Descrizione

Centro collinare di origini molto antiche; la sua economia si basa sulle tradizionali attività rurali, su alcune imprese industriali e sul turismo estivo. La maggior parte dei bellegrani, il cui indice di vecchiaia è inferiore alla media, vive concentrata nel capoluogo comunale mentre il resto della comunità è distribuito in pochi aggregati urbani elementari e in un discreto numero di case sparse. L’abitato, arroccato sul crinale di una dorsale compresa tra due valli fluviali, è disposto con pianta allungata ai lati di un’unica e stretta via centrale. Il paesaggio è dominato dai monti Prenestini e Affilani, che si stagliano su opposti orizzonti, ostentando i primi una mole imponente dal profilo smussato, i secondi il severo aspetto delle formazioni calcaree, con creste sassose e brulle; gli uni sono ricoperti di oliveti e, nelle zone più alte, di una rada boscaglia di roverelle e ornielli, gli altri di boschi cedui e faggete, sulle quali volteggiano il piccione selvatico, il falco pellegrino, il rondone e il raro corvo imperiale. Nello stemma comunale sono raffigurate mura ciclopiche, la scritta LIBERTAS e un sole splendente.

Centro collinare di origini molto antiche; la sua economia si basa sulle tradizionali attività rurali, su alcune imprese industriali e sul turismo estivo. La maggior parte dei bellegrani, il cui indice di vecchiaia è inferiore alla media, vive concentrata nel capoluogo comunale mentre il resto della comunità è distribuito in pochi aggregati urbani elementari e in un discreto numero di case sparse. L’abitato, arroccato sul crinale di una dorsale compresa tra due valli fluviali, è disposto con pianta allungata ai lati di un’unica e stretta via centrale. Il paesaggio è dominato dai monti Prenestini e Affilani, che si stagliano su opposti orizzonti, ostentando i primi una mole imponente dal profilo smussato, i secondi il severo aspetto delle formazioni calcaree, con creste sassose e brulle; gli uni sono ricoperti di oliveti e, nelle zone più alte, di una rada boscaglia di roverelle e ornielli, gli altri di boschi cedui e faggete, sulle quali volteggiano il piccione selvatico, il falco pellegrino, il rondone e il raro corvo imperiale. Nello stemma comunale sono raffigurate mura ciclopiche, la scritta LIBERTAS e un sole splendente.

Storia

Abitata e fortificata con mura poligonali in epoca molto antica, è citata per la prima volta in un documento stilato nel 967 d.C. dall’imperatore Ottone I, che l’assegnava all’abbazia di Subiaco. Subì in seguito varie distruzioni nel vano tentativo di sottrarsi al predominio sublacense, che ne segnò le vicende storiche fino alla nascita del regno d’Italia. Chiamata in passato Civitella, Monte Civitella e Civitella di Subiaco, prese nel 1872 la denominazione di Civitella San Sisto; l’attuale toponimo, assunto nel 1880, è dovuto all’infondata convinzione che un antico insediamento così chiamato sorgesse in questo sito. Tra le vestigia del passato risaltano tracce di mura perimetrali di epoche diverse, comprese tra il VII secolo a.C. e l’età medievale, nonché la cosiddetta Ara del dio Sole, che funge attualmente da monumento ai caduti. Il centro storico dell’abitato è impreziosito da piazza Santa Lucia, di architettura spagnoleggiante, su cui prospetta la piccola chiesa omonima. Altri importanti edifici sacri sono la seicentesca chiesa di Santa Maria e San Nicola e quelle di San Sisto e di monte Calvario –quest’ultima si erge su un’altura che domina il convento di San Francesco, costruito probabilmente in occasione della visita del Santo a Subiaco e notevolmente ampliato dall’Ottocento in poi–.

Abitata e fortificata con mura poligonali in epoca molto antica, è citata per la prima volta in un documento stilato nel 967 d.C. dall’imperatore Ottone I, che l’assegnava all’<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ABBAZIADISUBIACO'>abbazia di Subiaco</a>. Subì in seguito varie distruzioni nel vano tentativo di sottrarsi al predominio sublacense, che ne segnò le vicende storiche fino alla nascita del regno d’Italia. Chiamata in passato Civitella, Monte Civitella e Civitella di Subiaco, prese nel 1872 la denominazione di Civitella San Sisto; l’attuale toponimo, assunto nel 1880, è dovuto all’infondata convinzione che un antico insediamento così chiamato sorgesse in questo sito. Tra le vestigia del passato risaltano tracce di mura perimetrali di epoche diverse, comprese tra il VII secolo a.C. e l’età medievale, nonché la cosiddetta Ara del dio Sole, che funge attualmente da monumento ai caduti. Il centro storico dell’abitato è impreziosito da piazza Santa Lucia, di architettura spagnoleggiante, su cui prospetta la piccola chiesa omonima. Altri importanti edifici sacri sono la seicentesca chiesa di Santa Maria e San Nicola e quelle di San Sisto e di monte Calvario –quest’ultima si erge su un’altura che domina il convento di San Francesco, costruito probabilmente in occasione della visita del Santo a Subiaco e notevolmente ampliato dall’Ottocento in poi–.

Economia

L’agricoltura, specializzata nella produzione di cereali, legumi, frutta, uva e olive, rappresenta, insieme alla zootecnia e alla silvicoltura, una risorsa importante per l’economia locale, malgrado la forte contrazione fatta registrare negli ultimi anni. L’industria, legata a comparti tradizionali, come quelli dei prodotti alimentari, del legno e dei metalli, si mantiene a livelli artigianali mentre il commercio e i servizi appaiono commisurati alle esigenze della comunità –sono presenti sportelli bancari–. Il comune, dotato degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, dispone di scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado, di una biblioteca comunale e di una allestita nel convento di San Francesco; usufruisce inoltre di un discreto apparato ricettivo e dell’assistenza farmaceutica.

L’agricoltura, specializzata nella produzione di cereali, legumi, frutta, uva e olive, rappresenta, insieme alla zootecnia e alla silvicoltura, una risorsa importante per l’economia locale, malgrado la forte contrazione fatta registrare negli ultimi anni. L’industria, legata a comparti tradizionali, come quelli dei prodotti alimentari, del legno e dei metalli, si mantiene a livelli artigianali mentre il commercio e i servizi appaiono commisurati alle esigenze della comunità –sono presenti sportelli bancari–. Il comune, dotato degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, dispone di scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado, di una biblioteca comunale e di una allestita nel convento di San Francesco; usufruisce inoltre di un discreto apparato ricettivo e dell’assistenza farmaceutica.

Relazioni

La grotta sotterranea dell’Arco, movimentata dalle sagome appuntite di stalattiti e stalagmiti, esercita un forte richiamo turistico insieme al bosco comunale, attraversato da due percorsi ecologici ed echeggiante lo scroscio delle acque di fonte Nocchietta. La gastronomia locale, particolarmente ricca di primi piatti e di dolci, come la “pizza sbattuta” e le ciambellette al vino, è protagonista di sagre e feste religiose: si segnalano la sagra del fico (fine luglio), localmente detto “fallacciano”, e la “Giornata del perdono di San Francesco” (2 agosto). Il bestiame e i più tipici prodotti bellegrani, in particolare il vino e l’olio d’oliva ottenuto con la spremitura a freddo, sono invece al centro di alcune fiere di rilievo regionale, che fondono folclore, artigianato e gastronomia (agosto e ottobre). La festa del Patrono San Sisto si celebra il 6 agosto.

La grotta sotterranea dell’Arco, movimentata dalle sagome appuntite di stalattiti e stalagmiti, esercita un forte richiamo turistico insieme al bosco comunale, attraversato da due percorsi ecologici ed echeggiante lo scroscio delle acque di fonte Nocchietta. La gastronomia locale, particolarmente ricca di primi piatti e di dolci, come la “pizza sbattuta” e le ciambellette al vino, è protagonista di sagre e feste religiose: si segnalano la sagra del fico (fine luglio), localmente detto “fallacciano”, e la “Giornata del perdono di San Francesco” (2 agosto). Il bestiame e i più tipici prodotti bellegrani, in particolare il vino e l’olio d’oliva ottenuto con la spremitura a freddo, sono invece al centro di alcune fiere di rilievo regionale, che fondono folclore, artigianato e gastronomia (agosto e ottobre). La festa del Patrono San Sisto si celebra il 6 agosto.

Località

Convento di San Francesco, San Francesco, Vaccarecce, Vado Canale

Convento di San Francesco, San Francesco, Vaccarecce, Vado Canale

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Bellegra rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.