Descrizione

Centro di pianura, di origine medievale, che accanto alle tradizionali attività agro-pastorali ha sviluppato un buon tessuto industriale e una crescente attività turistica. I bellinzaghesi, che presentano un indice di vecchiaia nella media, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale; la restante parte si distribuisce nella località di Cavagliano, oltre che in aggregati urbani minori e case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico vario, con differenze di altitudine appena accennate. L’abitato, interessato da una fase di espansione edilizia, sorge ai piedi di un modesto rialzo collinare; in anni più recenti si è espanso verso est oltre la statale e lungo questa a sud e a nord. Nello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, sono raffigurati, su sfondo azzurro, tre castelli turriti, d’argento, merlati alla guelfa e dirupati da un lato.

Centro di pianura, di origine medievale, che accanto alle tradizionali attività agro-pastorali ha sviluppato un buon tessuto industriale e una crescente attività turistica. I bellinzaghesi, che presentano un indice di vecchiaia nella media, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale; la restante parte si distribuisce nella località di Cavagliano, oltre che in aggregati urbani minori e case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico vario, con differenze di altitudine appena accennate. L’abitato, interessato da una fase di espansione edilizia, sorge ai piedi di un modesto rialzo collinare; in anni più recenti si è espanso verso est oltre la statale e lungo questa a sud e a nord. Nello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, sono raffigurati, su sfondo azzurro, tre castelli turriti, d’argento, merlati alla <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=GUELFA'>guelfa</a> e dirupati da un lato.

Storia

Il toponimo, che si compone di un determinante e un determinato, rappresenta, secondo qualche studioso, un derivato di “Birizago”, “Birinzago”, a sua volta derivato, attraverso il suffisso -ACUS, dal gentilizio latino BELLICIUS. Il ritrovamento di alcune tombe risalenti all’età del ferro testimonia l’antichità dell’insediamento umano nella zona. Il borgo viene citato per la prima volta in un documento del 1025, rilasciato dall’imperatore Corrado II. La sua storia è strettamente collegata a quella della vicina Oleggio, insieme alla quale conobbe le varie infeudazioni ai conti di Pombia e a quelli di Biandrate, il cui potere, nel XII secolo, andò via via aumentando grazie alla loro abilità diplomatica nel mantenere buone relazioni sia con la chiesa che con l’impero. Successivamente il feudo passò ai Visconti di Milano. Nel 1402 il duca Gian Galeazzo la concesse ai Barbavara, sotto cui rimase fino al 1466, quando passò ai Del Maino. Seguì, poi, le vicissitudini di Novara conoscendo le varie dominazioni, dai francesi agli spagnoli, fino alla presenza giurisdizionale dei Savoia. Sotto il profilo storico-architettonico interessanti sono: la chiesa dei Santi Vito e Modesto, a navata unica, con affreschi che decorano l’abside e la parete orientale; la chiesa della Madonna di Loreto, del 1600, con l’altare maggiore, arricchito da una grande ancona barocca di legno, e le decorazioni della volta, risalenti al XVII secolo; l’oratorio della Madonna della Neve, al cui interno si conservano un’immagine cinquecentesca della Madonna e un ciclo di affreschi riproducenti la Via Crucis; infine, la cinquecentesca parrocchiale di San Clemente e la canonica regolare di San Giulio, del XII secolo, caratterizzata da elementi propri dell’architettura romanica novarese e lombarda.

Il toponimo, che si compone di un determinante e un determinato, rappresenta, secondo qualche studioso, un derivato di “Birizago”, “Birinzago”, a sua volta derivato, attraverso il suffisso -ACUS, dal gentilizio latino BELLICIUS. Il ritrovamento di alcune tombe risalenti all’<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=ETADELFERRO'>età del ferro</a> testimonia l’antichità dell’insediamento umano nella zona. Il borgo viene citato per la prima volta in un documento del 1025, rilasciato dall’imperatore Corrado II. La sua storia è strettamente collegata a quella della vicina Oleggio, insieme alla quale conobbe le varie infeudazioni ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=CONTIDIPOMBIA'>conti di Pombia</a> e a quelli di Biandrate, il cui potere, nel XII secolo, andò via via aumentando grazie alla loro abilità diplomatica nel mantenere buone relazioni sia con la chiesa che con l’impero. Successivamente il feudo passò ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=VISCONTI'>Visconti</a> di Milano. Nel 1402 il duca Gian Galeazzo la concesse ai Barbavara, sotto cui rimase fino al 1466, quando passò ai Del Maino. Seguì, poi, le vicissitudini di Novara conoscendo le varie dominazioni, dai francesi agli spagnoli, fino alla presenza giurisdizionale dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=SAVOIA'>Savoia</a>. Sotto il profilo storico-architettonico interessanti sono: la chiesa dei Santi Vito e Modesto, a navata unica, con affreschi che decorano l’abside e la parete orientale; la chiesa della Madonna di Loreto, del 1600, con l’altare maggiore, arricchito da una grande ancona barocca di legno, e le decorazioni della volta, risalenti al XVII secolo; l’oratorio della Madonna della Neve, al cui interno si conservano un’immagine cinquecentesca della Madonna e un ciclo di affreschi riproducenti la Via Crucis; infine, la cinquecentesca parrocchiale di San Clemente e la canonica regolare di San Giulio, del XII secolo, caratterizzata da elementi propri dell’architettura romanica novarese e lombarda.

Economia

È sede di Pro Loco. Il settore primario è presente con la coltivazione di mais, frumento e foraggi e con l’allevamento di bovini, caprini, equini e avicoli. L’industria è costituita da imprese operanti nei comparti: alimentare, dell’estrazione di sabbia, ghiaia e argilla, tessile, delle confezioni, del legno, della carta, della stampa, dei materiali da costruzione, della lavorazione della pietra, della metallurgia, della meccanica, dei mobili e dell’edilizia. Il terziario si compone di una sufficiente rete commerciale e dell’insieme dei servizi, che comprendono quelli bancario e assicurativo. Le strutture sociali annoverano un asilo nido. Le scuole assicurano la frequenza delle classi dell’obbligo; per l’arricchimento culturale è presente la biblioteca civica. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. A livello sanitario è assicurato il solo servizio farmaceutico; per le altre prestazioni occorre rivolgersi altrove.

È sede di Pro Loco. Il settore primario è presente con la coltivazione di mais, frumento e foraggi e con l’allevamento di bovini, caprini, equini e avicoli. L’industria è costituita da imprese operanti nei comparti: alimentare, dell’estrazione di sabbia, ghiaia e argilla, <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=TESSILE'>tessile</a>, delle confezioni, del legno, della carta, della stampa, dei materiali da costruzione, della lavorazione della pietra, della metallurgia, della meccanica, dei mobili e dell’edilizia. Il terziario si compone di una sufficiente rete commerciale e dell’insieme dei servizi, che comprendono quelli bancario e assicurativo. Le strutture sociali annoverano un asilo nido. Le scuole assicurano la frequenza delle classi dell’obbligo; per l’arricchimento culturale è presente la biblioteca civica. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. A livello sanitario è assicurato il solo servizio farmaceutico; per le altre prestazioni occorre rivolgersi altrove.

Relazioni

Il bel patrimonio artistico –tra cui spicca la canonica dedicata a San Giulio– la presenza del Parco Naturale –che ingloba il Mulino Vecchio, risalente al XVII-XVIII secolo– la vicina badia di Dulzago –meta di visitatori attenti all’arte, alla storia e alla natura– nonché la presenza, in località Cascina Vercellina, di un’Oasi WWF –in cui si tutela il cosiddetto “rospo della vanga”, in pericolo di estinzione– fanno di essa una meta di notevole richiamo naturalistico. La badia, circondata da risaie, campi coltivati e prati, è, ogni anno, al centro di una lunga tradizione di festeggiamenti in onore di San Giulio, i quali si tengono solitamente l’ultima domenica di gennaio, data in cui avviene anche la solenne benedizione della minestra cotta nel cortile in sette grandi calderoni di rame e distribuita, con il pane benedetto, a tutti coloro che vi accorrono dopo la messa solenne. Non vi si svolgono altre manifestazioni folcloristiche o religiose che potrebbero allietare la comunità e richiamare visitatori dai dintorni. Il mercato settimanale si svolge il sabato. Il Patrono, San Clemente, si festeggia il 23 novembre.

Il bel patrimonio artistico –tra cui spicca la canonica dedicata a San Giulio– la presenza del Parco Naturale –che ingloba il Mulino Vecchio, risalente al XVII-XVIII secolo– la vicina badia di Dulzago –meta di visitatori attenti all’arte, alla storia e alla natura– nonché la presenza, in località Cascina Vercellina, di un’Oasi WWF –in cui si tutela il cosiddetto “rospo della vanga”, in pericolo di estinzione– fanno di essa una meta di notevole richiamo naturalistico. La badia, circondata da risaie, campi coltivati e prati, è, ogni anno, al centro di una lunga tradizione di festeggiamenti in onore di San Giulio, i quali si tengono solitamente l’ultima domenica di gennaio, data in cui avviene anche la solenne benedizione della minestra cotta nel cortile in sette grandi calderoni di rame e distribuita, con il pane benedetto, a tutti coloro che vi accorrono dopo la messa solenne. Non vi si svolgono altre manifestazioni folcloristiche o religiose che potrebbero allietare la comunità e richiamare visitatori dai dintorni. Il mercato settimanale si svolge il sabato. Il Patrono, San Clemente, si festeggia il 23 novembre.

Località

Badia di Dulzago, Cascina Bettola, Cascina Carola, Cascina Porcella, Cavagliano

Badia di Dulzago, Cascina Bettola, Cascina Carola, Cascina Porcella, Cavagliano

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Bellinzago Novarese rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.