sarebbe stata confermata dall'imperato re Arrigo nel 1045 e dal <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=BARBAROSSA'>Barbarossa</a> nella Dieta di Roncaglia (1158). Nel XIV secolo le terre passano agli ospedali del Broglio e di Santa Caterina, con i relativi diritti di decima e di pesca nelle acque locali; un secolo più tardi saranno attribuite all'Ospedale Maggiore di Milano, che vi eserciterà la propria giurisdizione fino al tardo Settecento. Le cronache locali ricordano come evento eccezionale una visita di Giuseppe Garibaldi, all'indomani della proclamazione del Regno d'Italia. Gli elementi di maggiore interesse nel patrimonio architettonico locale sono rappresentati dalla parrocchiale di S. Clemente, del XVI secolo, e dal settecentesco palazzo eretto per opera dell'Ospedale Maggiore.

Economia

Non si registra la presenza di uffici o servizi di particolare rilievo, oltre a quelli consueti per il funzionamento del municipio e del servizio postale; l'antica vocazione agricola del comune non è stata abbandonata ed ancora oggi rappresenta la principale risorsa economica per la comunità: si coltivano foraggi, cereali e ortaggi ed è ancora piuttosto sviluppato, nelle diverse aziende agricole presenti, l'allevamento bovino (che conta capi da latte e da carne) e suino. Il terziario si compone di una modesta rete commerciale mentre la manodopera occupata nelle attività industriali è tutta impiegata altrove. Non si registra la presenza di attività di servizio tipiche di un sistema produttivo articolato, quali il credito e l'intermediazione monetaria, le assicurazioni o la consulenza informatica; non vi sono strutture sociali particolarmente significative, quali asili nido e case di riposo. Non mancano invece le scuole, che garantiscono l'istruzione primaria, ed una biblioteca per l'arricchimento culturale. Le strutture sanitarie offrono il servizio farmaceutico; assenti le strutture ricettive per il soggiorno, mentre è garantita la ristorazione.

Non si registra la presenza di uffici o servizi di particolare rilievo, oltre a quelli consueti per il funzionamento del municipio e del servizio postale; l'antica vocazione agricola del comune non è stata abbandonata ed ancora oggi rappresenta la principale risorsa economica per la comunità: si coltivano foraggi, cereali e ortaggi ed è ancora piuttosto sviluppato, nelle diverse aziende agricole presenti, l'allevamento bovino (che conta capi da latte e da carne) e suino. Il terziario si compone di una modesta rete commerciale mentre la manodopera occupata nelle attività industriali è tutta impiegata altrove. Non si registra la presenza di attività di servizio tipiche di un sistema produttivo articolato, quali il credito e l'intermediazione monetaria, le assicurazioni o la consulenza informatica; non vi sono strutture sociali particolarmente significative, quali asili nido e case di riposo. Non mancano invece le scuole, che garantiscono l'istruzione primaria, ed una biblioteca per l'arricchimento culturale. Le strutture sanitarie offrono il servizio farmaceutico; assenti le strutture ricettive per il soggiorno, mentre è garantita la ristorazione.

Relazioni

Come per altri comuni della pianura padana, le sue relazioni esterne ed i rapporti con i centri vicini sono dettati dalla necessità di spostarsi per accedere ai servizi più rari e a più fornite reti commerciali, per espletare formalità burocratiche e amministrative o per recarsi a scuola e al lavoro. La presenza del Parco dell'Adda sud, se garantisce la conservazione del patrimonio naturalistico, non determina tuttavia flussi turistici di dimensioni sufficienti allo sviluppo economico locale. Il Patrono, S. Clemente, si festeggia il 23 novembre.

Come per altri comuni della pianura padana, le sue relazioni esterne ed i rapporti con i centri vicini sono dettati dalla necessità di spostarsi per accedere ai servizi più rari e a più fornite reti commerciali, per espletare formalità burocratiche e amministrative o per recarsi a scuola e al lavoro. La presenza del Parco dell'Adda sud, se garantisce la conservazione del patrimonio naturalistico, non determina tuttavia flussi turistici di dimensioni sufficienti allo sviluppo economico locale. Il Patrono, S. Clemente, si festeggia il 23 novembre.

Località

Cascina Brusada, Cascina Campolungo, Cascina Ceradello, Cascina Chioso, Cascina Colombina, Cascina di Sotto, Cascina Gora, Cascina Monticelli, Cascina Piva, Cascina Taccagna

Cascina Brusada, Cascina Campolungo, Cascina Ceradello, Cascina Chioso, Cascina Colombina, Cascina di Sotto, Cascina Gora, Cascina Monticelli, Cascina Piva, Cascina Taccagna

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Bertonico rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.